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martedì 19 mar

Archivio del 27 Febbraio 2007

  • Economia della conoscenza

    Di conoscenza si può anche vivere e bene. Ogni epoca ha avuto i suoi governanti e ogni azione di governo ha avuto le sue priorità, lasciando talvolta ai posteri testimonianze durevoli del proprio passaggio. Quando lo stesso monumento, le stesse pietre sono state testimoni di avvicendamenti di governi e di governanti, almeno dal 1130 d.C. ai giorni nostri, come è il caso del più antico parlamento del mondo, Palazzo dei Normanni, qualche riflessione sorge spontanea.

    Proprio qui un illuminato governante, Federico II, ha consentito alla lingua e alla letteratura italiana di muovere i primi passi in una capitale del Mediterraneo già poliglotta (esempio di politica in favore della cultura). Sempre qui, altro governante, il viceré Francesco D’Aquino, ha fornito i mezzi tecnologici ad un abate-astronomo che ha arricchito il nostro sistema solare della scoperta di un corpo celeste sino ad allora sconosciuto (esempio di politica in favore della ricerca scientifica pura).

    Ma veniamo ai nostri giorni: quanto costa Palazzo dei Normanni per il suo funzionamento? Circa 150 milioni di euro l’anno (di cui il 75% per stipendi e pensioni). Cosa “produce” Palazzo dei Normanni? Una ventina di “leggine” (le leggi sono ben altra cosa!). Continua »

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  • Luoghi comuni siciliani

    Ieri un mio amico di Bergamo è venuto a trovarmi (motivi di lavoro) nella mia bella città, cosicchè mi sono ritrovato a fare da cicerone in giro per Palermo.
    Per quanto però possano essere interessanti le Mura delle Cattive, la Cattedrale e i Quattro Canti, cosa c’è di meglio del confrontare quelli che sono i luoghi comuni sui palermitani con la realtà? Ecco dunque cosa ne è venuto fuori…

    1. Il palermitano è pigro: verissimo. Il palermitano medio, ove possibile, gradirebbe poter parcheggiare il suo mezzo di locomozione ai piedi del letto, così da non dover sopportare l’immenso sforzo di percorrere lo spazio che va dal parcheggio al materasso;
    2. il palermitano parla in siciliano: falso. Oltre che il dialetto siciliano non esiste (c’è il palermitano, il messinese, ecc.)… l’unica colpa che si può attribuire al palermitano medio è quella di fare un pò di confusione tra i termini dialettali e il loro corrispettivo italiano. Accade dunque di sentir dire “esco il cane” per indicare che si sta portano fuori il cane a fare la passeggiata ‘fisiologica’;
    3. Continua »

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