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giovedì 25 apr
  • “Ecco come”, dove e quando

    Aver scritto il libro più letto e invenduto in Sicilia rappresenterebbe un tragico primato per un qualunque scrittore, eppure, non sentendomi tale, è un risultato di grande conforto alle intenzioni con cui ho scritto Ecco come: far circolare delle idee concrete, talune realizzate in prima persona, che facessero leva più sull’iniziativa e la responsabilità sociale dei cittadini che non sull’azione dei partiti per tentare la mission impossible di cambiare in meglio la Sicilia. Oltre sessant’anni di vita democratica ci hanno infatti abituato a veder cambiare spesso sigle e nomi di partiti, ma molto meno le facce dei politici che questo cambiamento da sempre promettono.

    Grazie al download gratuito di vari siti tra cui Mobilita Palermo, Muovi Palermo, diversi Meetup e, ovviamente, Rosalio, questo fallimentare obiettivo editoriale si sta consolidando giorno dopo giorno.

    E per supplire alla mia inerzia in fatto di presentazioni ed eventi promozionali editoriali, stanno ora giungendo i primi inviti ad intervenire sui temi del libro:

    • Domenica 21 alle ore 17:30 a Catania presso la biblioteca “R. Livatino” all’interno del Castello Leucatia (via Leucatia, 68) se ne parlerà con il giornalista Nicola Savoca e lo scrittore Domenico Trischitta;
    • Venerdì 26 alle ore 17:00 a Palermo presso l’aula magna della facoltà di Economia e Commercio farò un intervento, all’interno dell’Assemblea Costituente dei Movimenti Civici di Sicilia, addirittura assieme al prof. Stefano Zamagni, noto economista bolognese.

    Il libro, vale la pena di ricordarlo, propone un’alleanza tra generazioni per mettere in piedi imprese coerenti con una visione di sviluppo incentrata sulla qualità della vita. Facendo appello alla responsabilità sociale di professionisti, imprenditori e dirigenti, si chiede a costoro di regalare idee di impresa, qualche ora di consulenza gratuita in base alle proprie competenze e anche qualche soldo da mettere a garanzia di questi progetti attraverso Banca Etica, specializzata nel microcredito. Piccole cose, ma pensare in grande, con i soldi degli altri, è una prerogativa esclusiva dei politici.

    Un solo pubblico amministratore ha preso a cuore queste idee e ha voluto ospitarle sul suo sito: Nadia Spallitta. Gliene do atto con la stima che ho per lei e per la sua dedizione quotidiana alla cosa pubblica. Ricordo un passo della Bibbia in cui un profeta scongiurava l’Onnipotente di placare la sua collera verso una città sol che avesse in essa trovato dei giusti: si ripromise di trovarne cento e poi cinquanta e poi dieci e poi almeno uno, ma non ci riuscì e piovvero inesorabilmente fuoco e fulmini. Persone come Nadia, faccio un discorso di persone più che di partiti, sono l’unico parafulmine che abbiamo contro l’ira di Dio per quanto si consuma ogni giorno a Palermo.

    Palermo
  • 83 commenti a ““Ecco come”, dove e quando”

    1. posso confermare la spassionata disponibiità di Nadia Spallitta, anche relativamente al progetto Parco Uditore (cfr. post C’è un grande prato verde). Una disponibilità operativa e concreta che non si limita a plausi via web e che sono certo ci porterà, nella fattispecie, se la città risponderà all’appello con le firme. Alla realizzazione del parco.
      Io invoco la pioggia di fuoco e fulmini da te paventata che ci liberi da questa impresentabile classe dirigente. Ho lavorato spesso a contatto con politici e posso garantirvi che nella maggior parte dei casi sono molto peggio di quello che di peggio i luoghi comuni attribuiscono loro.
      Il fiume in piena che dovrà fare piazza pulita salvi i pochi che valgono.

    2. Beh allora “buon lavoro”….

    3. Mi guarderò bene dall’andarci 🙂

    4. Poiche’ il libro propone cose concrete, sarei curioso di chiedere all’autore quanti hanno risposto manifestando concreta disponibilita’. Secondo la mia esperienza qui non solo non c’e’ voglia di fare nulla per cambiare le cose, ma se qualcuno ci prova da’ pure fastidio. Non e’ vero?

    5. Buongiorno
      io ho avuto la possibilita’ di leggere il testo via web.Si tratta di un titolo attraente ,anche il libro e’ di scorrevole lettura, sintetico,giunge direttamente al cuore dei problemi .Ha certo il pregio di favorire un dibattito.
      Puo’ aiutare a focalizzare alcuni ambiti di intervento da privilegiare.
      Essendo pero’ un testo divulgativo si presenta ancora ,a mio avviso,con una analisi che in non si addentra tecnicamente in modo soddisfacente .Non c’e’ ,purtroppo,il piatto servito,la ricetta,come noi lettori spereremmo in quanto siciliani. Quindi ,in definitiva,puo’ costituire uno stimolo e una traccia per la fervida discussione politica e sociale che in questo momento vede impegnata larga parte della societa’ civile.
      Mi piace sottolineare l’occasione del g 26 e 27 con la costituente dei MOvimenti Civici della Sicilia .E’ un momento importante .
      Coediali saluti

    6. ..pardon
      Cordiali saluti

    7. @cosimo
      posso dirti che sulla questione parco in via uditore, molta gente si sta attivando autonomamente per la racoclta firme. Percepisco fermento e voglia di partecipare. Sono certo produrremo risultati importanti. Accanto a tanti che non vogliono fare che sono immobili e disfatisti, molti, la maggioranza, aspetta solo un segnale, un interlocutore, un’occasione.

      Donato ha fatto un bel lavoro di sintesi. Adesso spetta a lui lanciare una inizativa concreta un’idea attorno alla quale costruire una rete di lavoro. Il primo progetto pilota. Io ho già dato la mia disponibilità.

    8. Ho letto il libro e lo trovo ben scritto e – mi permetto – in alcune parti anche un poco ingenuo. Anche questo mi ha colpito. Non tanto le ottime idee bene esposte e realmente interessanti quanto la genuinità di un pensiero di chi si pone un obiettivo serio: “Non c’è niente di più rivoluzionario che fare bene e con qualità quello che si sta facendo”.

      Per passare all’azione… perché non iniziamo una raccolta di firme per la promulgazione di un articolo da inserire nella finanziaria regionale:

      “In tutto il territorio regionale è vietato l’uso di spot TV, di manifesti pubblicitari riferiti a candidati e di altre forme pubblicitarie riferiti a singoli candidati nel periodo della campagna elettorale per le elezioni comunali, provinciali e regionali nella Regione Siciliana”.

      Se piacciono le idee, proviamo a dargli le nostre gambe.
      E magari oltre ai soliti volti noti apparirà qualche soggetto più adatto per fare il sindaco di Rosaliopoli.

      P.S.
      Se Donato Didonna è favorevole, io le firme le inizio a raccogliere.

