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venerdì 29 mar
  • Un messaggio di Cammarata per via D’Amelio

    Diego Cammarata, sindaco di Palermo, ha inviato un messaggio di ricordo e di solidarietà ai familiari delle vittime della strage di via D’Amelio, di cui domani ricorrerà il quindicesimo anniversario:

    «Quindici anni fa il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta venivano uccisi dalla violenza mafiosa, pagando con la loro vita la scelta di combattere ogni forma di violenza e di illegalità. La strage di via D’Amelio seguiva di poco l’uccisione di Giovanni Falcone e di Francesca Morvillo e degli uomini della scorta, segnalando il livello più alto della sfida che la mafia ha lanciato allo Stato. […] In questi anni nessuno ha dimenticato né ha scelto l’indifferenza o l’ignavia: Palermo non si è mai rassegnata e, pur ferita, ha trovato la strada per reagire. Gli arresti dei capi della mafia, che rappresentano un grandissimo risultato conseguito dalle forze dell’ordine e dalla magistratura, hanno dimostrato alla città che l’invincibilità della mafia è soltanto un mito. Ma c’è di più: nell’ultimo decennio i palermitani hanno imparato a coltivare i valori della legalità e a valorizzare la memoria, trasformando la stagione delle stragi – in cui la mafia sembrava aver minato anche i fondamenti del nostro vivere civile – in un patrimonio collettivo che ci ha reso tutti più forti e consapevoli e ha indotto i nostri giovani a rifiutare l’arbitrio ed il malaffare, la prevaricazione e la violenza che sono alla base dell’organizzazione mafiosa. […] Nel ricordo dei tanti caduti nella lotta a Cosa Nostra, si è svolto quest’anno anche il Festino di S. Rosalia con la partecipazione di centinaia di migliaia di cittadini che hanno avuto una ragione in più per dimostrare la propria devozione alla Santa Patrona. […] Ai familiari di Paolo Borsellino e di tutte le vittime della mafia, che piangono quotidianamente i loro morti, va – oggi e sempre – la solidarietà e la gratitudine mia e dell’intera città».

    Palermo
  • 47 commenti a “Un messaggio di Cammarata per via D’Amelio”

    1. Ieri sera tornando da Bologna in aereo mi si è stretto il cuore alla vista della grande “insegna” dell’aeroporto che da verso la pista. Guardandola sono riuscito a leggere solo “AEROPORTO FALCONE E BORSEL” … proprio cosi’ … le ultime 4 lettere erano spente!!!. Ho scritto una email a Gesap in attesa che il loro buon senso faccia accendere le 4 lettere mancanti per dare giusta dignita’ al grande Giudice, almeno in tempo per l’anniversarioo del suo sacrificio.

    2. ahhahah ahhahah ahahahah ahhaha carino molto carino

    3. i miei ahahhahahah ahahahh non sono in attesa di essere approvati?

    4. siamo consapevoli e partecipi
      ma da 15 anni aspettiamo di sapere chi
      ha “commissionato” queste stragi.
      Gli arresti eccellenti,si’,ci sono stati,
      ma anche in questo campo vale la regola
      “morto un papa se ne fa un altro”.
      Al momento,l’unico che non sara’ sostitui
      to,e’ un certo Carlos,che “chiude bottega”.
      Mi spiace,ma non avrei voluto scrivere
      in tal senso….

    5. Scusa Der Fliegende Sicilien, anche se penso che tu non vuoi altro che ti venga chiesto questo, ma cosa ci trovi di tanto divertente?

    6. dillo che non è stato inviato nessun messaggio e che l’hai semplicemente copiato dal sito http://www.diegocammarata.it!! ahahahahaha

    7. Mi sembra decisamente fuori luogo ironizzare e sghignazzare quando si parla della strage di via D’Amelio.

    8. Ma queste cose Cammarata le ha scritte convinto? “Ma c’è di più: nell’ultimo decennio i palermitani hanno imparato a coltivare i valori della legalità e a valorizzare la memoria, trasformando la stagione delle stragi – in cui la mafia sembrava aver minato anche i fondamenti del nostro vivere civile – in un patrimonio collettivo che ci ha reso tutti più forti e consapevoli e ha indotto i nostri giovani a rifiutare l’arbitrio ed il malaffare, la prevaricazione e la violenza che sono alla base dell’organizzazione mafiosa.”
      Cosaaaaaaaa? Ma rici vieru…

    9. peppe andrea e der fliegende sicilien: ma quando Dio distribuiiva il bon ton voi eravate chiusi in bagno? vedete di tornarci e richiudervi!

