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martedì 19 mar
  • Stele di Rosetta

    Gli intraducibili

    Quando parlo con non palermitani a volte mi trovo in difficoltà perché alcuni termini ed espressioni risultano intraducibili. Nel senso che resi in italiano non mantengono la connotazione forte del palermitano.

    Alcuni esempi:

    • sivo;
    • strurùsa;
    • ‘n suppìlu ‘n suppìlu;
    • assuppaviddanu;
    • m’abbutta;
    • atta ‘mriaca;
    • scucìvulu;
    • a tignité;
    • cusciuliari.

    Continuate voi? 😉


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  • 300 commenti a “Gli intraducibili”

    1. ma il semplice eppure inafferrabile TASCIO è uno dei termini più difficilmente spiegabili, specie a non italiani, almeno per me

    2. frocione.
      nel senso del getto d’acqua potente. che tra l’altro…è una parola meravigliosamente onomatopeica. a luglio col caldo che avvampa(altra parola?) solo a sentire la parola frocione immaginiamo l’acqua scrosciante che cade nel box doccia bella fresca

    3. butto là qualche tentativo di traduzione

      sivo= stupidera
      strurusa=scostante
      n suppilu=?
      assuppaviddanu= pioggia a catinelle (che dio la manda)
      m’abbutta= mi scoccia
      atta mriaca= ?
      scucivulu= orso, forastico
      a tignitè= a profusione, una marea
      cusciuliari= cazzeggiare
      tascio= coatto

    4. assuppaviddanu= pioggia a catinelle (che dio la manda)

      no no mara, è proprio il contrario: pioggia fine fine che all’inizio neanche si sente tanto da indurre il contadino a continuare il lavoro nei campi.. che poi dopo un po’ si ritrova inzuppato dalla testa ai piedi! 😉

    5. arricriarsi

    6. ma come ti spercia?

    7. aggaddarsi

    8. che nicche e nacche (?)
      che vordì?
      ahah

    9. camurrìa
      becco
      canazzo
      fituso

    10. sdignusu…da poco ho scoperto che potrebbe tradursi in stucchevole”…ma non rende!

    11. attamaticato…

    12. “scendi la pasta, ed esci le cose dal frigo” (incomprensibile per il resto degli italiani)

    13. una volta la compagna di mio fratello (è svizzera ma parla l’italiano) sentendo parlare me e mia madre voleva sapere cosa significa PIZZUTA, quasi impossibile…

    14. -tappinara
      -attassato
      -cosci squarate
      -mussiare
      -fissiarisilla

    15. …mantengono la connotazione forte del palermitano…..

      cuinnutu e carabbinieri
      cunfiriente ra quesctura
      da pulla i to matri
      to matri e’ mia
      ti sparu in mucca
      ti fidduliu tuttu……

    16. -Macallè;
      -Lapardéo;
      -Cane di bancata(!!)

      Che nicche e nacche è la storpiatura di “cu n’appi n’appi( cassateddi di pasqua)”

    17. Dimenticavo…..
      -Annagghiare

    18. pigghi’a caitta
      spunnatu
      manciataro
      arrizzanu i carni

    19. arrifardino

      ammuinare

      atturrunata

      a com’ e gghiè

      pa’ priessa

    20. ma sono tutti traducibilissimi ed hanno pure un significato! Assuppaviddanu, ad esempio, nasce dal fatto che si parla di quella pioggerellina fitta e continua, ma non torrenziale, che bagnava il contadino che, visto che non era un diluvio, andava comunque in campagna a lavorare…da qui assuppa= bagna – viddanu= contadino/paesano

    21. e non dimentichiamo:
      – a lapa;
      – u lapinu;
      – scarrozzo.

    22. “Tinto”: Una mia amica che sta a Firenze, mi sentì definire “tinto” un conoscente comune e pensava che si tingesse i capelli!!!!
      “tampasiare”: è sì perder tempo in giro, ma è qualcosa in più;
      anche “pititto di ciuri di vurrane” è intraducibile, ma è già un’espressione, non una singola parola.

    23. -grivianza;
      -ntamatu;
      -masa;
      -a spizzica e muddica.

    24. -matapollo
      -aggighiare
      -incinagghie
      -agneddu e sucu e finiu u vattìu!

    25. Credo che “pititto di ciuri di vurrane”, di cui sconosco il significato, abbia a che fare con i fiori della “borragine” che è una verdura coomestibile che fa dei fiori blu. Boh….

    26. non sono certo del nord (provincia di Ag) e il sicilano lo mastico e lo digerisco, ma proprio ieri commentavo con mia madre l’espressione tipicamente palermitana (ma della palermo BBBBeeeeene, quella che parla in italiano, ma in stampatello maiuscolo)
      “Ma l’hai chiusa la bbbolleeeeetta???”
      Sembra un messaggio in codice, o una raccomandazione (non sai mai dove può arrivare sta bolletta se le lasci un pò di libertà), in realtà ha tutt’altro significato..

    27. @Melina: ricordo che l’anno scorso a due amici di Roma che avevano una bambina di due o tre anni, spiegai cos’era la grevianza. E’ quello stato di insofferenza che coglie i bambini quando la sera hanno sonno epperò non vogliono andare a dormire.
      Effettivamente è intraducibile, tanto che adesso lo usano anche loro!
      @Gio: aggigghiare è facile, credo che sia “gelare”
      @Lorenzo: effettivamente si tratta di fiori di borragine, e si riferisce a voglie inutili e/o senza senso

    28. non dimentichiamo

      – taddarita;
      – ‘chi coffi (italianizzato in “con le coffe”);
      – ‘nca (utilizzato nelle espressioni “‘nca chi!!” e “‘nca ciertu!”
      – a matola (del quale l’esimio G.Basile diede l’etimologia qualche tempo fa);

    29. – scialarsela.

      – allisciare balate.

      – girare l’arca e la merca.

      – sfruculiari.

      – tumazzu.

      🙂

    30. ‘n suppìlu ‘n suppìlu= ?????

      me l’accollo

    31. unnegghiè
      s’abbenerica
      spirniciarsi
      cachì (frutta non commestibile)
      ca-nò (altra varietà del cachì)

    32. vivo lontano da palermo da circa 10 anni e mi sono, arricriato, nel leggere tutte la parole del nostro lessico palermitano

    33. @Lucia: aggigghiare si indica quando ai tuberi( patate) spuntano sopra i germogli;
      @Antonio: taddarita = pipistrello;
      @agostinik: “girare l’arca e la merca” 🙂 ahahahahahahha che vuol dire?

    34. Amunì
      ‘nca va’
      … ma sap’iddu

    35. -manciarisilla scuarata (riferita alla ragione)
      -leccare la sarda
      – a muzzu

    36. pi si e pi no
      neglia

    37. quegghi
      q c’è c’è
      è vero è verità
      ammucciuni
      sì favusu com’un ciuri i cucuzza (se qualcuno me lo traduce)

    38. quegghiè

    39. badda allazzata

    40. e non dimentichiamo l’onnipresente:
      MIIIIIIIIIII…….
      ecco alcuni esempi:
      miii, troppo bello;
      miii, troppo buono;
      miii, veeero???
      miii, nun ci criu.

