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giovedì 28 mar
  • Che sindaco per Palermo?

    È uno dei temi più dibattuti della città: chi sarà il nuovo sindaco? Tutti ne parlano, tutti sono in grado di indicare un nome, tutti sognano di poter indicare un nome, e nel frattempo la lista dei candidati si allarga, e nuove speranze si alimentano.
    Ovviamente, io ne so quanto voi, cioè non so chi sarà il nuovo sindaco di Palermo. Ma una cosa la so: so che tipo di persona vorrei come sindaco.
    Palermo non si trova ad affrontare il malgoverno, bensì si trova ad affrontare l’assenza di un governo, la presenza vigile e costante di un’amministrazione: il malgoverno è di chi opera nell’errore, di chi opera nel male, di chi opera nell’interesse personale, ma opera. Da anni, invece, a Palermo non si opera, non accade nulla, non si costruisce nulla, non si cambia nulla, l’amministrazione non si vede e non si sente, non esiste, con la città che sembra galleggiare in un eterno presente, dove non esistono ieri e domani, non vi sono orologi, non vi sono calendari, come se non vi fossero neanche cittadini, case, lavoratori, inoccupati e disoccupati. Palermo ha tutti i sintomi di un disturbo depressivo: senza interessi, senza orari, inutilmente agitata e drammaticamente lenta, affaticata dal non far niente, è alla deriva e si guarda morire dentro uno dei tanti nuovi centri della grande distribuzione. Questa è la cartella generale; nel particolare, nella quotidianità della strada, Palermo è una città feroce (avete letto bene, feroce!), una giungla, uno spazio d’eccezione selvatico dove saltano regole e leggi, e ciò vale per tutti, per me, per voi, per chi detiene potere economico e politico, tutti dentro la bolgia bizzarra e il suo sbandamento.
    Altre elezioni, di altre città italiane, hanno premiato candidati sindaci che si presentavano con il candido profilo di un tranquillo professionista misurato e benevolo, pronto ad ascoltare tutti e accontentare tutti. Io non voglio a Palermo qualcuno così, non voglio come amministratore della giungla un giovane missionario venuto da lontano; vorrei, invece, un cacciatore esperto, uno stratega che sappia conoscere, intercettare e schivare i colpi bassi delle belve, qualcuno che le sappia mettere a tacere, dentro una gabbia, innocue, abbandonate anche. Vorrei un sindaco dai modi draconiani, espressamente antipopulisti, di quelli che non dicono ai cittadini ciò che vogliono sentirsi dire, ma che siano capaci, e convinti, di indirizzare la città verso ciò di cui essa ha bisogno.
    Ascoltare la città, vivere la città, conoscerla profondamente, attraversarla in ogni suo angolo, non per distribuire promesse e sorrisi, ma per comprenderla, per “sentire” (nell’orecchio, nel cuore, nelle prospettive politiche) le esigenze di essa e concretarle. Anche se questo dovesse significare fare qualcosa di incompreso ai più, purché il futuro ne riscatti la necessità. E vorrei anche che non dicesse di essere “il sindaco di tutti”: non lo voglio uno così. Vorrei (voglio!) un sindaco che sia il sindaco di chi questa città la vuole nuova e migliore, cresciuta e rinnovata, con tutto il tempo che ci vorrà. Palermo non è nata così, è diventata così, e la responsabilità diretta non si può imputare a tutti: chi ha questa responsabilità non dovrebbe avere nessuna voce, chi ha affossato la città non dovrebbe avere ancora nessuna porta aperta, chi vuole il male di questa città non deve avere appoggi, nessuna nuova chance per chi l’ha depressa. Non voglio come sindaco un manichino, un faccendiere, un piacione; voglio uno spirito retto, deciso, che non ha timore di affondare le mani nel fango, che non ha paura di NO, quando questi sono necessari al benessere della sua gente. Non voglio facce sorridenti e placide, voglio sguardi incazzati e determinati, qualcuno che sia in grado di rompere qualcos’altro che non delle forchette di plastica.
    Un sindaco scaltro, che sappia muoversi tra le difficoltà e gli intrighi con dimestichezza, anzi con spregiudicatezza, e che davanti ad un furfante sappia essere furfante e mezzo, nel giusto ovviamente, ma non senza durezza. Qualcuno che sappia trattare il popolo come cittadini e non come plebe silenziosa in sudditanza, capace di una dignitosa sincerità nella vita e nelle opere che si trova ad affrontare, prima sentinella di una progressiva coscienza collettiva, e non senza essere ugualmente aperto a tutte le possibilità di generosità e bellezza, di responsabilità e coraggio che Palermo in sé mutamente tiene. Circa un milione di persone stanno aspettando il nuovo, e lo auspicano con le migliori speranze. Io vorrei un sindaco che non mi dia speranze, le sempre inutili speranze, ma che mi dia certezze, la certezza della volontà e la certezza del bene. Non mi faccio illusioni, so è difficile, so anche che se pur vi fosse non avrebbe vita facile; io chiedo soltanto una personalità forte e responsabile, qualcuno che dica: «La situazione è grave, ma ci proviamo al massimo». Potrebbe anche essere un insuccesso, ma apprezzerei lo sforzo. C’è una grande e piccola Palermo che questo sforzo lo merita.

