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mercoledì 24 apr
  • Si è dimesso il presidente dell’Amia

    Il presidente dell’Amia Marcello Caruso si è dimesso.

    Caruso ha dichiarato: «Con la consapevolezza di aver onorato il mandato con il massimo impegno e trasparenza faccio un passo indietro per profondo senso di responsabilità e amore per la città e l’azienda. […] Riteniamo che le attuali condizioni dell’azienda oggi necessitino di una “governance” straordinaria con competenze diverse che vanno al di là delle attribuzioni dell’attuale cda e che possa avviare l’azienda verso un processo di improcrastinabile riequilibrio e rilancio. In questi pochi mesi il cda ha operato, col dovuto raccordo con l’amministrazione comunale, in tal senso ispirandosi a criteri di massimo rigore e contenimento dei costi aziendali, contribuendo ad affrontare una profonda crisi finanziaria che ne ha condizionato l’attività».

    Palermo
  • 22 commenti a “Si è dimesso il presidente dell’Amia”

    1. In che modo una crisi finanziaria, che sfiora appena l’economia reale, può condizionare l’andamento di un’azienda pubblica fino a fallire nelle oridinarie prestazioni su cui è basata l’esistenza dell’azienda stessa? Tralasciando l’ironia della domanda vorrei davvero una risposta sincera e obiettiva.

    2. @Cittadino:
      devi leggere tra le righe: in pratica ha detto che lui ci ha provato ma che dovendo sottostare ai dictat del comune non ha potuto fare nulla.
      Ti giro questa domanda: se una società X arriva con difficoltà al pari di bilancio ogni anno, se questa società ha 1500 dipendenti e se dall’oggi al domani *qualcuno* ti impone di assumere 912 persone (senza nessuna mansione specifica nè specializzazione, insomma senza accrescere il know-how aziendale) mi dici che speranze ci sono che tale aziende chiuda in pari il bilancio annuale?
      Finchè le municipalizzate/statalizzate serviranno da ammortizzatori sociali, l’unica soluzione sarà quella dell’aiuto di stato, ergo: nuove tasse.
      In Italia non si può licenziare e la moneta di scambio in tempo di elezioni sono i posti di lavoro. Quindi possiamo solo affondare.
      E vi prego di notare che è un problema bipartisan….

    3. Non sono d’accordo, 912 persone non specializzate possono ben essere impiegate nella raccolta differenziata porta a porta … se si ha intenzione di effettuarla, la raccolta differenziata, che è l’attività più redditizia di tutto il ciclo dei rifiuti … ad esclusione della produzione di c.d.r. per termovalorizzatori, pagato dallo Stato cioè da noi.

    4. Ma come, si è dimesso? Poteva restare un altro po’…

    5. si è dimesso………..
      mi ero illusa, peccato……..
      si è dimesso…..no niente…
      vabè..

    6. @pepè:
      puoi fargli fare qualsiasi lavoro, redditizio o meno, ma devi necessariamente pagarli (con contratto federambiente oltretutto) e quindi il budget annuale non è sufficiente per portare avanti l’azienda in queste condizioni.
      E comunque il “bello” (o purtroppo brutto) deve ancora venire. A fine mese mi chiedo come faranno a pagare gli stipendi e allora altro che emergenza rifiuti. Prepariamocci al peggio.

    7. per il/la forse collega P.L.:
      e in più c’è che il contratto di servizio è fermo al 1999 (si ragionava in lire….) poi nel 2000 è entrato l’euro…… e si sa che i rincari ci sono stati…
      E le consulenze?
      E i lavori affidati all’esterno quando potevano essere fatti internamente?
      Ecc….

    8. Bravo Caruso, non sei certo tu il colpevole del disastro amia, sei(eri) presidente da 6 mesi. Hai cercato di contenere gli sprechi per quanto possibile, hai il merito di aver detto le cose come stanno(non che non le si sapesse), che il problema vero dell’amia è il debito e non può più essere rimandato, senza finanziamenti urgenti si chiude baracca.
      Però anche tu hai un torto, quando ti hanno messo a capo dell’amia non hai fatto chiarezza sul malgoverno passato, non si può coprire ciò che è stato!
      Sei l’agnello sacrificale di questa giunta che cerca di coprire le proprie malefatte sindaco in primis.
      Bye bye..
      p.s.
      Non mi mancherai.

