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giovedì 28 mar
  • Cronache della disabilità

    Una persona disabile accanto a te è come gli uccelli di Battiato: cambia le prospettive al mondo. Siamo usciti in tre con l’idea di comprare qualcosa per Natale. Un fine settimana di fine novembre tra due normodotati (sic) e un ragazzo diversamente abile. È la definizione impacciata che si usa. Nessuno ha ancora trovato una parola in cui dolcezza ed esattezza compongano una mistura bevibile per chi vive, ad esempio, su una carrozzina. Magari potremmo cominciare a chiamare tutti, individualmente, per nome. Dunque, M (per ragioni di privacy) sia l’iniziale che descrive il terzo convitato di pietra, fra due normodotati impegnati nelle gimkane festive.
    Io mi reputo un cittadino democratico – come dice Volontè – con una moderata fiducia nelle istituzioni e in concetti basilari quali tolleranza e rispetto. La seguente avventura ha cambiato definitivamente le prospettive del mio mondo. Al “Grande Migliore” di via Generale Di Maria abbiamo dovuto rinunciare subito. Le macchine posteggiate componevano un’invalicabile muraglia di lamiera. A stento ci sarei passato io, cosiddetto normodotato di cento e passa chili. Figuriamoci M col suo guscio a rotelle. Con l’ottimismo e gli zebedei già lievemente incrinati ci siamo perciò diretti verso il “Grande Migliore” sulla Circonvallazione. Abbiamo trovato i posti auto per i diversamente abili occupati da autovetture di acquirenti che non dovevano stare lì. È bene descriverli questi posti: uno appiccicato all’altro. Sicché un uomo in carrozzina avrà sempre bisogno di un accompagnatore che lo faccia scendere, prima di incunearsi nella feritoia. Mai potrebbe posteggiare e sbrigarsela da solo con la carrozzina. Manca lo spazio vitale.
    Comunque il suddetto problema non si poneva nemmeno. Le fessure erano tappate da due automobili tronfie della circostanza di avere violato una regola fondamentale di convivenza. Mi sono recato al banchetto del magazzino con l’altoparlante. Dopo l’annuncio di rito, si è precipitato fuori un energumeno infastidito. Era il possessore della prima auto. Mi ha accusato di avergli schizzato il parafango e mi ha minacciato. M. nell’abitacolo friggeva di collera. O accetti lo scontro fisico – pensavo – e gli spacchi la faccia al subumano di turno, o lo ignori. Dunque, l’ho mandato decorosamente a quel paese (“Il parafango è sporco? Ma lei, caro amico, deve preoccuparsi del fango che sta alla guida e che le insudicia i sedili”) e ho fatto il giro. Foto di gruppo: la mia Fiat fumante, due normodotati incavolatissimi e poi M, sempre più sconsolato, che cominciava a scusarsi per le difficoltà che ci stava creando. Siamo tornati sul luogo del delitto. Nel frattempo era venuto fuori dal viluppo lacoontico delle compere il proprietario del secondo veicolo abusivamente parcheggiato. Un padre di famiglia, un signore perbene e affabile, con figlia sensibile al seguito, che però non capiva: “Scusi, ho visto la macchina dell’altro tizio andare via. Non potete pretendere due posti.”. E io pazientemente a spiegargli che avevo dovuto fare il giro, che comunque a lui non toccava stare lì. All’apice del cortese diverbio, M è impazzito di dolore. Si è messo a urlare. Ha gridato al padre di famiglia: “Visto che ci tiene tanto a quel posto auto, le auguro di acquisire il diritto di usarlo!”. È finita con una richiesta di perdono che ci ha un po’ rinfrancato e che abbiamo considerato un parziale recupero di umanità.
    Siamo tornati a casa distrutti. Per la cronaca, la gente è passata via indifferente, ripiena di pacchi e pacchetti, davanti alla scena che ho descritto. L’unico a solidarizzare è stato un mendicante zingaro che ha allontanato il palermitanissimo energumeno della prima macchina: “Tu devi avere rispetto per signore che soffre in sedia a rotelle”, gli ha intimato. Ma come cambiano le prospettive del mondo.

    Palermo
  • 22 commenti a “Cronache della disabilità”

    1. Le parole possono servire a tante cose: emozionare, comunicare, colpire.
      Tu le usi anche per educare, educarci a come va vissuta una città.
      Roberto, penso che sia uno splendido modo di usare le parole.

