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venerdì 19 apr
  • Purtroppamente (n.8)

    Io non lo so ma quando c’è l’ora legale io non mi sento tanto bene perché mi sento taliato. È come se mettessero un puntuniere davanti al portone del condomino e così Giovanni, il portiere, deve andare a buttare i sacchetti della munnizza dalle ore 18 alle ore 22 invece di farlo alle undici di mattina doppo avere passato il cannavazzo nella portineria. Mi sento con un carrubbo in macchina che quando c’è il rosso e io, automaticamente, passo mi dice: ma dove vai? Non lo vedi che c’è il rosso? Mi sento come se guardo la impolletta della luce e non posso dormire sino a quando non la vado a pagare invece di tappiarcela tanto se me la tagliano io esco il filo dal balcone del tinello e mi attacco e chi si è visto si è visto.
    Ma quello che, dico per vero, non capisco è che si chiama ora legale ma è un trucco. Allora forse mi piace dippiù. Insomma uno dice: scusi che ore sono? E un altro ci risponde: le dieci e mezzo. E invece sono le nove e mezzo. Questo già mi suona meglio. Come quando ti sei rotto una gamba giocando a calcetto il giovedì sera e qualcuno ti chiede: comu si? e tu rispondi: tutto a posto! Perchè vantaggio manco ai sciancati e con le astimie e l’attasso uno si deve comportare come con gli scippi e la droga: prevenire è meglio che reprimere.
    Certo non è che è conto che è facile. Le prime settimane è un casino. Tu ci dai un appuntamento a qualcuno e quello si presenta doppo un’ora perchè ancora non ha aggiustato lo rologio. Ogni volta che guardi che ore sono cominci a fare conti e non ti ricordi mai se è un’ora prima o un’ora dopo. Per fortuna noi siamo tipi precisi in tante cose ma mai negli orari. Tu ci dici a uno: va bene, ci vediamo verso le otto. Che vuol dire che magari sono le sette e mezzo o forse (più sicuro) le otto e mezzo. Tanto qui premura uno non ne deve avere perché uno si deve quartiare sempre dalle cose tinte che, quelle sì, sono sempre puntuali: ora legale o non ora legale.
    E la mattina, quando suona la sveglia del telefonino col “popopo” dei mondiali di calcio, uno non si ricorda mai che sembra che sono le sette e invece sono le sei e non capisce com’è che ci viene così difficile a levare il culo dal letto. E cerca di ricordarsi se la sera primna ha fatto il matrimonio (e così è stanco perché, mi deve credere ancora a questa età aiu una minchia ca nun m’a meritu) oppure ha avuto la solita botta di dolori nei reni. Invece è solo sta cazzo di ora legale.
    Ora invece il sole spunta all’orario suo, senza trucchi e illumina Monte Pellegrino dalla latata del Castello Ultiveggio e mi ricorda che mi sono svegliato a Palermo. E io scendo, mi prendo lo tobus che anciora ci sono solo quattro marocchini e mi accendo una bella sigaretta. Ahhhhhhhh……..

    Purtroppamente
  • 3 commenti a “Purtroppamente (n.8)”

    1. fumi nell’autobus?

    2. E poi cosi’per il ritorno all’ora solare…e poi l’ora legale…e poi di nuovo quella solare…e così via.
      Manco il tempo di abituarmi che già cambia tutto di nuovo. Miiiiiiiiiiiiiii la camurria! 🙂

    3. ……..hai proprio ragioneinfatti a qualsiasi ora mi sento presa della botta!!

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