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giovedì 28 mar
  • La gatta di Mondello

    La gatta di Mondello aveva gli occhi azzurri. Sembrava una nuvola con le zampe. Forse è la suggestione ad azzardare metafore e paragoni con l’infinito. Ma io ci vedevo il cielo e il mare annegati in quegli occhi da bestia. Le vibrisse mandavano un profumo di ricci appena pescati e stesi sul molo.
    La gatta di Mondello cacciava con la sicurezza di una sovrana. Sorpassava collinette e corsi d’acqua senza darsi pena eccessiva. La sua gioventù felina e l’olfatto la spingevano verso l’ignoto. E dal buco nero dei suoi viaggi tra spiagge e topi e lupi di mare e barche rovesciate al sole tornava col corpo ammaccato. Con l’anima rilucente di gioia e gagliardia. Poi le si è gonfiata la pancia. È diventata un peso carico di ricordi inutili. Il profumo di ricci ha preso la consistenza marcia di una fogna. Era come una vecchia col girello. Era mia nonna che, nell’ultima estate, rotolava di stanza in stanza, sul suo supporto metallico di rotelle – mezza donna, mezzo cyborg – fino all’ultima casella nel gioco dell’oca delle ombre. Si è distesa sul muretto screpolato la gatta di Mondello. Le abbiamo dato un sorso di latte in una ciotola di smalto. È riuscita appena a posare la lingua sulla superficie biancastra. E si è tesa in uno spasimo violento. L’abbiamo portata dal veterinario nel suo trasportino verde acqua. La diagnosi è stata subito infausta. C’era una massa tumorale nella pancia. Si poteva solo darle una dolce morte. Ogni volta che lo scrivo quell’aggettivo messo accanto a quel sostantivo avverto una bruciante stonatura tra i miei polpastrelli. Una dolce morte. Una sete dissetata. Una fame soddisfatta. Una vita deceduta. Il veterinario ci ha detto che si poteva aspettare fino alla mattina dopo per celebrare la cerimonia della siringa e del veleno, la messa dell’eutanasia senza nessun cardinale Ruini a mettere il becco. L’indomani, il dottore ha aperto la persiana dello studio con una faccia seria: “È deceduta di notte, mi spiace”. Io e te ci siamo stretti la mano. Un passerotto ci ha fatto le condoglianze con una zufolatura venata di malinconia.
    La gatta di Mondello aveva gli occhi azzurri. O forse no. Forse tutti i gatti che vanno via danno l’impressione di avere avuto gli occhi azzurri. E tutti i defunti danno l’impressione di essere stati buoni. La fine è un labirinto di specchi deformanti. Abbiamo lasciato il suo corpo dal veterinario. Con noi è rimasto il trasportino vuoto. Sulla via di casa lo sentivo pesante, pieno di miagolii invisibili e sogni da bestia. Ma pur sempre sogni.

    Ospiti
  • 27 commenti a “La gatta di Mondello”

    1. Un racconto struggente. Per chi ama i gatti tutto questo è…un graffio al cuore, misto di poesia, terribile e indimenticabile. Ho avuto anche 11 gatti in passato, una morta così. Adesso ne ho 4, e una bianca e con gli occhi azzurri, che è in attesa di cuccioli. Il primo lo chiamerò Daniele, è già deciso da un pezzo.
      Grazie per questo racconto, tristissimo, ma comunque dedicato ai mici, che sono il capolavoro della natura, o meglo, degli angioletti con il pelo.

    2. Io e lei ne abbiamo tre: Tarzan, Cocco ed Emi. Più alcuni “precari” sotto il portico. In passato ero molto scettico. Non capivo amore e lutto per gli animali. Ora capisco molto di più.

    3. L’amore per gli animali è unico,ed è unico anche il dolore quando si perdeno
      Due settimane fà è morto il mio pappagallo ecletto,era qualcosa di straordinario,ricordo ancora quella volta che seduto vicino a me al pc,simulava lo squillo del mio telefono,io rispondevo e dall’altra parte ovviamente c’erà il sig tu,tu,tu
      alla terza voltà capi’ che era lui,gli dissi,ma certu ca si un crastu,lui mi rispose,nte ligna……mi manca…
      stanotte come eprmagia,si è materializzato un cucciolo di jack rassel,un amico me l’ha donato,piangeva e per non disturbare il vicinato,l’ho tenuto in braccio tutta la notte….