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  • 70 commenti a “Che sindaco per Palermo?”

    1. e cioè chi potrebbe essere questo personaggio locale con tutte queste caratteristiche per esempio ?

    2. L’unico sindaco serio che può avere Palermo dopo il sacco del decennio di Cammarata non può che essere una sorta di commissario mandato lì dai cittadini a ricostruire dalle macerie.
      Per questo servono due cose:
      tenere alla larga tromboni e sognatori alla Orlando;
      tenere al fresco dell’opposizione l’accopiata berlusconiani-cuffariani, anche se esprimessero Gesù Cristo in persona come sindaco.
      Qualunque strategia di tal tipo va bene, qualunque candidato si avvicina meglio a questi due obiettivi, è il mio sindaco.

    3. Se si vuole dare un segno a questa politica di casta, si dovrebbe scegliere il più sconosciuto dei candidati.
      Purtroppo non siamo cosa.

    4. Qualsiasi esponente politico, di destra o sinistra che sia, non va bene. Chiunque faccia politica a livello professionale in questa parte del mondo è per forza di cose già contaminato. Conosce persone, stringe mani, scambia battute con gente che in un paese normale si dovrebbero tenere a distanza di sicurezza. E che invece nella nostra città muovono ogni cosa, fanno il bello e cattivo tempo, orchestrano e dirigono, raccomandano ed esortano.
      Mi verrebbe da dire che la cosa migliore per la città sarebbe una gestione militare con tanto di corte marziale, ma mi rendo conto che alla fine sarebbe una cura forse appena appena migliore del male. Il problema è che Palermo necessita non di una cura di antibiotici (che per quanto potenti vengono somministrati per un periodo limitato di tempo) ma di una serie di amputazioni per rimuovere le parti in necrosi, che ormai non funzionano più e che mai ritorneranno a funzionare, a prescindere da chi prenderà in mano le redini.
      Leggevo ieri che a Udine il comune ha implementato un sistema online di segnalazione dei disservizi che misura il tempo che l’amministrazione impiega a sanare.
      Udine. Come dire Helsinki o Sidney, per quanto siderale è la distanza da quello che gli altri fanno e quello che noi nemmeno ci sogniamo.

    5. Sono d’accordo con l’idea di un sindaco dai metodi draconiani. Ci vuole qualcuno che abbia la forza di prendere questa città per il collo e farla andare in un’altra direzione. Qualcuno che sia in grado di usare i soldi pubblici. Qualcuno che metta la città “sotto torchio” per parecchi anni, che punisca ferocemente gli incivili, che premi le persone per bene, che trasformi le nostre strade in un campo minato di autovelox, telecamere, fotocellule e polizia municipale in borghese. Che faccia lavorare chi deve pulire la città e che licenzi senza preavviso chi non lavora. Basta sindaci col sorrisino sornione e l’alito cattivo…

    6. Non concordo sulla visione nera che hai della città, ma forse dipende dal fatto che di natura sono una persona ottimista. Posso essere d’accordo invece sulla visione di sindaco “impopolare” che sarebbe utile per rimettere a posto il guasto che c’è in città. L’accontentare tutti è il prezzo della democrazia, che tutti pensiamo sia una gran bella cosa: talvolta sarebbe necessaria una dittatura illuminata che sappia giustamente distinguere cosa e bene e cosa e male al posto di una democrazia che non pensa alla collettività ma solo al tornaconto personale.

