Viale Diana
Penso che a Palermo viale Diana sia una delle più straordinarie eccezioni stradali d’Italia. Si svolge lungo un circuito interno al Parco della Favorita. Lo percorro quasi tutti i giorni, verso Mondello e ritorno. Ci si immette da piazza Leoni o da via della Favorita, lato sudest, dal viale Margherita di Savoia o dai Giardini della Palazzina Cinese, lato nord-ovest.
Secondo lo “stradario storico” del Di Liberto va da piazza Leoni al cancello Giusino, e prende il nome da una statua imperiale di età romana, “oggi visibile ma incorporata in una zona di proprietà della Marina Militare”. Diana è una dea italica, latina e romana, signora delle selve e protettrice degli animali selvatici, custode delle fonti e dei torrenti, nonché protettrice delle donne, cui assicurava parti non dolorosi.
Ogni mattina il viale, nei due sensi di marcia o, meglio, lungo tutto il suo circuito, è frequentato, in maniera stabile e duratura, da ragazze molto giovani provenienti da regioni africane che sono state rese schiave da un business, ritengo, illegale ma non per questo perseguito, vista la permanenza delle ragazze e la reiterazione del crimine. Non scandalizza la bellezza delle donne, il loro abuso sì.
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