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giovedì 18 apr
  • In principio fu il Matrimonio

    In principio fu il Matrimonio. Poi si aggiunse il fidanzamento, giusta tappa intermedia per consentire la conoscenza degli sposi venturi. Successivamente arrivò la “fuitina”, per riparare una avvenuta deflorazione. Con il passare del tempo le relazioni sono diventate più complesse e, di conseguenza, si sono moltiplicati i nomi con cui connotare una cosa semplicissima (apparentemente): l’unione di un uomo e di una donna (o di due uomini, o di due donne). Matrimonio, Pacs, convivenza, fidanzamento “in casa” (definizione che fa già ridere di per sé, senza bisogno di commenti), fidanzamento e basta (storia seria senza la presentazione ai genitori, che può andare avanti per lustri. Di solito è lui che rifugge il fatidico momento e che lo rimanda ad libitum, con becere scuse. In questi casi i genitori cominciano a credere a) che la ragazza, dall’amico immaginario dell’infanzia, sia passata al fidanzato immaginario b) la figlia abbia una fidanzata e non lo vuole dire, c) lui è uno stronzo. Il più delle volte la risposta esatta è la c). Ma i “distinguo” continuano: “stare insieme” o “è il mio ragazzo/ragazza” (versioni soft del fidanzamento), lo “sgamo” (la infima new entry, da una decina d’anni), la “tresca” (ovvero più incontri furtivi con una sola finalità) ed infine l’amore con musica e magia: ti tromba e sparisce. Ma è lo “sgamo” che mi impensierisce di più, questa nuova e deplorevole dinamica socialsessuale che vi fa essere né carne né pesce, un po’ fidanzati un po’ amici, un po’ di gelosia e un po’ di (finta) indifferenza. Generalmente gli uomini che si inerpicano in una relazione di questo tipo non accettano che lei abbia altre storie, mentre lui può fare tutto ciò che vuole, perché ”non stiamo insieme”. La tipa, per paura di farlo scappare adotta un atteggiamento sportivo da donna emancipata, uscendosene con frasi che non pensa affatto del tipo: “Non ti preoccupare, non devi mica giustificarti…”. Mentre lo dice ovviamente rosica e il viso passa in rassegna i seguenti colori di fantozziana memoria: rosso, rosso pompeiano, arancio aragosta, viola, viola addobbo funebre, blu tenebra. Quando la storia si esaurisce, o meglio quando lei è esaurita, gli dà l’aut-aut: “O dentro o fuori, non voglio persone sulla soglia”. Lui fischiettando se la dà a gambe in cerca di un’altra donzelletta ancora ignara dei suoi trucchetti. Finchè lui, un pigro martedì sera, che in televisione non c’è niente, scorrendo la rubrica del telefonino e avendo finito il giro delle ragazze da chiamare, tenta il repêchage, ci riprova insomma. E la richiama. “Tutti tornano prima o poi”, pensa lei, dipende con che “scopo”, dico io… a questo punto sta a lei decidere se farsi tatuare “welcome” sulla fronte o mantenere un briciolo di dignità. Comincia il waltzer degli sms: “Mi espongo o non mi espongo?” “Così andrà bene o sono troppo ambigua?”, “Gli rispondo subito o lo faccio aspettare un paio d’ore?” E via dicendo con l’onanismo mentale più sfrenato. Ma vale davvero la pena fare un sudoku ogni volta, prima di spedire un sms o è meglio essere naturali e spontanei? Io propenderei per la seconda ipotesi: se lui è veramente interessato l’apprezzerà senza bisogno che lei si faccia desiderare, e se non è abbastanza cotto, le tattiche avranno esclusivamente una funzione di palliativo… Passata questa fase di limbo, di conoscenza reciproca, insomma, di sgamo, che può variare da una settimana a diversi mesi, persino per anni, lui si lascia andare. Lui, creatura delicata, che per tutto questo tempo siamo stare attente a non traumatizzare con verbi coniugati alla seconda persona plurale, lui, che si spaventava non appena sentiva qualsiasi frase che contenesse la parola “noi”, lui, al quale abbiamo centellinato le telefonate e i “dove sei” per non farlo sentire pressato, lui, come un delicato frutto del mare, dai e dai, si apre. Probabilmente per sfinimento. E i due cominciano una storia seria. Tutto, finalmente, è al suo posto. A meno che la minchia di mare in questione non sia un eterno Peter Pan, che dopo x tempo si pente e la lascia. Ma non è convinto. È confuso. Si risentono. Lei lo richiama più volte, dicendo “Ma sicuro? Sei convinto? …L’accendiamo? Vuoi l’aiuto da casa?” Perché noi donnine ci riduciamo così? Poi c’è l’uomo dell’Ottocento, ma che di antico vuole soltanto il comportamento della sua ragazza, a lui, ovviamente è consentito sfarfalleggiare in ogni dove. La sua frase, che mi ha dato i brividi, è: “Sono sicuro che la mia ragazza non la troverò in giro per locali…” Certo, la troverai inciampando dentro una casa al piano terra con le persiane di legno degli anni ’20, mentre rammenda il calzino al suo vecchio nonno, appena finito il Rosario e subito prima di recitare i Vespri… Perché cos’hanno di sbagliato le ragazze che escono e si divertono? Come punizione per aver detto una cosa del genere, l’acchianata di Santa Rosalia sulle ginocchia (con addosso ginocchiere riempite di ceci) è il minimo. D’altra parte i ragazzi lamentano che donnine di Palermo “se la tirano”, che la maggior parte di loro sono perbeniste e vuote… Insomma, le relazioni sono troppo inficiate da pregiudizi, sono diventate troppo complesse, indipendentemente dall’età e da altre caratteristiche personali. Non sono in grado di trarre conclusioni, ma solo di rilanciarvi altre domande. È così solo a Palermo o in tutta Italia? All’estero le cose stanno allo stesso modo? Cosa ne pensate?