    7. (scusate: cosa è bene e cosa è male)

    8. una città che affoga nella munnizza e nella violenza non è figlia dell’assenza di un governo.È un TRIONFO di malgoverno. Ricordi la storiellina del più grande trucco riuscito al Diavolo, cioè far credere che NON esiste? Ecco.
      Si sono mangiati la città.
      Un esempio? La ZTL.
      Un altro? Le piste ciclabili.
      Si può continuare a oltranza.
      L’assenza è la prima stimmate della malafede.

    9. MA QUALE SINDACO?
      Facciamo una proposta seria, una raccolta firme per un referendum!
      Chiediamo il commissariamento da parte della comunità europea.
      Managers internazionali formati nelle grandi scuole internazionali (in francia esiste l’ENA), scandinavi, tedeschi, australiani, e simili; impiegati dalla comunità con obbligo di risultati. Insomma in qualsiasi posto decisionale dove oggi c’è la pseudo-politica AL LORO POSTO managers internazionali a progettare decidere agire, ed anche in tutti i posti di controllo. PER 30 ANNI, sufficienti, forse, per formattare le menti e le (non)regole sociali affette da decenni, se non secoli, di pessimo atavismo e nefaste abitudini. IMPORRE LA CIVILTÀ, si, perché in questo viaggio noto più che mai che la maleducazione di troppi palermitani, e la letargia, va di pari passo con quella degli incompetenti finti amministratori. 30 ANNI , durante i quali formare in parallelo le vere nuove classi dirigenti locali. Se non saranno pronti fra 30 ANNI si riparte con un altro ciclo di gestione internazionale. Perché oggi spacciare per amministratori quelli candidati e in carica attualmente è PAZZIA non solo bestemmia. E’ come chiedere a un cacocciolaro di trattare di moltiplicazione di lavoro reale e di moltiplicatore del reddito, finanza creativa, signoraggio e temi simili o di progettare una base aerospaziale o di discutere perfettamente in giapponese; invece gli pseudo-amministratori locali potrebbero a malapena gestire un condominio di 4 appartamenti, e non sono certo che potrebbero coltivare cacocciole.
      CHI COMINCIA LA RACCOLTA FIRME PER IL SUDDETTO REFERENDUM? Sapendo che è l’unica via di salvezza, il resto sono solo gargarismi verbali inutili, illogica, perdita di tempo inutile, lamenti ammatula.
      Temo che questa proposta non piaccia a tutti i neo-movimenti sterili, rotti strappati etc. , né a tutte le associazioni e movimenti cittadini creati non si capisce chiaramente per quali fini… anche se in certi casi il significato mi sembra facilmente intuibile…

    10. IEri SCalfari scriveva su Repubblica: Coloro che ripongono le loro speranze nell’uomo della provvidenza sono quelli che desiderano ancora rimanere sudditi e non diventare CITTADINI.
      Io non comincio dal sindaco ,comincerei dal programma ,da una nuova consapevolezza civica (anche se matura solo in una piccola minoranza profetica) e da li’ comincerei a costruire.
      Un sindaco chi e’ ? Superman lo conosco e l’ho visto solo al cinema .
      Qualche volta invece ho visto rinascere intere societa’ grazie a una presa di coscienza colletiva.

    11. penso che l’unica persona adatta come sindaco di Palermo in grado di dare una vera svolta radicale e’ Antonio Ingroia

    12. Oggi pomeriggio alle 17 al Kursal Kalesa Foro Italico vi sara’ un momento di confronto cittadino su questi temi.E’ targato PD ma a mio avviso ,se non puramente strumentali a candidature ,questi incontri devono essere una occasione per formare tavoli di lavoro comune per un progetto dell’intera societa’ civile e non solo di partito

    13. Come sempre, Gigi mi trovo stra-d’accordo con te!!!
      La c.d. “classe dirigente”, signori, è questa che va azzerata!

    14. Ma quale sindaco, qui ci vuole un dittatore municipale… non deve stare nelle mani dei partiti…!!! Una persona, un responsabile… tante persone, la responsabilità è sempre dell'”altro”

    15. “Da anni, invece, a Palermo non si opera, non accade nulla, non si costruisce nulla, non si cambia nulla”

      Beh veramente in questi anni stiamo assistendo alla piu’ grande opera infrastrutturale per Palermo, ovvero il raddoppio del passande ferroviario che fungerà da una vera e propria metropolitana, se poi aggiugiamo i tram, il completamento dell’anello ferroviario (sempre collegato al passante) non sono del tutto d’accordo che a palermo non si costruisce nulla. Detto questo sono d’accordo sull’immobilismo a livello generale, ma le cose si dovrebbero dire con una certa obiettività.