    2. Grazie Roberto.
      Indignamoci pure leggendoti. E magari pensiamo se cose simili non le abbiamo fatte anche noi.

    3. complimenti per la capacità espressiva di queste righe…leggendo mi sono vergognato di me stesso pensando a frettolosi parcheggi sulle strisce…

    4. E’ terribile! L’indifferenza della gente riguardo i problemi di disabiltà è paralizzante.
      Esco spesso con amici che hanno problemi motori e la feddezza e l’imbarazzo della gente “normale!” li cominci a sentire già quando da lontano ti appresti a entrare in un negozio, o in una pizzeria.
      Quasi quasi gli dai fastidio: come ti permetti a uscire dalle tue quattro mura? perchè con la tua presenza rovini i pomeriggi di shopping di quella brava gente? li fai quasi sentire in colpa… La maggior parte dei parcheggi per disabili sono occupati da soggetti abilissimi che hanno bisogno di non perdere tempo a cercare un posto…
      Attenzione, il problema non dipende da fattori strettamente culturale: non è funzione di titolo di studio nè della professione nè ancora di abitudini arretrate localizzate. L’unica ragione che trovo in questi brutti esempi di vivere sociale è nell’universale egoismo umano.

    5. Oggi dovrebbe essere la giornata dei diversamente abili.

    6. Cari amici miei, nessuna pretesa educativa. Non c’è alcun merito morale a vedere cose nuove con occhiali che non hai scelto di indossare. Ma può servire agli altri.

    7. Abbiamo trovato i posti auto per i diversamente abili occupati da autovetture ”

      questa è una delle cose che mi fa mette un nervoso addosso incredibile, definire certi palermitani trogloditi è dir poco.

    8. “Mi ha accusato di avergli schizzato il parafango e mi ha minacciato”_
      ^
      peccato avrei voluto essere anch’io lì, MI SAREI FIONDATO AD AIUTARVI contro il troglodita di turno

    9. insensibilità verso l’ambiente, soprusi verso animali e persone indifese mi procura una tempesta di adrenalina CONTRO IL CAVERNICOLO del momento. c’avete presente asterix&obelix dopo la pozione magica??

    10. Che tristezza! Che infinita tristezza! Che esercito di persone incivili! Tutte le mattine che decido di lasciare l’auto parcheggiata in una delle tante strade ubicate sul lato monte di viale regione siciliana per muovermi a piedi (volendo evitare di dover girare due ore per trovare parcheggio)mi capita di dover affrontare gli stessi problemi. Non sono diversamente abile, sono solo una mamma che col proprio bimbo (di appena 16 mesi su passeggino) vuol raggiungere luoghi e servizi.
      E’ terribile, a parte lo smog,doversi imbattere anche nell’inciviltà e nella prepotenza della stragrande maggioranza degli automobilisti. Un invito: chiamate i viglili urbani e non esitate a far rimuovere le auto in sosta vietata su marciapiedi, strisce pedonali, aree di sosta per disabili, etc. Anche a me è capitato di perdere le staffe: ad esempio dopo aver invitato una signora a spostare l’auto comodamente parcheggiata sulle strisce pedonali e sapete perchè? Non solo perchè in appena cinque minuti di “passeggiata” mi ero imbattuta in 37 vetture parcheggiate sulle strisce pedonali o sui marciapiedi, ma anche e soprattutto per la prepotenza e la totale indifferenza mostrata, per il continuare a non capire il messaggio che stavo tentando di inviare. Dalle strisce pedonali di una strada la signora è passata a quelle immediatamente presenti sulla perpendicolare. Le ho ribussato gentilmente al finestrino per chiederle di nuovo di spostare l’auto dalle strisce; la signora ha cominciato ad inveirmi contro accusandomi di soffrire di manie persecutorie nei suoi confronti! Che inciviltà! Il teatrino era allestito! Una folla immensa si è radunata, almeno quaranta persone, prendendo le mie difese. Ma cari miei non sono solo i parcheggi…un diversamente abile a Palermo, in moltissimi locali non può entrare se non accompagnato! Gradini, gradini e ancora gradini… E i bagni? per la maggior parte chiusi, impraticabili, spesso al piano -1 senza ascensore, troppo stretti, irraggiungibili, …!In banca? Impossibile entrare…la porta col famoso simbolino dell’omino diversamente abile…perennemente sbarrata per motivi di sicurezza. E le bussole di sicurezza?…una persona “normale con passeggino al seguito ci rimane incastrata una volta sì e una volta sì…fatevi ricevere dal direttore immediatamente…vi apriranno tutte le porte! Il problema…: quando il direttore non c’è, cosa si fa? Scrivete!A scuola accompagni tuo figlio col passeggino, ti aprono una porticina che da immediatamente su un gradino, che da su un altro gradino, che da su una salita? La portiera si lamenta della tua richiesta quotidiana di farti aprire il cancello scorrevole? Che fai? vai dalla direttrice ed esponi il tuo problema, che non è solo il tuo problema. Il cancello ora rimane aperto negli orari di ingresso e uscita dei bambini e dei ragazzi da scuola per consentire a tutti un accesso comodo.
      Il problema sapete qual’è: Assistere giornalmente a tante ingiustizie e rimanere zitti, passare sempre sopra! Basta! Basta!Ribelliamoci tutti, abili e meno abili. Non teniamo gli occhi chiusi e pure la bocca e pure le orecchie. Basta! Un caro abbraccio a M. che non conosco e a tutti quelli che ancora si arrabbiano e hanno il coraggio di fare davanti a tanta ingiustizia, inciviltà, prepotenza. Cambiare in meglio è possibile. Ricevere le scuse è già un inizio, far riflettere, una grande conquista, migliorare noi stessi un segno del nostro grande amore per noi stessi e per gli altri.