    10. Cammarata grazie a questa frase, citata da Peppe, diventa il primo concorrente di Veltroni, fuoriclasse e capolista del genere, nella speciale categoria dei campioni di retorica, demagogia, frasi fatte, che lo stesso Cammarata mentre la legge dice a se stesso “ma che c.z.. sto dicendo?”

    11. Manuel lascia che intervenga io perché anche tu hai esagerato.

    12. ok

    13. Bon ton? Perchè dico che quelle frasi sono piene di retorica e di spiccia demagogia? Allora non ho bon ton…!

    14. La sinistra umiliò Falcone, quando lo ritenne troppo “vicino” a Martelli. Il Dc Scotti candidò Borsellino alla Superprocura, con grande disdoro di quest’ultimo. La destra votò Borsellino come presidente della Repubblica, nonostante il suo disappunto. Da sempre la politica campa sulla retorica. Dov’è la novità che vi fa tanto indignare?

    15. Anche io credo che, per la delicatezza della materia, sia facile andare sopra le righe. Io, ancorchè legato da antico affetto, sono uno dei primi a criticare il Sindaco nelle sue scelte politiche, nei suoi atti amministrativi ovvero nelle sue non scelte e nei suoi non atti, ma non mi permetto di metterne in dubbio l’onestà e la buona fede specialmente quando (e questo sì è un atto) manifesta la solidarietà sua e di tutti noi alla vittime della mafia affrontando compostamente ma senza tentennamenti la madre di tutti gli argomenti in questa città. Bravo Diego

    16. Puglisi, io non sono indignato, sottolineo la presa per i fondelli. Tu sai che non accordo nessun credito ai politici italiani oggi sulla scena (nel senso che li considero commedianti professionisti), ed è il motivo per il quale sono astenuto cronico da dieci anni non ritenendo nessuno meritevole del voto. In questo contesto non posso essere sorpreso nè indignarmi.
      Piuttosto che dedicare discorsi, incontri, fiaccolate, stadi, giardini, aeroporti, alberi, piantine e … la lista è lunga, il miglior rispetto e la giusta solidarietà sarebbe quella di cambiare radicalmente il corso delle cose in Sicilia e in tutto il simil-paese chiamato Italia. Ma non vedo reali cambiamenti all’ordine del giorno nè in prospettiva, ma tanti gargarismi verbali per “coltivare” il sistema, quelli si.

    17. Gigi, d’accordo sulla necessità di cambiare radicalmente, ma gli strumenti della democrazia sono quelli da te stesso richiamati.
      Quando sono abbastanza adirato (e ciò capita sempre più spesso) riflettendo su queste cose, immagino, per assurdo, un periodo di terrore stalinista durante il quale, pur sacrificando vittime innocenti, si potesse realizzare la pulizia etnica della componente “cagnola” della nostra società nonchè l’educazione alla legalità di tutti gli altri mediante schiaffoni preventivi, dispensati ogni giorno al risveglio, poichè prevenire è meglio che curare.
      Come vedi, oltre ai gargarismi verbali esistono anche quelli mentali.

    18. quanto poi al “sistemi”, nelle cosiddette democrzie occidentali, è chiaro (almeno dalla mia prospettiva) che si coltivano da sé medesimi essendo del tutto autoreferenziali e supportati da fortissime minoranze industriali e finanziarie.

