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venerdì 19 apr
  • Beethoven a Palermo

    Che fine ha fatto a Palermo Beethoven? Dove risplende il genio del grande Ludovico Van? Quale punto del reticolato urbano gli è toccato in sorte? Destino sacrificato, sacrificio improprio, Beethoven ha dato il suo nome a una via secondaria, stretta e senza uscita nei pressi del carcere minorile. La maestosa e titanica potenza delle sue sinfonie si è schiantata contro una lunga fila di saracinesche e garage condominiali, che incorniciano la strada. La poetica intensità delle grandi sonate, del Chiaro di Luna, dell’Appassionata, si è spenta nella luce a neon delle cucine a veranda, che movimentano i retri gialli e grigi, o rosso cipria, di palazzi anni ’60 e ’70, alti tredici o sei piani. Fiore all’occhiello della via, la presenza all’angolo con via Cilea dell’Autoparco della Regione siciliana. Forse un nobile omaggio. Unica nota elegante l’affluenza sul versante destro di via Toscanini, più che una strada un marciapiede ornato da aiuole e lampioni.

    Stride, confonde e sorprende l’ampia strada parallela a via Beethoven. Lunga, larga, centrale e dedicata, soprattutto, a Riccardo Zandonai. Un importante compositore italiano, senza dubbio. Autore di opere come “Francesca da Rimini” e “Giulietta e Romeo”, paragonato per la sua raffinatezza a Debussy. Ma Beethoven resta lì dietro le quinte, oscurato, e con un’aria alquanto malconcia. Decisamente più fortunato Wolfgang Amadeus Mozart, che dà lustro a un’altra strada minore, ma fregiata della “rilevante” funzione di arteria di collegamento tra via Galileo Galilei e via Principe di Palagonia. Nonchè di rapida scorciatoia per il mercatino di piazzale Giotto (Lennon da qualche anno) del sabato mattina. L’ondulazione tripartita del manto stradale, le stratificazioni multiple di asfalto e le loro diverse gradazioni di grigio, provano a rievocare la complessa profondità espressiva del compositore austriaco. Insieme a qualche cartaccia sparsa qua e là. La versatilità, l’estro, la polivalenza delle sue opere si stemperano tuttavia tra i blocchi beige delle case popolari e qualche palazzo moderno, più o meno curato. A Mozart resta una sola consolazione: la vicina presenza di Brahms, che sbuca a sorpresa a metà strada, e del compositore pugliese Giovanni Paisiello, a cui è dedicata la via parallela.

    Palermo
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