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giovedì 28 mar
  • Una milanese a Palermo

    Tutto è nato all’inizio di aprile, ero dell’idea di andare negli Stati Uniti a fare un’esperienza lavorativa……..c’era Vincenzo, un mio amico palermitano che abita a Milano che continuava ad insistere di un mio ritorno a Palermo, anche solo per pochi giorni. Il mio amore per Palermo risale a circa 8 anni fa ma era da quasi un anno e mezzo che mancavo…. in cuor mio volevo resistere, mi dicevo ” non ci posso andare, tanto poi non potrei restarci, non si trova lavoro”……..e così ho provato a resistere per tutto questo tempo.. finché lui prenota l’aereo e in qualche modo mi sento con il programma già stabilito.
    4 ore prima della partenza contatto l’agenzia viaggi per capire se in qualche modo potevo rinunciare ed essere rimborsata; il mio sesto senso mi diceva di non andare, ma alla risposta negativa, preparo in tutta fretta una valigia e vado in aeroporto un po’ sconsolata.
    Ad aspettarmi la mia più cara amica palermitana che insieme a Sergio, sono le persone che mi hanno fatto conoscere questo posto e che mi hanno sempre trattato come parte di loro. L’aereo arriva con un ora e mezzo di ritardo, ed io speravo che se ne fosse andata, che non avesse perso tutto il pomeriggio in aeroporto e invece era li, che mi accoglieva a braccia aperte e con un gran sorriso. Dopo un anno e mezzo Palermo mi accoglieva con la pioggia, ma la strada che porta verso la città costeggia il mare e anche con il brutto tempo, sa affascinarti.
    Sono stata 5 giorni, la sensazione di serenità non era cambiata, ma una cosa mi aveva colpito, questa volta riguardava me stessa.
    Se fino a quel momento l’idea degli Stati Uniti mi aveva accompagnato notte e giorno, il periodo palermitano me l’aveva fatta dimenticare e forse quello che ricercavo da tempo era li, perché la serenità in fondo più è vicina e più non riusciamo a vederla.
    Torno a Milano e tutto ad un tratto quando gi amici mi chiedono “allora quando parti per l’America”, la mia risposta cambia in “presto, ma sono scaramantica, preferisco dirvi qualcosa con il biglietto aereo in mano”.
    Questa volta Palermo mi aveva dato una scossa diversa, basta mitizzarla nei miei pensieri, basta sapere che mi rendeva serena solo pochi giorni, ora era arrivato il momento di capire se viverci poteva darmi le stesse sensazioni, se l’equilibrio che cercavo da un pò, forse era lì o se alla fine era meglio ricordarla con un gran sorriso, ma sapere che in fondo non “faceva per me”.

    Questo spezzone tratto dal mio “diario di viaggio” risale ad un anno fa…..il mio programma iniziale era di stare tre mesi….poi sono passati a 6, poi a 9 ed ora già un anno e un mese………me ne sono innamorata, mi sono inserita in una società molto diversa dalla mia….ma sicuramente più umana e accogliente verso chi, come me ad un certo punto della sua vita non si accontenta più solo di un bel lavoro, ma vuole altro, si rimette in gioco ……per farcela da sola forse….per trovare un equilibrio o semplicemente perché il posto che ha scelto la fa sentire a casa.

    Ospiti
  • 15 commenti a “Una milanese a Palermo”

    1. Io all’inizio volevo starci 6 mesi… ormai sono più di 10 anni! Allora preparati! Sei solo all’inizio! ;-D
      Palermo è una piovra (nel senso buono) – ti prende e non ti molla più! Troppo bella, troppo diversa, troppo affascinante!!! Unica!

