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venerdì 19 apr
  • Controllo (sociale) di qualità

    La “qualità della vita urbana” non è un concetto teorico e lontano, ma molto pratico e vicino alla nostra esperienza di vita quotidiana. La sua concreta verifica, peraltro, se non affidata alla classifica annuale de “Il Sole 24 Ore”, è davvero alla portata di tutti, a condizione però che si disponga di una sufficiente e corretta informazione. Basti pensare, tanto per cominciare, alla qualità dell’aria che si respira, dell’acqua (dolce) che si beve e anche, in questa stagione, di quella (salata) in cui ci si immerge.

    Martedì 26.06.2007, presso l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente di via Ugo La Malfa, 169, si svolgerà la Conferenza dei servizi per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) relativa al termovalorizzatore di Bellolampo. Tale autorizzazione integra tutte quelle necessarie (emissioni in atmosfera, autorizzazione allo scarico idrico, ecc.) al via libera definitivo per la costruzione dell’impianto.

    È un argomento che interessa tutti, persino i non ancora nati, e che non mi sembra sia stato però adeguatamente posto all’attenzione dell’opinione pubblica, se non per la fuorviante politicizzazione degli schieramento pro o contro: la qualità della vita non infatti è un valore di destra, né di sinistra.

    Tutti, però, saremo direttamente o indirettamente responsabili delle scelte che verranno fatte martedì, autorizzando o meno la costruzione dell’impianto. Tanto vale allora esserne consapevoli.

    Come spunto per un opportuno dibattito su Rosalio, riepilogo allora i punti più significativi della controversia:

    1. il problema dei rifiuti esiste, la sua migliore soluzione, probabilmente, comporterà radicali cambiamenti dello stile di vita e nei consumi, così come nella stessa produzione di beni: i termovalorizzatori sono oggettivamente una possibile soluzione e chi volesse argomentarvi contro avrebbe l’onere di suggerire valide alternative;

    2. i termovalorizzatori di nuova generazione riducono di molto le emissioni di polveri più percepibili, le sole previste dalla legislazione in materia, ma non vanno sottovalutati gli effetti delle nanoparticelle prodotte dalle alte temperature generate e di cui, solo recentemente, a livello scientifico si è evidenziata la pericolosità a livello di c.d. nanopatologie (es. l’uranio nei proiettili utilizzati nella guerra ha generato la c.d. sindrome del Golfo): esiste un elementare principio di precauzione in base al quale non importiamo prodotti OGM, non perchè sia dimostrata la loro dannosità, ma solo perchè non ne conosciamo ancora bene le conseguenze a lungo termine;

    3. i termovalorizzatori rappresentano un business di dimensioni colossali, quello che si intende realizzare a Bellolampo sarà forse il più grande d’Europa. È lecito che imprese ed intermediari vari perseguano i loro interessi, ma la collettività non deve accollarsi tali costi se non ne derivi il miglior beneficio possibile (o il minor danno assoluto);

    4. taluni sostengono che in altre nazioni europee i termovalorizzatori sono costruiti persino in città, ma altri ribattono che altrove vengano invece dismessi;

    5. i termovalorizzatori presuppongono una raccolta differenziata: come può essere oggi credibile l’impegno manifestato dai rappresentanti politici di una regione che ha regolarmente disatteso, sinora, tutti gli obiettivi fissati in materia?;

    6. i termovalorizzatori producono energia, ma tale processo non sarebbe economicamente sostenibile se non fosse supportato dai contributi pubblici per le energie da fonte rinnovabile o assimilata.

    Martedì prossimo quale scelta, pro o contro la costruzione del termovalorizzatore di Bellolampo, migliorerà la qualità della nostra vita urbana?

    Palermo
  • 20 commenti a “Controllo (sociale) di qualità”

    1. La domanda a cui si deve rispondere è : “chi è responsabile di ciò che possediamo?” Cioè il costo per lo smaltimento dei miei rifiuti è carico mio o della collettività? Una volta quest’onere era a carico della collettività, oggi la tendenza è quello di far pagare lo smaltimento dei rifiuti a chi possiede il bene, ad esempio l’acqua oggi viene pagate non solo per l’utilizzo che se ne fa ma anche per la sua depurazione e penso che questo modo di fare nei prossimi anni verrà utilizzato per ogni cosa di cui vogliamo disfarci.