    16. Folklorista (e gli altri), questa sequenza seguente:
      “Qualcuno che sappia trattare il popolo come cittadini e non come plebe silenziosa in sudditanza, capace di una dignitosa sincerità nella vita e nelle opere che si trova ad affrontare, prima sentinella di una progressiva coscienza collettiva, e non senza essere ugualmente aperto a tutte le possibilità di generosità e bellezza, di responsabilità e coraggio che Palermo in sé mutamente tiene.”,
      esprime non già l’illuminato dittatore che salva la città, ma lo strumento diretto di una rinnovata cittadinanza (prima sentinella ecc ecc).
      Anche l’idea di Gigi non è di spregevole fattura.
      Antonio, quello è il minimo sindacale, magari fatto anche e soprattutto per ingrossare le tasche di qualcuno.
      p.s.Folklorista, non mi è giunta nessuna e-mail. 🙂

    17. GRANDE GIGI! La tua è l’unica soluzione possibile per restituire sollievo a una città ormai stremata dagli intrecci tra Mafia e Politica.

    18. Caro Gigi credo sia il caso di iniziare questa benedetta raccolta firme per il Referendum. Io sono il secondo firmatario.

    19. La fortuna di una città deriva dalla consapevolezza e dal senso civico dei cittadini! Poi tutto viene da sè. Un milione? … siamo ancora in pochi!

    20. al milione ne leverei un bel po’..sai di quelli che vendono il voto? dei capibanda con rispettive bande..

    21. “Beh veramente in questi anni stiamo assistendo alla piu’ grande opera infrastrutturale per Palermo, ovvero il raddoppio del passante ferroviario che fungerà da una vera e propria metropolitana…”. Certo, siamo assistendo a una Palermo “migliore” sempre e solo però con l’aiuto di “Mafia S.p.A”. Si riuscirà mai ad avere una città senza politici collusi con la mafia e un Comune (piuttosto che una ghost town) che non abbia bisogno di disturbare ogni volta ‘Don Tanino’ o ‘Vicè u curtu’ per costruire anche un semplice sottopassagio pedonale? Più che della figura del sindaco mi preoccuperei prima di cambiare la MENTALITA’ di questa città.

    22. Christian, personalmente non vedo quale sia la grande opera infrastruttrale … comunque meglio che niente. per quanto riguarda la proposta di Gigi è evidentemente irrealizzabile e quindi occorre darsi in modo disciplinato un programma di governo della città, molto facile visto che tutti chiediamo la stessa cosa (rigore e serietà), e dopo scegliere una persona lontana dai partiti, c.d. homo novus, che interpreti questo sentimento, un po come hanno fatto a cagliari o a napoli. Però la vedo dura, ma dura …

    23. gentmo MArco
      ribadisco,il problema non e’ “qualcuno” ma un pensiero ,un’idea,un progetto condiviso e che solo dopo , alla fine ,trovi QUALCUNO a rappresentarlo.Non dovra’ essere un promotore carismatico ma un semplice seguace ,uno dei tanti.Altrimenti cadremo nel solito ” consumismo” della politica,il mercatino dei soliti show man e show girls.
      PS: Si ,hai ragione ,devo integrare le notizie sull’incontro.Lo faro’ a breve.

    24. io concordo pienamente con gigi. per quanto “estrema” la sua proposta rivela una approfondita analisi socio-politica della nostra terra. ma che siano europei questi commissari(o come li vogliamo chiamare), non di certo losche o finte innovative figure del panorama politico italiano, per carità. quelli serverebbero solo a farci perdere dell’ulteriore tempo prezioso. sono invece in totale disaccordo con la visione di christian. è “il contesto” (come diceva leonardo sciascia) a fare una cultura o (come l’hai chiamata tu) la mentalità di un popolo. “il contesto” politico, dall’unificazione d’italia in poi, in cui abbiamo dovuto vivere in sicilia, si chiama:mafia(collusa con lo stato italiano), emigrazione, abbandono e povertà; cosa ci aspettavamo che potesse nascere dopo 150 anni di questo bel “contesto”? dei cittadini modello? la mia tesi è avvalorata dal fatto che appena un siciliano o, per essere più precisi, un palermitano mette piede fuori da questo “contesto” cittadino, come per magia queste abitudini, o mentalità, oggettivamente incivili lasciano il posto ad una perfetta integrazione col luogo che di in volta in volta gli offre ospitalità.

