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venerdì 19 apr
  • Spatuzza su Schifani: “Incontrò Graviano”

    Renato Schifani

    Ieri il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza ha parlato di presunti incontri tra il presidente del Senato Renato Schifani e il boss mafioso Filippo Graviano ai tempi in cui il presidente del Senato esercitava la professione forense a Palermo.

    Schifani ha smentito: «Non ho mai avuto rapporti con Filippo Graviano e non l’ho mai assistito professionalmente. Questa è la verità. Sia chiaro: denuncerò in sede giudiziaria, con determinazione e fermezza, chiunque, come il signor Spatuzza, intende infangare la mia dignità professionale, politica e umana, con calunnie e insinuazioni inaccettabili».

    Palermo
  • 17 commenti a “Spatuzza su Schifani: “Incontrò Graviano””

    1. Dunque riepiloghiamo: un tizio ieri 25 novembre se ne esce con la dichiarazione che quasi vent’anni fa l’Avvocato Schifani difensore di fiducia di un signore che aveva delle cause CIVILI avrebbe visto presso la sede della società dell’assistito del suddetto Avvocato un altro tizio che poi sarebbe stato Filippo Graviano che all’epoca non era neanche latitante insomma un signor nessuno.
      Non c’è che dire una dichiarazione da fare tremare i muri, da provocare un terremoto istituzionale.
      E meno male che ancora nessuno sa che Rick Forrester e Steffy (la figlia di Ridge) se la stanno spassando alla casa sulla spiaggia…..credo che cadrebbe il Governo, non c’è dubbio!!

    2. intanto ci sono blog nei quali gia’ si e’ scatenata la caccia alle streghe,e volano aggettivi irripetibili.
      Bel teatrino.

    3. se fosse come voi dite perché schifani querela? il romanzo a puntate continua ed un bel capitolo è raccontato ne I complici di Abbate-Gomez http://bennycalasanzio.blogspot.com/2007/08/don-renato-schifani-cuffaro-non-si.html
      poi ciascuno si faccia la sua opinione e la magistratura indaghi, ma non gridiamo subito al complotto perfavore

    4. A me, francamente, non importa granchè di queste dichiarazioni, esternate tra l’altro da personaggi la cui credibilità è per lo meno dubbia e possibilmente interessata: non è la prima volta, nè sarà l’ultima.
      Io, da siciliano, posso al più pensare che possano anche essere vere, dato che certi “meccanismi”, purtroppo, ci riguardano spesso direttamente.
      Spetta comunque ad altri, per fortuna, valutarle ed eventualmente agire di conseguenza.
      Quello che mi indigna molto di più, invece, è la riscontrata assoluta banale ovvietà dei contenuti delle dichiarazioni, esternazioni, interviste che Schifani (ma non è il solo…) è solito rilasciare: ormai, quando compare in TV, cambio immediatamente canale.
      E’ la prova evidente, ma ripeto non l’unica, che un uomo qualunque, se ben supportato, può arrivare dovunque…

    5. Vediamo il lato positivo.
      Il metodo Siciliano è ormai saldamente impiantato in Parlamento.
      Di fatto, il “made in Sicily” ha colonizzato (o contaminato, come preferite) l’Italia.
      Evviva.

    6. ahahaha aspettiamo giorno 4 dic e vedremo quanti arriveranno al panettone…

    7. Ma cosa puo’ cambiare questa dichiarazione quando sappiamo bene che :

      (Fonte:”tutte le volanti al cinema aurora: non fanno entrare la famiglia schifani”)

      di a. pagliaro
      29 Apr 2008

      A parte la società di recupero crediti GMS in cui era socio di Antonino Garofalo, arrestato e rinviato a giudizio per usura ed estorsione. A parte l’aver fondato la Sicula Brokers insieme a Benny D’Agostino, Giuseppe Lombardo e Nino Mandalà, tre personaggi ben noti alla cronache mafiose. A parte l’aver assistito imprenditori incappati nelle confische per mafia per poi presentare un progetto di legge che modifica la legge su confische e sequestri. A parte le consulenze milionarie prestate, non è chiaro a che titolo, a Comuni poi sciolti per mafia. A parte il lodo Schifani, cioè l’immunità totale per le prime cinque cariche dello Stato proposto quando Berlusconi, quarta carica dello Stato, era sotto processo. (Lodo Schifani per fortuna dichiarato incostituzionale dalla Consulta. Cioè: l’unica attività di rilievo svolta in dieci anni di Parlamento era incostituzionale, ottimo biglietto da visita per la seconda carica della Repubblica)

      A parte questi dettagli, Schifani è un ottimo presidente del Senato e gli piace pure il cinema.

