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venerdì 29 mar
  • Uno straniero a Palermo è meno straniero che a Roma?

    La cronaca in questi giorni ci ha fornito, purtroppo, un paio di gravi episodi da cui prendere spunto per alimentare una discussione sul tema dell’immigrazione. Uno è accaduto in provincia di Ascoli Piceno, e il titolo dei giornali è quanto mai efficace: “Rom ubriaco falcia ragazzi, 4 morti”. Un episodio accaduto invece pochi giorni fa a Roma e in particolare nella metropolitana alla fermata Termini ha scosso parecchie coscenze. “Uccisa con ombrello: madre di Vanessa, voglio giustizia”. Il fatto riguarda una ragazza che è stata colpita da un ombrello ad opera di una ragazza di 21 anni in Italia per prostituirsi e tornare in Romania per i due suoi figli. I fatti in questione coinvolgono due rumeni, e la comunità rumena in Italia consta di due grossi gruppi, i nomadi che affollano i campi rom presenti nelle periferie della capitale e quelli che invece di nomade non hanno nulla. Questi ultimi abitano nella fascia compresa tra la Tiburtina, Casilina e Anagnina, strade consolari che dalla periferia portano al centro della città. La tensione fra romani (e quando parlo di romani intendo in particolare i veri romani che da generazioni vivono nella capitale) e rumeni è molto alta. Il 2 ottobre 2006 era successo un altro fatto che contrassegnava questa situazione come giunta ad un punto di non ritorno. “Spedizione punitiva contro romeni devastato e incendiato un bar”, tensione nel quartiere popolare del Trullo con gli extracomunitari.
    Molti di noi quando vedono i cosiddetti zingari (tra l’altro non sempre provenienti dalla Romania) agli incroci con i bimbi in braccio che chiedono l’elemosina provano un senso di fastidio, soprattutto perché spesso i Comuni forniscono loro tutti i servizi di base, acqua e luce e gli procurano pure dei campi in cui costruire i loro alloggi di fortuna, da cui spesso fuoriescono parabole satellitari o a fianco delle stesse si vedono delle Mercedes un pò datate. Non voglio entrare nel merito dei fatti, perchè si potrebbe obiettare sul fatto che in questo caso hanno fatto scalpore in quanto stranieri e in particolare rumeni, ma potevano essere degli italiani e avrebbero fatto tanto colpo sull’opinione pubblica italiana? Dal mese di gennaio 2007 sono a tutti gli effetti comunitari quanto noi, ma è evidente un certo livore crescente tra italiani e rumeni, livore che ha raggiunto livelli così alti da far dire al prefetto di Roma pochi mesi fa (dicembre 2006) “La città non può rimanere ostaggio dei romeni” e lo stesso proseguiva dicendo che “Negli ultimi giorni il giudice di pace di Roma ha bocciato le richieste di espulsione di nomadi romeni che avevano commesso reati, sostenendo che a breve diventeranno cittadini comunitari e in virtù di questo l’espulsione diverrà un atto inutile”. Giudizio quanto meno discutibile…

    A mio modo di vedere la situazione a Roma è leggermente diversa da Palermo, ovvero l’intolleranza verso il diverso ha ormai raggiunto toni preoccupanti e invece a Palermo la convivenza è già di per sè un fatto storico e che risiede nelle origini multiculturali di Palermo. Ed è per questo che vi invito a riflettere su questo interrogativo, ma uno straniero a Palermo è meno straniero che a Roma?? Sottointendendo il carattere negativo che sto dando provocatoriamente al termine “straniero”.

    Un palermitano a Roma
  • 7 commenti a “Uno straniero a Palermo è meno straniero che a Roma?”

    1. E’ vero, anche a Milano la tensione fra italiani e stranieri è altissima, come testimoniano anche i recenti scontri fra polizia e cinesi nella Chinatown milanese di via Paolo Sarpi.
      Lo sdegno verso le comunità straniere si addensa di giorno in giorno, e – come il sonno della ragione nelle stampe di Goya – “produce monstruos”.
      Condivido parola per parola la tua riflessione: anch’io mi sono trovato spesso a pensare (un po’ controvoglia: sono uno dei pochi meridionali ad amare sinceramente Milano) che tutto ciò, questo sdegno, questo risentimento, a Palermo non giungerebbero mai a coagularsi in episodi del genere.
      Forse il popolo siciliano non soffre a dover dividere la propria terra con gli immigrati proprio perché non l’ha mai sentita veramente sua, o piuttosto perché in tanti secoli vi si sono avvicendati, senza chiedere il permesso, ben più invadenti invasori.

    2. Per Giovanni, ti ringrazio per il chiarimento. Ma quello che vorrei farti notare è proprio questa situazione tesa e questo livore verso un etnia che si alimenta giorno dopo giorno. E l’imprecisione dei primi titoli di giornale può anche essere sintomo di questa fretta di giudicare.

      Se mi rileggi non troverai nessuna parola contro, ma semmai un’apertura verso gli altri e uno spunto di riflessione per noi italiani, spesso troppo rapidi nel giudicare e nell’etichettare.

      Per Andrea, è vero ed è quello che abbiamo letto nei libri di storia, tutte le dominazioni che ha subito la Sicilia negli anni l’hanno resa si bella e affascinante, ma al tempo stesso con un’identità multiculturale e forse più incline ad accettare gli altri

    3. Due commenti per questo post mi sembrano pochi. Proverò a dire la mia.
      Non credo che il palermitano sia di indole più tollerante nei confronti del diverso, insomma sia più buono e aperto. Si tratta per me semplicemente di una questione di degrado già esistente nel luogo.
      Se a Palermo qualcuno , di qualsiasi origine, si installa occupando abusivamente suolo pubblico, vende senza licenza, senza regole, butta la monnezza dove gli pare, si prende la corrente elettrica dalle linee pubbliche, ecc, ecc, chi si turba più di tanto? Chi se ne accorge? chi si scandalizza?
      Provate a stendere un tappettino su un marciapiede di Bolzano, anche se siete biondi come uno svedese la reazione sarà la stessa.

    4. E’ vero anche questo. Anch’io dicevo una cosa simile quando attribuivo la maggior tolleranza in Sicilia all’inveterata insensibilità – prodotta da secoli di dominazioni – nei confronti dello spazio pubblico. Il siciliano, insomma, è già abusivo lui.

    5. Credo che i siciliani siano, da tempo, abituati a badare ai fatti propri e tirare avanti, e sicuramente questo da loro la parvenza della tolleranza.
      E poi, diciamolo pure…piu’ tolleranti rispetto ad altri lo siamo sicuramente anche perchè, fondamentalmente, siamo dei modesti, ma abusivi mi sembra il massimo di un espressione

    6. …denigratoria.

    7. purtroppo il problema continua con molti stranieri.

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