      Anche per le auto ad esempio si paga una tassa per la rottamazione ( € 150, 00), in questo caso però secondo me ciò che si paga è una somma simbolica non è il reale costo per potere riciclare i suoi pezzi. Questo significa le il legislatore italiano, per politiche d’interesse nazionale, produrre auto, fa pagare il costo per la rottamazione a tutti gli italiani anche a chi non possiede l’auto, o peggio ancora accumula questi rifiuti nelle discariche per poi far pagare il costo del loro smaltimento ai nostri nipoti e pronipoti.

      Quindi qual’ è il vero valore di un bene quello al suo acquisto o quello dell’acquisto comprensivo del suo smaltimento? Penso che realisticamente il valore reale di un bene è il secondo enunciato.
      Continuando il ragionamento, se è vero ciò per un libero mercato sarebbe giusto che ogni volta che noi acquistiamo qualcosa con le istruzioni all’uso dovremmo anche avere le indicazioni su come disfarci di quel bene e del relativo costo di cui mi dovrò far carico,in modo che questo non comporti danni per l’ambiente. Ragionando in questo modo si sovvertirebbe l’economia mondiale. Ad esempio il costo di un sacchetto di plastica lieviterebbe ad 1 euro e pertanto non avrebbe più senso la loro produzione, perché nessuno si vorrebbe accollare questo costo.

      Per quanto attiene agli inceneritori con accoppiato un generatore di corrente i cosiddetti termovalorizatori già su rosalio c’è stato un ampio dibattito.
      https://www.rosalio.it/2007/06/13/villini-e-villani/ – comments
      La cosa più sensata e semplice da fare è la raccolte differenziata per legge e la realizzazione in Sicilia di industrie per il riciclaggio dei materiali raccolti, in modo da rendere economicamente conveniente il loro utilizzo.

    2. “Dico subito che gli inceneritori, chiamati termovalorizzatori solo in Italia, l’ennesimo incantesimo delle parole, non servono; che sono un’invenzione di 40 anni fa; che per ogni chilogrammo di materiale bruciato, un terzo dello smaltito diventa cenere, rifiuto tossico nocivo; che non fanno risparmiare energia, ma il contrario e quindi non convengono; che l’Italia è l’unico Paese a finanziare gli inceneritori con i soldi pubblici; che più alto è il calore generato, più le polveri diventano sottili e nocive e tumorali; che la raccolta differenziata li rende inutili; che il riuso dei contenitori come le bottiglie di vetro e di plastica li rende inutili; che va inserita una tassa ecologica sui contenitori usa e getta alla fonte, quindi al produttore; che bisogna ridurre i consumi; che bisogna incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili; che le prime nazioni, come la Germania, che hanno costruito gli inceneritori li stanno dismettendo; che la produzione di energia va delocalizzata.

      Gli inceneritori non starebbero neppure in piedi economicamente, non esisterebbero, se non li finanziasse lo Stato, che gli passa 180 lire per ogni kwh prodotto in quanto li assimila alle energie rinnovabili.

      Chi dice no agli inceneritori, chi non li associa all’idea di progresso è arruolato dai media nel popolo dei no.
      E, subito dopo, alla schiera dei no global, dei contestatori, degli anarco-insurrezionalisti (termine usato 100 volte al giorno dal dipendente Pisanu).
      E hanno ragione.
      Infatti oggi i cittadini, se correttamente informati, diventano noglobalcontestatorianrcoinsurrezionalisti e sono fieri di esserlo.” “”Blog beppe grillo””.
      Io credo che intorno agli inceneritori si stia facendo una lotta politica; tralasciando i veri obiettivi che un impianto così sofisticato dovrebbe raggiungere:
      1° l’uso dell’inceneritore è sicuro per la salute umana?
      2° in quanti paesi europei è usato?
      3° i costi di gestione saranno,ovviamente, a carico dei cittadini!
      4° la costruzione di un “mostro tecnologico” che impatto ambientale avrà sulla citta?
      5° le ceneri che risulteranno dalla combustione che fine faranno?
      Perchè non si attua VERAMENTE una politica di raccolta differenziata dei rifiuti e un efficace riclico dei rifiuti?
      Carta, Vetro, Alluminio, sono materiali riutilizzabili
      Fare politiche di sostenimento alle famiglie che attuano la raccolta differenziata: abbassare i costi della TARSU.