      Il 5 maggio del 2002, arriva al cinema Aurora di Palermo con moglie, figlio e scorta e pretende di entrare gratis con una tessera AGIS scaduta. Film in programmazione: “Amen”. La sala uno è piena. Nella due danno “Casomai”. Si accomodi lì, gli dicono. Non sia mai, io sono il senatore Schifani ed entro dove voglio. Al rifiuto delle maschere, la scorta fa intervenire gli agenti di una volante che identificano due dipendenti del cinema. Cinema che in seguito, con una penosa lettera al giornale, si scuserà pure inviando una tessera gratuita al senatore.

      Magistrale il commento di Simone Lucido su Repubblica dell’epoca: “Ero presente al cinema Aurora quando il senatore Schifani ha tentato di entrare nonostante la sala fosse piena e lui fosse senza titolo d’ingresso. Ho visto l’arroganza dei suoi accompagnatori, l’arrivo della polizia, la rabbia impotente degli addetti all’ingresso e del gestore. Assistere a queste forme primitive di sopruso e di esercizio del potere fa stare male e mi ero sentito sollevato quando ho visto che il caso, anche se piuttosto edulcorato, era finito sui giornali. Ora, di fronte alle scuse presentate da chi ha subito l’offesa provo un forte senso di pena e di rabbia per un paese in mano a una classe dirigente di così basso profilo“.

      Il cinema, una fissazione. Rita Calapso, su Repubblica del 16 maggio 2002: “Cinema Tiffany, ore 19 di un giorno durante le feste di Natale. In fila per lo spettacolo delle 20. Si proietta il film «Il Signore degli anelli». Una bolgia infernale. Fuori piove. Una signora accusa un malore a causa del caldo e della confusione, chiede di sedersi su una poltrona antistante la sala cinematografica. Ma è vietato entrare nella suddetta sala prima del tempo: le viene offerto dalla maschera un gradino della scalinata. La ressa è quasi incontenibile. Da un ingresso laterale del cinema vengono introdotti nell’antisala alcuni portatori di handicap, con carrozzelle e con accompagnatori. Tra loro un volto noto, con signora, senza handicap apparenti: i due occupano le comode poltrone, ad altri negate. Scatta finalmente l’ ora X, il pubblico si precipita nella sala vuota. Chi c’è al centro, lato corridoio, comodamente seduto? Il presidente dei senatori forzisti Renato Schifani, con signora (e senza scorta). Un rappresentante del popolo, ma un «diverso», che, oltre a entrare gratis grazie a una tessera parlamentare (ma la moglie è anche lei deputata?), in barba alle regole, surrettiziamente e con la complicità del proprietario del cinema, scavalca la fila, si confonde tra i portatori di handicap e si accaparra una poltroncina“.

      Almeno, per sedersi sulla poltroncina che si è accaparrato oggi, coda non ce ne dovrebbe essere.

    8. @Michele P. Un tizio, un altro tizio, un altro tizio ancora. Così non si capisce nulla. Lei dice che vuole riepilogare. Ed allora sarebbe meglio andare un po’ più piano ( e specificare ) . Un passo alla volta. Dunque:
      ” un tizio [per meglio precisare, questo tizio si chiama Gaspare Spatuzza, “collaboratore di giustizia” ] ieri 25 novembre se ne esce con la dichiarazione che quasi vent’anni fa l’Avvocato Schifani difensore di fiducia di un signore che aveva delle cause CIVILI “. Ecco. Per iniziare : Chi era questo “signore che aveva delle cause CIVILI” ? Ed intanto perchè “CIVILI” in maiuscolo ?

    9. In attesa della risposta di @Michele P. continuo io: Sempre per cercare di capire.
      Ripeto la domanda:
      ” Chi era questo “signore che aveva delle cause CIVILI” ?

      ( di seguito la notizia ANSA )

      ———–
      “In un’informativa della Dia, depositata al processo d’appello contro il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, il pentito Gaspare Spatuzza ricorda un episodio dei primissimi anni ‘90, sostenendo di avere visto l’attuale presidente del Senato, Renato Schifani, incontrare il boss Filippo Graviano. La vicenda si riferirebbe al periodo in cui Schifani esercitava la professione di avvocato civilista e amministrativista e Graviano non era ancora latitante. Schifani assisteva civilmente Giuseppe Cosenza, indiziato per mafia e poi sottoposto al sequestro e alla confisca dei beni (divenuti definitivi nel 1992) e alla sorveglianza speciale per tre anni” [ segue ]
      ———-

      Aggiornamento del riepilogo di Michele P. con i dati forniti dall’ ANSA:

      Giuseppe Spaduzza, collaboratore di giustizia, ieri 25 Novembre se ne esce con la dichiarazione che quasi vent’anni fa l’avvocato Schifani difensore di fiducia di Giuseppe Cosenza, che aveva delle cause CIVILI ( segue )

    10. Dunque riepiloghiamo: il presidente del senato Renato Schifani ieri 25 novembre se ne esce con la smentita di essere stato visto presso la sede della società di un suo assistito con un tizio risultato mafioso (filippo graviano) che all’epoca dei fatti non si era dato alla macchia, quindi non aveva acquisito ancora lo status di latitante, insomma era SOLO mafioso.
      Non c’è che dire una smentita da sgretolare qualsiasi inquisitore o collaboratore, da provocare lo scioglimento dell’intera magistratura.
      E meno male che comunque vada non succederà assolutamente nulla, mentre sono molto preoccupato sul fatto che ora che sappiamo che Rick Forrester e Steffy (la figlia di Ridge) se la stanno spassando alla casa sulla spiaggia c’è la possibilità che cada il governo.