    4. Ciao Nat

    5. ciao roberto 😉

    6. posso capire, amici miei, posso capire. Un giorno vi racconterò la storia di Tappy, di lady di Nika e di Pallina. Belle storie

    7. non voglio leggere l’articolo perchè ne ho capito il tenore (triste). ADORO I GATTI ANCH’IO. qui a casa all’addaura ne ho 5 (ma la casa è sempre aperta per ospitarne altri), nel villino di mondell i miei ne hanno altrettanti (+ qualcosa un decina di cani trovatelli) ed un altro paio mio fratello tancredi (+ 3 cani) in un’altra villetta sempre addaura. INSOMMA UN VERO E PROPIO PARCO ANIMALI

    8. errata corrige: “(+ un decina di cani trovatelli)”

    9. inoltre mia madre, per nn farsi mancare nulla, spende una barca di soldi per i cani del rifugio; mentro mio padre prima di andare all’università ogni mattina porta il mangime ai piccioni della favcorita (zona piazzetta palazzina cinese). insomma, DEVOZIONE TOTALE PER GLI ANIMALI (ed ovviamente siamo tutti iscritti alla LAV 🙂

    10. E QUANDO VADO A CORRERE SE VEDO UN GATTO CHE DEVE ATTRAVERSARE LA STRADA ATTRAVERSO ANCH’IO IN MODO CHE NON RISCHIA DI ESSERE INVESTITO 🙂

    11. fabrizio se fosse vero nn ci riderei così tanto… O_O

    12. Mi guardano sempre un pò male quando ammetto di non amare i gatti, e che forse li detesto; così non ero esattamente ben predisposto verso il tuo post, e certo non mi ha fatto cambiare idea sui gatti.
      Ma il pezzo è scritto benissimo, e la tua sensiblità, e soprattutto il fatto che non hai remore ogni volta nel mostrala così com’è, ti fanno onore.
      Di questi tempi non è cosa da poco.
      Bravissimo Roberto.

    13. Grazie Gioacchino. Bisogna essere sensibili anche a leggere.

    14. Gioacchino Drago
      non ti detesto,ma non vorrei mai essere,in fatto di sentimenti,nel tuo stato.Ti auguro che la tua compagna umana,o compagno,sia contenta/o di te,se ne hai una/o.

    15. Non c’è niente di male nell’esprimere la posizione di Gioacchino. C’è molta onestà nelle sue parole. Molto nasce dalle esperienze. Io non capivo chi soffriva per la morte degli animali. Mi sembrava uno scandalo nei confronti della sofferenza umana. Poi ho imparato che anche un gatto (un cane, certo) può essere una persona. E l’ho imparato sulla mia pelle, anche con i graffi dati per gelosia.

    16. Mi piacciono moltissimo i gatti e li tratto con grandissimo aristocratico rispetto. Vado pazzo per i cani e mi diverto moltissimo in loro compagnia, da scanazzato plebeo.
      Problema: caro Roberto, può il gatto (o qualunque altro animale) essere una persona? Forse in un certo modo il Gatto e la Volpe; forse il Gatto con gli stivali e così via .. Tecnicamente parlando si tratta di enti di ragione. Nella realtà però l’animale non è né può essere persona, termine questo che caratterizza l’uomo. L’animale è animale; l’uomo è qualcosa di più: animale razionale. Quel qualcosa di più è qualcosa che gli animali non hanno. E’ così. Un animale razionale ha potuto tracciare con due pennellate un ritratto meraviglioso ed eterno di Argo. Un gatto o un cane non ne sarebbero stati capaci.
      Sto discutendo sul filo della ragione e non sul filo dell’emotività (che apre a tutto e al contrario di tutto). La stessa emotività che ho trovato una volta parlando di un trapianto di cuore eseguito diversi anni fa negli USA da babbuino a uomo (una bambina). Una signora intervenne e mi disse: “Ma è immorale quanto è stato fatto! Uccidere un babbuino!”. Ho risposto: “E’ stata salvata però una vita umana”. E la signora: “Ma quella del babbuino è pur sempre una vita umana”. Anche se la discussione si svolgeva in un’altra lingua, queste sono le esattissime parole.

    17. E’ piu’ di una persona,spesso ama piu’ e meglio di una persona,e insegna l’amore a chi lo sa imparare.
      Non é indispensabile mostrare insensibilità verso esseri che non si conoscono.
      Condivido chi “detesta” i tiranni o i violentatori,non apprezzo chi non ama gli animali.
      Chi “detesta” gli animali non é costretto a raccontarlo a coloro che trascorrono parte della loro vita ad amarli e ad operarsi per farli vivere degnamente,come gli utenti di questo spazio dimostrano.
      Capisco i raptus da tastiera,capisco pure il pensiero intellettuale di chi puo’ apprezzare il racconto,il contenuto letterario,indipendentemente dal tema trattato(fa chic come immagine!),ma penso che sia opportuno nascondere con pudore la propria insensibilità.
      Jana ha scritto “capolavori della natura e angioletti con il pelo”,confermo;per i miei Gatti e Cani e per tutti gli altri animali con i quali vivo.
      Quanto al suo racconto,Signor Puglisi,ho promesso tempo fa che non commento piu’,Lei sa del mio rapporto con gli animali quindi puo’ facilmente intuire il mio pensiero.

