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venerdì 26 apr
  • Il treno delle storie

    Entrò nello scompartimento, si sedette di fronte a me, aprì la borsa e cominciò a leggermi la sua storia. Era un racconto triste ma lui non lo era. Aveva gli occhi dolci e le labbra tumide. Quando finì se ne andò scusandosi. Poi venne una ragazza che tolse i petali di una rosa e li posò sulla mano, Poi li soffiò verso di me e ne sentii il profumo. Ed era la sua storia. Da allora prendo il treno spesso. E cerco storie.

    I racconti di tre righe
  • 4 commenti a “Il treno delle storie”

    1. Per le storie ci stanno gli scrittori. C’è un solo problema con gli scrittori. Se quello che scrivono viene pubblicato e vende molte, molte copie, pensano di essere grandi. Se quello che scrivono viene pubblicato e vende un buon numero di copie, pensano di essere grandi. Se quello che scrivono viene pubblicato e vende pochissime copie, pensano di essere grandi. Se quello che scrivono non viene pubblicato e non hanno i soldi per farlo pubblicare a loro spese, allora pensano di essere davvero il massimo. Penso che ce ne siano pochi di grandi scrittori. E penso che i peggiori siano quelli convinti della propria grandezza. I meno dubbiosi. Cosa c’entra questo con il “treno delle storie”? Nulla. Ma tanto non se ne accorge nessuno. Peccato però.

    2. dalle bocche delle donne non esce solo fiato per soffiare petali di rosa, escono anche belle storie, o storie tristi, a volte afone, comunque storie, le nostre, basta saperci ascoltare.
      .
      mi piacciono i treni, vi scorre la vita, piena di storie e di odori…

    3. Hai ragione Stalker. Le vostre storie. Sarà una questione di sensibilità. Una l’ho ascoltata pochi giorni fa. Ciccia Bomba. “Ciccia Bomba cannoniere fa la cacca nel bicchiere…” Non sto scherzando, per niente. Raccontata così, all’improvviso, per via di un’insegna. Dapprima ho riso, poi mi sono emozionato, meravigliandomi. L’ho vista bambina, sul vasino, quando la cacca era il nostro unico mistero. Cose così insomma. In mezzo al traffico.

    4. si, anche per mia nonna la mia cacca era un meraviglioso mistero, sacro, quasi guardasse dei fondi di caffè che le potessero rivelare tutto di me.
      poi stasera cercavo il libro di goliarda speranza da far leggere ad una cara ospite un po’ insonne, e mi sono ricordata, casomai me ne fossi mai dimenticata, che le donne non raccontano solo filastrocche.
      io le chiamo femmine toste!
      che gioia.
      v

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