    11. Il Presidente ha smentito di essere mai stato il legale di Cosenza ed ha annunciato una querela. E’ sufficente?

    12. Si, certo, è sufficiente, almeno per me. Adesso ho capito. Avevo fatto confusione : il tizio, il signore, l’altro tizio. Con l’esempio classico: Tizio, Caio e Sempronio, forse avrei capito prima.

    13. Ma non aveva già presentato querela contro Travaglio che sosteneva le stesse cose e che Pippiniello ha riassunto in maniera esemplare? Come finì?

    14. Pippiniello, devo dire la cosa grave é più questa, sintomatica di un modo di essere. L’arroganza.
      Piero Grasso raccontò che una volta che era andato a cinema con la moglie, sentì delle signore davanti a lui dire ‘hai visto chi c’é?’, Spostiamoci, non si può mai sapere’. E lui capendo che questo preoccupava le persone, smise di andare a cinema a Palermo. Questa é etica.
      La cosa che più mi infastidisce, é il racconto di Pippiniello. I rapporti con la mafia vanno dimostrati dalla magistratura, l’arroganza del ‘privilegio’, é invece indice di mancanza di senso della democrazia. Questo per me é indice più grave.

    15. Uma, ma la tua è proprio una fissa! Io rimango convinto che le persone di buon senso, riescano a vagliare i fatti indipendemente da quello che riuscirà a dimostrare la Magistratura tra anni. Che poi, anche quando arriva a sentenze di peso viene attaccata, offesa e tacciata di essere di parte. Così i condannati si prendono una bella promozione sul campo(vedi i casi Cuffaro e Dell’Utri solo per citare i più eclatanti. A proposito dell’etica di Piero Grasso: oggi occupa il posto che sarebbe dovuto essere di Gian Carlo Caselli se la più vergognosa delle leggi “contra-personam” non lo avesse fatto fuori da quel concorso. Il tuo concetto di etica prevede la possibilità di non accettare una promozione costruita su misura?

    16. Spillo, parliamo di cose concrete. Ho visto persone assolutamente irreprensibili, e te lo giuro, lo so, essere condannate in processi a tema, in cui il magistrato di turno voleva inquisire il politico obiettivo dell’inchiesta, e diventare poi l’unico colpevole (anche se non c’era nessun estremo), perché il magistrato una volta promossa una certa inchiesta, ne deve anche giustificare il senso quando non ce l’aveva.
      Questo ho più volte visto. E questa é secondo me una condizione di assoluta immoralità di comportamento di certa magistratura, che non rinuncia, al fine di autogiustificare i propri comportamenti a tema, a mettere in mezzo persone prive di responsabilità.
      Sulla questione Caselli, sono in totale disaccordo con te. Un magistrato che mette in mezzo un processo, anch’esso indiziario, lunghissimo, con basi probatorie debolissime, non mi meraviglia sia stato cassato. Grasso, intanto a differenza di Caselli, é cresciuto con Falcone, e spesso ne ha parlato. E’ una persona prudente, e conoscitrice del diritto, senza essere com’era Giammanco. Va in Tv non a fare questioni di parte, quanto spesso a dire che la mafia si combatte con il consenso della società civile, che tutti siamo ugualmente responsabili. Discorsi mai sentiti fare a Caselli. MI spiace, son felicissima che ci sia Grasso al Posto di Caselli. Hanno preso molti latitanti hanno fatto una politica di sequestri dei patrimoni, più che pensare di fare processi politici postumi fra l’altro e nel mentre la mafia proliferava.

    17. Se ti riferisci al processo Andreotti, ti informo che nonostante le “basi probatorie debolissime” il divin Giulio è stato riconosciuto colpevole del reato ascrittogli (MAFIA), è però andato impunito in quanto nel frattempo era scattata la prescrizione. Ti informo inoltre che chi promuove l’azione penale (Sostituto Procuratore) è organo diverso da chi alla fine emetterà la sentenza, sia esso il GIP (con la richiesta di archiviazione o di rinvio a giudizio)o il Collegio giudicante sino all’eventuale terzo grado. La tua teoria che “il magistrato una volta promossa una certa inchiesta, ne deve anche giustificare il senso…” è del tutto strampalata

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