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venerdì 29 mar
  • Suggestioni di ricordi lontani: Il potere delle cose

    Davvero le cose riescono ad incarnare sentimenti quali la paura, il desiderio, la vendetta? Sicuramente il bisogno di poterli “esternare, materializzare, visualizzare” riesce a conferire ad oggetti e a simboli materiali poteri occulti. Il potere di esternare un sentimento non è cosa da poco, così il potere di esprimersi, nel senso più profondo del termine è una lunga conquista di anni e un cammino tutto in salita; anche per il genere umano.

    Ieri si è inaugurata la mostra “Il potere delle cose: magia e religione nelle collezioni del Museo Pitré” all’Archivio Storico di Palermo. La storia di un genere, quello umano, che pur di andare avanti nel fosco e poco chiaro mondo dell’incomprensibilità delle cose cerca almeno di dargli una forma, un “somiglio”.

    Signori, questa è la storia dell’arte. Nel senso che il concetto è lo stesso e le radici sono comuni, non dico certo cose nuove affermando che i famosi graffiti nelle grotte altro non erano che “magia” asservita alla buona caccia. Così il teatro, declinato ancora oggi secondo tutta una serie di “accessori” al sacro che ne suggeriscono l’origine: il palco, le maschere, i gesti codificati.

    Ci sono circa 150 pezzi in mostra provenienti dal Museo Pitrè, bandi ed editti dell’Archivio storico esposti, ed ex voto i famosi “Per grazia ricevuta”, raffigurazioni di santi protettori, uova-puntaspilli e una tonnellata di sale grosso buttata dagli organizzatori (ho ricevuto la soffiata) qua e là, così, non si sa mai.

    La mostra è concettuale oserei dire, nel senso che, più che il valore o l’artisticità del prodotto, se ne ammira il concetto che lo porta ad essere oggetto significante. I concetti sono ancora più chiari (significanti appunto), grazie all’ottimo lavoro dell’architetto allestitore Antonio Di Lorenzo e oso dire che vale la pena di andare ad ammirare la mostra per lasciarsi suggestionare dallo spazio originale; le due sale sono magnifiche e, tanto per restare in tema religioso, ricordo che nel 1880 Damiani Ameyda ristrutturò la sala (successivamente a lui dedicata) ispirandosi all’antica sinagoga panormita che si vuole sorgesse in quell’area (dopo essere stata moschea) prima che nel 1492 si decidesse la cacciata degli ebrei.

    Di Lorenzo allestisce lo spazio come un teatro emozionando i curiosi visitatori affascinati dalle luci ed ombre fisiche e storiche, l’atmosfera è una dichiarazione d’intenti, una declinazione degli oggetti in mostra: le teche cilindriche verticalizzate per esaltare i (circa) venti metri di altezza della sala Almeyda, il sottofondo che ritma battiti cardiaci e ricordi di atavici rituali sepolti chissadove nella frenetica poca coscienza dell’uomo contemporaneo, frammentato e iperattivo. La sala Pollacci Nuccio è occupata quasi per intero da una teca-vascello che illuminata dal basso specchia i volti dei visitatori ammiranti i frammenti di un’altra storia, quella in cui si cercava il contatto con ciò che non si riusciva a capire per ripetizione (ripeto il miracolo ricevuto col manufatto, la ri-creazione, l’imitazione).

    Ho fatto un giretto sulla passerella del piano superiore (cosa proibitissima) mi sono trovata a destra cumuli di carte vecchie e imploranti (il potere della carta gialla che ti fa l’occhiolino nascondendo chissà quali segreti, vogliamo mettere?), a sinistra lo spettacolo dall’alto della nave-teca luminosa le cui sponde erano completamente ricoperte da teste chine di gente che parlottava e scrutava, in alto altri due piani di scartoffie con i segreti di Palermo. Strana suggestione: il ventre cartaceo della città se ne sta lì, a guardare seminascosto al buio i propri visitatori, dall’alto dei suoi diciassette metri, silenzioso e custode mentre noi poveri ignari gironzoliamo straniti davanti ai brandelli delle memorie perdute.

    La mostra è a cura di Ignazio Buttitta, l’allestimento a cura dell’architetto Antonio Di Lorenzo, la direttrice dell’Archivio Storico e Museo Pitrè è la dott.ssa Eliana Calandra.

    Palermo
  • 7 commenti a “Suggestioni di ricordi lontani: Il potere delle cose”

    1. Mi dispiace Cristina ma Tutto, proprio non c’è la faccio.

    2. La mia prima visita di Rosalio. Sembra interessante, pulsa vita…
      ps.
      Ma il potere evocativo è nelle cose, o nel contesto in cui sono rappresentate?

    3. domanda di marzulliana memoria carmelo…ma bella…famo entrambe? (si può?)

    4. si può, si può…
      comunque, ho pensato di andare a vedere anch’io la mostra.
      poi ti racconto dove ho trovato, e se ho trovato, questo potere evocativo delle cose…

    5. Carmelo, spero tu sia andato a vedere la mostra, è strepitosa, più di tutto per il luogo…evocativo…di un’infinità di code.
      ANDATECI

    6. sono disperato perchè nn posso andare a vedere la mostra visto che sono a milano. Tuttavia se l’avessi saputo prima avrei preso l’aereo, ma l’ho scoperto solo oggi 8/5/06. Se c’è qualcuno che ha fotografato la mostra o sa qualcosa, la prego di contattarmi tramite questa pagina, perchè da giugno ad agosto starò in Sicilia. Grazie

    7. per pierluigi mannella..
      come posso contattarla?

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