    19. A tutti voi farciti di retorica sull’antiretorica vi chiedo
      di dirmi 5 “cose concrete” che avete fatto nella vostra vita
      per comabttere la cultura mafiosa.Non sarò certo io a prendere le difese di Diego Cammarata ma in questa città prendere posizioni antimafiose,sarà retorico,ma e’ sempre utile soprattutto quando parliamo di sindaci.Vi ricordo che da Ciancimino in su “la mafia non esiste” era il massimo della posizione pubblica.Certo al Sindaco
      possiamo rimproverere di tutto ma di essere una persona disonesta.Possiamo dirgli che ha amministrato male la città dilapidando le casse del comune ma non possiamo acusarlo di contiguità mafiose.
      E a Palermo queste cose contano piu delle pistole.
      w Falcone e Borsellino

    20. A me dispiace soltanto che ancora una volta il nostro sindaco (ma direi che è un vizio di ogni politico, lui ne è solo un esempio), parla al plurale. Avrei gradito molto di più frasi del tipo “il mio impegno”, “la mia lotta”, “la mia responsabilità”. So bene che essendo sindaco rapprensenta tutta la città, ma sono anche del parere che, soprattutto in certe occasioni, leggere attraverso le parole un impegno concreto e personale, aldilà del formalismo istituzionale, fa molto.
      Falcone e Borsellino, non parlavano in terza persona.. ma in prima. E in prima fila erano, e per questo vennero ammazzati. 🙁

    21. Questo messaggio mi fa pensare che Cammarata non abbia assolutamente coscienza di quello che accade nella sua città! Fino a ieri leggevo di palermitani che pagano per riavere indietro la moto dopo averne subito il furto, e il procuratore Morvillo commentava “Questa è Palermo!”. I commercianti continuano ad essere soffocati, anche quelli giovani che secondo Cammarata rifiutano la prevaricazione, e a Brancaccio bruciano pulmini. Ma davvero lui non vede? Bah 🙁

    22. neve, quando parla cammarata allora dice “io”, quando parla il sindaco di palermo deve dire “noi”.

    23. In un giorno come questo, le sterili polemiche (travestite da scambio civile di opinioni e/o da confronto maturo su temi importanti), a parer mio, non portano da nessuna parte…almeno per una volta!

    24. Sono d’accordo, Maria Luisa. Il gusto della polemica fine a se stessa è il vizio principale di questo bellissimo spazio. Però aggiungo – superando la tua posizione – che la memoria condivisa per forza non mi piace. Abbiamo bisogno di ricordi veri, non mediati dalla retorica. E non mi piace vedere al tavolo della commemorazione, persone che – a quel tempo – furono molto critiche con Falcone, Borsellino, etc, etc… E’ una questione di coerenza

    25. La lotta alla mafia, non deve avere nessun colore politico. tutti dobbiamo essere uniti senza distinzione politica a lottare perchè il potere mafioso possa scomparire. Trovo pertanto ingiusto fare polemiche in questo contesto al sindaco. In questo giorno di memoria lasciamo le nostre coscienze libere solo di riflettere, perchè stragi come quelle del 23 maggio e del 19 luglio non succedano più. Stasera ci sarà una fiaccolata. Io non sono di quel partito ma faremmo bene a parteciparvi senza bandiere e senza particolari polemiche. L’unione fa la forza. La mafia potrà essere sconfitta solo se tutti ci mostriamo uniti e non assoggettarsi più ad essa.

    26. alle 19:15 ci sarà la messa al Don Orione…anche una preghiera non fa male!!!

    27. Non mi pare che ci siano state polemiche legate al colore politico. Quello che si richiede è una presa di coscienza su Palermo! Perchè il problema non venga sottovalutato e sminuito come sempre accade!Non soltanto perchè le stragi di 15 anni fa non siano dimenticate e non si ripetano ma soprattuto perchè non siano state inutili!

    28. A scanso di equivoci dico che Cammarata come persona mi è persino simpatico. E’ la politica del simil-paese, tutta senza distinzione di colori, che non è una cosa seria. Ormai si fa letteratura, concerti, opere di musica barocca (vista oggi in tv), films di serie Z inguardabili sul tema maffia, siccome i loro affari (pizzo, droga etc.) non subiscono danni mi chiedo dov’è l’utilità di queste continue dediche, seppure siano suggerite da impegno sociale e da emozione vera. Forse quando sono successi certi eventi drammatici si doveva fermare totalmente ad oltranza il Paese. Per fare un esempio di moda nel calcio si doveva sospendere il campionato, cosi si dovrebbe sospendere ad oltranza ogni attività in Sicilia e in tutta Italia, finchè non si ricominci con nuove e giuste regole… invece li rimettono in libertà.