    9. Salve,
      il libro lo potete scaricare anche dal sito http://www.ilgrillodipalermo.it (Meetup Palermo3)

    10. autocelebrazioni…….

    11. Anch’io, come folklorista, penso che manca di elementi concreti.
      – perché Banca Etica e non Banca Intesa o Unicredit o un’altra banca?
      – quali sono i progetti? Almeno un’idea, un tipo di impresa, potrebbe dircela; qualcosa di concreto insomma.
      – quanto si dovrebbe depositare presso la banca?
      – se deposito, per esempio, 20mila euro quali sono le garanzie sul mio capitale e se riscuoto in cambio interessi, dal momento che banca etica non regala soldi ma chiede interessi in cambio, come qualsiasi banca? (ma paga interessi meno di altre banche)
      – in caso di fallimento dell’impresa finanziata perdo i miei soldi?
      – in caso di riuscita dell’impresa finanziata cosa ne avviene dei miei soldi?
      Mi fermo a queste semplici domande per il momento, tra altre domande inevitabili che non trovano risposta nel testo di Didonna.

    12. Che fallimento…. ???
      Eppure ho incontrato un sacco di gente con la quale ho parlato del libro. A chi è piaciuto e a chi meno. Chi non lo conosceva e lo ha scaricato etc..
      Nessuno ha pensato che Didonna, (che non conosco) avesse voluto dare “il verbo”.
      E’ una opinione rispettabile, che può essere aiutata a crescere.
      Oppure possiamo continuare a fare come chiunque (per ora è di moda tra i cantanti e gli attori) dice che oggi non si identifica con il governo attuale.
      E poi? Nulla.
      La rivoluzione -incruenta si intende- si fa con le azioni che nascono dalle buone idee e le buone idee crescono.
      Potrà non piacere o essere incompleta l’esposizione in questione ma almeno nella sua genuinità è alternativa al nulla.
      Anche io non condivido alcuni aspetti, ma capisco che mi posso confrontare su un progetto vero non su nomi vecchi e “paurosi”.
      Io il 26 parteciperò.

    13. Come quale fallimento?
      Si tratta di mettere a garanzia i propri soldi per finanziare progetti. E’ scritto. “… e anche qualche soldo da mettere a garanzia di questi progetti attraverso Banca Etica”…
      Allora, quali progetti? Quanti soldi a garanzia?
      Perché solo Banca Etica? In caso di riuscita dei progetti che benefici ne trae il garante? Ne condivide i benefici (gli interessi) con la banca? In caso di fallimento dei progetti i garanti perdono il proprio capitale capitale o condividono il rischio con la banca?
      Non è una critica alle idee di Didonna. E’ una richiesta di chiarezza su elementi essenziali e scontati quando si mettono i propri soldi.

    14. proprio capitale

    15. Sono all’estero per lavoro e rispondo come posso. Come si possono promuovere nuove imprese coerenti con una visione di sviluppo incentrata sulla qualita’ della vita prescindendo da aiuti pubblici? Penso che ogni professionista o imprenditore abbia in mente idee di impresa che magari non e’ interessato a realizzare in proprio, ma che potrebbero essere magari sinergiche con la propria attivita’. Invece di tenerle nel cassetto, queste idee si potrebbero regalare a ragazzi decisi a mettersi in proprio, fornendo dettagli e consulenza per gli aspetti organizzativi. Se i ragazzi avranno le giuste attitudini e motivazioni si potra’ aiutarli sul piano delle relazioni (commerciali, professionali, burocratiche, ecc.) per la migliore riuscita dell’iniziativa e lo strt up potra’ essere infine aiutato mettendo una cifra a garanzia di una linea di credito cui una banca specializzata nel microcredito potra’ applicare un moltiplicatore. Ho fatto il caso di Banca Etica perche’ questa banca applica il moltiplicatore 4: se 10 persone mettono in un conto a proprio nome 500 euro a garanzia di una di queste iniziative il fido totale arrivera’ a 20.000 euro. Se conoscete banche che danno di piu’ avvertitemi! Se l’impresa dovesse andar male la banca perdera’ di piu’, motivo per analizzare attentamente il merito di credito. Anche per la bella iniziativa del parco a fondo Uditore si potrebbe immaginare un’impresa che svolga delle attivita’ di intrattenimento, didattiche, di gestione, ecc. in concorso con altre: bisognerebbe vedere le migliori pratiche in materia. Penso ad altre persone che possano seguire questo metodo meglio e piu’ di me e possibilmente senza neanche coinvolgermi,
      visto che non sono affatto geloso delle mie idee: sono a disposizione di chiunque le voglia far sue senza alcun copyright. Magari di un ottimo candidato sindaco come per me sarebbe Nadia Spallitta.

    16. se si va al rimpasto, propongo didonna ministro dell’economia, e pure sottosegretario al ministero dello sviluppo, voglio abbondare.
      tanto l’economia con la crisi che tira peggio di così non può andare.
      quindi se le sue si dovessero rivelare delle grandi panzane, non perde neanche la faccia, può sempre rimproverare chi lo ha preceduto per l’eventuale fallimento programmatico.
      altro che micro credito e banca etica e factotum, qui c’è da rivedere tutto il sistema, altrimenti con queste teorie, o si da la mancia a chi ti paga le bollette e ti porta un divano ikea a domicilio e magari te lo monta pure, o si raschia il fondo del barile senza costruire niente, se non fatturare un paio di parcelle e qualche intermediazione.

    17. dimenticavo: quoto roger

    18. ps le prime sedici pagine sono autocelebrative (io io io), poi si parte con teorie un po’ ingarbugliate ed annacquate.
      cito solo il biodiesel, per didonna un uovo di colombo, per altri più illustri economisti un disastro economico ed ambientale a discapito delle popolazioni più svantagiate.
      mi fermo qui, che non ho voglia e tempo di fare una disamina di tutto il testo.

    19. “Se conoscete banche che danno di piu’ avvertitemi!”
      Si può presentare la questione il altri termini, e so di entrare in un campo pieno di contraddizioni, dove ognuno la racconta a proprio comodo; mi riferisco al moltiplicatore del credito servendosi del sistema della riserva frazionaria. Secondo alcuni assertori di questo tipo di moltiplicatore, una banca può prestare il capitale in deposito – tolta ogni volta la riserva frazionaria del 2% – fino a 48 volte… evito le simulazioni, come detto si tratta di campo “delicato”…

    20. Le banche sono l’ultimo problema: l’importante sono le idee e le persone. He le realizzano. I ragazzi della Cooperativa Factotum sono stati estremamente affidabili, hanno sviluppato un fatturato di oltre 700.000 euro e si preparano ad affontare nuovi progetti a piu’ alto valore aggiunto. Cosi’ si cresce quando si ha ben presente la differenza a che corre tra le chiacchiere e la realta’.

