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venerdì 29 mar
  • Ustica: Stato condannato in sede civile

    Gianfranco Di Leo, giudice della seconda sezione civile del Tribunale di Palermo, ha condannato i ministeri dei Trasporti e della Difesa a versare un risarcimento dell’ammontare di 980 mila euro complessivi ai familiari di quattro delle 81 vittime della strage di Ustica (Gaetano La Rocca, Francesco Volanti, Elvira De Lisi e Salvatore D’Alfonso).

    Palermo
  • 10 commenti a “Ustica: Stato condannato in sede civile”

    1. Perchè il risarcimento solo alle famiglie di 4 vittime?
      E tutte le altre?
      Nessuna polemica da parte mia, voglio solo capire…

    2. …perchè solo loro nel 1984 avevano azionato questa causa in sede civile.

    3. tristissimo! solo quattro dei familiari risarciti, ma la cosa più grave è che non si saprà mai la verità sulla faccenda. che vergogna!

    4. …tra l’altro, da un punto di vista giuridico, sarà molto interessante leggere le motivazioni del tribunale.
      Infatti, da quello che ho potuto apprendere da articoli di stampa, sembra che il collegio giudicante abbia condannato IN SOLIDO sia il Ministro della Difesa che quello dei Trasporti sulla base di questo ragionamento logico:
      1) è pacifico che il DC-9 cadde per “un’esplosione”;
      2) tuttavia, non essendo stato possibile stabilire se si trattò di una bomba a bordo o di un missile, sono stati condannati IN SOLIDO (cioè congiuntamente) i due citati Ministeri perchè, nel caso della bomba, sarebbe responsabile il Ministero dei Trasporti (per non aver garantito la sicurezza del volo) e, nel caso del missile, quello della Difesa (per non aver vigilato sui cieli italiani durante il passaggio del DC-9).
      Sarà inoltre interessante vedere se e come l’avvocatura dello Stato si difenderà nel (per me inevitabile) processo d’appello: perchè chiaramente dalla difesa della posizione di uno dei Ministeri non potrà che scaturirne un potenziale pregiudizio per la posizione dell’altro (segnalo peraltro che entrambi i ministeri, facendo parte dello Stato Italiano, saranno difesi entrambi dall’avvocatura dello Stato).
      Insomma, è proprio una conclusione “all’italiana” che la verità (o le verità) su un caso penoso come quello di Ustica debbano arrivare dopo così tanto tempo e da un tribunale CIVILE (e non PENALE).
      Per quanto riguarda gli altri parenti delle vittime, temo che non ci sia più nulla da fare, perchè questa sentenza riguarda solo chi all’epoca (1984) si attivò autonomamente: per gli altri è ormai intervenuta la prescrizione.

    5. Mi associo a quanto detto da Leone…l’Appello avverso la sentenza, oltre che “doveroso”, mi appare inevitabile.
      Le ragioni giuridiche poste a fondamento della pronuncia (ma ripeto: sono in attesa di leggere il testo integrale) mi sembrano – prima facie – claudicanti (e sulla scorta di quanto riferito dalla stampa).
      Una cosa vorrei dire @ Leone…il caso Ustica è ancora “aperto” (almeno per le coscienze) e il provvedimento in esame NON ACCERTA alcuna Verità! E’ un mero risarcimento del danno….
      Se avete tempo: http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=197

    6. Caro The Advocate, sarà anche un risarcimento del danno che non accerta nulla (peraltro l’ho anche scritto sub 2)), però a fondamento di ciò si prendono per buone, alternativamente l’una all’altra, “le due verità” della bomba e del missile.
      Viene quindi esclusa l’ipotesi (ai limiti della fantascienza) del “cedimento strutturale” che i vertici dell’Aeronautica Militare pomparono a tutto spiano all’inizio della vicenda. Non mi sembra poco visto che siamo sempre in Italia…
      Cmq, grazie del link, lo guardo senz’altro…
      Ciao.

    7. @ Leone: buona visione! 😉
      “La storia siamo noi” è, a mio avviso, uno dei programmi migliori che offra la televisione italiana…
      P.S. il problema della sentenza è proprio quella “alternatività”…un Tribunale dovrebbe accertare UNA ed UNA SOLA verità(questa volta scritto minuscolo!!!).

    8. Esatto, caro Advocate…hai colto il punto. E infatti aspettiamo di leggere le motivazioni per vedere come il Tribunale ha accolto la tesi difensiva dell’avv. Fallica.
      In limine, mi limito ad una considerazione: questa “alternatività” discende e diviene “giustificabile” dal fatto che, alla fine, il soggetto condannato è sempre lo Stato? Quid iuris se, in ipotesi, invece di avere in giudizio due Ministeri avessimo avuto lo Stato e una Regione, aventi distinta personalità giuridica? Come avrebbe potuto il tribunale condannarlo solidalmente senza prima accertare QUALE delle due alternative era quella vera, in termini eminentemente processuali?
      Interrogativi che si dipaneranno solo con le motivazioni.
      Lo scopriremo solo leggendo(le).
      Lieto della chiacchierata (rectius: lettura).

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