    3. Secondo te perché non è stato adeguatamente posto all’attenzione dell’opinione pubblica? Io non sono per principio contrario ai TV ma alla collocazione degli stessi nelle zone previste a causa della carenza di valutazione dell’impatto ambientale, perlomeno questo è ciò che dicono gli oppositori. Io ho cercato online sti documenti ma ho trovato quelli lombardi, quelli piemontesi … quelli siciliani no. E’ banale dire “chi volesse argomentarvi contro avrebbe l’onere di suggerire valide alternative”. A chi mi dice questo io rispondo: “Mostra le analisi che ti hanno portato a scartare le altre soluzioni”. Un semplice cittadino, ma anche un partito (tranne forse il partito dell’ex predidente) può accollarsi i costi di un’analisi di fattibilità di questa portata, sono costi sostenibili solo da Pubbliche Amministrazioni. A me pare che questo modo di porsi sia perlomeno autoritario, di certo non autorevole. E non voglio, non posso credere all’eventualità di un patteggiamento tra operatori pubblici e privati in occasione di fiere o mercati per definire senza troppi sforzi una strategia d’azione per il problema dei rifiuti. Quella dei TV è la strada che è stata seguita fino a poco tempo fa in Italia perché finanziata dallo Stato con un trucco ideologico: nel CIP6 l’energia elettrica prodotta dal TV è considerata proveniente da fonte rinnovabile (si sa che la munnizza non finirà mai!) e ciò è in contrasto con la normativa UE perciò quanto prima il nostro parlamento DOVRA’ cancellare questa norma e le banche, che partecipano al project financing con 2 Miliardi di Euro non avranno più la convenienza iniziale.

    4. Stralcio dell’intervista a Pecoraro Scanio pubblicata nel sito di cui al link
      sottostante. D: Dunque, il ministero dell’Ambiente continua a essere contro i termovalorizzatori. R: In quella riunione, e poi gliel’ho scritto il giorno dopo, ho fatto notare a Cuffaro che la sentenza del Tar obbliga la regione a rilasciare l’autorizzazione ambientale integrata, anche se attendo il pronunciamento del Consiglio di stato, rimanendo convinto che sia di competenza del ministero rilasciarla. Davanti a Prodi, a me e ai colleghi Turco e Bersani, Cuffaro si è soltanto limitato a dire che rispetterà la sentenza. Tra l’altro era stato l’ex ministro Matteoli, col governo Berlusconi, a chiedere a Cuffaro che adeguarsi. D: E quindi tutto sarà messo a posto. R: No. Questa autorizzazione non si può rilasciare senza fare la caratterizzazione della qualità dell’area nei territori dove si vogliono costruire i termovalorizzatori. E’come concedere una licenza edilizia in assenza del piano regolatore generale. D:
      E le indagini non sono state fatte?
      R: Dopo la sospensione il ministero ha chiesto alle società che hanno in appalto la costruzione degli inceneritori di inviare la documentazione. Una sola ha inviato le carte, le altre no. Dalle verifiche che abbiamo fatto emergerebbe che la caratterizzazione sulla qualità dell’aria non è stata fatta. D: E le indagini non sono state fatte? R:
      Dopo la sospensione il ministero ha chiesto alle società che hanno in appalto la costruzione degli inceneritori di inviare la documentazione. Una sola ha inviato le carte, le altre no. Dalle verifiche che abbiamo fatto emergerebbe che la caratterizzazione sulla qualità dell’aria non è stata fatta.

      http://etnarossa.splinder.com/post/12744566/E'+SOLO+UN+BLUFF?