    Palermo
  • 19 commenti a “In principio fu il Matrimonio”

    1. Leggendo mi viene in mente la canzone “cara ti amo” di Elio e le storie tese …. molto istruttiva e anche abbastanza pertinente … eh eh eh!

    2. di donne “zerbino” la narrativa è piena, si ricordi for example l’arcinota Penelope, che mentre Ulisse stava in giro di qua e di là, lei aspettava e tesseva, tesseva e aspettava…. credo che questo tipo di donna non si estinguerà mai, di donne con la dignità sotto le scarpe purtroppo il mondo è pieno. cosa non farebbero certe donne per un pò di affetto!! ma io la colpa la dò…. alle favole, che hanno fatto il lavaggio del cervello a centinaia di generazioni, inculcandoci che aspettare, subìre, diventare delle eroine della sopportazione, alla fine paga. beh, non è che ai primi errorucci dell’aspirante marito, lo si deve buttare in un cassonetto dell’amia, ma ritengo ragionevolissimo un edificante DIALOGO, che ci fa davvero conoscere chi abbiamo davanti…. che poi forse era questo il significato dell’antico “fidanzamento”.

    3. Brava Cristiana! Divertente e puntuale allo stesso tempo. Perchè quello che hai scritto sembra volutamente esagerato, sembra un raccontino comico sulle cose di casa nostra, ma purtroppo in innumerevoli casi e la plastica rappresentazione di cose stanno le cose. Tutto troppo vero, purtroppo per le donne!!! Ma noi, single convinte e per scelta eterna, non ci cascheremo. Per ora almeno, e attendiamo che i ruoli si invertano definitivamente, perchè un equilibrio sano, credo proprio, non si verificherà mai.

    4. Finalmente mi faccio quattro risate!Una fan ufficiale

    5. I tempi cambiano, non c’è più la mezza stagione e si stava meglio quando si stava peggio…a Palermo come in ogni altro posto d’Italia.