    25. @Davide De Caro, non l’ho scritto io che a Palermo hanno creato una “grande opera infrastrutturale”,ho solo riportato il commento entuasiastico di qualcuno qui dentro. Per il resto lo ribadisco:è molto difficile fare politica seria ed onesta in questa città. Sarò anche pessimista ma i fatti e la passività (irritante) di certa gente che vedo ogni giorno mi danno ragione.

    26. C’E’ UNA NUBE TOSSICA SULLA NOSTRA CITTA’: IL PUZZO DI CARBURANTI/PETROLIO DA RAFFINERIA E LO SMOG HANNO RAGGIUNTO LIVELLI DI GUARDIA. ATTENZIONE !!!

      PERCHE’ NON PARLIAMO DI QUESTO???

      MOBILITIAMO IL CNR

    27. Ma quante canne vi fate?

    28. Peppino, infatti mi sono guardato bene di non inserire “managers” italiani nella lista, poiché come te penso che l’inizio dell’affossamento della Sicilia è iniziato con l’arrivo del similpaeseitalia che ne è la causa.
      Io quando leggo i gargarismi verbali, e le proposte che seppure in buonafede sono comunque ingenue, mi accorgo e ne noto la conferma che troppi cittadini siciliani tra quelli che propongono soluzioni, non si rendono conto dell’isolamento, del peso ZERO, dell’essere tagliata fuori, out in tutti i sensi, della Sicilia nel mondo globalizzato nell’economia e finanza che “contano”. Si tratta semplicemente di terra per raccolta voti, raccolta denaro gestito dai poteri finanziari che stanno altrove, di popolo al quale vendere la produzione in mano ai poteri produttivi del centro-nord. Aggravante: i simil-politici locali sono assolutamente incapaci di sostituire i sistemi antiquati e falliti, e inserire la Sicilia nel contesto sviluppato con dignità di competitor alla pari, invece sono gli utili idioti (inconsapevoli?) al servizio dei poteri forti che li usano per i loro profitti e per mantenere lo status quo di regione che sopravvive e che SOLO consuma. In mancanza di una vera rivoluzione sociale culturale e strutturale (per produrre e far parte integrante del mondo globalizzato) qualsiasi piccolo accorgimento o nomi che si leggono non servono a un tubo, sono solo bricolage dei poveri. Il rating – VICINO AL FALLIMENTO – non si sposta di un millesimo.

    29. Tutte belle parole, bellissimi interventi,ma il primo candidato che si presenterà con la promessa ru puostu i travagghiu il palermitano darà il suo voto, e sfido chiunque a dire che non è vero, Palermo si trova in questa condizione grazie a tutte quelle promesse mai mantenute.

    30. insomma uno pratico di palloni gonfiati.

    31. NON VOTATE ; o meglio andate ed annullate la scheda.
      Conservate il vostro voto per tempi migliori…ricordate che il voto che date al vostro candidato che magari ritenete integerrimo, per altri è amico, parente , dispensatore di posti , di banconote da 50 euro e moltiplicazioni di pani e panelle.
      Dunque evitate che il vostro voto si infetti con quello di meschini questuanti.Sono Fiducioso: Alla fine la feccia si autoestinguerà

    32. “Infattamente amici elettori e soprattutto amiche elettrici io vi prometto 1 milione di nuovi posti di lavoro e un mega parcheggio per posti auto in centro a Palermo e bla bla bla…”

    33. Il disfattista e lo sfiduciato saranno i prossimi certi carnefici di Palermo.
      Votate,come e’ successo per i referendum ,per l’idea migliore di citta’ che vi viene proposta,se proprio non vorrete impegnarvi in prima persona.
      Partecipare e’ la migliore arma contro il disastro.

    34. Tutti al momento perfetto per loro si presentano con idee e programmi “giusti”, ma il tempo darà a noi le giuste risposte: CHE NESSUNO DI LORO VALE.

    35. Non c’e’ peggior zoppo di chi non vuol camminare .

      @Marco OK ,inviato stasera

    36. Ci vuole un sindaco che dica No ai mafiosi, ma mi sa che piuttosto è più facile sperare che siano i mafiosi stessi ad esortare il sindaco a dire loro No. Invece di campagne elettorali si potrebbero fare campagne di persuasione dei mafiosi a farsi rinnegare dai cittadini. E’ forse un po’ più facile.