    21. Ho semplicemente risposto ad una domanda, ed ho precisato di non volermi addentrare in questioni di tecnica bancaria. Come non esprimo critiche sulle idee di Didonna dato che non ne conosco i dettagli tecnici. Secondo me si dovrebbe definire il ruolo di chi mette la garanzia, i rischi, ed eventualmente i vantaggi. Oppure si chiede di fornire garanzie (bloccata per quanto tempo?) “gratuitamente” solo per spirito missionario? Cioè, se io investo 20000 euro vorrei sapere per quanto tempo restano bloccati, cosa ci guadagno, o cosa ci perderei eventualmente. Dato che, come leggo, si tratta di creare valore aggiunto, esso riguarda solo la banca ed i giovani neo-occupati? E niente per chi investe i fondi? Mi sembra un modo nuovo, interessante, e originale, di fare impresa, ma vorrei sapere qual’è il ruolo di chi ci mette i soldi VERI. In altri settori chi rischia i propri capitali o i propri beni è imprenditore, qui l’imprenditore non investe soldi e chi li investe è solo sponsor senza vantaggi e solo rischi? Solo per chiarezza, attendo risposte (forse perché sarei eventualmente interessato), che per il momento non leggo.

    22. Queste iniziative fanno appello alla resppnsabilita’ sociale: il ritorno e’ civile e morale piu’ che economico. Il rischio c’e’ ma e’ accettabile e condiviso con qltri.

    23. La risposta di Didonna è troppo criptica, non risponde alle mie domande. A me servono cifre dettagliate. Rischio condiviso o meno è sempre rischio. Ma non è questo il Problema.
      Se ho ben capito: io metto 20-30mila euro a garanzia, chi può ne mette di più, la banca fa il suo normale business, forse grazie al moltiplicatore e alla riserva frazionaria chissà quante volte le presta, ne guadagna in cambio in interessi, i neo-occupati (che magari si considerano imprenditori) lavorano e ne traggono redditi, ed io… invece mi accontento di avere fatto solidarietà sociale soddisfatto del mio ritorno morale. E se un giorno decido di recuperare i miei 30mila euro?
      Troppe domande senza risposta!

    24. a fare impresa con i soldi (elemosine?) degli altri son buoni tutti!
      mi sembra, in questo discorso molto fumoso, che il rischio d’impresa se lo accollano solo i “benefattori” per far giocare altri a fare gli imprenditori. siamo passati dall’assistenzialismo pubblico a quello dei privati?
      chissà, magari qualche pollo in giro si trova….
      condivido i dubbi e le domande di DeCurtis.

    25. ps sarebbe più interessante sapere l’utile di factotum, oltre il fatturato. quanto ha guadagnato ogni singolo ragazzo in un anno?

    26. Se l’impresa non ha problemi avrai i frutti del deposito o dell’investimento messo a garanzia

    27. aiuto! “SE”.

    28. “Se l’impresa non ha problemi avrai i frutti del deposito o dell’investimento messo a garanzia”
      *
      ok, beneficienza, e neanche detraibile dalle tasse! 🙂
      stupisce solo che si viene a chiedere soldi con abbondanza di chiacchiere, e si risponda così brevemente a richieste di delucidazioni.
      perfino vanna macchi avrebbe speso due paroline in più sui benefici delle sue alghe miracolose…

    29. Con l’uscita dall’obiettivo 1 della UE e con il federalismo le risorse pubbliche in Sicilia crolleranno del 35% se qualcuno ha una ricetta migliore di favorire nuove imprese, specie giovanili, parli ora o taccia per sempre 🙂
      Non e’ piu’ il tempo di fare oziose e stupide polemiche!

    30. Io ho chiesto cifre, garanzie, piani dettagliati. Ritengo di non avere ricevuto risposte esaurienti. Se investo in banca (pronti contro termine, obbligazioni, etc. conosco in anticipo le condizioni e i rischi). In queste condizioni non rischio 20-30mila euro, peraltro in un’attività sulla quale, se ho ben capito, non avrei nessun controllo.
      Se altri si sentono motivati in queste condizioni liberi di farlo. Senza polemiche!

    31. … ho espresso curiosità ed un certo interesse per questa iniziativa, eventualmente disponibilità (scemata dal fatto di non avere ricevuto risposte adeguate), ma noto a malincuore che non leggo adesioni da parte dei tanti utenti di Rosalio, nemmeno con cifre in denaro non eccessive. Tra l’altro nemmeno Didonna ci ha detto se e quanto denaro lui stesso è disposto a mettere a garanzia.
      Senza polemica!

    32. La cosa migliore sarebbe presentare dei progetti di impresa presso Banca Etica a dei potenziali garanti o investitori in modo tale che ciascuno possa valutare il rischio e le aspettative di ritorno diretto o indiretto tramite i soldi investiti e dati in garanzia. Mi sembrano comunque aspetti secondari rispetto ad un metodo di esercizio co. Reto della responsabilita’ sociale.

    33. Il mio contributo alla cooperativa e’ iscritto a bilancio tra le sovvenzioni a titolo infruttifero: contento?

    34. Contento? NO, non è una competizione!
      Io intendevo che se lei avesse detto di essere tra i PRIMI garanti, e a che livello, probabilmente avrebbe stimolato qualche utente. Invece, come si può notare, purtroppo, per il momento, non ci sono adesioni. Vuol dire che la gente per prestare – a garanzia – e bloccare i propri risparmi chiede certezze?
      La responsabilità sociale è una bella cosa, ma chi lavora duro e risparmia e non possiede milioni di euro pensa innanzitutto alla propria sicurezza economica, piuttosto che finanziare neo-imprese di giovani debuttanti con tutti i rischi che comportano. E’ triste forse, ma è naturale e logico.
      Pero’, chi impedisce ai giovani che hanno voglia di intraprendere di presentare i progetti a banca etica e farsi finanziare dalla stessa banca? Potrebbero mettere a garanzia (se è indispensabile) i beni dei genitori, dei familiari, dei parenti, o essere finanziati sulla fiducia di banca etica?

    35. Fare inpresa non è mai facile che tu abbia soldi, tuoi, delle banche o di donato didonna;)o che tu non abbia soldi.
      Il punto è se crediamo che la nascita di giovani imprese sia una alternativa per il futuro della nostra terra allora confrontiamoci in maniera costruttiva sulle proposte di Donato. Ognuno faccia la sua di proposta, se necessario anche contrapposta a quella di donato. Fare controproposte mi sembra più efficace che procedere a sterili: “non può funzionare”.
      Dobbiamo recuperare il brivido del rischio il “se” è l’anima della vita non la sua negazione, come la cultura supina del posto fisso tutto garantito, dei nostri tempi e dei nostri luoghi ci fa credere.

      Se l’impresa che finazi sbaglia e fallisce, ci rimetti i soldi, cari Vale, Decurstis e stalker.
      Qundi quando metti soldi in un’impresa ricordati prima di rifletterci siano essi 10 euro o 100.000 euro.

      Puoi naturalmente decidere di tenere i risparmi pochi o tanti che siano sotto il mattone e lamentarti che nessuno fa niente.