    5. signori al di là dei vari distinguo, il problema inceneritori è una responsabilità di coscienza che grava su tutti, specie chi ha figli, per il nostro futuro. Se non ne sapete abbastanza, c’è modo di informarsi fino alla nausea per es, nel sito della Rete per la difesa dei beni comuni, che si riunisce tutti i mercoledì presso il Centro Arrupe. (www.benicomuni.net/home) Comunque vi invito tutti a venire davanti all’Assessorato Ambiente di Via La Malfa martedì 26 perchè potrebbe essere l’ultima occasione per capirci qualcosa e fermare i progetti disastrosi.

    6. Caro DD, in genere sono d’accordo con te, ma oggi devo intervenire ribadendo un secco NO A QUESTI INCENERITORI!!!!
      Il perche’ e’ semplice e presto detto:
      1. 3 su 4 verranno cotruiti in prossimita’ o dentro aree protette (la valle del simeto per quello di Paterno’ ad esempio), mentre il quarto (Bellolampo e’ praticamente dentro una citta’ di oltre 700’000 abitanti)
      2. i 4 termovalorizzatori hanno una capacita’ di incenerimento che e’ ben superiore al totale dei rifiuti prodotti oggi in Sicilia. Cio’ puo’ significare che: o 3 di questi sono inutili o in Sicilia si bruceranno TUTTI i rifiuti indiscriminatamente (inclusi quelli pericolosi), magari importando qualcosina dalla Campania (si sa noi siciliani siamo generosi, aiutiamo sempre gli altri!!!)
      3. nei contratti con le aziendo che costruiranno e gestiranno gli impianti e’ previsto che se non verranno consegnati sufficenti rifiuti gli enti locali (comuni, province regioni) dovranno pagare una penale.
      Questo e’ il punto peggiore!!!
      Faccio un esempio: se a Bellolampo, che gia’ da solo potrebbe fare fuori TUTTI i rifiuti di mezza Sicilia, non si riusciranno a mandare i camion della monnezza da mezza sicilia, oltre a pagare il normale ritiro dei rifiuti dovremo pagare anche la penale al termovalorizzatore…secondo voi le tariffe scenderanno o saliranno???
      4. andiamo alla salute. Giustamente si dice che i termovalorizzatori di nuova generazione riducono di molto le emissioni di polveri più percepibili, le sole previste dalla legislazione in materia, ma non vanno sottovalutati gli effetti delle nanoparticelle di cui recentemente
      Non pare si abbiano evidenze che questi termovalorizzatori/inceneritori siano di ultima generazione (non considerando l’ormai assodato pericolo delle nanoparticelle)
      5. termovalorizzatore=bruciare per fare energia. Ma cosa brucia? Carta, plastica, vegetali, giusto?
      Se non si fa la raccolta differenziata (e in sicilia non si fa) e si tolgono vetro, acciaio, lattine, ecc. il termovalorizzatore diviene inceneritore, perche’ ci vorra piu’ energia da dare all’impianto rispetto a quella che se ne ricava. E siccome nessuno parla di raccolta differenziata per questi impianti…

      spero che gli argomenti siano sufficenti per la riflessione di tutti

    7. Di fronte alla colpevole disattenzione al tema di chi si occupa di informazione nella Sicilia occidentale (mi riferisco soprattutto al “Giornale di Sicilia” che in questo sito conta su difensori d’ufficio) mi è sembrato giusto riportare i termini del problema nel modo più semplice e obiettivo.
      Ciò non toglie che mi sono fatto una personale opinione.
      Ritengo la scelta di costruire il TV di Bellolampo una cattiva soluzione al problema, dannosa per le immissioni di diossina e di nanoparticelle che ricadranno sui palermitani, diseducativa perchè è solo la scelta più comoda e lucrosa per alcuni.
      Politicamente, è una scelta che, secondo le migliori tradizioni consociative isolane, accomuna esponenti del centrodestra così come del centrosinistra (i c.d. “diossini”) ed è seconda solo alla sciagurata scelta degli anni ’50 di costruire raffinerie nella baia di Melilli (Siracusa), di fronte alle Eolie (Milazzo), ecc.
      Seconda, ovviamente, solo perchè non ancora consumata …

    8. Speriamo che i tempi di realizzazione siano biblici come tutto ciò che viene appaltato a Palermo!

    9. Poichè l’incapacità degli amministratori siciliani è ampiamente riconosciuta, al di la degli interessi di parte citati sopra, trattandosi di salute pubblica una decisione cosi grave deve essere sottoposta a referendum popolare.