    41. .camurria
      .mi siddia
      .amunì
      .arriminati

    42. Mu ru nu Sgagniddu ‘i racina?
      Sgagniddu è una di quelle parole inesistenti nella lingua italiana, che identifica il grappoletto di pochi acini strappato da un grappolo d’uva.

    43. mischino

    44. -Sgarrubbo
      -‘nguttumatu
      -aggrancare
      -mutangaro
      -…vuol dire…
      -u scisuni
      -strurusu
      -azzannato

    45. una volta in campeggio ho conosciuto due ragazzi milanesi e ho chiedo . ma “che ti viene”? (nel senso di parentela) e lui si scantò tutto dicendomi e che mi deve venire?????
      altra versione a cccu appartieni??

    46. Mi sovviene giusto in questo momento catartico:
      cu cu ti unci?
      cià po fare;
      firriare;
      gabbasisi;
      attangato;
      curò;
      sangù.
      Na vasatedda a tutti!

    47. vogliamo parlare di una parola che campeggia su tutti i menù dei ristoranti palermitani? Dai ristoranti più chic alle putìe più insulse si possono fare le AGGIUNZIONI!!!!
      Ma che cosa sono le aggiunzioni? Saranno, forse, le aggiunte?

    48. @ Lorenzo: “girare l’arca e la merca” l’ho sentito dire un sacco di volte ai miei nonni.
      in pratica significa: girare per i luoghi più disparati (in cerca di qualcuno o di qualcosa).

      @ Marco: un altro termine legato all’uva (racina) è “rappa” che è il grappolo vero e proprio cosi come viene tagliato dalla vigna.
      🙂

    49. e il bellissimo “…quanto vi levate?????”
      sapreste tradurlo?

    50. Cutupiddi e funci ruci

    51. Mi sovviene giusto in questo momento catartico:

      sticchio(molto anni 70′)
      fissa
      a funcia i minchia
      minne
      ancinagghie

      (basta mi viene di vomitare…..)

    52. una che non so nemmeno come si scriva correttamente, di cui conosco il “valore d’uso” ma non il significato letterale è QUANNU MANENTINò, o QUANNU MA’ NENTI NO, non ho idea di come si possa formalizzare

    53. inchiffarato;
      sugnu abbiliato, ovvero, ho fatto “a bile”;
      ncutuddato;
      ammataffato;
      cagnolo.

    54. Secondo me alcuni commenti ne hanno segnalati di traducibilissimi. 🙂

    55. C’è poco da fare, questa meravigliosa lingua DEVE essere la nonna dell’Italiano!
      Alla faccia della lega nord!!!!
      eppure sarebbe carina l’dea di un tg tutto in Palermitano…
      P.S.
      ciavuru, è più di profumo: quando lo dice lo sfincionellaro le papille gustative vanno comunque in visibilio!

    56. @ Giuliana: soprattutto se lo sfincione è “cu assai ogghio e chinu i pruvulazzo” U pitittu vi fazzu vienere… 🙂

    57. – Lagnuso/a (è facilmente traducibile ma non ha lo stesso effetto)

      – M’arricriavu

      – Bieddo/a sì! (quando vuoi far notare a qualcuno che non è stato molto carino nei tuoi confronti)

      – Atta a pettinare

    58. Qualcuno mi traduce:
      sei una “profumiera”????? 🙂

    59. Mi sovviene giusto in questo momento catartico:

      “ora ma mino”

      (frase molto eloquente della considerazione del palermitano nei confronti
      del prossimo…..)

    60. Cagnualu
      Canazz’i bancata
      Sparacelli
      Come caspita li traduco a qualcuno che vive più a nord di palermo? 🙂

    61. segnalo

      ma chi sta faciennu? Nienti mi passiu ascimia……………

      cosa ci può essere di cosi sublime nella nostra lingua per dire che uno non fa nulla !!!!!!

      Spiegate ad un nordico !!!!!

      Oppure chiddu s’annaca gia nel dirlo lo vedi ilmodo di ciondolare tipico di “Salvatore Termini” – TOTO tiermini

    62. ogni fecatedd’ì musca è sustanza
      cu parrò m’arricriò
      à pasta squarata (che tra i più raffinati del gergo palermitano diventa “la pasta della ragione”)
      annàca pecore
      dunniàrisìlla
      sgangàre
      ‘un c’atturràre
      tistiàri

    63. e non ultimo: talè comu s’allattarìa chiddu

    64. Mascariato….

    65. @Giuseppe: Donna che se la tira?! 😀

    66. Straviari: lasciare perdere, nell’indifferenza
      Ti do a straviari

    67. ragazzi, mi sto facendo i cianchi!! (tanto per restare in tema)
      mi sta sembrando “sei di Palermo se..” parte seconda!!!

    68. PS @Giuseppe: La profumiera è una che “te la fa ciarare” ma non te la da.
      Scusate se mi esprimo come un maschio, ma sinnò come lo farei capire?

    69. Questa discussione evidenzia che in fondo in fondo noi siciliani non siamo proprio da buttare perchè abbiamo “quel non sò che” che ci differenzia da tutto il resto d’ Italia.
      Queste differenze devono essere una risorsa da valorizzare e non da appianare a favore di una sola mentalità europea.

    70. @giuseppe: profumiera perché è una che te la fa “ciariare” e non te la dà…
      un’altra grande parola è “fumiere”, della serie “miiiii odore di fumiere chi c’è cà!!”

    71. nna vittimo i lastrico
      800A
      nni fici minnitta
      t’u puirtaisti u cirivieddu
      senza macchina siamo?? (ironico, macchina molto bella. vale per qualunque cosa).

    72. ne propongo due di cui mi sfugge il vero significato:

      ammogghia sta atta!

      pigghia a carta!

    73. succi i cunnuttu

    74. Avete riconosciuto l’immagine, no? 🙂

    75. Ma “nemico ‘ra cuntizza” si traduce in Novocaine?

    76. Gargio
      Spartee
      ‘ncà

      E’ un tema bellissimo, posso consigliare a chi è piaciuto questo meraviglioso post, di leggere il libro di Renata Pucci di Beninischi, Trenta e due ventotto. Espressione che sta

      Incentrato proprio sull’idea di Tony Siino, rigurado l’intraducibilità dei nostri modi di dire, leggendo ci si rendo conto di quante volte li usiamo nella vita corrente e di quanto non ne possiamo fare a meno

      http://www.pensierinblu.com

    77. Se non sbaglio dovrebbe essere la famosissima Pietra di Palermo, pezzo raro e, come sempre, sottovalutato dalla città.

    78. -Azzicca
      -tischi-toschi
      – avvruciato (bagnato non bruciato)
      chi ha mai sentito dire queste espressioni: “circari scecchi morti pi livarici i ferri”,”unni persi i scarpi u signuri”

      dal vocabolario della mala:
      s’asciugaru (l’hanno ammazzato)
      tracchiggiu (imbroglio)
      sbanchetto (furto)

    79. Dal “Mortillaro”, 1876, Palermo:
      Suppilu, suppilu, posto avverbialmente col verbo Jirisinni, provare un grandissimo piacere, “Andare in brodetto”

      L’ho imparato oggi, grazie a Tony 🙂

    80. accutuffàtu
      apparàtu

    81. fruciùni (maldestro!)