    36. callea, il mio dubbio è se questo è fare impresa, o turlupinare i polli, tacciandoli pure di disfattismo se non aderiscono alla finanaza etica e creativa di didonna.
      ad ora tanto fumo e nessuna risposta seria alle legittime domande poste.
      se poi vogliamo giocare a monopoli, io vorrei il funghetto e mi voglio comprare la stazione est! 😉
      buon divertimento

    37. Ritengo di aver proposto un modello non solo teorico, ma a che pratico che funziona, sta in piedi economicamente e da’ lavoro a dei ragazzi. Non pretendo che venga adottato da tutti e sono sicuro che persone come Stalker sapranno faredi meglio.
      A De Curtis non posso che ribadire che la motivazione di quanto proposto e’ ben diversa da quella per la quale ci si rivolge ad un promotore finanziario.
      A Callea l’invito superfluo a non desistere.

    38. Callea, nessuno finora ha parlato di cifre concrete. Anche questa è Palermo. Ho vissuto tanti anni negli USA, un discorso del genere li farebbe solo ridere.
      E’ troppo facile fare impresa con i soldi e i rischi degli altri.
      Perché si parla di microcredito, ovvero cifre intorno ai 30mila massimo 50mila euro; se questi giovani neo-imprenditori non sono capaci di rimborsare la banca (oggi si può avere un tasso fisso intorno al 2%; ma anche se si calcola l’ammortamento al 4.5%, 50mila euro = 518,19 euro mensili per 10 anni; 30mila euro = 310,92 euro mensili per 10 anni) che imprenditori sono? Di cosa stiamo parlando? Di collette? Di beneficenza?
      E tu Callea, quanti soldi sei pronto a rischiare in questa faccenda?
      Non mi sembra che tu l’abbia scritto. Quanto?
      Passiamo dalla teoria ai fatti, please!
      Didonna ha detto che ha messo soldi a garanzia di factotum, ma non ha detto quanto, ed io finché non si specificano le cifre PRECISE, per me non vuol dire NIENTE.
      E perché ne parlate come se fosse un obbligo morale, sociale? Ogni cittadino è libero di farne quello che vuole dei soldi che guadagna onestamente? Il mattone? Esiste solo in casi di arretratezza; ci sono obbligazioni interessanti con pochi rischi, polizze, altri prodotti, investimenti immobiliari, aziende (da condurre, o in co-partecipazione) con prospettive di mercato chiare, etc. Allora, perché non chiedere ai garanti di partecipare ma avere il controllo delle neo-imprese, dato che i neo-imprenditori sono incapaci, da come viene spiegata la faccenda qui, di impegnarsi economicamente e quindi sono i soli a non rischiare?
      Da come viene presentata questa idea: la banca non perde grazie al moltiplicatore (o perlomeno rischia poco, e le statistiche ce le hanno) i giovani “neo” (cosa?) non mettono 1 euro non rischiano, i garanti perdono guadagni che avrebbero altrove e sono i soli a rischiare di perdere i loro soldi.
      Siete sicuri che stiamo parlando di cose serie?
      Che idea è quella dove si rischiano i propri soldi in una neo-impresa di giovani precari debuttanti “senza nessun controllo” per chi ci mette i soldi? Giovani che da quello che si legge non hanno LA FORZA di chiedere un prestito da rimborsare con 300 o 500 euro al mese?
      Questo si fa quando si comprano obbligazioni di società solide con lunga storia e cifre alle spalle e prospettive di mercato rassicuranti (e pure in questo caso ci sono rischi, ma almeno sono calcolati e prevedibili in base alle cifre conosciute).
      N.B. Un’impresa che non ha la forza di mettere a garanzia 7500 euro o 12500 euro, che impresa è? Stiamo giocando che tipo di gioco, o stiamo perdendo tempo con scemenze? Non hanno familiari alle spalle? 750 euro o 1250 euro ciascuno per 10 giovani neo-imprenditori… Parliamo di molliche a fronte di milioni o miliardi della vera imprenditoria… purtroppo anche questa è Palermo, confondere le molliche e la beneficenza per imprenditoria.
      BUONA CONTINUAZIONE

    39. INFINE. Per non essere tacciati da disfattisti.
      Si deve quantomeno: sottoporre progetti e prospettive dettagliate a potenziali garanti/investitori; partecipazione economica e condivisione dei rischi anche dei giovani soggetti; controllo sulla società anche da parte dei garanti/investitori; la banca riscuote interessi e quindi deve remunerare il denaro bloccato a garanzia dei garanti/investitori; il piano di ammortamento non deve superare i 10 anni al termine dei quali il garante sceglie di restare in società e condividere vantaggi e rischi oppure recupera il proprio capitale ed esce dalla società; durante i dieci anni del piano di ammortamento priorità ASSOLUTA al rimborso alla banca poi i salari e divisione di eventuali guadagni tra garanti e neo-associati-imprenditori-exprecari.
      Si chiama equità e vera condivisione.

    40. Evito i discorsi lunghi, che sarebbero probabilmente male interpretati. Mi limito a sottoscrivere i post di DeCurtis e Stalker.
      P.S. aspetto pure io di leggere qualche cifra, pure io chiedo a Callea di essere concreto e dirci quanto investirebbe lui in un’impresa come queste in oggetto.
      Pure io parteciperei, ma nei posti dove mi trovo attualmente mi prospetterebbero i progetti con migliore chiarezza.

    41. I numeri, se mi consentite, non li faccio a dei nick name: il libro termina con la mia mail alla quale, chi era veramente interessato, ha potuto fare riferimento per fissare un incontro e avere tutti i chiarimenti del caso.

    42. I post qui e altrove sono scritti per essere letti e commentati da nickname; seguendo gli stessi criteri non si dovrebbero pubblicare nemmeno i post.
      In ogni caso scrivere di progetti di impresa senza specificare dettagli, cifre, prospettive, eventuali guadagni e rischi, etc. è come non scriverli…

    43. intanto la tanto ,da qualcuno, decantata Irlanda,portata ad esempio da seguire,ha un buco di 100 miliardi di euro e rischia di compromettere la stessa esistenza dell’unione monetaria europea,
      alias Euro.

    44. Il paragone tra l’Irlanda e la Sicilia nasce dal fatto che sono entrambe isole con uguale popolazione e miseria ed emigrazione alle spalle. Pur non avendo risorse culturali e naturali paragonabili alla Sicilia, l’Irlanda 20 anni fa si e
      Inventato un modello di sviluppo oggi in crisi per la finanza. La Sicilia nello stesso tempo ha ridistribuito risorse pubbliche destinate a crollare del 35% con la prossima uscita dall’obiettivo1 della UE poi la fame arrivera’ anche da noi se non ci inventiamo un nuovo sistema di imprese e di visione di sviluppo.

