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sabato 20 apr
  • Carissimo fratello Salvatore (n.7)

    Carissimo fratello Salvatore,
    tu lo sai quanto voglio bene a tua cognata Rosetta e che ci porto rispetto anche se ogni tanto la sbattissi mura mura per quanto ci ammatapolla tutta la minchia. Ma tutti i mugghieri sono così e non mi lamento. Ma, con rispetto parlando, culi in mezzo alla via non ne guardo. Ch’è fratello, già ti stai preoccupando che io e tua cognata ci lasciamo e lei scoppa a Niù Iorc con Desirè e Geiar? No non ti porcupare. Ti dico questo per fare un altro discorso. L’altra volta sono andato a parlare coi maestre di Desirè che va al Turismo. Per la cronaca ho scoperto che Desirè va bene sono nello Ngrisi perché ogni estate viene da voi. Il resto è scecca ma proprio scecca. Non ne vuole manco nel brodo e ci passa la vita al telefonino a organizzarsi con le amiche. E va bene, l’importante è che io a scuola ce la mando, che ci compro i libra e che non ce la faccio andare in mutande (ma pure quello: l’altra volta Rosetta mi ha detto che ha speso cento leuri per tre paia di mutande e tanga ma io tanghe casa casa non ne ho viste: solo cati e vacili).
    Ora parlando con la maestra di italiano, lei mi ha chiesto: domando scusa, ma lei è separato? E io: no, sono sposato da diciassette anni e, a parte qualche boffa, tutto bene. E lei mi ha detto: ma lo sa che lei è una rarità? Nella classe di sua figlia sono 28 e 18 sono figli di separati.
    Ora non so se ti ricordi. Tu eri già all’Iti e io alle scuole media. Eravamo trenta saittuni e, tre mesi dopo l’inizio della scuola arrivò uno che era figlio di separati. Mi ricordo che lo trattavamo come se aveva la tigna. Ci faceva impressione. Niente niente che adesso è al contrario, che se una dice: mio padre e mia madre NON sono separati, la mettono all’ultimo banco? E magari ci prendono la dottoressa che ci fa i quiz come al Milionario per capire se tutta questa pace in famiglia ci sta azzannando la testa? E ci domandano sempre: scusa ma tuo padre e tua madre i piatta se le tirano? E quasi ci restano male quando Desirè risponde: no.
    Ora l’altra sera nella telemusione dissero che si sta discutendo sui “pacs”. Ora siccome negli ultimi cinque anni di pacs ce ne hanno fatti veramente assai, io ho pensato: finalmente almeno lo dicono: italiani, ora vi facciamo il pacs e, menti, ci aumentano le tasse o ci tagliano le pinzioni. Poi hanno fatto il discorso da Bruno Vespa a Porta cu Porta e finalmente ho capito di chi si tratta. Il pacs vuol dire avere una famiglia senza essere una famiglia. Per esempio: io e Rosetta siamo una famiglia. Ma il ragioniere Rapisardi, che sta sotto di me, e la signora Elena, che non sono sposati, sono una famiglia pure loro. Ora, se io attummulio perché, dio ne scanzi, mi viene il timone, ci lascio tutte cose a Rosetta (viri chi priu visto che non ho manco gli occhi per piangere, ma comunque…). Quelle del ragioniere Rapisardi invece se le ammucca la moglie che è una terribile e è ingarzata con un malacarne che campa con le macchinette del poker è ha un mare di soldi. E la signora Elena? Altro che Porta cu Porta. Muru cu muru. Con l’ospedale.
    Ma uno di quelli che c’erano la dicevano che questa e la legge per fare sposare agli arrusi, ai gay come dite da voi. Perché dice che con questa legge se uno è arruso e se ne va a vivere col suo innamorato, se muore ci può lasciare tutte cose. Insomma, come essere sposati.
    Ora, carissimo fratello, tu lo sai: io non ho di queste curiosità. Ma, alla fatta dei conti, uno non è padrone di farsela.. cioè voglio dire di stare con chi vuole basta che non fa scannaliare a nessuno? E se è così non è pure giusto che prende gli assegni familiari, può fare la diversibilità della pinzione e ci può lasciare tutte cose se muore?
    Allora ho fatto una piccola indagine con Totuccio, il portiere, che sa tutte cose del nostro palazzo. Del ragioniere Rapisarda lo abbiamo detto. Poi ci sono il signor Rosati con la signora Assunta che non sono sposati e hanno sei, dico sei, figli. U zu Vanni Carpinteri con la signora Franca. Hanno ottant’anni e si sono fatti fidanzati, tanto per dire, quando ne avevano sessanta e prima erano sposati con figli. Per non parlare di Pippo Lanzalaco che ha una famiglia nel mio palazzo e un’altra famiglia all’Uditore, lo sappiamo tutti, ma tutti fanno finta di non saperlo.
    Ora ci sono pure gli arrusi: certo. Perché loro no? Che hanno la rogna?
    Menti che accappotto, fratello. Menti che nella vecchiaia mi viene la fantasia e mi faccio fidanzato con una masculu. Ti pare che non succede? E mai possibile che al mio innamorato non ci posso lasciare niente? Insomma, fratello tu lo sai. Ci sono cose che macari uno personalmente non le fa e donchi non ha pobblemi. Ma se uno il pobblema ce l’ha, non è giusto che ha la sua soddispazione? Qui non è che è conto che ci devono dire a tutti: guardate che siete antichi, noi sì che siamo moderni. No. Qui si tratta solo di campare insieme e ognuno a so casa fa i cazzi suoi. Ma la spesa la fanno insieme pure gli arrusi, e non è che è conto che la sip non ci fa pagare le impollette? E le tasse non le devono pagare? E alla findomestic per cambiarisi la macchina non ci devono potere andare? No, io penso che questi pacs sono una cosa buona perché sono una cosa giusta. E allora, carissimo fratello, più pacs e meno pacchi. Invece di darci i soldi alle scuole private che se li ammuccavano sani sani (ma una poco sono finiti in galera), ce li potrebbero dare pure un poco agli arrusi. Che hanno di diverso? Forse che di questi tempi non ce la stanno mettendo in quel posto pure a noi? E senza amore. Cioè senza Vasellina.