    9. Il presidente dell’Amia si è dimesso…
      senza dubbio gesto di responsabilità personale e spiccato spirito di sopravvivenza.
      Ora Palermo ha ufficialmente oltrepassato quella sottile linea rossa…
      Quella linea rossa oltrepassata la quale si aprono scenari locali molto inquetanti, non possibili da far scomparire solo grazie a proclami emessi da giovani ministre all’ambiente o da sorridenti premier nazionali… perchè ci vogliono tanti tanti milioni di euro (150) per tirare l’Amia fuori dai pantani finanziari … e con la Lega Nord che avanza inesorabilmente lassù, le città dell’isola siciliana non godranno di un solo centesimo di euro per danni provocati da “manager” aziendali del tutto incompetenti (magari fossero stati dei manager!!!) .
      La Lega ora tiene ancor di piu’ per le p..le il premier e quindi scordiamoci i trattamenti finanziari riservati a Catania fino pochi mesi fa.
      Senza milioni di euro l’AMIA è destinata all’inevitabile fallimento.
      Prepariamoci quindi al peggio a Palermo, altro che 10 giorni senza raccolta di rifiuti, magari il futuro ci potessere riservare solo 10 giorni senza raccolta rifiuti.
      Solo l’esercito, che si sostituisce all’Amia per almeno metà anno, ci potrebbe salvare dall’invasione di topi e paffuti scarafagi. E tutto sommato non sarebbe una cattiva idea se si pensa che migliaia di militari stanno dentro le caserme a passare il tempo lucindando fucili della seconda guerra mondiale.
      Meta’ anno, il tempo che l’AMia fallisce, viene messa in vendita (quel che rimane della sola good company) dal Comune e viene rilevata da qualche grossa società di raccolta rifiuti nazionale (il premier non tollererebbe invasioni d’oltre alpe come il caso Alitalia ci insegna).
      Fare analisi delle gestioni degli ultimi anni dell’AMIA serve a poco, anche perchè Corte dei Conti e Procura della Repubblica stanno già indagando su questi argomenti e dovranno esprimersi con sentenze e giudizi secchi!
      L’unica analisi che possiamo fare è quella di immaginare l’incubo che ci aspetta con la munnizza a Palermo.
      E se molte famiglie palermitane resteranno senza lavoro, in una futura aquisizione dell’AMIA da parte di qualche colosso nazionale della gestione rifiuti, nell’attuazione di una politica gestionale improntata all’efficienza, non provero’ commozione. Le società di raccolta rifiuti non sono vocate a fare da ammortizatori sociali, almeno a Palermo!!! Queste vie sperimentali ed innovative lasciamole a società di “coscienza civica”, “capacità manageriali” e “senso di responsabilità” piu’ avanzate di quella nostra.
      E solo dopo, dalle altre società “civili”, apprendiamo le buone prassi da adottare possibilmente a casa nostra!!!

    10. Dimissioni tardive ma sempre ben accette…

    11. almeno uno che ha capito di non avere le competenze e va a fare altro!!!
      dovrebbero seguirlo in tanti!

    12. se A2A sbarca in Sicilia ne vedremo delle belle…

    13. Via racconto una storiella: davanti casa mia ci sonoi cassonetti e davanti casa mia ci sono gli alberi : tre volte, nel solo 2009, qualche decelebrato ha dato fuoco ai cassonetti bruciando alberi e buganvillea. Ieri siamo andati all’amia in via nenni per chidere lo spostamento dall’altro lato della strada dei cassonetti alla luce del fatto che, dall’altro lato, non ci sono ne alberi ne nulla che possa prendere fuoco; ci hanno indirizzato, dopo aver provato a chiamare in 5 stanze senza che nessuno rispondesse, da una certa dottoressa X (non so se posso scrivere il nome…Rosalio fammelo sapere) che è la responsabile per il servizo cassonetti la quale, pur essendo in ufficio, ci ha detto “tornate domani perchè c’è il mio assistente perchè io non ne so nulla!!!”
      Serve dire altro??
      @marcodisalvo: non che quelli della lega abbiano torto quando pretendono che un operaio di bergamo alta (la cui molgie fa la differenziata e che producono in un anno la munnizza che un palermitano medio produce in due settimane…non chiedetemi come facciano) non paghi un centesimo per i malaffari, i profumi ed i balocchi di galioto & co.