    11. E che ti devo dire Robè… prima o poi mi devono fare direttore da qualche parte e ti prendo a colpo… Quanto al fango, magari prima o poi si schianta contro un guard rail: mica voglio che si faccia male lui, per carità, spero solo che la sua auto si accartocci e la debba buttare nel cesso. E si ci butti pure lui, che tanto nessuno lo rimpiangerà

    12. Si certo, tutto bellissimo.
      Rimane però il fatto che mi avevate sporcato l’auto di fango.
      Chi mi ripagherà del danno?

    13. Spero solo che il commento precedente sia solo amaramente ironico, perchè se così non fosse ci sarebbe da preoccuparsi veramente!
      Comunque sia…per pulire il parafango dell’auto basta un secchio d’acqua..all’AGIP lo buttano gratis. Se poi è l’intera auto ad essere sporca bastano 10 € da dare al lavaggista. Basta farsi rilasciare la fattura e consegnarla, ma bisogna pure dimostrare che chi si accusa ha effettivamente commesso l’orribile reato. A chi invece ha parcheggiato l’auto in sosta vietata una bella multa ed il carroattrezzi.. la prossima volta.
      Una domanda: chi ripaga il danno morale a M? Chi ha leso la sua dignità quale pena deve subire? Un parafango sporco si può lavare, il ricordo di un comportamente incivile, mi sa che non esiste moneta per cancellarlo, neanche se il risarcimento proviene da una sentenza del Tribunale!

    14. A me, cara Egle, pare evidente che il commento sia ironico. Ma anche contiene un utile ammonimento: troppo spesso – in barba alle nostre bellissime teorie – non vediamo oltre il nostro parafango

    15. “Nessuno ha ancora trovato una parola in cui dolcezza ed esattezza compongano una mistura bevibile per chi vive, ad esempio, su una carrozzina”.