    37. …e che sia DONNA questo sindaco! Non capisco perchè le donne sono sempre messe da parte in politica 😉

    38. chiaro, gigi. ho notato con piacere che non hai usato l’aggettivo “italiani”, ma australiani, scandinavi, ecc.. non ci avevo mai pensato. quella del commissariamento europeo potrebbe essere una delle poche speranze rimaste a questa città per voltare finalmente pagina.

    39. ha ragione Christian, la Dott. Marzia Sabella sarebbe un ottimo sindaco di Palermo

    40. a Napoli e’ arrivato un ex magistrato a fare il sindaco,e,dopo le prime avventate dichiarazioni,
      e’ impattato con l’amara realta’.

    41. Facciamo una rivoluzione copernicana e poniamoci la domanda:-Che cittadini per Palermo?-

    42. Quella del commisariamento europeo è una cosa che penso da tempo e mi sembra quasi l’unica soluzione ormai per le nostre critiche condizioni. L’altro giorno ho anche scoperto dell’esistenza di un corpo militare europeo, il cosiddetto Eurocorps. Trovate mapiù informazioni sul loro sito http://www.eurocorps.org/ A mali estremi, estremi rimedi.

    43. Bene Ugo ,mi piace la tua rivoluzione copernicana ,che cittadini per questa Palermo ? ……………………………………………….
      Invece che sparare min…te su commissariamenti e varie che sappiamo bene non ci saranno mai (anche se nella buona sostanza anch’io sarei d’accordo,badate bene) perche’ noi cittadini di Palermo non ci tiriamo su le maniche e lavoriamo di testa ?
      In primo luogo cacciando a pedate il primo messo della mafia che fara’ il solito giro del quartiere ad accattare e mentecattare voti per il solito farabutto di turno ?

    44. giorgio, fai passare almeno un anno prima di giudicare Luigi De Magistris, si e’ appena insediato e deve lottare contro tutti e tutto e sai di cosa sto parlando, ribadisco: Ingroia o Sabella come sindaco di Palermo, e’ l’unica salvezza per questa citta’.

    45. negli ultimi 2 giorni ho visto intervistare in TV un procuratore della repubblica,che opera a Napoli.
      Ebbene,con molta sincerita’ quest’uomo delle istituzioni ha dichiarato che sono almeno 15 anni
      (quindici anni)che a Napoli esiste l’emergenza rifiuti,ed ha invitato di mettersi intorno ad un tavolo per affrontare seriamente il caso.Ma a questo tavolo i camorristi ci andrebbero oppure no?

    46. @folk…
      Abuso d’ufficio, arrestato il deputato Ars De Luca
      http://www.gds.it/gds/sezioni/cronache/dettaglio/commenti/gdsid/163519/#scrivi

    47. Certo, se un individuo come folklorista bolla di minchiata l’unica via di salvezza… ho scritto folklorista, un individuo bla bla bla tutto il giorno, tutti i giorni, senza fare un tubo di concreto. E certa gente come folklorista non potrebbe fare altro che non fare un tubo di concreto, per il semplice motivo che non sanno, non immaginano nemmeno, quali sono i parametri delle società moderne ed evolute. Dicevo: se un individuo come folklorista bla bla bla si esprime in questi termini è evidente che qui non necessita solo una rivoluzione culturale, strutturale, socio-economica, non solo un formattazione generale, a cominciare dalle menti, ma in certi casi persino dei veri e propri trapianti di cervello 😀 Ecco allora perché questa Sicilia ha ridottissimi margini di miglioramento… cu certi ciriviaddi 😀

    48. questa,si e’ ripetuto piu’ volte,e’ una citta’
      ingovernabile,perche’ la “deviation” si e’ ormai radicata da troppo tempo nei comportamenti dei suoi abitanti,
      e quindi
      bisogna sbracciarsi le maniche,
      e mi riferisco a scuola e famiglia,
      ed avere la pazienza di attendere il ricambio generazionale,forse due,forse tre generazioni.

    49. weh Gigi ,era molto tempo che non Ti si sentiva.
      Certo Tu sei proprio un bell’esempio di realismo,vero ? e dimmi un po’ ,come faresti a commissariare Palermo ? Ti rivolgerai a Strasburgo ? o all’Aja ? oppure,scusa dimenticavo,vorresti commissariare “il” Palermo (alla FIGC) ,quello si che sarebbe possibile……

    50. Mah! A quanto pare sembrerebbe più facile scegliere chi sarà il nuovo sindaco di Gotham City.

    51. folklorista, invece a te, purtroppo ti si legge e ti si sente ad libitum, un vero tuttologo.
      mi chiedo quando hai il tempo non dico di agire, ma almeno di pensare!
      amen