    2. “Una palermitana a Milano” potrebbe essere il titolo della mia risposta.
      Sono andata via da Palermo 2 anni fa, e da un mese sono a Milano… devo dire che leggendo un ricordo della mia terra mi è quasi venuto un groppo in gola… risentire i profumi, rivedere i luoghi…
      La cosa triste è che non so quando riuscirò a tornare a Palermo, anche per due giorni… non so quando torno, non so per quanto potrò tornare…
      A dire la verità non so neanche dove sarò fra 3 mesi…

    3. Altro che un groppo in gola, le lacrime hanno preso il sopravvento, proprio su di me, che non sono certo il tipo dalle facili lacrime. Ma non sono lacrime di tristezza, di nostalgia. Sono lacrime di felicità per la conferma che esiste chi come me rinuncia ad un futuro sicuro, un buon lavoro, una vita facile (sto per lasciare la svizzera) per cercare di più in questa bellissima città. E questo “di più” non è altro che il sentirsi a casa, che non è il semplice ritornare in patria, ma trovare una società che ha le sue radici in una mentalità che è conforme alla tua. E soprattutto sono lacrime che scaturiscono da uno strano sentimento di rivincita nei confronti di tutte le persone che fino ad ora mi hanno scoraggiata identificando il mio amore per Palermo in un semplice ricordo idealizzato.
      Ti auguro di goderti qst città per altri cento anni, per me e per tutti quelli che sognano ancora di poterla rivivere un giorno o l’altro…

    4. Futuro sicuro???Perche’ la Svizzera e’ paese che da’ un futuro sicuro?Cos’è per te un futuro sicuro cara Alessandra??? Parli di vita facile come se già ne vivessi una, beh allora prevale forse un lato bello del tuo carattere dicendoci che andrai presto a Palermo a cercarne un’altra migliore, quello della voglia di avere sempre di piu’ quindi di non accontentarsi di cio’ che si ha…ma molto spesso (sembrano frasi fatte) chi si accontenta gode…A mio avviso le tue lacrime scaturiscono da una condizione di insoddisfazione che ti porta a scappare da quello che é o é stato per anni il tuo mondo, indifferentemente dal fatto che tu lo facessi tuo o no per ragioni sociali e culturali….
      In ogni caso buona partenza a Palermo!!!

    5. Bello sapere che c’è un po’ di migrazione in senso inverso al solito: è confortante per chi, come me, ha paura di dover emigrare per trovare un lavoro.

    6. Benvenuta a bordo, Beatrice.
      Ti mando un bacino di benvenuto ed un altro di graditudine.
      Questa citta’ ha un grosso bisogno di gente forte, coraggiosa e appassionata come te. Spero con tutto il cuore che tu e Palermo vi possiate coccolare a vicenda. Ne avete tutti e due molto bisogno.
      Ti auguro tutto il bene possibile!

      P.S. …non sarai interista, pero’? 😉

    7. Grazie
      Grazie delle vostre opinioni. sono felice di sapere che ci sono altre persone che come me hanno avuto il coraggio di trasferirsi in posti non consoni.
      credo che i cambiamenti nella vita facciano bene, soprattutto quando abbiamo il coraggio di farli, rimettendoci in gioco.
      grazie anche ai palermitani che ci accolgono sempre a braccia aperte
      ps. e se organizzassimo un bel incontro tra “immigrate al contrario”

    8. Ciao Beatrice,
      io invece sono una romana a Palermo…
      Sono arrivata due mesi e lavoro come insegnante e giornalista freelance e…
      non ho ancora assaporato la vita sociale palermitana nonostante io abbia visitato la sicilia per lungo e per largo negli ultimi dieci anni e devo aggiungere che non è neppure la prima volta che lavoro a Palermo!
      Insomma visitando il sito balarm.it mi è saltato subito all’occhio ‘la milanese a Palermo’ così mi sono immedesimata ed ho letto cosa hai scritto e tutti i commenti.
      Beh, prossimamente commenterò e lascerò anch’io le emozioni che trasmette questa meravigliosa città!
      Per il momento ti dico solo che la sto assaporando dal punto di vista culinario: mi sto abbottando di sfincioni, cassate, brioches e qunt’altro, sai fra una passeggiata ed un altra mi ritrovo sempre in una rosticceria-pasticceria che me chiameno…
      ‘a romana

    9. Anch’io vittima del “Mal d’Africa” per la Sicilia: quell’antidoto, ad azione lenta ma inesorabile, al progressivo disumanizzarsi del vivere. Ti guardi in giro domandandoti “Ma davvero è tutto qua?”, e la cosa regge per un po’ (esistono cuori ottusi che se ne accorgono solo in fin di vita).. ma una volta assaggiata la “fascinazione” di una vita finalmente a misura d’uomo, e non di mero consumatore, Palermo ti entra in circolo – dopodichè è solo una questione di tempo, ma l’effetto è garantito.

