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venerdì 19 apr
  • La stagione degli amori

    San Valentino si avvicina, siamo in prossimità della stagione dei cuoricini, dei bacetti, dei fiori, dei peluches; anche il più cinico e disincantato tra noi dovrà ammettere che è bello essere innamorati, sentire le farfalle nello stomaco, avere quel sorriso da semi – ebete stampato in faccia ed essere felici di iniziare una nuova giornata anche se fuori diluvia, il carro attrezzi ti ha portato via la macchina, il cane ha fatto pipì sul parquet, lo scaldabagno si è rotto e tu, beatamente innamorato, continui a sorridere e a fischiettare. Che cosa sono le piccole difficoltà quotidiane di fronte all’idea dell’amato che ti scalda il cuore? È uno stato di grazia che, si spera, almeno una volta nella vita, abbiamo provato tutti…ed è proprio questo stato di grazia che ci trasforma e ci fa diventare dolci,teneri, arrendevoli e, presi dall’adrenalina dei primi tempi, iniziamo a rinominare colui o colei che ci ha rapito il cuore con deliziosi appellativi.
    È a questo punto della relazione amorosa che si scatena tutta la nostra fantasia, si trae spunto da qualunque ambito, perché l’amore permea ogni momento della nostra esistenza.
    Molto diffusi sono gli appellativi non – sense, ma tanto teneri: pucci – pucci, batuffolino, trottolino amoroso du du du da da da.
    Quelli gastronomici: zuccherino, pasticcino, babà, patatina, pisellino, carotina.
    Quelli tratti dal mondo animale: lupacchiotto, orsetto, castoro, gattina, topina, passerotto (di baglioniana memoria), micio, bassotto, coniglietta.
    Quelli astronomici: stella, stellina, sole, luna.
    Quelli nobiliari: principe, principessa, regina.
    Il vero siciliano, si sa, è passionale quanto mai, ma in queste smancerie poco si trova a suo agio. Ve lo immaginate un Totino che chiama la sua metà con un nomignolo tratto dal mondo animale? Surcitedda mia vieni qua”, “Che c’è acidduzzu del mio cuore?”. Che sono ‘ste fissarie? Il vero siculo è apocalittico ed esagerato pure in questo, ci vogliono epiteti che diano l’idea della forza del sentimento amoroso! Altro che poesia!
    E allora si ricorre a VITA (pronunciato con lo strascico un po’ struggente della “I” VIIIIIIIIIIITA), GIOIA che subisce però o troncamenti GIO’ o raddoppiamenti (come nel piuccheperfetto del greco classico) GIO’GIO’. Molto apprezzato pure CIATO per esprimere tutta l’enfasi vitale, l’anelito del sentimento, spesso però reso più fino, specie in pubblico, dalla versione italianizzata FIATO. Ancora molto di moda e direi dei veri e propri evergreen sono CURO’ e CURUZZU.
    Però i miei preferiti restano due: il primo è PUPETTA. Di solito tali pseudonimi si mantengono quanto dura la relazione. Io ebbi il piacere di conoscere una signora PUPETTA di anni 50 e passa, felicemente ammogliata da anni, che, in realtà, somigliava moltissimo a una pupaccena e pochissimo a una bambolina. Era altresì dotata di un vocione da camionista incazzato per via delle 40 sigarette al giorno che si fumava…ma suo marito continuava a chiamarla PUPETTA. Il secondo è SANGO’ (anche di questo esiste la versione, fina e ancora più truculenta, SANGUE)…che meraviglia! È il sogno di qualunque pulzella innamorata sentirsi chiamare così… Botta ri sale, però se ci pensi un attimo fa impressione…SANGUE…perché, se proprio al corpo umano dobbiamo ricorrere allora non qualcosa di meno impegnativo? Chessò tipo COSTOLA (che c’è pure nella Bibbia), o una cosa più leggera…UNGHIA…o al limite BILE…sempre liquidi sono. Ah, giusto nell’ultimo caso sarebbe con la “A” ABBILE (però magari questo verso la fine della storia).

    Palermo
  • 24 commenti a “La stagione degli amori”

    1. Come darti torto… CUCI’! 😉
      Ciao,
      Emanuele

    2. Botta ri sali…
      Che ricordi!!!!mia moglie mi chiamava SANGUE prima che nascesse mio figlio, ora si limita a chiamarmi stidduzzu mio.