    14. Lo Cicero dalla direzione generale del Comune alla presidenza AMIA (a volte ritornano).
      Altra news di oggi = si sta per nominare un amministratore unico all’AMIA, si legge sui giornali di oggi, come se risparmiare 100.000 euro all’anno di Consiglio di Amministrazione potrebeb sanare il buco di 150 milioni di euro.
      Quindi dietro questa nomina di Amministratore Unico dell’AMIA si potrebbe leggere una mano libera ad effettuare una serie di manovre che con un CdA rappresentato da partiti diversi non sarebbero possibili perchè osteggiate dai partiti (vedi MPA, PDL corrente Micciche’ e PD).
      Meditatiamo, meditiamo,
      grandi cambiamenti arriveranno all’AMIA….. epocali e rivoluzionari. Anche dolorosi.

    15. Ma io vi (e mi) chiedo: se voi foste il sindaco, tolti i soliti sprechi e le super consulenze, sareste disposti a mandare a casa circa 500 dipendenti per sanare il debito?
      Vi prego di rispondermi seriamente accettando, anche solo per un momento, che questa sia l’unica soluzione (quindi non dite cose tipo “riducendo le spese e bla bla bla”, facciamo finta che le avete ridotte all’osso e siete ancora in rosso).

    16. @P.L.
      Assolutamente si! (rimango però basito dal numero)
      Non vedo perchè io devo cercare un posto di lavoro e probabilmente trasferirmi fuori da Palermo e loro ex detenuti (Amia ESSEMME) devono stare a carico del comune senza nessuna utilità. Un conto è avere cuore, una mano pietosa per i bisognosi ma qui si è passato ogni limite. Il comune è diventato un centro di collocamento, non ha soldi per i servizi, per il sociale, per niente. Vogliamo rassegnarci?
      Se facciamo il confronto con le altre città italiane c’è da restare scioccati.
      Stessa cosa però si deve applicare alla regione siciliana che ha più di 20mila dipendenti e a tante altre realtà.

    17. @ P.L.
      Il problema sta a monte. Un sindaco serio non si sarebbe inventato la stabilizzazione di 900 LSU imponendo la loro assunzione a una ex municipalizzata, sapendo che negli anni a venire questo fatto avrebbe causato il crack finanziario dell’azienda. Il suo è stato un artificio contabile di comodo che gli ha permesso di presentarsi alle passate elezioni a Sindaco dicendo che aveva stabilizzato tanti LSU e assicurato così uno stipendio a tante famiglie. Ora dovrebbe avere il coraggio di dire che il bilancio del Comune non poteva permettersi questa scelta scellerata.

    18. La causa del male è la mancanza di un piano industriale, le poche grandi aziende che operano nel settore (su 3500 circa sono il 3%, con 118 dipendenti in media) sono in attivo. L’errore se così si può chiamare è di impiegare 900 persone senza studiare un piano produttivo diversificato per linee di attività.
      *
      http://cobrand.ilsole24ore.com/documenti/SitiCoBrand3/cribis/credito_e_impresa/smaltimento%20rifiuti.pdf
      *
      http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/06/23/rifiuti-affare-sporco-con-lo-stesso-fatturato.html