    18. Per la prima volta in vita mia devo “difendere” Puglisi.
      Ezra P. oltre a starci assieme e giocarci
      se si osservano attentamente e se si “Trascende” si puo’ capire perché Puglisi ha scritto “persona”.
      Appunto,si dovrebbe “trascendere”,quindi non si puo’ parlarne attraverso un computer.

    19. Appunto: sul filo del’emotività.
      Un’ultima chiccheria, colto da raptus da tastiera: unicuique suum.
      Absit iniura verbis.

    20. Devo farlo,anche se mi scoccia.
      Sms,uno,due,tre..
      Leggiamo un pò stò post che parla al mio nome e cognome.
      Che dire?
      Non devo nemmeno sprecarmi, ha già detto tutto Roberto alle 17,12.

    21. pè- scrive:
      15 Febbraio 2007 alle 23:06
      fabrizio se fosse vero nn ci riderei così tanto… O_O
      ^
      cosa vuoi dire?? )chi ha riso?? lo smile era semplicemnete riferito al fatto che: 1) come i vigili si prodigano nel far attraversare la strada ai bambini così faccio io quando vedo un gatto attraversare. lo aiuto ad attraversare senza rischi. 2) all’eccezionalità della cosa, NEL SENSO che non MI RISULTA che ci siano altre persone che facciano altrettanto (cioè che si buttino in strada quando vedono attraversare un gatto come faccio io)

    22. Ezra P;
      voglio precisare che il mio post delle
      20:22 é in risposta a quello di Puglisi delle 19:20, il tuo post delle 20:06 non lo avevo ancora letto.
      Successivamente ti ho citato ma solo in riferimento al termine “persona” utilizzato da Puglisi.
      Quindi confusione dovuta all’ora e all’ordine di pubblicazione.
      Gli altri snobismi,non tuoi,che seguono non mi interessano.

    23. Io penso che il concetto di persona dipenda molto dalla percezione e dalla “prossimità”. E nella prossimità c’è sempre l’incontro di due mondi, non è mai una scelta univoca. Voglio dire: non sono io che mi incapriccio a definire il gatto “persona”, non soltanto, almeno. E’ anche lui che ha fatto qualcosa di talmente personale, unico e indimenticabile da essere elevato naturalmente a quel rango.

    24. Dico oltre. Molti reagiscono all’amore per gli animali (“persone”) come la chiesa sui pacs. Come se estendere il concetto di amore minacciasse qualcosa. Come se fosse una coperta corta: la tiri di qua, resti nudo di là. Amare gli animali “persone” non è in competizione con l’amare le persone “persone”. Ma sono sicuro, Ezra, che tu amaresti il mio gatto più di Totò Riina. E allora?

    25. Per Gigi: Ho letto la tua garbatissima nota. OK!
      Per Roberto: cominco ad apprezzare la dinamica del blog perché incontro persone disponibili al dialogo come te. Certo sono sicuro che parlando faccia a faccia, continueremmo a discutere per ore sull’argomento, senza stancarci, senza venire alle mani e sicuramente con arricchimento reciproco. Purtroppo qui dobbiamo evitare il raptus da tastiera; mi limito quindi a una sola riflessione.
      Spostiamoci in un altro regno.
      C’è un posto molto bello sulle Dolomiti, che conosco benissimo: l’Alpe di Siusi. Trovarsi sull’Alpe con il dente dello Sciliar sulla destra, davanti il Sasso lungo e il Sasso piatto e a destra (in lontananza) la Marmolada è una esperienza non descrivibile. Quelle montagne (uniche e indimenticabili) e quell’altopiano ti parlano. Percezione e profondità. Incontro non univoco di due mondi (e sicuramente quello delle Dolomiti – con i suoi folletti e i suoi re – è molto più ricco del mio). Riescono a farmi vibrare dentro come soltanto due esseri umani fino a ora sono riusciti a fare. Indubbiamente amo queste montagne e in qualche modo mi sento riamato (a modo loro). Non ho nessuna difficoltà a usare la parola amore.
      Nonostante tutto non riesco a vederle come persone.
      Può darsi che sbaglio.
      Può darsi che diciamo le stessissime cose adoperando con sfumature diverse le parole.
      Ciao.

    26. Le montagne ti hanno mai accarezzato?

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