    3. mio padre chiamava e chiama mia mamma SCHURE’ che credo voglia dire FIORELLINO 🙂

    4. mi sconvolgono “castoro”, “bassotto” ma soprattutto “pisellino”…

    5. *yawn* che noia mariiiiiiiiia

    6. Maria io ho sempre pensato che il Palermitano d.o.c., quando si confronta con sentimenti forti come l’Ammmore si esprime attraverso i propri umori e secrezioni, sarà che il sentimento lo vive in maniera viscerale. Hai proprio ragione, quando è innamorato, i Sangù, Ciato mio si sprecano … e quando tutto finisce lasciano il posto all’Abbile … ed a volte persino al Lanzo.

    7. Grazie, cominciare una giornata con una risata fa sempre bene 🙂

    8. […] …non fa mai male. In questo caso, grazie a Maria Cubito, di Rosalio. Quello che mi ha colpito è come anche nei nomignoli emerga il carattere apocalittico e contraddittorio della sicilianità. E’ un tema che mi è caro, sia perché sono siciliano, sia perché con alcuni amici fotografi stiamo progettando una ricerca proprio sulla sicilianità. Ne approfitto per segnalare la bella voce su wikipedia e in particolare la bellissima citazione di Bufalino. Gregarious […]

    9. …Quant’è carino “Bambolotta”? Maria, mi hai fatto sganasciare!

    10. Sei bravissima , “te lo ggiuro quanto stimu a pasta ‘o fuirnu ” .

      Ciao

    11. ‘ciato è meravigliosa.

      poi al secondo posto metto “vita” e “gggioia mia”.

      “beddu du’ me cori”

      ma qui impera il migliore di tutti: “duci mei, comu ‘na zuccarata”, abbreviato in “zuccarata”

      (biscotto pasquale ricoperto di sesamo).

    12. Che ridere!!!Mia nonna mi dice un sacco di ste cose…che dolce=)

    13. Sono a conoscenza di una coppia sposata da tantissimi anni, nella quale lei è solita appellare teneramente suo marito come “Martirio”.
      Se non è amore questo…

    14. Niente di nuovo. Tutta roba vecchia, già trita e ritrita. Che noia.

      saluti

    15. Lex, fermo restando il tuo diritto di esprimere le tue opinioni, se è così noioso non leggerlo. 😉

    16. grande maria, come sempre…

    17. Mi scuso se ho offeso la Maria Cubito, ma come facevo a dichiarare la mia noia senza una lettura del post.
      Rosalio sei proprio un bell’alfiere.

      Saluti

    18. brava maria, quante risate ci si può fare sulla verità…
      cmq curò resta il migliore tra gli appellattivi sopra citati,
      non per nulla si chiama così l’aquilotto-mascotte del Palermo..

    19. Per Lex: non mi sono offesa per niente, quindi non occorre che ti scusi…;-)
      Magari è tutta roba trita e ritrita, ma trovo che i commenti abbiano arricchito l’argomento..ciao

    20. Che ridereee…:-D
      Troppo divertente… Sarà che non sono palermitana e quindi per me non è roba trita e ritrita… Ma non penso sia questo, è un post carino a prescindere!
      😉 ciao Maria

    21. Scusate, ma non vi fanno antipatia, quelli che volendo dare un appellativo “fighetto” allo/a zito/a spiattellano in ogni situazione un colpo di “Amo che diiici?” “Amo andiamo a fare l’aperitivo?”, oppure “Aaaaamo…smettila!”
      😉

    22. La lista “animalesca” è incompleta… 😀

    23. E perchè non la integri?;-)

    24. Devo ringraziare di vero cuore la simpatica Maria…si xke’pur essendo nativa di Palermo ancora in fasce mi hanno svezzato a Milano..quindi il dialetto lo capisco bene grazie ai miei genitori..ma i vezzeggiativi non tanto…finalmente e’ svelato l’arcano di GIO’ (una mia cugina lo dilaga in continuazione a suo marito nel dvd di nozze che mi hanno mandato) Grazie ancora e continua cosi’…

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