    6. Scusate, qualcuno sa spiegarmi cosa vuole dire Alemanno quando afferma che prevedere la possibilità d’accesso alla casa popolare (ad esempio) da parte di una coppia di fatto significhi togliere qualcosa alla famiglia tradizionale? Nel senso che -ha spiegato Alemanno- aumentano i concorrenti e dunque diminuiscono le possibilità?! Ma, perchè mai chi sancisce una unione col matrimonio dovrebbe avere più diritti di chi convive senza matrimonio? Perchè mai uno che convive dovrebbe pagare le tasse come chi è sposato per poi avere minori diritti? Alemanno ha anche parlato di assunzione di una responsabilità col matrimonio. Ma quale responsabilità? E con il Pacs non vi è la stessa assunzione di responsabilità? E ancora, il matrimonio prevede in se la procreazione -ha detto- e allora come la mettiamo con tutti quei matrimoni senza figli? Io credo che la nostra società sia di fatto cambiata nel modo di intendere il rapporto amoroso/affettivo ed il non volerne prendere atto è solo un gesto insensato (come quando qualcuno non voleva prendere atto del fatto che la terra fosse tonda). Che non voglia prenderne atto la chiesa non me ne può fregar di meno, che non voglia prenderne atto la politica mi irrita invece parecchio. L’importanza della famiglia -dicono molti- è sancita dalla nostra costituzione. Bene, dico io, la stessa costituzione che sancisce l’importanza ed il diritto ad avere un lavoro. Nessun Papa e nessuon politico si è però adoperato nello stesso modo in cui si adoperano adesso per difendere la famiglia fondata sul matrimonio per la difesa del diritto al lavoro. Neppure quando questo diritto è stato seriamente messo in discussione come in questi ultimi anni. Come mai? Ogniuno può avere e tenersi qualunque “morale” desideri ma questa “morale” non può e non deve mai prevalicare il buon senso, la libertà di scelta di un individuo ed il suo riconoscimento e rispetto. Ma poi, chi ha stabilito che il matrimonio debbe essere per forza un modello al quale tendere? Forse una volta, ma una volta si tendeva a fare tante di quelle cose che oggi non si tende a fare più. In passato la donna era “un oggetto”, oggi per fortuna non è più così. In passato i matrimoni erano combinati dalle famiglie per questioni d’interesse, oggi per fortuna non è più così. Il fatto che in passato si facesse e si pensasse in un modo non significa che debba per forza essere giusto e soprattutto che debba sempre essere così. Oggi per fortuna la gente è libera di scegliere con chi vivere e come vivere ed il non volerne prendere atto è solo segno di oscurantismo e bigottismo interessato (probabilmente) e non fermerà comunque l’evolversi continuo della vita sociale e del modo d’intendere i rapporti sociali. Che al Papa piaccia oppure no!

    7. questo post mi è piaciuto da matti..concordo su tutto.. il sudoku mentale che le donne sono capaci di farsi di fronte a un telefono che non squilla è pazzesco… senza poi considerare la fatidica domanda “chiamo o non chiamo”, prima spia di qualcosa che non funziona.. riusciamo ad autoumiliarci anche quando prendiamo la saggia decisione di rimandare l’invio di un sms.. claustrofobico… come se da una telefonata o da un messaggio potesse dipendere il futuro roseo di una storia d’amore mai iniziata.. non appena si entra in un meccanismo di questo tipo di sgami tutto diventa alla fine prevedibile.. e anche un po’ noioso… meglio lanciarsi e dire tutto quello che si pensa.. e che si prova in modo diretto.. i rapporti inutili, gli sgami vuoti, in questo caso finiscono subito. Abbasso la moderazione, abbasso la misura dettata dal tentativo di non pressare… ma siamo pazze? ci aspettiamo un premio dalla nostra abilità di nascondere i nostri sentimenti.. ci aspettiamo di essere amate quando riusciamo a non far vedere che abbiamo perso la testa.. solo perchè sappiamo che l’altro non l’ha persa.