    29. P.S. per oltranza intendo uno, due, tre anni, non come nel calcio dove dopo otto giorni si ricomincia peggio di prima.

    30. io non so cosa dire sinceramente, posso dire che non credo a quello che dice il sindaco oppure sì, sinceramente posso farmi mille seghe mentali o giuste convinzioni ma ragazzi non possiamo entrare nella sua testa, non possiamo sapere se sono discorsi da etichetta scritti dal segretario speciale oppure è quello che realmente prova e pensa.
      Allora il mio commento si limita all’augurio che ancora una volta si possa sempre essere in buona fede.
      ciao

    31. […] si leggono tante dichiarazioni e tante belle parole. Io personalmento comincio a diffidare da certe affermazioni, sto, piuttosto, cominciando a credere che certe dichiarazioni o prese di posizione si facciano o […]

    32. “So bene che essendo sindaco rapprensenta tutta la città, ma sono anche del parere che, soprattutto in certe occasioni, leggere attraverso le parole un impegno concreto e personale, aldilà del formalismo istituzionale, fa molto.”.
      Forse questo passaggio del mio commento, Manuel Fantoni, ti era sfuggito? 🙂
      Io non volevo far assolutamente polemica, sono d’accordo con Maria Luisa, la mia è solo un’osservazione! E’ solo che, da cittadina palermitana, destinataria dello scritto del Sindaco, mi sento di dire che se avesse usato la prima persona, avrei confidato di più nel suo servizio. Tutto qua! E’ semplice comunicazione politica! 😀

    33. @ Neve, scusa mi era sfuggito ( leggevo di corsa e non avevo compreso bene… ) .. che dire, hai ragione però, secondo me, intanto aver dedicato il Festino ai caduti nella lotta alla mafia è un segnale, spero non solitario, che qualcosa si muove. Ribadisco chje, secondo me, essendo un messaggio commemorativo, (quindi comunicazione politica), non poteva esimersi dall’usare il noi in quanto parlava come Sindaco di Palermo. Speriamo di sentire altri discorsi con “io”, e magari non solo dal sindaco, o meglio ancora, sentire pochi discorsi e vedere tanti fatti.

    34. Viviamo dentro un Matrix. Forse un giorno ci sveglieremo dalla realtà virtuale nella quale ci hanno infilato.

      È di due giorni fa la notizia che i servizi segreti sarebbero dietro la strage di via D’Amelio, ma nessun quotidiano a tiratura nazionale ha messo la notizia in prima pagina. Segno che la nazione che ci tiene dentro il Matrix ha tutto l’interesse a nascondere notizie così scottanti… sai mai che i Siciliani si sveglino e prendano consapevolezza del fatto che a Palermo esiste solo il braccio armato della mafia, la testa pensate sta ben altrove.

      Cominciamo ad uscire fuori dal Matrix… con la speranza che Rosalio non censuri.