    82. questo Blog è troppo tischi toschi

    83. E’ la Rosetta del British Museum!!!!

    84. -‘ntafissa
      – schiticchio
      -tignusu
      -cusciuta
      -sivo
      -sbutriato

    85. Bravo Manlio. E che cosa c’entra col post? 😉

    86. nella foga ne ho scritto due già segnalati.

    87. ragione hai. è la stele di rosetta

    88. ovvero, ha ragione Manlio

    89. …non credo che troverai mai in mezzo alle campagne di Falsomiele o nella spiaggia di Acqua dei Corsari, una ciaca che ti permetta di tradurre il siciliando…

    90. sciati re matri

    91. se vai in un panificio a milano e chiedi una rosetta ti danno una balàta

    92. e se gli chiedi una scaletta cosa ti danno? qualcosa della Foppapedretti?

    93. Qualcuno ha nominato “ciaca”. Correva l’anno … ed ero a lezione di scienze della terra, a scuola. La professoressa ci spiegava i vari tipi di roccia: sedimentaria, vulcanica… Quando le chiesi: “che tipo di roccia è la ciaca?”. Senza scomporsi, mi disse: “La ciUaca, è siliciUo!”. Grande Prof!

    94. “scarso d’ogghio e chino i pruvulazzo”

    95. @lisa: ma quello è lo sPincione!

    96. sangu miu…sento i giovani palermo bbbane appellarsi così; “Sangue, te la viani a bbare na cooosa?”

    97. dici vaaaaro!

    98. E la “tovaglia” che indica sia quella che si mette sulla tavola che ciò che altrove si chiamano asciugamano o telo.

    99. @zelig: per “schiticchio” c’è una traduzione che va di moda e cioè “cool”. Cammarata insegna.

    100. Va jètta u sangu ru cuori.
      Va jètta u sangu ri l’uova ri l’uocchi.
      Cacasìmula.
      Peri ‘ncritati.
      arrimina e munci.
      passapitittu.
      frocia ( frittata).
      carcagnuolu.
      zinièru.
      test’e quagghiata.
      millipieddri.
      atta muorta.
      nuci e cruci.
      arrusu e ghiencu.
      acqua chi cati.
      cacasutta.
      long’ammatula.
      cann’ istiènniri.
      sciddricàtu.
      allippàri.
      lanzàrisi.
      luòccu.
      pacchiùni.
      pàcchiu.
      pìritu abbuttatu.
      acqu’ e purpu.
      piscitieddru i cannuzza.
      babbasùni.
      babbalàcchiu.
      crastuni.
      linnu.
      biddrazza e nìvura nne carni.

      fine prima parte.

    101. A me piacciono quelle parole che, per tradurle in italiano, ne occorrono tre, tipo:
      scurò;
      tignitè ( o tinchitè in alcune zone);

    102. Ginecologicamente pallando :”Quannu accatti?” Accattai un masculu.

      Andando al mare “a pigghiasti a tuvagghia?”

      “Ccchiù scuru i mezzannotti un pò fari”

      “manciugghia”

      “ci vuoli un vientu ‘nchiesa, ma no astutari i cannili”

      “megghiu riri chi sacciu ca riri chi sapia”

      “testa con parra si chiama cucuzza”

      “sciatiri e matri e vogghiu riri”

    103. Avete dimenticato “Ki nikki e nakke”. Da dove proviene??

    104. schifuni i pasta qualcuno lo ha acritto?
      lo diceva mia nonna materna

    105. ah, e come si dice u giru ra badduottola?

    106. Un mio amico diceva sempre “t’avissi a siccare u cori”… in senso benevolo, voglio sperare 🙂

    107. Ma comu si, scarutu?
      ma comu si, r’aieri?

      matriii, s’attaccò ‘ntiesta!
      si sta purtannu u cirivieddu!

      iddu ca era bieddu “u petrusinu”, vinni a atta e ci pisciò

    108. scioteri e matri

    109. passa pititto
      a beddu cori
      a matula

      provate a tradurli…impossibile!

    110. Azzannarsi (di cervello), azzannato (di strumento tagliente)
      Lemmo (lo so che è una ciotola, ma a mio parere non basta)
      Nivuru cù nivuru nun tinci (va spieaccìllu, è troppo avanti come espressione)

    111. ogghio fitusu e paredda sfunnata
      oppure
      va’ scancia e ba’ fria
      traduzione possibile:
      uno meglio dell’altro…

    112. pasta cu picchio pacchio

    113. a buono o niente

    114. ‘nca va

    115. – babbìu
      – va sucati un pruno!!!!

    116. frii e mancia, traducibile in plug and play.

    117. Cu ti sienti totò tiermini
      Nufriu ncarruozza
      Acchiano agiggiuliena

    118. à trimmutura… amunì, traducetemi questa!

    119. in una parola tutto un film porno…

    120. incredibbole

    121. io ho conosciuto la figlia di nicoletta. si parlava di caro-euro, la spesa sempre più difficile… e lei tuonò; “signòòò, nna pruassima vita fazzu a bbuttana!”
      dopo il prologo ot, dico:
      mi “sviluppavu” un panino ca mievusa e un cacuacciolo a vastiedda

    122. I riviersu quaghiu =Di nascosto,senza farsi notare
      Azzi banni =Orchestra musicale anni 40-50
      Attumulari =Andare storto,cadere
      A umma umma =In silenzio senza destare sospetti
      4 Atti =Poche persone
      Vizzi =Hobby
      Bisinisi =Lavoretti sporchi

    123. …molto carina questa carrellata di nostre espressioni.
      Me ne vengono in mente due che non mi sembra siano state ancora citate:
      la prima è “maniu”…”avriri u maniu”…riferito ai “picciuli”….di chi ha il potere e la discrezionalità di amministrare e gestire denaro….come dimenticarselo in questa città in cui le cronache ci ricordano continuamente dei tanti abusi in proposito…”maniu” potrebbe essere tradotto con “maneggio” (non in senso equestre) e “maneggioni” infatti quelli che ne fanno pratica in senso deteriore.
      L’altra è “susirisi chi sette scricchiuna” = svegliarsi molto presto la mattina.
      Non ho idea da dove possa derivare e che cosa possano essere questi sette “scricchiuna”…
      @Tony: cos’è? esamino di cultura generale? si l’immagine è della “Stele di Rosetta” (come già ricordato da Manlio Noto, custodita al British Museum): dopo il cui ritrovamento fu possibile per la prima volta decifrare i geroglifici. Infatti sulla stele è riportata anche la traduzione in greco che ne fornì così la chiave di decifrazione…(da qui la tua metafora 😉 )
      saluti

    124. da Manlio Piazza, sorry

    125. in questo momento mi sovviene un termine che non so se è già stato citato.
      mi scuso anticipatamente nel caso in cui fosse stato già citato.

      il termine è: Lapardeo. do you know?! 🙂

    126. @ moralix: ma dove le hai prese quelle parole? io alcune di quelle non le ho mai sentite eppure credo di conoscere abbastanza il dialetto siciliano.