    10. Tratto dal documento indicato sopra dall’utente GD.
      …l’intesa del 12 giugno scorso che potrebbe trasformare la Sicilia in una grande piattaforma al centro del Mediterraneo per l’incenerimento dei rifiuti e l’emissione di gas altamente inquinanti, aggravando una situazione già fortemente penalizzante per la salute dei cittadini: la nostra regione sopporta, infatti, il 15% di tutte le emissioni di gas serra del paese con appena il 3% di presenza di industrie in ambito nazionale.
      Un ricorso così massiccio all’incenerimento determinerebbe, nei quattro siti previsti, un preoccupante aumento delle emissioni inquinanti in atmosfera, che seppur ridotte del 50%, nel caso in cui l’accordo dovesse essere applicato, sarebbero ugualmente pericolose e potrebbero non essere controllabili, vista la mancanza strutturale ed atavica nella nostra Regione di un sistema di monitoraggio efficiente ed efficace, in grado di verificare e controllare le emissioni.
      I livelli delle emissioni per le sostanze tossiche e persistenti (diossine, furani, etc…), pur rientrando nei “limiti di legge”, risultano non compatibili ambientalmente col territorio e con le popolazioni esposte, in base ai parametri indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
      P.S. dal punto di vista socio-culturale, filosofico e pure storico si puo’ dire che non solo sono riusciti a imporci un’unità da simil-paese che molti non vorrebbero ma ora vogliono trasformare questa terra nell’immondiziaio del simil-paese, se non dell’Europa. Gli amministratori locali se sono, com’è evidente, incapaci di creare economia e lavoro veri tolgano il disturbo, si possono importare da Bruxelles(che diverrebbe il referente privilegiato per le decisioni importanti e vitali) managers svedesi tedeschi etc. per gestire la Sicilia e mettere realmente in atto l’autonomia siciliana, che avrebbe legami con Roma solo per l’ordinaria e semplice amministrazione.

    11. DD, perdonami se ti ho frainteso

    12. Si, effettivamente io sono uno di quelli che credono ancora in Babbo Natale e nella colpevole disattenzione.

    13. Gli argomenti pro termovalorizzatore sono stati ben sintetizzati oggi in terza pagina da Lelio Cusimano sul Giornale di Sicilia. Stranamente, però, lo stesso giornale non da’ lo stesso spazio alle voci contrarie di fonte medica e non confindustriale come Cusumano. Eccone un esempio:

      COSA NE PENSANO I MEDICI DI FAMIGLIA DEGLI INCENERITORI?