    45. Ci sono dati che possono essere esposti a tutti senza alcun problema,tipo:
      .
      Ho 1 (o piu’) imprese
      nel settore……….
      ho X dipendenti
      fatturo Y milioni di euro
      ho avuto un utile netto,dopo le tasse,di………
      Ho iniziato l’anno ………..
      Ho goduto si sovvenzioni pubbliche ……..
      Ho avuto credito bancario……….
      .
      Di piu’ non vi posso dire,perche’ ogni vera impresa ha le sue aree riservate.
      .
      FORSE SAREBBE + CHIARO COSA SI VUOLE TRASMETTERE

    46. IO NON HO TEMPO NE’ VOGLIA DI APPROFONDIRE LA QUESTIONE IRLANDESE,
      solo registro quello che sta avvenendo in quel paese,ed invito ad una certa cautela e riflessione.
      .
      Anche da noi si potrebbero finanziare le piu’ svariate iniziative imprenditoriali.Anche in passato cio’ e’ avvenuto in Sicilia,per esempio con la Regione socio d’impresa.
      Ed abbiamo visto come e’ andata a finire.

    47. traducendo,voglio dire che non sarebbe male se qualcuno approfondisse cosa sta succedendo in Irlanda,in quali settori,e perche’.
      La crisi globale c’e’,
      ma ci sono paesi che la reggono,ed altri NO.

    48. Come è già stato detto si deve distinguere tra nuove forme assistenziali e nuovi metodi di fare impresa (sottolineando che se si tratta di mettere 500 euro è tipo gioco, se si parla di decine di migliaia di euro si comincia ad essere seri).
      Se io investo (a garanzia o in altri modi) 50mila o 100mila euro voglio un ritorno economico, perché sono soldi che ho guadagnato e non per regalarli in beneficenza a gente che nemmeno conosco. Già mi da fastidio il sistema bancario dove grazie ai soldi dei clienti fanno investimenti lucrosi, oltre ai prestiti moltiplicati, e danno le briciole ai clienti veri proprietari dei soldi. Ora mi darebbe lo stesso fastidio contribuire economicamente a sviluppo, creazione di redditi da salario per dieci giovani disoccupati, e generare utili, sopportando tutti i rischi, non guadagnare e non contare niente nelle nuove realtà aziendale. Non conosco investitori, imprenditori, sponsor, che accettano di investire i loro soldi per perderci e contare meno di una scartina.
      Comunque, in mancanza di dettagli e cifre concrete (e non conoscendo le attitudini di coloro ai quali i soldi sono destinati, e per quali progetti e prospettive) si parla di aria fritta.

    49. vogliamo fare un brain storming sull’argomento?
      .
      1.In Sicilia non ci sono state e credo non ci siano le condizioni di fare impresa,in senso lato del termine,a meno che non si consideri tale l’iniziativa artigianale o la prestazione d’opera con l’ausilio di qualche collaboratore.
      2.Fra 100 che ci provano,quanti sono quelli ancora in vita dopo 2,3,o 4 anni?
      Forse la CCIA potrebbe darci lumi.
      3.Quando la Regione e’ scesa in partnership a sostenere e tentare di sviluppare imprese produttive,dai panettoni,ai carciofini,ai surgelati,e’ stato un fallimento.
      4.Anche l’emigrazione,in qualche modo,puo’ essere
      il I passo per fare impresa in territori piu’ favorevoli.
      5.la bolla Irlandese insegna che bisogna attendere
      il medio termine per vedere la bonta’ di certe iniziative.Li’ la congiuntura globale ha messo
      in ginocchio l’economia,travolgendo le banche locali e coinvolgendo altre banche.Sarebbe interessante conoscere quali altre banche europee
      sono colpite dal flop irlandese.
      6.Mi hanno sempre affascinato le storie di successo.In Sicilia c’e’ chi puo’ testimoniare di storie di successo in campo imprenditoriale?
      7.Di recente mi ha colpito un’intervista a Dino de Laurentis.Alla domanda:ma dove ha trovato i soldi
      (si noti che ha prodotto almeno 500 film’s),risposta:”sono le idee che contano,quando ci sono le idee i soldi arrivano”.
      Aggiungo io:pero’ lui e’ andato a Los Angeles
      (i passi giusti al tempo giusto).

    50. La c.d. finanza etica persegue “interessi” diversi, non solo strettamente economici, ma non per questo meno appaganti: l’interesse più alto è quello che riguarda tutti.

    51. me ne compiaccio.

    52. Quanto afferma ,nei commenti,il dr Di Donna,lungi dall’essere il progetto di un sognatore,e’ invece un tentativo di tradurre il risultato di rigorose analisi accademiche a livello mondiale e di Nobel per l’economia come Amarthya Sen sulla finanza etica,sul microcredito,sullo sviluppo eticamente sostenibile.Chi ragiona in termini di profitti e’ ancora legato a una vecchia concezione dell’economia,certo legittima ma incapace di stare in un contesto alternativo.VEro e’ che un approfondimento risulta necessario ,ma occorre anche una giusta capacita’ di comunicazione e studio.

    53. Stiamo bassi per favore, oppure, se ne siete capaci, voliamo più in alto, ma di tanto, e cerchiamo di parlare seriamente!
      *
      Amartya Sen è un economista sfaccettato e complesso, che parla di massimi sistemi, e auspica una diversa sensibilità e lungimiranza politica rivolta al sociale, basata sulla “capacità” del fare per far funzionare l’economia; quindi una rivoluzione radicale che possa arare la terra inaridita in profondità, e non regalare semi ai contadini che non hanno acqua per innaffiare, casomai sviluppare dei progetti collettivi, per arare in profondità e portare l’acqua, e che quell’acqua sia pulita e non contaminata, altrimenti ci si ammala.
      Un discorso politico, nella sua più alta accezione, e trasversalmente ramificato.
      *
      Poi c’è Muhammad Yunus, l’ideatore del microcredito, che è persona degnissima del FARE, al quale sembra ispirarsi il Didonna.
      Peccato che il nostro ci abbia risposto con elusiva spocchia, non poca prosopopea, e liceale approsimazione, e non dico a me, ma anche a De Curtis, che sembrava seriamente interessato al progetto.
      Sa Didonna, di spam e chiacchiere e proposte vantaggiose ne riceviamo parecchia ogni giorno, nella casella delle mail ed in quella della posta, e se le idee e i progetti ci sembrano “semplice” pubblicità, le cestiniamo senza preoccuparci di chiedere delucidazioni, perché la gente seria, e le aziende serie, non agiscono così.
      Personalmente, penso che se si scrive in pubblico, se si espongono progetti, questi dovrebbero essere limpidi per tutti, non solo per chi le scrive in privato, altrimenti è come gettare una rete in pubblico per contare il pescato in privato, che non è il massimo della correttezza e della deontologia, a meno che non si compri una pagina per farsi pubblicità, e anche in tal caso ci sono delle minime regole di mercato da rispettare.
      Aggiungo che secondo me i “sogni” di Didonna rimangono feudali: il ricco che regala al povero, visto che mi sembra che non ci siamo discostati da questo, e quindi una sfiducia in un cambiamento vero, se non un’espiazione cattolica al peccato della ricchezza o di un minimo di benessere in più, e torniamo all’elemosina, visto che di VERA imprenditoria non si è parlato e non ci ha risposto, e questo non darà mai dignità e capacità ai più svantaggiati.
      Ricordo solo che nel microcredito di Muhammad Yunus, il creditore è responsabile del suo credito, non gli viene regalato, lo DEVE restituire, e c’è una forte percentuale di successo, visto che nessuno ti ha fatto l’elemosina. È una bella differenza!!!!
      Le sue non risposte, Didonna, mi hanno ricordato un grandissimo uomo.
      http://www.youtube.com/watch?v=ghu-E6PUUDk
      *

      Non mi fraintenda, non dico che lei sia in mala fede, lei è solo molto divertente e creativo….e gente allegra (forse) il ciel l’aiuta.