    35. da LaSicilia.it
      Lettera aperta di Salvatore Borsellino: “Ancora tante domande senza risposta”
      PALERMO – Sono ancora tante le domande senza risposta nella strage di via D’Amelio, il 19 luglio ’92 a Palermo, in cui morirono il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta massacrati dall’esplosivo nascosto in una Fiat 126. Ne è convinto il fratello del magistrato, Salvatore Borsellino, che in una lettera aperta chiede di avere alcune di quelle risposte. “Chiedo al procuratore Pietro Giammanco – scrive – allontanato da Palermo dopo l’assassinio di Paolo perché non abbia disposto la bonifica e la zona di rimozione per via D’Amelio. Eppure nella stessa via, al n.68 era stato da poco scoperto un covo dei Madonia e, a parte il pericolo oggettivo per l’incolumità di Paolo Borsellino, le segnalazioni di pericolo reale che pervenivano i quei giorni erano tali da far confidare da Paolo a Pippo Tricoli lo stesso 19 luglio: ‘è arrivato in città il carico di tritolo per me'”. La stessa domanda Salvatore Borsellino la pone all’allora prefetto di Palermo Mario Jovine.
      “Chiedo alla Procura di Caltanisseta – prosegue – e in particolare al gip Giovanbattista Tona, il motivo dell’archiviazione delle indagini relative alla pista del Castello Utveggio: eppure proprio da questo luogo partirono, subito dopo l’attentato, delle telefonate dal cellulare clonato di Borsellino a quello del funzionario del Sisde Contrada. Chiedo alla stessa Procura di Caltanissetta, e sempre allo stesso gip, i motivi dell’archiviazione dell’inchiesta relativa ai mandanti occulti delle stragi”. Borsellino chiede alla procura nissena “di non archiviare, se non lo ha già fatto, le indagini relative alla sparizione dell’agenda rossa di Paolo e di chiarire il coinvolgimento di tutte le persone, dei servizi e non, in essa coinvolte”.
      “Chiedo all’ex senatore Nicola Mancino di sforzare la memoria per raccontarci di che cosa si parlò nell’incontro con Paolo nei giorni immediatamente precedenti alla sua morte. O spiegarci perché, dopo avere telefonato a mio fratello per incontrarlo mentre stava interrogando Gaspare Mutolo, a sole 48 ore dalla strage, gli fece invece incontrare il capo della Polizia Parisi e il funzionario del Sisde Contrada”, continua Salvatore Borsellino. “Da quell’incontro – aggiunge – Paolo uscì sconvolto tanto, come raccontò lo stesso Mutolo, da tenere in mano due sigarette accese contemporaneamente”.
      Per Salvatore Borsellino solo Mancino può riferire di quel colloquio perché altrimenti “a causa della sparizione dell’agenda rossa di Paolo, non saremo mai in grado di saperlo. E in quel colloquio si trova sicuramente la chiave dalla sua morte e della strage di Via D’Amelio”.
      “Non ho accettato l’indennizzo che lo Stato mi avrebbe dato, dietro mia domanda, per la morte di Paolo – continua -. Si trattava, se non ricordo male, di 50 milioni di lire”. “Sarebbe mio diritto ‘pretendere’ dallo Stato – dice – di conoscere la verità sull’assassinio di Paolo, ma da ‘questo’ Stato, da cui non ho accettato ‘l’indennizzo’ che pretendeva di offrirmi quale fratello di Paolo, indennizzo che andrebbe semmai offerto a tutti i giovani siciliani e italiani per quello che gli è stato tolto, sono sicuro che non otterrò altro che silenzi”.
      “Di quante altre stragi, di quanti altri morti avremo ancora bisogno perché da parte dello Stato ci sia finalmente quella reazione decisa e soprattutto duratura, come finora non è mai stata, che porti alla sconfitta delle criminalità mafiosa e soprattutto dei poteri, sempre meno occulti, a essa legati?”. “Di quante altre stragi avremo bisogno – aggiunge – perché venga finalmente rotto quel patto scellerato di non belligeranza che, come disse il giudice Di Lello il 20 Luglio del 1992, pezzi dello Stato hanno da decenni stretto con la mafia e che ha permesso e continua a permettere non solo la passata decennale latitanza di boss famosi come Riina e Provenzano ma la latitanza e l’impunità di decine di ‘capi mandamento’ che sono i veri padroni sia di Palermo che delle altre città della Sicilia”.
      16/07/2007

    36. […] possono fare le cerimonie istituzionali, che, ci mancherebbe, si devono fare (perchè se non si fanno è peggio), ma mi astengo dal […]

    37. “L’incontro con Mancino ha dei solidi riscontri”

      PALERMO – “Se è vero che le dichiarazioni di un pentito come Gaspare Mutolo non possano assumere da solo valore probatorio se non suffragate da solidi riscontri è anche vero che di riscontro ne esiste almeno uno, e incontrovertibile, dato che è siglato dallo stesso Paolo Borsellino”. Così Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso il 19 luglio di 15 anni fa, replica al senatore Nicola Mancino, che ieri aveva affermato di non aver avuto alcun incontro con Paolo Borsellino.