    52. Referendum, l’ho scritto pure.
      Basta leggere alluo(a)cu ( “au lieu” ) di fantasticare soluzioni insensate. Perché io ai vostri movimenti ingenui, folklorista, fatti per avere un’esistenza e nient’altro, quando non vi rendete conto di quanto siamo out dal mondo “che conta” né di quanto disconoscete i parametri per accedervi (non è cambiando i nomi, ma rivoluzionando i sistemi detti sopra, il cambio nome serve per rimpiazzare le lampadine e simili bricolage, che non spostano di un millesimo il rating dal livello quasi fallito), ai vostri movimenti non affiderei nemmeno la gestione di un giardino per fare “les jardiniers du dimanche”

    53. Palermo commissariata? Che idea balzana! Si mandino piuttosto persone giovani e intelligenti a formasi altrove per poi metterle al servizio della città. Il guaio dei siciliani è quello di pensare che solo dei non siciliani, magicamente, possano risolvere i problemi. Sarebbe sufficiente avere la giusta formazione e che il substrato della vecchia politica si facesse un pò da parte.

    54. Chi li manda a formarsi altrove? I dinosauri?
      Ne ho visti formatisi altrove che se ne scappano di nuovo per evidente incompatibilità, aggiunte a crisi d’identità nel ritrovarsi ESTRANEI ai sistemi e alle mentalità ed ai non-ritmi. Come immettere cellule sane dentro la metastasi. Si deve rivoluzionare tutto il sistema ed i cervelli, non pochi elementi. Con l’imposizione.
      La mia idea è balzana? la tua potrebbe essere buona solo imponendo la civiltà al resto della popolazione. In assenza di questo elemento la tua proposta peggiora lo stato, perché si bruciano certi cervelli capaci. Ho visto presunti rivoluzionari di schieramenti estremi entrare al comune come consiglieri ed imparare la malapolitica – che li aveva invasi e divorati – dopo pochi mesi, ed infine terminare il mandato divenuti peggio dei peggiori ex democristiani.

    55. @stalker
      stalker,sai benissimo che io non scrivo su ogni argomento,fai una piccola ricerca e rivedi su quali e quanti temi intervengo.
      @gigi
      un referendum per commissariare la citta’ non e’ tecnicamente fattibile

    56. Lo dico? Lo dico. Davide Enìa.
      Una persona di cultura, giovane, fuori dalla politica e dagli affari, visceralmente innamorato di Palermo. Esattamente quello che ci vuole.
      Solo la cultura può risollevare Palermo.
      Propongo una raccolta di firme online su Rosalio per lanciarne la candidatura. Se lui ci sta e i rosaliani lo appoggiano, il resto verrà da sè.
      Se a Cagliari ce l’ha fatta Zedda a 35 anni, ce la può fare pure Enìa.
      ***
      @ Gigi: lo sai che apprezzo le tue idee e i tuoi post, una volta te l’ho anche scritto. Però, permettimi, quante volte ancora vorrai proporre la tua irrealistica, irrealizzabile, giuridicamente non coperta, proposta del commissariamento di Palermo, della Sicilia e del similpaeese Italia ad opera dei normanni di oggi? Quel commissariamento c’è già stato nella storia con Federico II, stupor mundi. E siccome quando la storia concede il bis, di solito si trasforma in farsa…ti prego di levarci mano, basta, cambia registro, un commissariamento attuale ad opera di soggetti esteri non è pensabile, non è attuabile, non è fattibile: tanto vale rogitare compravendite di suolo marziano ipotecandolo pure.
      L’attuale quadro politico isolano è il frutto del pactum sceleris del ’43 con il quale si è lasciato campo libero alla mafia purché sostenesse la DC prima e il PDL poi, permettendole in cambio di mungere le tasche degli italiani con la scusa dell’autonomia, grazie ad una pletorica e corrottissima classe locale dirigente (rectius: digerente). La Sicilia è forse l’unico luogo al mondo in cui chi governa localmente non deve rendere conto ai governati di come spende i soldi pubblici…perchè per la maggior parte quei soldi provengono da tasche di non-residenti in Sicilia.
      Questo schema, che produce e perpetua mafia, miseria, sottosviluppo, scambio di voto e stupro del territorio si romperà solo quando finiranno i soldi a Roma. E questo momento è molto più vicino di quanto non si pensi.