    127. @ stefano: non è scioteri matri che non significa niente, questo è quello che probabilmente le nostre orecchie disabituate sentono, la frase corretta sarebbe
      sciatu ri matri (fiato di madre) e di solito segue: e vogghiu riri (e voglio dire).

    128. una palora (come direbbero i nostri conterranei) la volgio mettere io se non è stata già detta: la pompa
      che altrove ha ben altro significato ma da noi si intende il tubo di gomma per irrigare. da pompa poi è nata la pompa benzina.

    129. me ne viene in mente una molto pittoresca

      Chi ti siccassinu i aggi!

    130. spaghiggiare; arrifardiare

    131. leggendovi mi staiu arricriannu tutta… 🙂

    132. ‘ngusciari

    133. traducete questa:
      AFFRIGGIUSA,
      miih chè affriggiusa!

    134. traducila tu perchè ne sconosco il significato.

    135. @rob lo snob:Si parlavano tanto tempo fa’li sentivo dire a mio nonno.

    136. @ rob lo snob
      ovviamente io ritengo che sia intraducibile da lì il quesito

    137. @giusicilia: brava, finalmente una che ha dato, secondo il mio parere, la giusta interpretazione al post del sig. Siino, al quale piace di tanto in tanto tirare una briciola di pane nello stagno per vedere quanti pesci si avvicineranno, in altri ambienti si direbbe per fare “audience”. Brava comunque dicevo, tanti commenti, sempre secondo me, sono inutili, atta mriaca, frocia, esci la roba dal frigo, ecc ecc non mi sembrano così intraducibili, sgrammaticate si, dialettali ma non intraducibili. Comunque affriggiusa ancora sconosco il significato se qualcuno vuol farsi avanti, prego.

    138. @ rob lo snob
      non credo sia cosi’. Si parla di termini “intraducibili”, di cui non si riesce a rendere il significato preciso in italiano, pur capendolo esattamente in palermitano. Per questo “affriggiusa” non c’entra niente (e secondo me potrebbe essere “sfriggiusa” mal pronunciato). Detto cio’, un sacco di commenti fuori luogo, sono d’accordo con te.

    139. peleticu
      tagghia ‘ccà ca sangu niesci
      pignata taliata un vugghi mai
      sciddricatu
      megghiu u tintu canusciutu ca u bbuonu a canusciri
      ta puittasti a lamiera
      ma chi ‘nnicchi e ‘nnacchi, ca parienti siemu
      u cuppinu sapi i guai ra pignata

    140. sbutriato – secondo me – è uno di quei termini che è quasi impossibile rendere in italiano.

    141. essiri cu cozzu ‘o lampiuni come per dire di essere in brutte acque

    142. @Serena:
      sbutratu, per l’esattezza, è l’insaziabile

    143. …avrei detto che una “affriggiusa” è una che “intristisce”, “deprime”, “demoralizza”, “avvilisce” (e quindi sarebbe traducibile con “deprimente”, “avvilente”, etc,)….ma magari mi sbaglio per l’assonanza con l’italiano “affliggere”…

    144. ammuttari u fumu ca stanga o vutari i scuogghi a lantièinna.

    145. …”Bottarisali”… XD

    146. Panormiti, provate a tradurre in lngua italiana:
      U’ pani tu manci rarrieri ù cozzu !
      Vacci e fallu cà to facci !
      Liccasapuni
      Longu à màtula
      Schippiuni
      T’avissinu à siccari ì aggi
      A’ minnitta
      A’ frocia
      U’ falari
      U’ mussili
      Termino qui per non tediarvi più.

    147. cu si vanta ca so vucca o è scieccu o è cucca

    148. punamanu
      paccamaruara

    149. @R.M. “affriggiusa ” da “affliggere” che affligge. Ci sto pensando e questa potrebbe starci. Però anche da “friggere”, “friggitoria”, una che ha la pelle unta, affriggiusa quindi un po’ come il pugliese “nzivosa”, che non è proprio sporca, ma sciatta, disordinata……@giusicilia. Allora ?

    150. @ L’Arituri. Io prendo “Longu a matula” ( non è “ammatula” ? ) . Lo so, vuol dire “alto inutilmente” ( Toni, per esempio, ma solo dopo che andò via da Palermo – ah già..i fischietti ! -). Però, alla lettera, come si traduce ?

    151. @Manuelo:
      a matula = invano (credo)

    152. affriggiusa è una che brr ti fa venire la pelle d’oca,è fastidiosa,è un aggettivo che può riguardare sia il fisico ma anche un modo di atteggiarsi,ma per renderlo al meglio ci vorrebbe una foto…
      ecco mara carfagna lo è,ma anche l’ex ministro livia turco. Ho reso l’idea?

    153. @ giusicilia. Si, però fino ad un certo punto….

    154. Le famose 4 “P”: paru paru pa’ priessa!

    155. Quann’asciucanu i valati ra Vucciria= qualcosa che si ipotizza non accadrà mai!

      Mi cunti i tri ghiorna ru Fistinu= quando ci viene raccontato
      un evento o qualcosa che già si conosce benissimo.

    156. -sucuni
      -sghignaaa!
      -allascati ru battello.
      -pigghia r’asciuttu.
      -ast’ura v’arrifriscanu!
      -e chi cardacia!
      -‘a sangh’i Papa!
      -‘a coppula ri parrinu!
      -‘a torroncino!
      -ma bella a virità!
      -sè rumani tu cuntu!
      -mi sta’ faciennu fari abbili!
      -e quann’è? mai?
      -e finiemu ‘i cucinari!

    157. -si ficiru i ficu
      -fici a fini ru surci
      -ciau curò!

    158. Gran bel post e bei commenti!
      E’ stato detto (quasi) tutto, vedo che non manca ACCOLLATIVITA’ e nessuno è dotato di PARRAPICCA.
      PS A chi ha citato “a trimmutura” mi viene istintivo rispondere: “Tempi che fùro, Mimmo, tempi che fùro!”.

    159. @giusicilia
      beh,no…mi confermo nell’idea che una affriggiusa sia – tutto sommato – una tipa deprimente, che affligge…poi l’idea aggiuntiva del “brr”, del brivido, a te è dato dal suono onomatopeico del “ffr”
      …con gli esempi poi entriamo nel soggettivo: a te Mara Garfagna fa l’effetto dell’affriggiusa, a me (o non so, a Manuelo) magari ne fa un altro e possibilmente al Presidente un altro ancora – che non penso avrebbe voluto in Consiglio una “affriggiusa”…

    160. si, R.M. forse hai ragione, Silvio non avrebbe voluto in consiglio un’affriggiusa ma una….. escort che fa rima, si, quella si.

    161. a proposito di affriggiusa ricordate che u Signuri unn’affriggi e unn’abbannuna e si cchui puoitti poi rapi puittuna.