      “ Gli inceneritori di ultima generazione con le loro alte temperature nei forni contribuiscono grandemente alla immissione nell’ambiente di polveri finissime che costituiscono un rischio sanitario ben più grave delle note polveri PM10. L’incenerimento dei rifiuti, fra tutte le tecniche di smaltimento, è quella più dannosa per l’ambiente e per la salute umana. Gli inceneritori producono ceneri (sono un terzo del peso dei rifiuti in ingresso e si devono smaltire in discariche speciali) e immettono nell’atmosfera milioni di metri cubi al giorno di fumi inquinanti, contenenti polveri grossolane (PM10) e fini (PM2,5) costituite da nanoparticelle di metalli pesanti, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene, diossine, estremamente pericolose perché persistenti e accumulabili negli organismi viventi.
      Queste “nanopolveri”, sfuggendo ai filtri dell’inceneritore, non vengono nemmeno rilevate dagli attuali sistemi di monitoraggio delle emissioni degli inceneritori e non sono previste dai limiti di legge cui gli impianti devono sottostare. Inoltre a fronte di emissioni cancerogene identificate da tempo dai ricercatori (diossine, furani, metalli pesanti) gli inceneritori emettono centinaia di sostanze di cui è sconosciuto l’impatto sulla salute umana, così come risultano non ancora indagati gli effetti della combinazione di vari inquinanti.
      Ogni processo di combustione produce particolato. Se è vero che la natura è produttrice di queste polveri (vulcani), è pure vero che le polveri di origine naturale costituiscono una frazione minoritaria del totale che oggi si trova in atmosfera.
      È l’uomo il grande produttore di particolato, soprattutto quello più fine: più elevata è la temperatura alla quale un processo di combustione avviene, minore è la dimensione delle particelle che ne derivano.
      Si tratta di particelle inorganiche, non biodegradabili né biocompatibili. La combustione trasforma anche i rifiuti innocui, come imballaggi e scarti di cibo, in composti tossici e pericolosi, sotto forma di emissioni gassose, polveri fini, ceneri volatili e residue che richiedono costosi sistemi per la neutralizzazione e lo stoccaggio.
      Perciò è opportuno che si incentivi una politica della produzione, raccolta differenziata, riciclaggio, recupero dei rifiuti. Le micro e nanoparticelle, prodotte in qualsiasi modo, una volta entrate nell’organismo innescano tutta una serie di reazioni che possono tramutarsi in malattie.
      Le forme patologiche più comuni sono le neoplasie, ma ci sono anche malformazioni fetali, malattie infiammatorie allergiche e perfino neurologiche.
      L’incenerimento dei rifiuti è inoltre il sistema più costoso per lo smaltimento dei rifiuti e tutti gli italiani, a loro insaputa, pagano generosi incentivi a suo sostegno.
      Il 7% dell’importo della bolletta elettrica che pagano è infatti devoluto, sotto forma di sussidi, anche alla costruzione degli inceneritori: basta prendere una fattura dell’ENEL per leggere, sul retro, nella parte delle varie voci e costi: “Componente A3 – Costruzione impianti fonti rinnovabili”. La somma che compare a fianco viene devoluta ai gestori di inceneritori di rifiuti perché, la legge italiana assimila alle varie fonti energetiche rinnovabili non fossili, quali l’eolica ed il solare, quella ricavata dall’incenerimento di ogni tipologia di rifiuti urbani ed industriali.
      Oltre a questa fetta di incentivi prelevati dalle tasche degli utenti, i gestori degli inceneritori ricevono, da parte dello Stato, altri sussidi.
      L’Italia è quindi l’unico Stato europeo che finanzia l’incenerimento dei rifiuti.
      Tutti gli altri Stati membri (Austria, Belgio, Danimarca, Germania)impongono ai gestori di inceneritori di pagare una tassa per ogni tonnellata di rifiuti bruciati, disincentivando l’incenerimento dei rifiuti”.

      Dal Notiziario FIMMG – Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, maggio 2006

    14. Colpevole disattenzione? Ahahahaaaaaa! Diciamola tutta. La lobby degli industriali che costruiscono TV ha fatto bene il suo lavoro, sia in politica sia nelle comunicazioni. In sede UE i gestori degli inceneritori pagano una tassa, noi li chiamiamo termovalorizzatori e lo Stato versa denaro ai gestori: sono soldi nostri! Spero che il parlamento modifichi al più presto questa norma in contrasto con le direttive UE, con buona pace di chi vede questo governo una calamità per il paese.

    15. Il commissario regionale ai rifiuti ha ribadito pochi minuti fa in TV che si costruiranno i 4 termovalorizzatori e sento anche che il governo nazionale darebbe il via libera a patto che qui in Sicilia ci assuppiamo una quota dei rifiuti campani. Secondo te che leggi ‘ste righe, per quale ragione i nostri governatori hanno voluto 4 impianti capaci di trattare il doppio dei rifiuti totali prodotti in Sicilia quando per legge dovrebbero trattare il 35% del totale? Chi ci guadagnerà? E l’opposizione non dice nulla alla stampa e alla tv, non tanto contro i termovalorizzatori che purtroppo sono necessari, quanto sul dimensionamento degli impianti? Così alla fine l’opinione pubblica si fa la sua brava idea, abbiamo bisogno di 4 impianti per bruciare munnizza quando ne servirebbe uno e mezzo con quel che ne conseguirebbe in termini di risparmio finanziario e meno inquinamento.

