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mercoledì 24 apr
  • Verdura Golf & Spa Resort e il turismo di fascia alta in Sicilia

    Quando penso alla Sicilia che potrebbe essere e che ancora non è e quindi, tra le altre cose, ad una Sicilia dotata di un’industria turistica adeguata alla fascia più alta del suo potenziale mercato internazionale, ho davanti a me un esempio già realizzato e operante che dovrebbe rappresentarne un benchmark: il resort di Sciacca della catena Rocco Forte.
    Perché è importante puntare alla fascia alta di mercato, quella che normalmente scarta la Sicilia tra le sue destinazioni? Perché, per i nostri costi, ma anche per le nostre bistrattate risorse, sia naturali che culturali, è l’unica che può far quadrare i conti di questa industria, con soddisfazione sia di chi ci lavora che di chi ci investe. Sulle altre fasce, infatti, la concorrenza di mete mediterranee più a buon mercato fa sì che la competizione commerciale sia, spesso, persa in partenza. L’offerta turistica di grande livello è poco conosciuta all’interno dell’Isola. Voglio quindi selezionarne alcune soffermandomi, in particolare, sulle prime due fondamentali esigenze di chi viaggia: dove dormire, dove mangiare, cosa vedere e cosa fare. L’ottica che intendo seguire, più che i gusti dell’indigeno accomodante, vuole cogliere quelli di un esigente forestiero, abituato a pagare bene, ma anche a pretendere molto.

    Paradossalmente, ciò che più colpisce del resort Verdura non sono i 230 ettari di estensione, né i tre campi da golf vista mare o la piscina a sfioro da 60 metri oppure la sua Spa davvero SPAziale e, forse, neanche la maestria degli architetti che hanno saputo reinterpretare una vecchia torre di avvistamento così come una vecchia stazione ferroviaria senza più binari o inserire col minimo impatto nel contesto paesaggistico le strutture di nuova realizzazione, no, ciò che più colpisce è un valore immateriale: la professionalità di chi ci lavora. Evidentemente, la scuola alberghiera interna al resort sforna professionalità di eccellenza, capaci non solo di mettere a proprio agio, ma anche di precedere, con inusuale spirito di iniziativa, ogni esigenza del cliente. Ed è proprio questo che fa di un servizio alberghiero un autentico servizio di lusso: non solo il numero, davvero abbondante, ma soprattutto la cortesia, la preparazione, la padronanza delle lingue di coloro che sono stati preparati ad accogliere l’ospite.
    Per questo la presenza di un investitore, peraltro di origine siciliana, come (sir) Rocco Forte rappresenta un’opportunità per la Sicilia perché senza la presenza di investitori e committenti di pari capacità visionaria e finanziaria e senza la capacità di traino delle loro catene alberghiere, è difficile che simili realizzazioni possano essere portate a termine con successo da operatori pubblici o privati come la stessa storia turistico-imprenditoriale di Sciacca tristemente testimonia. Analogo impulso potrà essere dato, a Taormina, dall’acquisizione da parte di un grande gruppo alberghiero internazionale come l’Orient Express dello storico Timeo.
    Dopo la professionalità degli operatori sono gli spazi, sia interni che esterni, a colpire: abbondanti, liberi alla vista, profondi e tutti a finire sul mare. E anche la cornice di monti e colline alle spalle fa il suo effetto, grazie alla fortunata scarsa densità edilizia. Giri con piacere in bici o in golf car respirando i profumi dell’aria di mare e dell’erba appena rasa (pare che le pressioni ambientaliste abbiamo stimolato un’accurata ricerca della sostenibilità di centinaia di ettari di prato in riva al mare).
    Uno chef di grido e un orto interno al resort assicurano ai due ristoranti maestria culinaria e sapori di una cucina, rispettivamente, più internazionale oppure più tipicamente siciliana. Di quest’ultima, Sciacca ne detiene già un campione all’Hostaria del Vicolo di Nino Bentivegna, fautore di menù a forte connotazione storico-territoriale con molti dei presidi Slow Food siciliani. E a pochi chilometri, in riva al mare, a Porto Palo di Menfi, un lombardo di nome Vittorio ha messo da tempo radici con una cucina che da trent’anni assicura la stessa qualità di materia prima e capacità di preparazione.
    Se aggiungi Selinunte, le cave di Cusa e la vicina Valle dei Templi oppure le vicine cantine Planeta, Feudo Arancio (dei trentini di Mezzacorona) e Donnafugata, hai stimoli per rendere impareggiabile l’offerta di questa destinazione anche ai viaggiatori più esigenti. Soldi ben spesi!

    Sicilia
  • 7 commenti a “Verdura Golf & Spa Resort e il turismo di fascia alta in Sicilia”

    1. Non dimentichiamo che la catena Kempinski ha scelto la Sicilia come unica location italiana dove costruire uno dei suoi lussuosissimi hotel.

    2. Veramente io ricordo che a fronte delle obiezioni degli ambientalisti sull’opportunità di avere prati in riva al mare al posto delle dune di sabbia la risposta sia stata la solita: “Eh. Volete le dune o posti di lavoro?”
      Ma va bene così. Non si può giocare a golf sulle dune…

    3. le dune hanno la funzione di alimentare la spiaggia evitando che questa venga erosa dalle onde. le dune e la spiaggia devono viste come un’unica cosa, far sparire le dune è come immaginare un corpo senza testa. i signori del resort si sono macchiati di un grave reato ambientale. è veramente uno schifo assistere al continuo stupro della nostra isola per meri interessi economici

    4. devono essere* viste

    5. Non credo che su quel tratto di litorale ci fossero dune perche’ non c’e’ sabbia, ma ciotoli. Ho registrato l’affermazione del direttore che ha assicurato che i rilievi degli ambientalisti furono presi in seria considerazione.

    6. Confermo sulla qualità dell’operazione dal punto di vista di alcuni progettisti che hanno lavorato alla realizzazione della struttura. Committenza visionaria, strutturata e puntuale. Particolare attenzione all’impatto ambientale con la ricreazione di ambienti naturali autoctoni ormai degradati nel sito. E continuano nella ricerca e nello sviluppo di nuove soluzioni legate al contesto territoriale… Insomma, adesso è meglio di come lo hanno trovato. Mi sembra un successo. Mi sa che hanno scaricato dal blog ECCO COME di Didonna 😉

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