    54. Ispirandosi ai principi della finanza etica, Banca Etica favorisce un uso del denaro consapevole e trasparente, mettendo il risparmiatore in grado di sapere dove e come vengono investiti i suoi soldi e creando strumenti e modalità per avvicinare risparmiatori e organizzazioni finanziate.
      I rapporti con i clienti vengono gestiti in base ai principi di trasparenza, partecipazione ed equa distribuzione delle risorse, cercando di mettere in relazione i prodotti e i servizi bancari con il bisogno reale del cliente, valutato tramite il contatto diretto e personale. Tutto ciò si traduce in concrete scelte operative. BELLISSIMO.
      POI OGNUNO dei bloggers di Rosalio, tra i quali l’intellighenzia palermitana, e qualche “donneur de leçons” (anonimo dietro la tastiera) può leggere nel sito di banca etica quanto costano i conti, i servizi e I PRESTITI (in genere più cari delle banche classiche) e quanto remunerano il risparmio (cifre da prefisso telefonico).
      Puo’ anche leggere chi sono i soci istituzionali (bp di milano) di banca etica.

    55. Nessun intento polemico per quanto scritto sopra. Ho provato a copiare i link, non passano. Basta cercare banca etica.
      Semplicemente per dire che l’interesse deve essere morale e non economico, impegno e soddisfazione e utilità sociale. Intanto banca etica fa normalmente e legittimamente il suo mestiere (che costa più caro di altre banche) i ragazzi ex disoccupati hanno un reddito da lavoro e diventano a loro volta consumatori alimentando l’economia cittadina, a coloro che mettono i loro soldi in garanzia resta la soddisfazione morale, gli occhi per piangere, e qualche rinuncia dopo avere risparmiato. In questo caso più che di impresa parlerei di soldi dati in solidarietà.
      Per chi ha la curiosità di entrare nel sito di banca etica: c’è una parte dedicata ai finanziamenti erogati… no comment…

    56. vogliamo tornare con i piedi per terra?
      nelle banche italiane “risulterebbero” risparmi
      per 900 miliardi di euro,anche se siamo ai minimi storici della remunerazione del capitale depositato.Soldi fermi,in attesa di tempi migliori.
      .
      Ieri e’ stata data la notizia dell’impegno di 47 milioni di euro per supportare “stage” di giovani laureati e ricercatori da inserire in progetti di ricerca internazionali,(nel senso che sono progetti attivati da altre nazioni).
      .
      Su questi numeri c’e’ da ragionare.

    57. Posso fare io una domanda ai miei affezionati critici Stalker e Gigi? Ma voi personalmente, a livello concreto, dopo tanto scrivere e criticare cosa avete fatto di concreto per gli altri e per la vostra terra? Perché le critiche che abbiano un senso mi vanno bene, ma questo continuo mettere in dubbio le mie intenzioni mi porta a pensare che facciate parte di quella nutrita schiera di persone cui qualunque cosa altri faccia non va bene perché e’ uno schiaffo alla propria incapacità o inerzia. Mi aspetterei che qualcuno mi dicesse di aver fatto ben altro, di più e meglio, che mi sbattesse in faccia un modello di sviluppo per la Sicilia ancor più convincente di quello da me abbozzato. Non che mi si sfidi a far tutto da solo, tanto toccherò prima o poi un limite e si potrà dire: “avete visto? Non ce la fa! Lo dicevamo noi!”
      Mi sembra di aver detto e di aver fatto: ho aiutato dieci ragazzi a diventare imprenditori di se stessi, aiutandoli sul piano dell’idea di impresa, delle relazioni con altri professionisti (che li hanno aiutati gratuitamente) e sul piano finanziario, hanno
      raggiunto il punto di pareggio e possono crescere da soli. Sono motivati nel loro
      lavoro. Se altri 100 professionisti facessero altrettanto avremmo creato lavoro per 1.000 persone. Quello che avevo da dire o da fare l’ho detto e l’ho fatto, ho altri progetti in mente per i quali posso contare sulla disponibilità di varie persone. Le chiacchiere le lascio invece agli specialisti della materia, con reciproco rispetto.

    58. giriamo intorno al nocciolo della questione,senza riuscire a definire il nocciolo.
      Un contributo positivo gia’ sarebbe quello di aiutare a rappresentare il piu’ vicino possibile alla realta’ la situazione che si e’ venuta a creare in Sicilia.
      Certamente per intraprendere una qualsivoglia attivita’ servono “anche” capitali,ma
      vi sembra che sia questo l’elemento che blocca la nascita e lo sviluppo di nuove imprese?

    59. chi ha seguito questo blog,deve ricordarsi che
      anche qui e’ stata avanzata al Governatore Lombardo,in passato, la richiesta di favorire
      “IL RIENTRO DEI CERVELLI”.
      .
      Almeno questa richiesta sembra abbia raggiunto
      l’obiettivo.
      .
      Gente che ha lavorato all’estero e che riesce ad inserirsi in questa iniziativa,avra’ sicuramente
      una marcia in piu’.

    60. E’ prematuro tirare fuori un qualsiasi
      “modello di sviluppo”
      senza avere messo a punto un’analisi
      accurata dei veri motivi che
      bloccano lo sviluppo.