    16. con la vicenda di Napoli di questi giorni
      si torna a parlare di Termovalorizzatori,
      che poi sempre Inceneritori sono.
      Credoche al mondo non esiste un impianto uguale all’altro,perche’ad ogni nuovo impianto si mettono a frutto altre esperienze disponibili e nuoveTecnologie.
      Oggi si possono fare impianti con una elevatissima sicurezza ambientale.
      Sicche’ persone che trenta anni fa si
      opponevano ai TV,oggi hanno abbandonato le posizioni di un
      “ambientalismo fondamentalista”
      verso il buon senso.
      Che cosa ci dice il buon senso?
      1.la “munnizza” ha una destinazione che e’:
      – la discarica (sempre)ed anche
      – l’inceneritore(o TV)
      Infatti,anche se si fa la Raccolta Differenziata,circa il 30% dei Rifiuti
      “deve” andare in discarica.
      2.Anche la discarica e’ un “impianto”
      che ha i suoi tempi di realizzazione
      (a meno che non si parli di scaricare su terreno libero,che poi dovra’ essere Bonificato.
      3.Per limitare una rapida saturazione delle discariche,e per avere un buon funzionamento del TV
      e’opportuno fare un pretrattamento che e’
      la R.D.(Raccolta Differenziata)
      3.Nel TV non dovrebbe essere bruciata
      la plastica ed altri prodotti tossici.
      4.Anche la combustione produce Rifiuti,
      che sono le cosidette Scorie(ci sono elementi che non vengono inceneriti)
      Le Scorie (Output Finale)sono in quantita’ relativamente bassa rispetto
      all’Input,quindi sono di minor volume e possono essere stockate piu’ facilmente.
      5.Se mandiamo ai TV i Rifiuti come nascono,in assenza di R.D.,
      ammorbiamo l’aria.
      6.Con i tipi di imballaggi oggi in uso,
      si dice che se nella R.D.finisce il 35%
      dei rifiuti prodotti,ai TV arriva un Input accettabile.Se ai TV si manda un Input che non abbia subito la R.D.,
      ammorbiamo l’aria.
      7.Il problema nato a Napoli e’ il risultato di “palese malafede”,visto che
      in tutto il mondo ognuno si gestisce
      la”munnizza”che produce e qualcuno e’
      riuscito a disegnare un ciclo di trattamento industriale da farci anche dei ricavi.
      A Napoli risultano assunte 2.300 persone
      che dovevano fare la R.D.,che,si dice,non abbia mai superato il 10%.
      Spesi circa 2 miliardi di euro.
      Si dice pure che sono “scomparsi” 50 camion.
      A Napoli hanno sbagliato tutti e tutto.
      Il TV di Acerra non e’ ancora in grado
      di operare.le Discariche sono osteggiate.
      Esportare la “munnizza” ha costi improponibili che solo l’emergenza di questi gioni puo’ consentire.
      E’ tutta una storia incredibile!

    17. finalmente la Stampa”ad ampia diffusione”
      si occupa con maggiore attenzione e competenza al caso Napoli
      ed al rischio Italia .
      Scrivono su L’Espresso n. 2 del 17/1/2008
      pag. 30 e succ:
      “Napoli.Ecco di chi e’ la colpa del dramma spazzatura.”
      E si presentano i dati ed i numeri piu’
      significativi per rendere l’argomento
      comprensibile anche ai bambini.
      Se la Stampa avesse fatto la sua parte
      “per tempo”,non si sarebbe arrivati a questo punto e si sarebbero pure evitate le sommosse popolari,che,si sa,nascono
      quando si fa demagogia per coprire
      gli interessi di pochi a danno di molti.

    18. Sempre da L’Espresso.
      Non so se questi sono dati esatti,
      ma meritano di essere evidenziati.
      .
      Anno 2006
      Ogni Italiano ha prodotto 548 Kg di rifiuti/anno,di cui alle discariche 284
      Ogni Cittadino Svizzero manda in discarica 1 (uno) Kg/anno !
      .
      Gli americani giudicano il termovalorizzatore di Brescia
      il “migliore del mondo”

    19. A Napoli ed in Campania,in nome dell’ambientalismo si e’ prodotto il piu’ grande disastro ecologico mai verificatosi in Europa.
      Lo stesso TV di Acerra sono 14 anni che si tenta di realizzare,e si dovrebbe approfondire cosa non va nel progetto
      o nella realizzazione.
      Ci sono da chiarire ed attribuire
      precise Responsabilita’.

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