    162. siti tutti tischi toschi

    163. mastru r’acqua – idraulico
      mastru r’ascia – falegname
      mastru ‘nchiappa – un mastro poco accorto e per niente professionale.

    164. mancia ru to mancia e ddru tuu saziatinni
      autarchia assoluta.

    165. megghiu una vuota aggiarniari ca centu vuoti arrussicari.

    166. @Manuelo e Ninni: “Longu a matula” alla lettera si traduce: Persona incapace. Non all’altezza del compito.
      Mìzzica, ù 3cani taliàvu e
      u significatu truvavu.
      Sugnu troppu forti, comu l’acitu ri Partinicu.
      Ni sintiemu.

    167. ma vogliamo mettere la valenza di un poetico pigghiari cazzi pi ramurazzi con uno scevro prendere lucciole per lanterne?
      o pigghiari cazzi ntall’aria con un insignificante prendere falli per l’aere?

    168. Si, Uditore, ma che ne pensi di un “a matula ca cci frischi siddru u scieccu un buoli vìviri”

    169. un t’addriccari – non abituarti, non prenderci gusto.
      Volevo a tal proposito dare una piccola spiegazione, magari per quelli che non sono proprio palermitani, sullla fonetica delle lettere “ddr” palermitane che prevede una piccola pressione della lingua sul palato, attenzione, non sugli incisivi, in modo tale da farne fuoriuscire un tremolante suono mix tra la doppia “D” e la “R”.

    170. @Ninni: “a matula ca cci frischi siddru u scieccu un buoli vìviri” secondo il 3cani significa che ” nono- stante lo si possa inutilmente lusingare, (ù scieccu)
      non si convince delle spiegazioni perchè pregiudizialmente contrario”
      Ora mi và curcu. Baciamu li mani.

    171. Ammatula ti spicci e fai cannuola, ca lu santu è di marmuru e nun sura…traduzione?

    172. un santo che non suda, non fa miracoli, unn’è tantu ruci i mussu.

    173. di un commerciante poco accorto negli affari si dice che accatta ligna e binni cinniri.

    174. formanguanta – schiaffo
      tampasiare – andare senza meta
      runniarisilla – prendersela con comodo
      carcagnata – calcio
      tufa – pistola
      scifittuni – zuppiera

    175. viririsilla pietri pietri
      scippari vastunati
      ti fici curriri pi qquantu si lluongu
      acchianari i mura lisci
      spaiddacuasìatti

    176. @enzo: Traduzione: E’ inutile che ti fai bella (ti affretti a preparati per lui) e fai i boccoli ai capelli, perchè l’uomo che ami non ti guarda nemmeno, non si eccita alla tua vista.

    177. Quann’era nicu, ju era tuostu,
      na vota mi futtivu na cascitiedda
      ri ficurigna sana sana e mè matri mi retti un 5 e 55.
      Ci vosi u Zzù Fofò stuppaculi pi putirimi allibbirari!

    178. A me sembra che lo spirito del post sia stato travisato in parecchi casi. Non stiamo parlando di tutto ma di termini ed espressioni “intraducibili”…

    179. “Ammatula ti spicci e fai cannuola, ca lu santu è di marmuru e nun sura…traduzione?”
      Non credo che sia “spicci” ma “allisci”…
      E’ inutile che lisci i capelli o fai boccoli per essere piu’ bella davanti alla statua in marmo del santo, perche’ non si emoziona…
      Spiegatemi questa:
      Ad Arcamo vinnignanu e a Partinico cuogghinu i cuocci.

    180. e batti a mazzi!

    181. Se ti secca mettici l’acqua.

    182. posso dire io la mia? io la conosco come: “è inutili ca intrizzi e fai cannola, lu santu è di marmu e nun sura”.

    183. espressione intraducibile è : ” Avi ù spinnu “.
      Cosa mai vorra dire?
      Ai panormiti doc l’ardua risposta.
      E, ancora, ” un tumminu “

    184. rectius: ” Ci vinni ù spinnu “

    185. chi trunzu i malafiura!

    186. si anch’io la conosco come: “è inutili ca ‘ntrizzi e fai cannola”… Franco Battiato docet. In tal caso potrebbero essere sempre capelli intrecciati

    187. e tuttavia per ritornare al tema del blog:
      lupucuviu!

    188. A picciridda è bedda sciacquata, ma ora, comu crisci spica!
      Chiaro no?

    189. ncinagghi

    190. Qualimenti

    191. il significato di “assuppaviddano” per quanto ne so non è pioggia a catinella (che Dio la mandi) bensì indica quella pioggia nè tanto forte da scoraggiare i contadini (viddani) a non lavorare nè quella quasi inesistente (u sbrizziu) che consente di lavorare agevolmente; è pertanto quella pioggia live che costringe i viddani alavoare ,a che alla fine della giornata lavorativa si ritrovano colati fradici, da questo deriva il fatto che i contadini “assuppano” la pioggia.

    192. … e gli amici degli amici con “a spadda ingissata” ?

    193. a sbattisti a cilecca au muru?

    194. Ch’è spriggiusu stu me frati!

    195. – Cu pigghia un turcu, è so’

      – Va circannu a strummula Cassaru Cassaru

      – U vitti bagghiu bagghiu

    196. -u rumaneddu ca strummula
      -cà c è a atta e cà c è u saccu
      -nte’ cannarozza
      -sticchiu e quasetti ri sita
      -arraggiatu
      -sa fissìa
      -nsirragghiatu
      -u signuri avi u perichiummu
      -puittare u ciriveddu a lamera
      -ncucchia viddichi

    197. firriare a matula; ‘mpardarisi; pezzu ri ‘ncannistratu; scannaliato; sciatri a matri e bogghiu riri; pullanchiella; lapardè; azzaffritto; pi l’armuzza ru tata etc. etc….
      N.B. il palermitano molto spesso, nelle parole inizianti per P o V la B

    198. Chi sa tradurre questi termini agrèsti? chiedete a vostro nonno ( se aveva campagna!)
      -furra
      -risurtaculu
      -canaluni
      -catusu
      -casedda
      -maidda
      -tumminu
      -favucia
      -vertula
      -frenza
      -riseca
      buona traduzione!!

    199. Allora, vi do un po’ di termini di cui spero tutti dovremmo conoscere il significato, il cui concetto e’ piu’ o meno difficoltoso da rendere in italiano:
      – brunello
      – caravigghiaru
      – allallatu
      – vari tipi di cani (can’i caccia, canazz’i bancata, ‘i mannara)
      – (gran) scocca ri camurria
      – turilla > tirillusu
      – ziccusaria > ziccusu
      – firriuna (a pallone)
      – lampiata
      – chicchiriddu
      – chianciananna (“chianci, ‘a nanna…”?)

    200. traducete anche questi:
      ‘nzitari
      murga
      pinospira
      marghioliu
      arrimunnari
      spagnuleddu (nn è un piccolo spagnolo bensì un mandarino)

    201. aggigghiare si usa anche con freddo:
      “sto aggigghiando dal freddo”;
      e poi come si può tradurre:
      “va sucati un pruno”

    202. e come spiegare la frase ingiuriosa:
      mah…si tuttu matello

    203. che cosa è il ” caca marruggio”?
      sarà una persona che spara sentenze senza essere interpellato?