    Tuo affezionatissimo Vicè

    Palermo
  • 16 commenti a “Carissimo fratello Salvatore (n.7)”

    1. Io sto con gli arrusi, tutta la vita… bravo Billi

    2. bravo daneile la vaselina segno di grande amicizia anche da noi al Senegal quando tu vuoi venir la a provare sarai il benvenu

    3. mi fai morireeeeeeeeee GRANDE DANIELE!!!!!!

    4. Propongo “più pacs e meno pacchi” come slogan elettorale per le prossime elezioni… 🙂

    5. Mi associo. E allora Più Pacs e meno Pacchi per tutti.
      Approvo e sottoscrivo.

    6. confermo, firmo e sottoscrivo: Più pacs e meno pacchi!

    7. …ma anche meno mercanti in fiera, meno glandifratelli, meno isole tormentose etc. etc.

    8. Grande Billi, più pacs, ma anche “più pilu pi tutti”!

    9. anche “più pacchiu, meno pacchi” non è male, però…

    10. cchiù picchipacchi pi’ tutti

    11. Sempre grande Prof. Billitteri!!! D’accordo con Totò xchè ho fame e con Nitto visto che Antonio Albanese mi fa troppo ridere….ahhh dimenticavo a Mussolin vorrei consigliare di tornare alla fotografia forse è meglio(…….?!)

    12. grande billi: post troppo sbrechis

    13. Aspetto con impazienza la lettera che pubblichi ogni mese. E, da fine osservatore, hai un’incredibile capacità di discutere i problemi quotidiani e sociali attraverso gli occhi di un “panormita”.
      …purtroppo, solo nelle coppie gay vedo la “la luce” quando si guardano. Quindi, ben vengano i pacs!
      silvana

    14. Aspetto la prossima puntata per sapere com’è finito con il ragioniere Rapisardi, la moglie & Elena! ;-D

      Pax x i PACS!!!

    15. “lele scrive:
      7 Febbraio 2006 alle 21:16
      Mi associo. E allora Più Pacs e meno Pacchi per tutti.
      Approvo e sottoscrivo. ”

      Non credo che i catanesi siano daccordo con Voi…I Pacchi sono sacri!

      Antonio

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