    19. @ pepè
      Condivido il concetto.
      Con un potenziale numerico di 900-1000 e anche piu’ nuovi dipendenti si puo’ costruire un piano industriale per il quale ci si puo’ permettere di fare una raccolta di differenziata door to door e balzare ai primi posti nazionali per % di raccolta differenziata conseguita.
      Ma siamo a Palermo, dove si assume per ammortizzatore sociale, non per impegnare il personale in lavori.
      E’ come quando in Inghilterra o in altri stati europei si percepisce un sussidio di qualche centinaio di euro senza far niente a casa.
      Ma a Palermo con tutte quelle persone assunte non si è fatto nulla perchè i CdA e i Presidenti e i Direttori delle Aziende sono solo persone raccomandate dai partiti politici. Non sono stati individuati per le loro capacità manageriali anche perchè se avevano capacità manageriali probabilmente si trovavano a gestire qualche società in qualche altro angolo del pianeta e non a Palermo.
      Quelle centinaia di famiglie non fanno affatto pena, una volta licenziati i rispettivi capifamiglia, se si fosse visto in questi anni un servizio di raccolta rifiuti efficace.
      Ma siccome uno che entra all’AMIA poi si raccomanda pure per non fare nulla e per farsi altresì 80 ore di straordinario al mese, nessuna pietà per quelle famiglie.
      Così vediamo se cambiano le culture dominanti di questa città, se ci si ferma a pensare un attimo che quando hai un lavoro oggi, ti devi impegnare seriamente come dovere civico nei confronti della collettività. Perchè quel lavoro è prezioso. Come tutti i lavori onesti.
      Ci saranno indubbiamente tensioni sociali a Palermo, quando molti dipendenti saranno scaricati nel nuovo assetto societario dell’AMIA, quando verrà svenduta al miglior offerente.
      Ne vedremo delle belle, ma al punto in cui la politica dei partiti è arrivata oggi, non c’i sono alternative. Una bella lezione alla politica cieca e sterile dei partiti (di sinistra con Orlando che ha iniziato l’epopea del precariato e di destra con Cammarata che ha finito di consare l’opera).

    20. Finalmente risolto alla radice il problema dei rifiuti: si chiude l’Amia!

      Con buona pace di quelli che hanno creduto al giochetto di Bertolaso mandato dal premier: “in una settimana il problema sarà risolto!”.

    21. @Josh:
      non ho provato a giustificare il sindaco, così come non giustifico Orlando che ha iniziato questo maledetto gioco “assumi LSU”, poi seguito da Lo Porto e tanti altri.
      Quello che dico è che il prossimo sindaco di Palermo, quale sia il suo colore, dovrà affrontare il problema e, ora come ora, l’unico modo di sitemare le cose al Comune di Palermo è LICENZIARE. Ma in Italia non si può licenziare…

    22. Le pubbliche amministrazioni devono condurre – per legge – l’attività amministrativa istituzionale secondo i principi di efficacia e di efficienza, cioè parametri in comune con le imprese private. Le imprese hanno in piu’ il profitto.
      Quindi qual’è il problema ?
      Rispondo: la classe dirigente che non è capace di raggiungere obiettivi.
      Ma gli assessori spesso non hanno obiettivi.
      Il programma del sindaco è solo carta per un sito web il piu’ delle volte.
      L’unica azione operativa che questa amministrazione puo’ dire di avere avviato è: apertura dei cantieri di tram, anello ferroviario e passante ferroviario. Stop! Null’altro. Sociale, altri servizi, cultura, verifica rispetto regole per i cittadini, mobilità urbana e codice della strada, gestione rifiuti e altro = 0.
      Perchè licenziare ? Se ci sono tanti dipendenti potrebbe essere un valore aggiunto per una pubblica amministrazione. Puoi fare dell’efficienza dei servizi un punto di forza con tanti dipendenti, tanto lo stipendio lo devi erogare ogni mese, e allora stabilisci obiettivi e procedure obiettive di valutazione dell’operato chiamando i cittadini ad esprimersi sull’efficienza dei servizi e facendo diventare le valutazioni dei cittadini parametri per il pagamento degli stipendi. Si puo’ fare se lo si vuole. Ma ci vuole serietà lavorativa, etica, senso di responsabilità, e impegno.
      Ma i cittadini non chiedono nemmeno un’aumento dell’efficienza dei servizi. Quindi l’amministrazione (assessori, dirigenti) non si sentono in dovere di assicurare cio’ che i cittadini in effetti non chiedono.
      Il problema in questa terra è che i cittadini, nel grosso dei numeri, non pretendono nulla, si lamentano e basta, ma senza chiedere, in maniera organizzata, servizi efficienti. Questo è il problema.

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