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venerdì 19 apr
  • Il caro estinto

    Caldo, troppo caldo!
    E poi, passi per la giacca, ma sta cravatta è proprio una camurrìa!
    Certo che ce n’è di gente: pare una processione.
    Oggi era giornata di starsene a Mondello, astutare il cellulare e “ciaaaao non ci sono per nessuno!”. Ma ci sono cose che si devono fare, anche se ti siddìa da morire.
    Ma poi quello delle pompe funebri da dove sta pigliando? Minchia se passiamo da Corso Finocchiaro Aprile con le macchine posteggiate in tripla fila di fronte a Nino ‘u Ballerino, ci perdiamo di casa.
    Tanto all’autista chi cinni futti c’ha l’aria condizionata e poi il morto mica c’ha fretta!
    Mi ricordo che una volta in una friggitoria come questa ho chiesto:
    “Un panino panelle e melanzane”.
    “Pagati un panino per il signore!”.
    “Signora me lo fa lo scontrino?”.
    “Sì, aspe’”
    .
    La signora prende un pezzo di carta per il pane e scrive: 1,50 €.
    “Servito, paga un euro e civvuanta”.
    Adoro queste cose…
    Mariiiia che è lento quello delle pompe funebri! Preeeeesto ca ‘a cira squagghia!
    In giacca e cravatta però faccio la mia porca figura.
    Ogni volta che mia madre mi vede vestito pulito se ne prìa tutta.
    “No come quando cammini con i jeeeeans!”.Pure mio nonno è bello in giacca e cravatta.
    Le stesse spalle abbiamo.
    Quando hanno chiuso la bara tutti piangevano.
    Lui che in ottantatre anni secondo me non ha mai pianto, anche oggi era l’unico serio.
    Vi sembrerà cinico, ma certe cose mi fanno sorridere.
    Mi ha insegnato il valore delle cose mio nonno.
    Mi ha insegnato a rispettarle.
    Mi dava uno Smarties al giorno mio nonno.
    Ogni giorno un solo confetto colorato.
    “Un altro nonno!”.
    “Chistu t’abbasta”
    .
    E quello non solo mi bastava, ma:
    “Miiii nonno guaaardaaa questo, giaaalloooo, vaaaai”.
    Un confetto solo nella mano di un bambino diventava un tesoro speciale.
    Un giorno mio nonno mi chiama:
    “Vieni, che ti devo dare una cosa! Mi raccomando eh?”.
    Prende un pacco di smarties, sano sano e me lo da.
    Un pacco di smarties intero tutto in una volta, accompagnato da quella frase: «Mi raccomando eh?»
    Quel giorno a mio nonno lo dovevano portare in ospedale.
    Quel giorno era il primo di tanti giorni che mio nonno avrebbe trascorso in ospedale.
    Quel giorno il pacco di Smarties m’u manciavo in cinque minuti!
    È strano come in certi momenti delle persone, che non vedrai più, ricordi le piccole cose, quelle a cui nessuno ha mai fatto caso.
    È strano il modo in cui funzionano i ricordi: le cose più grandi spesso sono conservate in quelle più piccole.
    Botta di sale, fa un caldo micidiale, fosse stato per me, una bella brioscia cioccolato nero e panna da Stancampiano…ma non si può…ci sono i parenti…sta male…e poi era quantomeno indelicato mancare al mio funerale.
    Speriamo solo che finisca presto sta camurrìà

    Colonna sonora: Marcia del camposanto (Vinicio Capossela).

    Ospiti
  • 11 commenti a “Il caro estinto”

    1. C’è stato caldo da morire e manco in collina si dormiva bene.

    2. Mi hai rubato un sorriso e un piccolo magone…Ah i nonni!!!

    3. Bellissimo articolo! Complimenti

    4. Bello! Il post ovviamente, tu non molto!

    5. …e mi ritrovo senza parole!

    6. spiazzante. bellissimo davvero…

    7. MIMMO! Complimenti, bel Post, bella narrativa.

    8. Albi ammmore incrociamo le dita e speriamo che cresca sù bello come la mamma 🙂

    9. Caspita, davvero bello! un sorriso e mezza lacrima…

    10. a chi i nonni così li ha avuti per troppo poco e questi episodi non li vissuti, sentire raccontare questi ricordi aiuta a simulare un passto che non è stato e dare un motivo in più di dolce melanconia…io so solo che nell’ultimo periodo della malattia di mia nonno un giorno, a fine pasto, gli venne la pensata di versare la tazzina di caffè sopra la torta gelato. E se la mangiò. Nel frattempo mia nonna sentenziava:” Si viri cà è propriu malatu…”. Ahi, ahi…mia nonna ancora campa, per fortuna sua, e ancora si lamenta. Macari l’avutri s’ammalanu, e idda campa.
      Ma quella torta…doveva essere buona.
      Ciao nonno!

    11. Daniela i ricordi sono storie particolari, racconti di attimi quotidiani, che si incollano a sapori, suoni, colori, ad una fetta di torta gelato o ad un tubo di Smarties.
      Ora riesco a tenerlo tutto in una mano un tubo di Smarties.
      Penso che dovrebbero farli più grandi i tubi di Smarties

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