      “In merito alla persistenza delle lacune di memoria del senatore Mancino sull’incontro con Paolo Borsellino del primo luglio 1992 – aggiunge in una nota -, evidenti dalla sua risposta alle mie dichiarazioni e preoccupanti per chi è stato chiamato alla vicepresidenza del Csm, ritengo mio dovere fargli notare nella sua seconda agenda, quella grigia in possesso dei suoi familiari, che, essendo stata lasciata a casa da Paolo il 19 luglio non ha potuto essere sottratta come quella rossa, mio fratello ha annotato: ‘1 Luglio ore 19:30: Mancino’. In quanto alla credibilità dello stesso Mutolo – aggiunge Salvatore Borsellino -, il quale riferisce la frase di Paolo durante l’interrogatorio: ‘devo smettere perché mi ha chiamato il ministro, manco mezzora e torno…’, devo ricordare al senatore Mancino che è proprio grazie alle dichiarazioni di Gaspare Mutolo che il dottor Bruno Contrada, funzionario del Sisde, ha potuto essere condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione”.

      “Inoltre – conclude Salvatore Borsellino – lo stesso Vittorio Aliquò (all’epoca procuratore aggiunto ndr) ha dichiarato di aver accompagnato Paolo fino alla soglia dell’ufficio di Mancino, ed è impossibile credere che lo stesso non possa ricordare di avere incontrato non un qualsiasi magistrato tra i tanti che quel giorno ‘venivano a complimentarsi per la mia nomina’ ma un giudice ad estremo rischio di vita che in quei giorni era al centro dell’attenzione di tutti gli italiani”.

    38. Stavolta sono totalmente d’accordo con Manuela Collarella Rossomalpelo. Ho letto per intero il tuo post nel tuo blog, del quale inserisci un passaggio in questa pagina di Rosalio.
      Sarebbe interessante postarlo tutto compresi i link. In tempo di commemorazioni è giusto per rispetto dei MARTIRI, nessuno escluso, ricordarsi di tutti i risvolti di queste tragedie.
      Per quanto riguarda il passaggio dove ci ricordi che esistono pure persone straniere serie che fanno reportages seri sul tema mafia penso che la televisione italiana, soprattutto pubblica, invece di perder tempo con films di serie Z sulla mafia (spettacoli mediocri, inutili, controproducenti, tranne che per i conti in banca di gente senza idee originali) dovrebbe martellare tutti i giorni le menti di tutti gli italiani con documentari seri, senza invitati politici che gridano ma con veri studiosi seri a commentare e informare dopo i filmati.

    39. il partito, cui cammarata appartiene, è nato in quegli anni difficili e roventi, su fondamenta di dubbio valore e trasparenza. ma soprattutto è nato con un larghissimo coinvolgimento di esponenti della politica siciliana vicini (o appartenenti), nella prima repubblica, alla dc. a me forza italia non piace.

    40. Basta cliccare su Youtube per andare a riscoprire una vecchia intervista a giornalisti francesi, in cui Borsellino parla di Mangano e Dell’Utri. Poi, ognuno può farsi la sua idea.

    41. HELP. Per un errore ho mandato il precedente messaggio come Giovanni V. (lavoriamo insieme ci fu un casino col pc). Chiedo perdono, l’autore sono io.

    42. Gigi ti ringrazio. Non l’ho postato io qui il commento, ma siccome avevo linkato questo post, credo ci sia un trackback automatico.
      pmb puoi postare la fonte dell’articolo che hai linkato per favore?

    43. Oggi si celebra il 15°anniversario della prematura scomparsa di un grande giudice e di un grande uomo,io da palermitano ricordo quel tragico giorno d’estate caldo come se fossi adesso,certo in questi anni Palermo è un pò cambiata anche grazie al suo sacrificio che ha fatto cambiare le coscienze.Grazie Paolo di esser esistito in e per questa città.

    44. La fonte dell’articolo è La Sicilia del 17 luglio 2007… hai ragione Manuela, avevo dimenticato di citarla. Grazie per avermelo fatto notare. Per chi fosse interessato, questo è il link.