      sempri ranni sì Robertone 🙂

    16. Azzie Marì. 112 chila, hai voglia di essere ranni 😉

    17. Roberto, la cosa che più mi premeva sottolineare col mio commento è che frasi che a me, a te e a tanti altri possono sembrare ironiche o scontate nella loro ironia, spesso non sono lette nella giusta chiave da molti altri, e ti assicuro questi altri sono tanti, davvero tanti. La parola è un potente ed affilato strumento che può far molto male. Ecco perchè ho voluto scrivere quelle due righe a chiarimento, solo, come dici tu, per sottolineare che oltre al nostro parafango c’è qualcosa di ben più importante che va oltre le cose materiali ed i soldi.
      Le persone che sono costrette a stare su una carrozzina, come pure i ciechi, gli audiolesi e qualunque altra persona diversamente abile o con malattie ereditarie, mentali o psicosomatiche sono PERSONE e come tali vanno RISPETTATE. Non prendiamoci in giro, qualunque parola dolce o mistura bevibile non cambierà uno stato che è quello che è.
      E’ il modo di porsi di quelli che chiamiamo “normali” che deve cambiare. Chi sono poi questi normali….
      Anche un diversamente abile sarebbe “normale” se solo potesse vivere in una società civile. E la cosa buffa è che c’è pure chi si compera la macchina uguale a quella del suocero disabile (che la macchina proprio non la usa mai e sta invece chiuso in casa perchè a nessuno importa di fargli respirare aria pura in montagna) e si fotocopia pure l’autorizzazione a parcheggiare indisturbato a destra e a manca e dall’altro lato c’è chi sta veramente su una carrozzina e trova il posto occupato…e sta tre ore a girare e magari se ne torna a casa sfinito, perchè quando ha trovato il posto non può neanche scendere dall’auto in mancanza di spazio vitale. Ma quanti pseudodisabili ci sono a Palermo, li avete mai notati? A me sembra una città in cui gli incivili sono davvero tanti.
      Storiella di vita quotidiana: Un diversamente abile (audioleso nel caso in questione) alle 7:00 del mattino trova il passo carrabile occupato da una autovettura e cosa fa? Comincia a suonare per un’intera mezzora, nessuno sposta l’auto in divieto di sosta…l’audioleso continua a suonare svegliando mezzo mondo. Perchè non chiamare i vigili urbani con annesso carroattrezzi? Pensate sia civile svegliare un intero quartiere, praticamente ogni giorno? A me non sembra un comportamento civile, per quanto si possa aver ragione, essere esasperati, arrabbiati, non bisogna mai comportarsi da incivili e diventare come chi fino a due secondi prima abbiamo criticato. Se siamo veramente tutti uguali comportiamoci da UGUALI ed evitiamo le etichette. Scusate la lungaggine del mio commento.

    18. Hai ragione, Egle

    19. Perchè allora non proviamo tutti insieme a fare qualcosa per abbattere alcune delle infinite barriere architettoniche presenti in città? Parliamone e se vi va una mattina soleggiata della prossima settimana riuniamoci e cominciamo una passeggiata in uno qualunque dei quartieri di Palermo. Cominciamo a camminare mettendo in luce pregi e difetti…io porto la macchina fotografica ed il mio bimbo su passeggino, tu il quaderno degli appunti; M., Bulgakov, Fabri, Maristella, Isaia, Turi, Totò, Lucio, Marco, Michela, Gaetano, Filippo, Fernano, Crocetta e tutti quelli che hanno voglia di fare una passeggiata.

    20. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare…Speriamo di no. Oggi ho portato uno dei miei due bimbi dalla pediatra, la dottoressa Fortunata Durante, che mi ha anticipata sui tempi rispetto a quel che vi accennavo stamattina…Sta organizzando per giorno 19 gennaio alle ore 16:00 (giorno ed ora ancora da confermare) in piazza Croci una coloratissima e apolitica manifestazione alla quale siamo tutti invitati. Basterà portare un palloncino colorato e, se vi va di disegnare o di scrivere, anche un cartellone. Il tema della manifestazione riguarda gli infiniti disagi che bambini, mamme con passeggino, diversamente abili, anziani e pedoni in generale affrontano quotidianamente gironzolando in città, dallo smog alle barriere architettoniche, dall’inciviltà di parecchi automobilisti ai marciapiedi invasi dalle auto…etc., etc. Se vi va passate parola, spero veniate in tanti. Se volete dare conferma della vostra partecipazione potete pure telefonare al numero della dott.ssa che si trova sull’elenco telefonico o inviare a me i vostri nomi e numeri di tel. Ho svolto una ricerca con una delle autrici di Rosalio (Cristina Alaimo)che ha il mio indirizzo mail.
      Grazie se pubblicherete questo commento, grazie lo stesso se non lo farete.

    21. Ride bene chi ride insieme

      Ride bene chi ride ultimo, ma da ultimi non si ride mai.
      E quando un giorno gli ultimi saranno i primi, neanche allora rideranno.
      Dicono che i bimbi Down ridano sempre, pare siano felici, così felici da ridere, ridere sempre.
      Dei ragazzi e degli adul…

    22. Ride bene chi ride insieme…

      Ride bene chi ride ultimo, ma da ultimi non si ride mai.
      E quando un giorno gli ultimi saranno i primi, neanche allora rideranno.
      Dicono che i bimbi Down ridano sempre, pare siano felici, così felici da ridere, ridere sempre.
      Dei ragazzi e degli adu….

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