    204. cacamarruggio…. uccello che sta su palo…e lo decora passandoci molto tempo, il nome di Linneo non lo ricordo.

    205. ammuogghia ‘a ‘atta
      cu nasci tunnu ‘un po’ moriri quatratu

      Si possono tradurre letteralmente ma senza ripettare il senso:

      avvolgi il felino
      chi nasce tonno non può morire pesce spada….

    206. consala comu voi, è sempri cucuzza;
      assa trasi ca c’ha cuanzu…

    207. me ne viene un’altro:

      occhi a pampinella

    208. Tutto quello che è scritto mi pare veramente
      …sbrex!!!!!
      Una domanda: ma quannu asciucanu i balati ra vucciria?

    209. comegghiè (in qualsiasi modo)
      socchegghiè (qualsiasi cosa)
      finistruni a ppettu Sono i balconi che non hanno estensione esterna)
      sciolla – sciallarina ( donna a cui piace vestire in modo particolare ma la prima è quasi offensiva, la seconda è di chi ama farsi notare)

    210. scafazzato

    211. Spiegate ad un milanese avere un “cutugno” e toccarsi la bocca dello stomaco ovvero lo sterno

    212. MISCHIIIINOOO

    213. scricchiari
      scricchiata
      smarruggiari
      sgangulata
      schiniari
      ciao Crikkia

    214. con tutte queste cose che avete scretto avete fatto venire lo SPINNO di scrivere anche a me!!!

    215. “sfincionello cavuru, scarsu ri ogghiu e chinu ri pruvulazzu” = sfincionello caldo con poco olio e pieno di pepe

    216. Suppilu Suppilu… io sapevo così e non ‘n suppilu ‘n suppilu…
      Contestualizzo la frase : “Tè fari muoriri suppilu suppilu”…
      “Ti farò morire poco a poco”….in sostanza è un’espressione ripetuta due volte per marcare la sofferenza e il sadismo che ci si metterà nel fare una cosa, soprattutto una cattiva azione verso il prossimo. 🙂

    217. @ Giuseppe: soprattutto se lo sfincione è “cu assai ogghio e chinu i pruvulazzo” ….ERESIA!!! U sfinciuni è SCARSU r’uagghiu e chinu i pruvulazzu!

    218. Fra i vari cani…non ho letto i famigerati Can’i bbusunagghia!

    219. ma chi cierchi, a buffa cassa ru cassaru? probabilmente voler ottenere qualcosa sfruttando al massimo la disponibilità di una persona .

    220. scuncumiddata – trad. di qualcosa o qualcuno molto malridotta o di pessima fattura

    221. Si’ ‘na gran “strafalari”: sei una pettegola per eccellenza!

    222. Annacari a buffa cassaru cassaru – vuol dire andare a passeggio con una persona grassa che si muove con un andatura e le movenze ancheggianti e lente.

    223. Aggiungo:

      nte i manu
      nte i ligna
      nte i aiggia

      traduz:
      che ti possa venire nelle mani (quindi ti cadano)
      “nte i ligna” … non lo so
      che ti possano seccare le ghiandole vicino
      la gola

    224. all’ennesimo “scusi” o “scusa” si risponde:

      “cusi e scusi e si fa un bistitu”

    225. mmuccaturi
      palìcu
      babbaluci
      arrusu
      currìa.

      percerto so che gli ultimi due termini derivano dall’arabo (antico), così come il nomedi alcuni paesi, tipo bagheria (bab el gherib- porta del vento) e misilmeri (menze el emir – benvenuti all’emiro). babbaluci è proprio la lumaca,mentre arrusu indica un giovane effemminato.
      la curria (correa in spagnolo) è appunto la cinta

    226. @GABRY. Come fai a non capire?!!!! Passapititto: letteralmente “che fa passare l’appetito”. Si dice di chi non è proprio simpatico…
      A beddu cori: con tutto il cuore!
      Ammatula: inutilmente ( di derivazione araba)

    227. Ma facisti a torroncino! 🙂

    228. un curnutu un curnutu e mienzu! (altra espressione per me intraducibile, ma veramente molto usata, non so se l’ho scritta bene)

    229. csa significa matello?

    230. Spirugghiati!!!

    231. Va caca!!
      Skeee…passa iddà!

    232. Dalle mie parti (messinese) piu o meno:
      sivo= grasso appiccicoso che impregna, di natura alimentare (‘nsivatu=impregnato di grasso)

      strurusa= che consuma, che si consuma

      n suppilu= con pelo sopra, ben coperto da pelo/pelliccia (azzardata eh)

      assuppaviddanu= pioggia leggerissima che a fine giornata inzuppa il contadino che la riteneva leggera e ha continuato a lavorare

      m’abbutta= mi scoccia, mi annoia

      atta mriaca= gatta ubriaca (di chi crolla subito)
      camini comu na iatta ‘mbriaca.

      scucivulu= ??

      a tignitè= in quantità (da noi tinkitè)

      cusciuliari= ???

      tascio= tamarro, buzzurro

      ciao
      saro

    233. @luce: ammàtula non viene dall’arabo, ma dal latino volgare. Traducendo Plauto mi sono imbattuto in un’espressione latina “ad matulam” che aveva esattamente lo stesso significato che ha in palermitano. La “matula” è il pitale, il cesso!

      Una parola davvero intraducibile in tutte le lingue che conosco è “annacarisi” perché contiene l’idea del moto vanitoso unita a quella della stasi

    234. scusate ma dove siete cresciuti? per quanto la mia affermazione sia volgare la sua dizione dovrebbe accendere in voi dmande iconoclastiche ben precise mi meraviglio di come voi tutti invece sollrvi domande dim di chiaro intento esplicativo quindi vi domando ma duva criscistivu?

    235. certe volte si dice che è intraducibile, ma non è vero; è perchè non si indaga sull’origine del nome e sull’etimologia; un esempio:
      LONGU A MATULA
      sapete cos’era la MATULA
      il termine è italiano; anticamente era un vaso di vetro stretto e lungo per la raccolta delle urine;
      potete vederlo in qs pagina web:
      http://www.amber-ambre-inclusions.info/nuova%20urologia.htm

    236. va ppizzati o muru

    237. parrari a muzzu

    238. ero seduto in un tavolo con i mei gugini e mia zia in un villaggio turistico…si avvicina un animatore di biella per invitarci a giocare a carte,mia zia gli risonde no non mi fido,l’ animatore con l’ espressione attonita risponde: signora ma noi non bariamo!!!??!!!siamo scoppiati a ridere

    239. passapitittu

    240. quarquaria
      quarquariari
      scaliari
      cutupiddi
      sciccaru
      a siccarizzu
      a futticumpagnu
      scutulari
      cufilaru
      mula fauza
      sciarra

    241. cala i manu ru caliaturiiiiiiiiii!!
      mi siento ammaraggiato.
      trikki trakke e bombe a mano.

    242. scapuliare..
      ammarrapanza.
      cianè.
      morta nell’uovo.
      sminnata.