      A milano la gente inciampa sui minuti (alcuni persino sui secondi!) che spargono come biglie sul pavimento. A Palermo, invece, gravitoni e tachioni paiono combinarsi in modo tale da creare una placenta di eternità – ovverosia, di assenza di tempo. Una sorta di singolarità quantistica in cui tutto può armoniosamente integrarsi, che sia greco o normanno, che sia arabo o spagnolo.. milanese, addirittura! :-7

      Son 34 anni che ripeto a me stesso che una cicogna intergalattica avvinazzàta mi ha scaricato ad una latitudine sbagliata, ma 6 anni fa (la prima volta che ho posato piede in Trinacria) ho intravisto uno spiraglio; e un anno fa ho visto la luce: il tramonto a Capo Gallo, o la soffusa luce dorata dell’India una sera alla Zisa..

      Far librare in volo lo sguardo sulla ubertosa campagna di Caccamo, come un Horus con le ali finalmente dispiegate aldilà di tutte le gabbie che avevo sopportato finora; e scoppiare a ridere di cuore davanti a un mcDonald, quando a pochi passi ci sono le strepitose arancine al burro di Massaro.. Beh, sono cose che ti cambiano la vita molto più di una promettente carriera – che il più delle volte va a finire che si rivela promettente quanto i propositi elettorali: uno dei tanti specchietti per le allodole della “città che te la dà a bere”. (Ogni riferimento a un certo slogan pubblicitario, è puramente intenzionale.)

      Non vorrei scadere nel fanatismo, ma.. Preferite il biscione che avvinghia l’uomo nelle sue spire e poi ne divora l’anima (lo spudorato stemma di milano) oppure avete abbastanza Cuore dentro di voi per volare più in alto come l’aquila che garrisce al vento sullo stendardo palermitano?

      Rilancio: e se, esattamente come sui dollari americani, originariamente non fosse stata un’aquila bensì la Fenice? Quale miglior posto di Palermo, per rinascere a nuova vita?

      “Raramente i membri della stessa Famiglia (spirituale) nascono sotto lo stesso tetto”, osserva giustamente lo scrittore Richard Bach. Tuttavia chissà che prima o poi tutti i Palermitani d’Elezione non si raduinino a realizzare nuovamente l’Utopia di Federico II.

      Dove ci sarebbe spazio per te, per Valeria (che potrà finalmente tornare a Casa), per Alessandra (chè la Svizzera per certi versi è milanesità al quadrato! :-7), e pure per quel grande di Maurizio – che a Palermo ha avuto la fortuna di nascerci, ma pure l’intelligenza e la sensibilità di non assuefarcisi.

      (I siciliani che sanno solo lamentarsi e/o dichiararsi impazienti di andare via, sono così abituàti alle bellezze di cui sono circondàti da non riuscire a notarle più. Mi riportano sempre alla mente quegli stupidi progenitori che gettarono tutto alle ortiche in nome di una fottutissima mela..)

      Chissà che questa sindrome diffusa di “nostalgia” per la propria vera casa, non sia il preludio di un ri-Equilibrio planetario su vasta scala. E chissà che essa stessa non si riveli essere proprio il fuso meiotico che ricongiungerà ciascuno alla propria Terra.

      JB

      PS: alcuni link verso il mio sito, per capire meglio di cosa parlo

      http://www.fenice.info/Battiato/orizperd.asp#MalD'Africa
      http://www.fenice.info/foto/Sicilia/
      http://www.fenice.info/Wisdom/Gayatr.asp

    10. Grazie Beatrice!

    11. ammazza che coraggio! complimenti! e in bocca al lupo

    12. questa beatrice di profilo è bellissima

    13. “L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui e’ la chiave di tutto” (Goethe)

      La Sicilia ti entra dentro e quando, come me, devi lasciarla, ti rimane un vuoto nell’anima assolutamente incolmabile!

    14. ma sicuramente più umana!!! OTTIMO! Quello che molti che hanno il (falso) mito del Nord (non ci sono mai stati) non vogliono capire.

    15. Solo i veri palermitani possono comprenderti sino in fondo. Tutti gli altri sono qui di passaggio.

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