    61. Io non ho idee preconcette nei tuoi confronti, Didonna. Ma ho il diritto di interessarmi a un progetto (infatti ho scritto che avrei potuto essere interessato) ma le condizioni non mi piacciono. Io sono contro ogni forma di assistenzialismo, ed è per questo che me ne sono andato a lavorare altrove ed ero ancora studente. Come non sono d’accordo sul fatto che una banca che applica condizioni anche più care di altre, che remuneri meno di tutte le altre il risparmio mi chieda di usare i miei soldi gratuitamente per fare solidarietà mentre essa, la banca, ma anche gli ex disoccupati,, guadagnano con i miei soldi che “dormono” per me, come non sono d’accordo di creare sviluppo solo per il benessere altrui, bloccare i miei soldi ed eventualmente perderli per incapacità altrui, in ogni caso senza il mio controllo. Si parla di sviluppo e impresa, ed in questo caso non farei il buon samaritano, lo farei in altre circostanze, e forse lo faccio quando mi passa per la testa.
      Ho il diritto di esprimere il mio non gradimento, dopo avere capito un po’ il metodo? E dopo avere comunque espresso interesse? Altrimenti perché scrivere post pubblici se si devono esprimere solo consensi?
      Cosa facciamo?
      Il fatto stesso che tre mesi l’anno porto soldi che non fanno parte dell’economia… altre faccende private non le racconto le accenno soltanto… case (lavori spesso), spese, tasse (fatti miei…), risparmi, persino giardiniere e accudimento animali in mia assenza…
      Tutte cose che non c’entrano niente con l’economia palermitana, al contrario di chi trasferisce denaro, per esempio a Ikea in Campania.
      Cosa ho in cambio? Abbili e feto ri munnizza.
      Al contrario di chi gode di assistenzialismi vari e qualche servizio anche se mediocre.
      Detto questo, io non ho ambizioni – come le tue – di creare lavoro per i precari palermitani – e fino a prova contraria non è un obbligo – quindi la tua domanda, Didonna, è “suviacchiu”, mi basta il poco che riesco a contribuire.
      L’ultima volta che ho fatto politica attiva ero ancora idealista, non entro più in un seggio da più di dieci anni, da quando lottavamo e quelli per i quali si credeva d lottare si inciuciavano con diversi schieramenti contemporaneamente e si vendevano i voti per 50mila lire. Mi è bastato farlo dall’età di 15 anni (prima tessera di partito) fino, appunto all’epoca detta sopra.

    62. Il signor Didonna ci “costringe” a parlare di cose private, e dopo un’ora e quindici minuti me ne sono pentito. Il gossip, il raccontare se stessi nel blog, seppure quello dell’intellighenzia palermitana, fa sentire ridicoli… Comunque era per dire che la lunga lista della spesa (compreso lavoro commissionato) la potrei fare dove guadagno i soldi, e nel mio stesso caso ne conosco altri palermitani e siciliani, era per dire che c’è chi li porta i soldi, c’è invece chi li trasferisce altrove per motivi personali o per imprese e “servizi fantasiosi”… (esempio: 500mila euro incassati = circa 80mila restano, circa 420mila sono trasferiti altrove, per esempio a ikea campania :-D, ovvero perdita di non pochi capitali per l’economia locale per creare, in cambio, dieci posti di intermediari e fattorini “precari”; costano troppo?…)
      Stalker non ha bisogno né di me né di nessuno per rispondere, ma da quello che so sulla sua attività professionale penso che il suo contributo all’economia siciliana sia anche superiore al mio…

    63. Giorgio, l’unico modo per incentivare il rientro di cervelli è quello di assicurare criteri meritocratici e trasparenti indiscutibili.
      La proposta contenuta nel libro e già anticipata su queste pagine dal 2008, intende creare appunto un “chinese wall” sottraendo l’intermediazione di tali risorse a quei soggetti cui, pur legittimamente, l’assessore li ha assegnati.
      Sulla mia diffidenza vorrei ricredermi, ma una tragica storia ininterrotta di inefficiente uso delle risorse mi da’, sinora, ragione.

    64. IO penso che non si debba concentrare il dibattito solo sulla proposta del dr Di Donna ,che in se’ ha certo bisogno come gia’ detto di approfondimento ma e’ comunque un primo passo verso un modo nuovo di concepire la crescita e lo sviluppo.I soldi per la ricerca ad esempio sono sempre soldi “buttati al vento”,fanno campare alcuni ricercatori,anche se con miseri stipendi,pero’ se la ricerca e’ affidata in buone mani i tanti esborsi verrebbero coperti dagli introiti e dai progressi che ne deriveranno .Il microcredito ,che non e’ affatto assistenzialismo,potrebbe esser fonte di sviluppo per il sud,ormai abbandonato a se stesso dai grandi gruppi bancari (persino il BDS e’ sparito e inglobato in banche meno adese al territorio).In merito ai costi di BAnca Etica mi sia consentaito dire che ovunque si attivi un circolo virtuoso e rispettoso di ogni parte del processo si ha un costo inizialmente superiore e i ritorni ,oltre che moderati sul piano del profitto (non indiscriminato ), sono da misurare essenzialmente con altri criteri che riportano al tema e agli indicatori della ” qualita’ di vita”,includendo quindi anche una dimensione dell’individuo inserito in un progetto di armonia sociale e non al semplice “tenore di vita” che ha una componente valoriale molto bassa e fini prettamente consumistici – individualistici.Insomma:meno ricchezza per pochi e maggior benessere per i piu’.

    65. Non ho letto nessuno disposto a partecipare e dirci quanti soldi è disposto a bloccare (per quanti anni? Non è stato detto!) soldi propri a garanzia, pronti eventualmente a perderli. Solo teorie, coi soldi degli altri.
      Leggo e deduco: privati finanziano neo-imprese, senza guadagnarci soldi (banca intesa remunera il denaro, come detto, con cifre da prefisso telefonico che coprono forse le spese che sono molto più care che in altre banche, ed anche il micro-credito ha costi più elevati di altre banche STRANAMENTE per un microcredito), solo per una non meglio identificata soddisfazione sociale, bello, ripeto, ma nessuno dei commentatori nei post finora scritti va oltre le parole sterili. Evidentemente questo metodo – probabilmente non a torto – è una sconfessione nei confronti del “pubblico” che non riesce a trovare soluzioni.
      Mi permetto di fare notare che se si creano dieci posti di lavoro per fare i fattorini e trasferire in campania a ikea circa l’85% dei soldi incassati per questa attività (già fatto un esempio: per un incasso ipotetico di 500mila euro 420mila sono trasferiti) non solo non si collabora a una migliore “qualità di vita” ma si impoverisce ulteriormente l’economia locale; sarebbe diverso se ikea fosse a Palermo, in quanto il margine di guadagno di ikea che partirebbe verso le loro sedi sarebbe largamente compensato dal moltiplicatore (quindi nuovi redditi contributi e tasse e più consumatori e circolo virtuoso, oltre a tutte le spese logistiche pagate in loco) dei redditi in loco.

    66. P.S. mai detto che il microcredito è assistenzialismo. Ho scritto che i neo-imprenditori(?) devono avere il coraggio, lo spirito, di assumersi le loro responsabilità e fornire a banca etica loro garanzie a qualunque costo, anche facendoseli prestare (da restituire) dai familiari i soldi.
      Per assistenzialismo intendo che se i garanti mettono soldi senza nessun guadagno e con tutti i rischi, e con pochi o niente rischi da parte dei giovani finanziati, il gesto dei garanti investitori benevoli è una nuova forma di assistenzialismo. E’ evidente.
      N.B. Ho fatto un lapsus (banca intesa), evidentemente c’è un motivo per averlo fatto… non è utile spiegarlo.

