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mercoledì 24 apr
  • “Morgana” e gli impiegati, il libro

    Oggi alle 18:00 al Kursaal Kalhesa (foro Umberto I, 21) avrà luogo la presentazione del libro Morgana di Francesca Chinnici e Tiziana Lucchesi.

    “Morgana”

    L’introduzione è stata scritta da Daniele Billitteri.

    Nel Paradiso degli impiegati non ci sono circolari che spiegano gli ineluttabili motivi per cui si può fare la pipì solo tra le dieci e le dodici del mattino. Non ci sono circolari che ordinano la sospensione della pausa-bar. Non ci sono macchinette del caffè che ti fottono la moneta fino a quando, finalmente, non chini il capo alla mafia delle chiavette magnetiche capeggiata dall’usciere boss. Ma gli impiegati non vanno in Paradiso, località riservata dalla Bibbia della Burocrazia solo ai Ragguardevoli, agli Eccellenti e allo loro scelta corte di prossimità. Per gli impiegati c’è solo l’affanno terreno della Piramide fatta di carta ma non per questo meno inespugnabile. Luogo di mistero profondo, di codici quasi esoterici, di sette sempre più arroganti con l’avvicinarsi al Vertice. Monoliti plumbei che sfregiano lo skyline di Morgana, la civitas populi immaginaria ma non troppo, amena e dolce dove l’Impiegato vive la sua seconda vita, quella degli affetti, dei desideri, della gioia.
    Francesca Chinnici e Tiziana Lucchesi percorrono tutti i livelli di questa architettura da incubo non lasciandosene intimorire nè sconfiggere. Nella speranza che si dimostri prima o poi che quei monellacci del Maggio Francese nel 1968 avevano ragione quando nel Tempio Mondiale della Burocrazia, la Scuola Superiore per la Pubblica amministrazione, urlavano in faccia ai docenti ingessati: “Una risatà vi seppellirà!”. Ma se è velleitario immaginare una risata al potere, Francesca e Tiziana mostrano di frequentare con profitto il potere della risata.

    Palermo
  • Un commento a ““Morgana” e gli impiegati, il libro”

    1. Peccato che nel pomeriggio ho già un altro impegno sennò mi sarebbe piaciuto partecipare alla presentazione del volume che, comunque, comprerò. Il mondo aziendale (e so di che parlo, dopo 24 anni in una delle maggiori nel settore delle telecomunicazioni) offre tanti di quegli spunti di riflessione sull’umana miseria che neppure si può immaginare. A volte mi sembra di vivere all’interno di un film fantozziano, con tanto di staff dirigenziale che passa il tempo a partorire circolari del tipo “la pipì tra le 10 e le 12” e colleghi disposti anche a fare il parafulmine (letteralmente, proprio alla Fantozzi) pur di non sconvolgere neppure per un attimo la monotonia e la staticità apatica dei propri ritmi giornalieri, scanditi dal puntuale romoreggiar della macchinetta del caffè verso la quale ad intervalli regolari s’appropinquano come in processione. Oggi nelle aziende si respira un’aria fredda, apatica, di reciproca intolleranza (che poi è intolleranza verso la propria condizione), si sta chiusi ore ore nella propria stanzetta a “zappare” freddamente su un PC, sopportando soprusi ed angherie d’ogni sorta. Fuori del resto (dal punta di vista lavorativo) è solo desolante notte fonda! Per fortuna delle aziende e sfortuna della gente!

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