    8. Maria Luisa: quindi per restare in tema di luoghi comuni, secondo te “tutto il mondo è paese”? Benchè la cosa al momento non mi riguardi, il panorama che vedo intorno a me è a dir poco deprimente. Circolano miti e leggende secondo cui in Europa la situazione sarebbe di gran lunga migliore e che l’incapacità di avere relazioni costruttive rappresenti un fenomeno sociale rilevante, soprattutto in Italia. Per questo ho rilanciato le domande: “È così solo a Palermo o in tutta Italia? All’estero le cose stanno allo stesso modo?”, alle quali forse sarebbero più idonee a rispondere persone che vivono o che hanno vissuto per anni all’estero. Non so se è il caso tuo. Perdonami, ma non provare più stupore, rassegnarsi e considerare cose normali o addirittura luoghi comuni le assurdità che ho riportato in questo post, che però purtroppo sono vere, è semplicemente triste. Dobbiamo fare una sezione con la posta del cuore? Ahahah!

    9. Che onore che una “zia” sia una mia fan… non sa che io fui una sua fan, ancora prima 😉

    10. grande cristiana… è una riflessione vera e giusta… specchio dei giovani moderni, e non solo dei giovani.

    11. A Rino Porrovecchio
      Esistono le unioni civili. I matrimoni civili. Che regolanodiritti e doveri fra due persone che si uniscono in un patto di reciproca fiducia garantita dalla legge.
      Non matrimonio relioso, solo civile.
      Perché una coppia che decide di convivere, non voglia fare il passo di vedersi riconosciuta come tale di fronte alla legge ed agli strumenti legislativi che possano tutelare kle persone che contraggano un matrimonio civile, é cosa che lascio a te da pensare. Io personalmente non lo capisco.
      Il matrimonio civile garantisce e tutela diritti della coppia, Qualì’é il problema? Averli semza andare per 5 minuti al municipio a farsi scrivere nel registro anagrafico? Spiegami.
      Perché davvero non capisco in cosa la presunta corizione del matrimonio civile sarebbe tanto diversa dal riconoscimento della convivenza.
      Se me lo spiegate, forse potrei capirlo.

    12. Carissima Uma,
      preciso intanto di non aver alcun interesse personale al momento sui Pacs o DiCo che siano.
      Sono un single ed al momento va bene così. Credo però sia una battaglia in mome d’un principio di eguaglianza. Per rispondere a quanto dici preciso che una cosa è il matrimonio, religioso o civile che sia, un’altra la convivenza. Mi riferisco in particolare a quelle convivenze non comini (tra fratelli o sorelle, zia/o e nipote, omosessuali etc.) che non hanno (magari anche giustamente) possibilità di accedre al matrimonio. Non credi che anche queste convivenze andrebbero regolarizzate se gli interessati lo desiderano? Bada bene che io mi riferisco ai diritti e non allo scimmiottare i matrimoni. Ovvero, perchè mai non si dovrebbe garantire per legge il diritto al bubentro nell’affitto, il diritto all’assistenza durante il ricovero in ospedale, il diritto all’eredità e così via a tutte quelle copie non comuni che di fatto convivono? Anche sul tema omosessualità, che poi (è inutile negarlo) è ciò che più suscita le proteste della chiesa e dei “cattolici”, perchè mai la Legge non dovrebbe assicurare loro tutta una serie di diritti e doveri derivanti da una convivenza riconosciuta? Perchè mai questo tipo di convivenze non dovrebbero essere ufficialmente riconosciuto dallo Stato e dunque regolamentate? Ti ricordo che, per la nostra Costituzione, tutti i cittadini sono eguali a prescindere dal credo religioso, dalla razza e dai gusti sessuali. Anche una coppia omosessuale ha diritto ad un riconoscimento giuridico, qualora lo vogliano gli inteerssati, e questo, secondo me, è solo questione di civiltà. Il matrimonio non è l’unico modo di convivere e la Legge dovrebbe oggi riconoscerlo. E’ così di fatto. Perchè nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi? Spero di aver chiarito meglio il mio pensiero. Ciao