    243. Sminnata??? Alemex ti invito ad utilizzare un linguaggio più consono

    244. El buitre se non ti dispiace non spetta a te la moderazione dei commenti e ti invito a interrompere immediatamente questo tipo di interazione con il blog. Grazie.

    245. Cosa mi dite di “Vacci a Ringu” ovvero procedi in maniera indiscriminata, non tralasciarne alcuno.
      ESEMPIO:”Mario sta a via D’ossuna ma un mi ricordu u nummaro.” Risposta dell’interlocutore: “Vacci a ringu casa pi casa.”

    246. Che nnicchi nnacchi. L’espressione corretta è “Chi nnicchi nnacchi e cassatedde di pasqua”. I nicchi nacchi sono biscotti secchi e le cassatedde di pasqua le conosciamo tutti. L’espressione “Cu nappi nappi cassatedde di pasqua” è un’altra e ha significato diverso.

    247. atta mbriaca = gatta ubbriaca

    248. Cani i mannara.
      La parola migliore HAHAHA

    249. Un modo di dire che non so le vere origini…
      sicuramente era un dialogo fra contadini …
      nell’antica Sicilia rurale….

    250. culu i malassiettati
      detto palermitano
      (colui che non trova mai una sistemazione definitiva)

    251. toco

    252. coccio di tacca

    253. fari ‘u sangu spinguli spinguli!

    254. avantirazzu!

    255. Per Clarisse
      Cani è cane, la mannara il recinto dove vengono rinchiuse le pecore (ovile) ma per mannara s’intende anche il gregge stesso, mannara ri pecuri, u Cani I mannara ė il cane da pastore. per questo “Cani ri mannara”. Il cane Di mannara siciliano correspondent ad un cane, a pelo medianente lungo, bianco o nero, a volte con le calze Di colore inverso al manto, eletto quasi a razza deriva incroci spontanei, in estinzione, rarissimo aSSomiglia ad un maremmano cool pelo più corto e la corporatura più massccia.

    256. Durante una ricerca, ho aperto per puro caso questo sito, con meraviglia e tristezza mi accorgo che ormai il dialetto palermitano non è più conosciuto ai più, ma peggio ne sbagliano il significato di molti termini. Alcuni inventano altri non sanno neppure scriverlo. Ma occorre tanto ad acquistare un discreto vocabolario anche in ristampa anastatica di quelli classici ottocenteschi? Ve ne sono molti anche venduti presso le bancarelle. Non vi si troveranno certo alcuni modi di dire abbastanza recenti e anche volgari, ma per una propria curiosità vanno sicuramente bene!
      Studiate gente studiate, anche il dialetto, che costituisce la nostra storia e le nostre radici.
      L’ignoranza è il peggiore dei mali che possa affliggere l’umanità.

    257. Boffa n’ta minchia

    258. Per rimanere in tema di volgarità, è la risposta del Sig. Giovanni; tra l’altro non sa che n’ta non va scritto in questo modo bensì – ntâ – senza elisione e con l’accento circonflesso sulla a.

    259. “Sti**io” O “Sti**iu” (*K)

    260. La maniera esatta di scrivere questo termine é: sti**hju con due c e la i lunga dopo la acca. Il termine deriva dal latino hosticulum e poi dal tardo latino stipulum che significano ambedue “porticina”; chiaro il senso traslato?
      I dialetti sono cosa molto seria e frutto di studi profondi, i gerghi popolari sono tutt’altra cosa. Personalmente sarei dell’avviso di far studiare a scuola tutti i dialetti, chiaramente da personale specialistico e non da chiunque che diventerebbe soltanto un passatempo e magari una scusa per scadere nella volgarità gratuita.
      Se dovreste avere qualche curiosità, chiedete pure, risponderò per quanto io possa e tempo permettendo.

    261. Grazie @Paco,sinceramente non sono mai andato a cercare l’origine della parola.Sul fatto che a scuola si dovrebbe studiare la cultura e il dialetto della propria terra madre hai pianamente ragione,infatti secondo me nelle scuole pubbliche siciliane si parla poco e niente di Giuseppe Pitrè e i suoi lavori.

    262. ho sbampu ù luci ho mannacu à picciridda.

    263. Perché mettere la h davanti la o che la fa diventare verbo? Neppure gli articoli vanno accentuati.
      Al più se si volesse sottolineare la pronuncia fricativa o sibilante pre-palatale della c di luci (tipica palermitana), si potrebbe usare la ç con la cediglia, ma in questo caso se ne può fare a meno. Invece è obbligo apostrofare la m di m’annacu in quanto mannacari non esiste!
      Infine per indicare la pronuncia cacuminale delle doppie d di picciridda, si dovrebbero mettere due punti proprio sotto le stesse, ma i normali sistemi di scrittura computerizzati non hanno la possibilità di utilizzare questi segni speciali per la fonetica. In oltre, nel dialetto palermitano sarebbe preferibile scrivere svampu anziché sbampu,, ma non costituisce un errore.
      Spero di non apparire saccente ma amo troppo il mio dialetto e quando ne ho l’opportunità faccio di tutto per cercare di dare alcuni suggerimenti per coloro i quali hanno questo piacere.

    264. Paco spero di non apparire saccente ma amo troppo l’italiano e si scrive “inoltre”.

    265. Ne esistono un sacco meravigliose e difficilmente traducibili

      Vuredda a matapollo
      Si onesto come u ciuri i cucuzza
      Va sucati un prunu
      Aviri a cura (avere la coda, non di paglia)
      Và fatti u quarumaru (mai capito)
      Canazzi ri bancata
      Cani ri mannara
      Minchia china r’acqua (questo insulto, se italianizzato, perde parecchio)
      Taddaritu (mai capito)
      Incinagghie
      Comu a chianca o lupu (lo diceva spesso mio zio, non so cosa significhi)
      Abbanniari
      Acqua i purpu
      Osso pizziddu
      Balataru
      U pitittu ni fici acitu
      Fazzu prima a carricariti ca a ghinchiriti
      Scavafunnu & Abbuccapignata (indicano concettualmente due modi diversi di “sbutriamento”)
      Sbutriatu
      Passapitittu
      Scunsaiocu

    266. Ciane’ – Termine del gergo palermitano per indicare un individuo di basso ceto, se non appartenente all’ultimo gradino della scala sociale… dopo qualche ricerca (2 minuti) ho trovato questo significato ma il termine in palermitano va “molto” oltre…

    267. attamaticato!!!!!

    268. due parole che si stanno perdendo, anche se un po volgari.
      Matello: Colui a cui piacciono le donne ma non disdegna gli uomini.
      Garrusu: Colui che in un rapporto omosessuale fa l’attivo, da ma non riceve.

    269. E chi l’avrebbe detto che la lingua siciliana, o la variante palermitana, fosse così dettagliatamente codificata nel ramo “attività sessuali” contro-natura!