    45. io credo che il Sindaco abbia “interpretato ed espletato molto decorosamente la parte che gli compete”.
      Non e’ suo compito fare chiarezza sui mandanti delle stragi.
      Le parole che ha scritto sono scritte
      col cuore.
      Veltroni ha testimoniato:”la mafia succhia il sangue e la ricchezza a tante
      famiglie Siciliane,ed a tante persone
      ha tolto la vita.
      A fronte di cinque milioni di abitanti
      (tanti sono i Siciliani)si stima che
      militino nella mafia circa cinquemila
      persone attentamente selezionate dopo
      lunghi periodi di osservazione.
      Poi ci sono gli emuli,che e’ difficile stimare.Sono quelle persone che pur non
      facendone parte,ne seguono i comportamenti con atti di arroganza e/o
      di prepotenza.
      E’ pericoloso l’atteggiamento di chi nega l’esistenza di questa piaga,perche’
      ne garantisce la quieta sopravvivenza.
      A Mondello (da Valdesi alla Torre)
      una volta c’erano parecchi
      Ristoranti,ricordo sempre affollati.
      Oggi hanno chiuso i battenti
      ed ormai da decenni c’e’ lo squallido
      spettacolo di mura scorticate e finestre
      divelte.Eppure sono migliaia e migliaia
      le persone che si riversano sulla borgata marinara,e non e’ credibile
      che questi esercizi abbiano chiuso i battenti per mancanza di clienti.
      C’e’ chi ha scritto che alla Sicilia la mafia l’ha regalato l’Unita’ d’Italia
      dopo il 1860.
      Pero’ al Nord Italia le imprese fioriscono,e quindi lo Stato c’e’.
      Qui le imprese muoiono e pochi hanno il
      coraggio di fare impresa.

    46. Riki, dici bene: al Nord Italia le imprese fioriscono, e quindi lo Stato c’è. È tutto qui il problema: al Nord lo stato c’è da 150 anni, al Sud, terra di conquista del nord, lo Stato viene negato da 150 anni.

      Ti sei mai chiesto come mai le imprese Siciliane vittime del pizzo prima o poi vengono rilevate da imprese del nord e rifioriscono come per magia? Come mai a loro il pizzo non viene chiesto? Chiaro: l’impresa in Sicilia e nel Sud NON DEVE FIORIRE, altrimenti il nord a chi li vendere i suoi prodotti?

      Ti sei mai chiesto come mai in Sicilia non esistono più banche nostre ma solo banche del nord, che investono I NOSTRI SOLDI solo al nord, prestandoli alle imprese del nord? Mentre al Sud ci si deve rivolgere agli strozzini per avere il danaro, vero sangue dell’economia?

      Ti sei mai chiesto come mai le principali testate giornalistiche sono in mano a imprenditori del nord, che ci propinano la loro visione della Sicilia?

      Ti sei mai chiesto come mai tutti i prodotti che trovi al supermercato vengono dal nord?

      Ti sei mai chiesto come mai i nostri laureati sono costretti ad andare a lavorare al nord per fare la fortuna economica del nord?

      Piccola puntualizzazione: i Siciliani sono 15.000.000 se conti anche gli emigrati. Questo dà le dimensioni della Diaspora che viviamo come nazione assediata, colonizzata e umiliata dal 1860, data in cui siamo usciti fuori dalla storia.

      Fino al 1860 la Sicilia fu terra di immigrazione: qui si trovava fortuna grazie alla posizione geografica strategica, alla terra fertilissima, alla vivacità culturale della popolazione, all’industriosità dei Siciliani. Questo era la Sicilia quando ancora l’industria al nord era solo un pensiero nella mente di Cavour!

    47. pmb, sottoscrivo tutto, e aggiungo che rilanciarono il nord alla rovina e si pagarono gli enormi debiti di guerre con i soldi del Regno delle due Sicilie che svaligiarono, loro che avevano moneta equivalente cacca. Sono i loro eredi quelli che oggi, oltre a tutto cio’ che tu elenchi, vengono persino, sfacciatamente, a pubblicizzare a Palermo le loro copie di macchine 500 costruite in Polonia perchè in quel Paese pagano gli operai 380 euro al mese. Le tue domande me le faccio tutti i giorni, a cominciare dal sistema bancario, e sono arrivato alla conclusione che si tratta di un simil-paese chiamato italia che di Stato non ha proprio niente. Sono astenuto cronico da dieci anni e lo saro’ fino alla fine perchè non legittimo questo simil-paese (sogno la Sicilia autonoma dentro l’Europa) e nessuno dei commedianti sulla scena merita di essere votato per continuare questa vergognosa farsa, a cominciare dai locali pseudo-politici che nel simil-paese ci stanno bene con i loro privilegi.

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