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giovedì 25 apr
  • Purtroppamente, buon anno

    Dice che hanno trovato a un picciotto indiano che mancava da nove mesi. Non era uno qualsiasi perché lassotto dicono che è come dire Dio che la si chiama Buddha. Là nell’India, tanto per dire, non si muore mai. Cioè si muore come in tutte le parti del mondo ma non succede che uno muore e basta oppure muore e lo mandano all’accettazione per vedere se deve andare: all’Inferno, in Paradiso o al Purgatorio. La, quando uno muore la sua anima trascloca. Arma una lapa piena di cose buone e cose tinte, e cerca un’altra casa. Che non deve essere per forza un’altra persone. Puè essere pure una cosa. Così questo ragazzo che hanno trovato dicono che è la nonsoquale reincarnazione di Buddha e viene venerato come un Dio in terra. Dice chè è stato nove mesi sopra un albero senza muoversi, senza mangiare e senza bere. Veramente miracoloso perché io l’ho visto nella telemusione e non mi pareva tanto malo combinato: bello pacchionello, capellone. Se ci mettevi i ginz e un chiodino lo potevi mandare ai Candelai a calarsi una Forst e manco ci facevi caso che era Dio.
    Questa cosa dell’anima che trasloca però mi ha fatto pensare. Chissà come succede che l’anima trova una nuova casa. Certo, uno deve essere pronto a tutto. Spiegaci per esempio a un palermitano che muore e la sua anima si può reincarnare nel corpo di una pulla. Con tutto il rispetto per le pulle, naturalmente. Ma peggio sarebbe se un palermitano si reincarnasse in un cane. Certo, a Palermo se la passerebbe meglio che in tanti altri posti visto che qui almeno i cani li rispettano e nei quartieri ci sono sempre quelli che non sono di nessuno e sono di tutti. E digiuni non restano mai. Ma se uno diventa un topo? Anche qui, c’è un torto e una ragione. Qui a Palermo abbiamo delle splendide fognature, belle ngrasciate e la munnizza la lasciano gentilmente qualche giorno in menzo alla strada proprio per dare il tempo a tutti i topi di farsi una bella mangiata. Menti che tra tutti quei topi c’è mio zio, la zia Gioacchina, o perfino mio nonno, buonanima.
    Poi tu guardi quelli che ti stanno attorno e pensi che possono essere la reincarnazione di qualcuno. Prendi a Totò Vasavasa. Può essere che prima era un mortazzo di fame che come ultima frase disse: se nasco di nuovo faccio il presidente della Regione. Prendi uno di questi pezzi di novanta che magari prima era un onorevole. O prendi un onorevole che prima era un pezzo di novanta. E in chi si è incarnata la Tre Motori? Forse è meglio non indagare perché potremmo avere qualche brutta sorpresa. E sapiddu da dove è venuto fuori Siino. Forse è la reincarnazione di un aborigeno che suonava il tam tam. Davidù doveva essere un saltapicchio che non sta un monuto fermo. E io forse lavoravo sempre al Sicilia dove, pure nella vita precedente, c’era sempre lo stesso direttore. Ma si puù essere più attassati di così? Buon anno a tutti.

    Purtroppamente
  • 4 commenti a “Purtroppamente, buon anno”

    1. accamora mi si è reincarnato l’unghio del pollicione del piede sx che ave che ci cummatto dalla mia precedente vita da calciatore scatò. Grazie sig Billitteri per avermi fatto ricordare di prendere l’appuntamento col piedologo

    2. Può essere…tutto è possibile, Billi, nella reincarnazione è fondamentale la consapevolezza del proprio passato.
      Speriamo vada meglio la volta prossima! 🙂
      Perintanto BUON ANNO!

    3. Dicaimo allora che un Riina potrebbe reincarnarsi nuovamente e diventare un ecclesiastrico ( si scrive cosi?)oppure un cardinale….anzi meglio di no..non cambierebbe niente.
      Tja,signor Pillitteri,la reincarnazione mette a nudo tutto ( quasi) quello che ci ha sbattuto in faccia la madre chiesa,per questo non viene accettata….Eppure dicono che Gesú si é riencarnato e fatto uomo…non é lo stesso? allora la reincarnazione……..

    4. Forse si può perfino essere più attassati di così. Grande come sempre

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