    270. C’è poco da fare, “l’imprint” palermitano (siciliano peraltro) rimane nella lingua italiana che parlo, anche se vivo a Roma da 35 anni. Ricordo che i primi tempi che mi ero trasferito andai in centro in macchina (all’epoca si poteva) con un mio collega romano. Trovai un parcheggio ed iniziai la manovra. In quel momento arrivò un autobus che scaricò un caterva di gente la quale prese a passarmi davanti e dietro impedendomi qualsiasi movimento. Sbottai “Tutti ora arrivarono”. Tempo pochi secondi il mio collega era piegato in due dalle risate e diceva “E’ proprio vero che i siciliani usano il passato remoto anche per avvenimenti che stanno accadendo adesso!”

    271. “imprinting”

    272. Se qualcuno sa da dove viene sbreghisi lo dica.
      Ora ve ne dico una para io:
      Truffaldo.
      Ammataffato.
      Ntollo.
      Ci sono arrivato di … sgricio, ma anch’io ho commentato finalmente.
      Ma se la matula era un càntaro, perché l bambagia si chiama mattola?

    273. E siccome sono … schiffarato… aggiungo:
      Passapitittu.
      Sconzajoco.

      E chi più ne abbia, più ne mette.

    274. Abitu di sciòllari…qualcuno conosce l’origine del termine?

    275. Per Maria Elisabetta, molto interessante e purtroppo ormai in disuso, brava.
      “Abbitu di sciòllari” (la b va doppiata), significherebbe abito elegante, di stoffa pregiata tipo seta; ma nel gergo comune veniva usato come antìfrasi, cioè con senso opposto, quindi per indicare una persona mal vestita. Un esempio potrebbe essere dire: Talia ch’è beddu per indicare invece quanto sia brutto.
      Secondo la località il termine può variare e diventare: sciòllira, sciòlliru, sciolliru ecc.

    276. mi raccontava mi padre che un gioco che si faceva per strada era “u sucatieddu”, in pratica il gioco del bastone e del legnetto da colpire e lanciare a volo. Gioco da ragazzi per strada di una volta e che ora non si pratica più.

    277. Altra parola usata per dire che una cosa è appetibile è dire:
      – quella macchina è “licca” – nel senso che è appetibile ai ladri…
      anche se ora è un termine in disuso.
      saluti a tutti

    278. Per Pippo.
      Sarebbe più esatto dire “iucari e sucateddi”, in quanto (u sucatieddu) è tutt’altra cosa (midollo delle ossa animali).
      Comunque questo gioco, antichissimo, chiamato in italiano “della lippa”, è diffuso in tutta l’area mediterranea e andando verso oriente fino all’India. Chiaramente prende una infinità di nomi tra questi, quello di cui stiamo parlando, è più utilizzato nel messinese mentre a Palermo viene chiamato “a mazza”.

    279. Che meraviglia ! Scoperto per caso. Non ho letto spiegazioni all’espressione, citata da alcuni, “Sciater’e matri e vogghiu diri”. C’è anche la versione, più antica, che finisce con “e vogghiu sfuari”. Credo di ricordare il racconto di un anziano che mi spiegò che ai tempi antichi era parte della dote “lo sciater’e matri”, ossia lo “sfiatatoio delle madri” composto da un imbuto da poggiare sul “darrè” (e così me ne sparo un’altra) collegato a un tubo con cui gli sposini nei primi tempi del matrimonio potevano convogliare verso l’esterno le loro flatulenze notturne. Quindi l’espressione si riferisce alla “liberazione” che consegue allo “sfogo” della tensione repressa. E siccome “i pirita” (neutro plurale desinenza in “a”) non sono tutti uguali, naturalmente il pregio del materiale con cui erano fatti era proporzionale al censo delle “felle” (e quattro). Ditemi ca v’assintumai (e cinque).

    280. Ne ho un’altra: “a currienza” che sta per “la diarrea”. Su questo termine è in corso un’interessante disputa filologica tra noi che sciacquiamo i panni in Oreto (si fa per dire, naturalmente). Secondo alcuni, si dice “currienza” perché chi ne è colpito “curre” continuamente verso la toilette, mentre per altri perché “curre” come un rubinetto che perde. Perché un rubinetto che perde a Palermo “curre”.

    281. Il termine “currienza” sarebbe più esatto scriverlo “currenza, ncurrenza, currènzia o ancora currenti; a secondo la localita e zona della Sicilia e deriva da scorrere e non correre.

    282. Riguardo al primo quesito, la frase, con tutte le sue variazioni fonetiche ma non semantiche, deriva dal tardo latino corrotto “efflatus ex matara” ovvero, alla lettera, “fare il peto al di fuori del cantero” cioè inutilmente; lo stesso termine lo si ritrova in “longu a matula” cioè alto inutilmente o come si dice anche “citrolu senza simenza” .
      Preciso che le trascrizioni dei vari termini sono adeguati ai caratteri delle tastiere comuni, mentre andrebbero scritte in certa maniera che ne darebbe anche la fonetica tipicamente siciliana, con regole ben precise e codificate, ma per questo occorrerebbe un programma non facile da reperire e alquanto costoso.
      Come ho già detto in altre occasioni sarò ben lieto di rispondere, per quanto io possa, alle vostre curiosità in merito al nostro dialetto e in particolare il palermitano.

    283. @Paco Rafitoma. Grazie per le precisazioni. Devo la scoperta del termine “currienza” a un paziente di Bagheria, imbarazzato e incapace di dare una miglior definizione al suo disturbo. Ci misi poco a capire a cosa si riferisse. Come è noto, a Palermo e dintorni siamo generosissimi nell’uso delle vocali (cuiiiiinutu), ciò che spiega la “i” prima della “e”. Riguardo alla seconda, concordiamo sul fatto che si tratti di flatulenze. Ne trattò persino Dante descrivendo il diavolo Barbariccia “ed elli avea del cul fatto trombetta” (Inferno, XXI, 136-139). Saluti.

    284. Che significa “cani i caccia”?

    285. La risposta per il Sig. Pietro è abbastanza semplice ma oggi, come spesso avviene, questo epiteto è desueto; il suo significato stava per “spia o sbirro”.
      Spero abbia soddisfatto la sua curiosità.

    286. Sfriggiusa = dispettosa

    287. Un satari à frenza!

    288. Purtare a varbuzza ! Portare al fallimento, in genere al gioco! Lasciarlo senza risorse economiche al punto da non potersi comprare nemmeno le lamette per la barba!

    289. Chiattidda

    290. quando si trova qualcuno che parla assai – si usa – ancora “M’ATTURRARI” – indicando proprio una persona logorroica – che col suo rupetere certi concetti o certi discorsi è paragonabile – al caffè che viene tostato – appunto “atturrunatu”

    291. Io da ex c vostro concittadino mai usato parole ostrogota, parlo solo italiano e ora ringrazio Dio INGLESE, TEDESCO, FRANCESE, OLANDESE. VIVO AL CONFINE TRA AUSTRIA SVIZZERA E ITALIA NORD. NON SONO MAI STATO AMANTE DELLE VOSTRE PAROLE AFRIVANE. PREFERISCO il dialetto catanese, messinese, siracusano

    292. Non vi ho mai capiti una ed una sola è la risposta per te! Di 4 lettere, universale. Ma ci piace lasciarla sottointesa….c’è piú gusto

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