    13. Ah, dimenticavo una cosa, cara Uma:
      per molti anni mi sono occupato da volontario dell’assistenza agli ammalati di aids all’ospedale Guadagna ed alla Casa del sole. Ebbene mi è capitato più volte di assistere ammalati omosessuali e posso assicurarti che se la famiglia dell’ammalato non gradiva la presenza del suo compagno in ospedale, quest’ultimo veniva regolarmente allontanato perchè la sua unione affettiva con la persona ammalata non è giuridicamente riconosciuta. Ti sembra civile? A me no! Arriciao,

    14. Signore/ine, buongiorno a tutte (e a tutti);
      mi congratulo con Cristiana, per avere toccato un argomento estremamente interessante e che riguarda le generazioni di pre e post trentenni che non trovano la pace del cuore. Mi permetto pero’, in quanto maschietto, di precisare alcune cose, anche a salvaguardia della nostra “specie”, così tanto bistrattata nel post scritto dalla gentile fanciulla..Esistono gli sgami, le storie, le unioni etc etc. Ma perche’ tutto diventa a senso unico? Perche’ se due persone si frequentano e la scintilla dell’amore non fa PUM! la colpa e’ sempre e soltanto di noi uomini? Sapeste quante volte, mie care signore, quegli stessi comportamenti elencati da Cristiana sono stati adottati da donne che hanno fatto polpette degli uomini!!! E credo che anche voi ne siate coscienti, di questo. Lo scappare da certi “impegni”, da certe responsabilita’ che un rapporto di coppia ti mette davanti, non e’ soltanto prerogativa maschile.Alzi la mano chi, di voi, e’ pronta a lasciare quello che oggi ha/fa in nome di un amore, di un uomo, di una famiglia, dei figli, della casa, e di una vita che e’ totalmente diversa rispetto a quella che oggi, chi piu’ chi meno, conduce oggi; tra uscite, locali, feste, incontri, viaggi, amiche/i, curtigghi vari, divertimenti piu’ o meno veri, shopping e…continuo?? Magari tralascio i trucchi, il parrucchiere, la palestra, il peeling, i massaggi, le borse, le scarpe e per chi lo ha, magari anche il lavoro. Sareste pronte a rinunciare a tutto ( o quasi tutto)? Siete certe che i dubbi che attanagliano gli uomini circa la prosecuzione di un rapporto – o l’evoluzione di un rapporto – non siano anche i vostri dubbi?? Non credete che qualcosa che viene chiamato dialogo, se ci fosse e se fosse sempre improntato sull’amore, sulla fiducia e sul rispetto, potrebbe aiutare tutti, noi e voi, a capire cosa sta succedendo?? Altra considerazione, credo non meno importante. Io non credo affatto che i maschietti di oggi abbiano tutti, e dico tutti, la possibilita’ di farfalleggiare come novelli Brad Pitt di fiore in fiore…assolutamente.E’ altresì vero che, come qualcuna ci ha raccontato, che se gli uomini farfalleggiano, avranno fiori e fiori sui quali posarsi!!!! Allora, signorinelle, le cose sono due: O gli uomini contano minchiate ( …) oppure dovete cominciare a darvi una regolata!! Se ritenete quelll’individuo un farfallone, non dategli retta: cuocera’ nel suo brodo (la dico pulita…). Ma il fatto e’ un altro: a voi gli uomini perbene, non piacciono. L’uomo galante, elegante, riservato, educato, intelligente soprattutto, dopo un po’…vi stufa. Siete sempre in cerca di non si sa chi, l’importante che sia un gran figlio di puttana (in senso buono, of curse);perche’se si preoccupa per voi, e’ “appiccicoso”; se vi manda una scatola di cioccolatini per addolcirvi le vostre noiose giornate quando state male, meglio lasciare perdere perche’ “chissa’ che si e’ messo in testa”; non vi deve cercare se no “che palle”, a letto deve essere un demonio se no “troppo romantico”, non deve rispondere subito alle vostre chiamate se no ” ma che ce l’ha, attaccato all’orecchio?”, non deve fare troppe domande se no “ma chi c…o sei per immischiarti nelle mie cose”, e via dicendo. Se cominciassimo a capire che la vera novita’, in questo tremendo inizio secolo, e’ la normalita’, se riuscissimo a comprendere che un figlio vale tre miliardi di “Cuba”, che guardare negli occhi la persona che ti sta accanto e’ per te la cosa che ti riempie il cuore in assoluto, che una serata passata in casa con la persona che ami vale cento uscite “perche’ sono tutti lì (ma chi sono “tutti”??????), forse riusciremmo a rendere questo mondo un po’ piu’ vivibile e le nostre vite anche migliori. E vale per tutti/e