    67. ultimo post, e non commento più in questo spazio.
      MI PERMETTO DI SOTTOSCRIVERE questo post di Decurtis, tranne qualche piccola differenza la vedo come lui, non vedo altri modi più giusti; è condivisione ASSOLUTA e senza “ambiguità”.
      “Si deve quantomeno: sottoporre progetti e prospettive dettagliate a potenziali garanti/investitori; partecipazione economica e condivisione dei rischi anche dei giovani soggetti; controllo sulla società anche da parte dei garanti/investitori; la banca riscuote interessi e quindi deve remunerare il denaro bloccato a garanzia dei garanti/investitori; il piano di ammortamento non deve superare i 10 anni al termine dei quali il garante sceglie di restare in società e condividere vantaggi e rischi oppure recupera il proprio capitale ed esce dalla società; durante i dieci anni del piano di ammortamento priorità ASSOLUTA al rimborso alla banca poi i salari e divisione di eventuali guadagni tra garanti e neo-associati-imprenditori-exprecari”.

    68. Il “rientro dei cervelli”.
      Non e’ che sia un’operazione di facile attuazione.
      Tantissimi laureati,superselezionati,riaddestrati
      ed inseriti in prestigiose aziende di rilievo
      mondiale,strapagati e corteggiati,con carriere
      in progress,
      non sara’ una Stage da 1500 euro a farli rientrare.
      .
      Quindi rassegnamoci al fatto che quello che abbiamo perso,l’abbiamo perso.
      .

    69. Bisogna approfondire le analisi su uno spettro ampio e comprendere che non esiste una ricetta unica.La societa’ e’ fatta di tante classi,categorie,livelli,
      con capacita’ operative distinte.
      Se proponete una qualsivoglia attivita’ d’impresa
      ad un giovane laureato,potreste sentirvi rispondere:no grazie.
      Per questo motivo parlare di “modello di sviluppo”
      mi pare un po’ azzardato.
      Forse e’ piu’ appropriato parlare di
      proposta di intervento mirato a sostenere particolari soggetti.

    70. voglio essere ancora piu’ esplicito.
      Se prendiamo un paese estremamente povero,poniamo uno dei tanti paesi del continente africano martoriati da decenni di guerre civili,
      la ricetta microcredito puo’ costituire un
      “modello di sviluppo”,dal momento che ne e’ interessata la quasi totalita’ della popolazione.
      .
      In Sicilia,la realta’ e’ ben diversa.I soldi ci sono,depositati in banca praticamente a reddito zero.C’e’ la piu’ elevata percentuale di disoccupazione giovanile presente in Italia.
      C’e’ la bolla del pubblico impiego.
      Ci sono casi di grandi aziende “storiche”
      che si approssimano a chiudere.
      Importiamo badanti ed esportiamo laureati.
      Chi rimane fa il bamboccione.

    71. @giorgio
      Infatti,in Sicilia ingenti risparmi depositati in banca da una parte e dall’altra pochissimo movimento e gesti di autoimpresa.Una gran fetta della popolazione non ha accesso a mutui e credito se non e’ gia’ salda economicamente di suo.Che ce ne facciamo di questo credito da parassitismo bancario ?

    72. ..l’appetito vien mangiando,in Sicilia non e’ facile fare impresa per tanti motivi.Ma credo che se si creassero le condizioni i giovani laureati avrebbero bene il coraggio di lanciarsi nel mercato.I giovani siciliani non sono diversi dai veneti o dai lombardi.Occorre creare le condizioni.Ed e’ compito della politica

    73. il miracolo irlandese,
      fino a ieri portato come modello,
      andrebbe analizzato nel suo nascere e nel suo morire.
      Non posso che attingere alla cronaca.
      La cronaca di questi giorni dice che “per salvare l’euro l’UE dara’ nei prossimi 3 anni da 80 a 90 miliardi di euro all’Irlanda,salvando dal crac anche alcune banche tedesche molto esposte”.
      Che cosa e’ successo in Irlanda?
      Come e perche’ e’ successo?
      .
      Se ci mettiamo all’inizio ,certamente qualcuno ha suggerito ed ideato un certo modello per lo sviluppo irlandese.I fatti di questi giorni confermano che quel modello e’ fallito.
      Nell’intanto c’e’ chi ha tirato a campare,ed ha bruciato 90 miliardi di euro.

    74. per chiudere l’episodio Irlandese,
      vediamo a cosa andranno incontro gli irlandesi nei prossimi 3 anni:
      1.Taglio della spesa pubblica
      2.Contenimento della spesa x salari e pensioni
      3.maggiore tassazione per tutti,meno le imprese,che restano tassate al 12,5 percento
      (minima tassazione di settore in Europa).
      .
      Tempi duri per il popolo irlandese.

    75. folklorista
      creare le condizioni,
      traducendo,
      che vuol significare?

    76. Creare un’impresa non è attività facile, per questo credo nella necessità di far “sponsorizzare” iniziative giovanili da professionisti che si siano minimamente affermati e che avvertano un minimo di responsabilità verso questa generazione di giovani cui la classe politica -e chi l’ha selezionata- ha rubato il futuro.

    77. @..Giorgio
      …creare le condizioni:
      1-rispetto della legalita’,
      2-ottimizzazione dell’uso dei fondi FAS e di tutto quanto e’ destinato dall’UE al sud .
      NB:senza vergognarsi,i fondi ci sono e vanno spesi,mi importa davvero poco se fan parte di un trait assistenzialistico: li abbiamo e li sfruttiamo, a caval donato non si guarda in bocca).Vero e’ che non dobbiamo chiederne altri.
      3-detassazione ,fiscalita’ di favore per TUTTA la Sicilia (non solo per alcune zone o quartieri ).
      4-un ruolo attivo per il credito e il microcredito rivolto a settori finora dimenticati eppure vitalissimi per la Sicilia (come il dr Di Donna afferma ed evidenzia):l’agricoltura e il turismo,lasciando perdere se necessario le chimere della fiat e della grande industria ,cioe’ abbandonando idee di sviluppo che hanno qui da noi ben poche prospettive.
      5-attenzione particolare alle fonti di energia pulita e rinnovabile ,di cui la Sicilia potrebbe essere un nuovo “granaio”

    78. colgo l’opportunita’ di evidenziare un legame tra il punto 1, con 2 e 5.
      Le truffe perpetrate verso la comunita’ europea
      di cui le cronache sono piene,e che riguardano
      le pale eoliche,si sono rese possibili
      perche’ le logiche di “spartizione della torta” sono rimaste invariate.
      Inoltre mi chiedo quanti siano i casi effettivamente
      dolosi a fronte di quelli venuti alla luce.
      Un altro problema e’ quello del diverso utilizzo dei fondi Fas,che,nati per il rilancio del Sud,
      pare siano finiti a tamponare certe situazioni
      critiche al Nord.
      .
      Il microcredito puo’ aiutare,ma solo qualche particolare settore,e come e’ stato gia’ scritto,
      non puo’ essere eletto a modello di sviluppo
      in Sicilia.

    79. Forse c’e’ una cosa che la Sicilia potrebbe recepire dai fatti irlandesi,
      ridurre le tasse societarie al 12,5 %
      per attrarre gli investimenti

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