    15. Chi ha detto che bisogna stravolgere la propria vita in nome del’Amore???! Questa è una delle chiavi dell’insuccesso

    16. Concordo in pieno con “Ma chi sono ‘tutti’?” e con tutto il resto – tranne il pezzo che ripreso nel commento precedente – . Ma non sono PER NIENTE d’accordo sul fatto che le donne cerchino solo figli di puttana. Almeno posso parlare per me.

    17. macchianera hai ragione!!! E poi, se la smettessimo di farci prendere per il “naso”, forse anc he gli uomini si comporterebbero di conseguenza. Temo che spesso gli “sgami” siano un alibi per tutti, per chi se ne approfitta e per chi li subisce. Nel momento in cui si decide davvero di avere una storia seria, bisogna “fare le pulizie”, e liberarsi di tutti i brandelli di maschietti (o femminucce) inutili appiccicati ai peli dei maglioncini di mohair!
      x Cristiana: e chi ha detto che NON bisogna stravolgere la propria vita in nome dell’amore?? E chi dice che l’amore stesso, quello vero, a volte ti faccia fare scelte che non avresti mai immaginato? Ma bisogna essere pronti, puliti e candeggiati e soprattutto è necessario saper aascoltare.

    18. Le scelte “radicali” devono essere sentite però. E in ogni caso, se non vengono fatte, non è detto che la causa sia sempre e solo la mancanza di ammmore. E poi dipende anche dal peso che queste scelte hanno sulla vita dell’altra persona e quanto, eventualmente, la fanno soffrire. In ogni caso l’ideale sarebbe venirsi incontro, almeno un po’. Comunque Dany, è tutto così relativo che non è possibile fare discorsi generalizzati. Lo avevo detto che dovevo fare la posta del “Quore”! Sono disponibile anche per tarocchi, oroscopi, pendolino, tricchettracche bbombeammano.;)
      La Maga Qualunque

    19. Mi sei piaciuta… il tuo post si legge tutto d un fiato e se ti puo consolare non capita solo a Palermo, ma ahimè è un così un pò ovunque. il motivo? tanti..1)ci sono troppe poche persone serie. 2)poche hanno il coraggio e la sincerità di prendere una posizione è più facile seguire gli eventi piuttosto che imporsi e capire ciò che davvero piace ed è giusto 3) i rapporti sono troppo facili, gli uomini non sanno conquistare come quelli di una volta, alcune donne pensano che col sesso si risolva tutto 4) i tempi sono cambiati: una volta l’uomo era apprezzato semplicemente perchè lavorara e portava i soldi a casa ora la donna che è diventata indipendente a autonoma vuole di più…vuole anche l’appoggio morale 5)gli uomini temono le donne forti e indipendenti..si sentono spodestati dalle loro qualità, si sentono deboli e per questo scelgono il tipo geisha che rimane a casa per poi avere sgami con altre di diverso tipo. insomma avere una relazione è una cosa complicata al giorno d’oggi.
      l’importante è capire chi hai davanti, amare se stessi e soprattutto non annullarsi per un’altra persona.

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