    57. folklorista, sono i bla bla bla come quelli dei movimenti che frequenti, quindi anche i tuoi, oltre, evidentemente, a quelli di coloro che si lamentano o teorizzano su elementi sterili, che lasciano questa città immobile, che tra un secolo sarà ferma mentre il mondo corre veloce. Perché non immaginate per niente cos’è la CONCRETEZZA delle società evolute, siete solo dei perditempo.
      Non è fattibile? Preferisco non inoltrarmi in considerazioni più approfondite su questo tema altrimenti passerei minimo per eversivo…
      Aggiungo in risposta all’utente Lorenzo: non mi sembra di vedere in giro tanta gente predisposta alla tua proposta; basta sentire e leggere le soluzioni che propongono, come quella infantile di coloro che credono che basti proporre nomi nuovi o presunti nuovi. Altrimenti li vedremmo al comune durante le sedute a reclamare a consiglieri, assessori, tecnici, le reali conoscenze, attitudini, capacità, formazioni adeguate, efficacia. Vediamo solo lamenti via web. E poi, per insegnare occorrono professori che abbiano a loro volta imparato temi e materie da insegnare, come occorre gente già formata che sente l’esigenza di mandare ad imparare in giro per il mondo i giovani migliori. Dovrebbero prima capirlo, poi provarne l’esigenza, e l’interesse… i dinosauri… che invece non sanno nemmeno di cosa si tratta, figurati prendere in considerazione questa eventualità.
      La rivoluzione deve essere collettiva, generalizzata, deve riguardare tutta la popolazione, e le regole ed i metodi è meglio se sono imposti per almeno un decennio.

    58. Come sempre il caro Leone segna sempre con maestria ,eleganza,ironia e sapienza tre punti importanti dalla distanza (in gergo basket).
      SAluti e ossequi mio caro.Il folk

      @Gigi
      sono d’accordo con le tue ultime tre righe,e’ gia’ avvenuto in parte con i referendum,adesso spetta a noi continuare l’opera ,con il porta a porta,nel lavoro,coinvolgendo amici ,parenti,vicini di casa,etc etc…..Io vedo solo questa strada.

    59. Leone, ti rispondo come feci allora 😀
      Grazie per l’attenzione, ma a me interessano poco i cavilli, le finte o vere regole costituzionali, fatte per eventualmente essere cambiate, con o senza rivoluzione DURA. Io per il momento espongo l’unica via di salvezza, le altre che leggo le considero infantilismi.
      E tu stesso, ora addirittura vorresti bruciare Enia?
      Il fatto che le regole attuali la rendono poco applicabile, o inapplicabile, non vuol dire che non è l’unica via di salvezza. Resterebbe da individuare il percorso per arrivarci, se tramite referendum, se dopo avere ottenuto, con o senza forza, l’indipendenza per stare in Europa da indipendenti dal similpaeseitalia, o per altre vie legittime e legali…
      Tentare di attuare cambiamenti usando i sistemi già falliti e in un corpo in metastasi? Meglio, abbattere l’immobile e ricostruirlo nel rispetto di tecnica e regole, meglio moderne. Nel caso in questione, è come se tutti i palermitani dovessero parlare giapponese, ma chi glielo deve insegnare se nessuno a Palermo conosce né imparerà mai il giapponese? L’esempio è banale per dire che c’è una totale disconoscenza dei parametri in uso nelle società civilizzate ed evolute, poiché applicare questi parametri è indispensabile per entrare nel club, occorre chi li insegni e nel caso palermitano dovendo trattare inciviltà, maleducazione, economia bizzarra e antiquata, rapporti interpersonali atavici, interpretazione sui generis della vita sociale, del lavoro e dei metodi per accedervi, dell’efficacia, etc. si devono imporre, e la gestione non può essere affidata a chi li disconosce totalmente, ma conosce i sistemi atavici esclusi dal mondo evoluto e globalizzato. Né tanto meno possono essere affidati ad una cellula sana, per esempio ad Enia come suggerisci, per farlo stritolare dalla metastasi.

    60. @folk: sempre troppo buono, grazie.
      @Gigi:
      sostanzialmente tu proponi una rivoluzione dello status quo, compreso l’attuale assetto istituzionale. Ci sono due modi per arrivarci: sovvertendo con la forza l’ordine costituito o cambiandolo dal di dentro.
      Nel primo caso ci vuole la forza (v. rivoluzione francese, americana, russa, Resistenza italiana), nel secondo caso può bastare il cambio di mentalità e passo dell’opinione pubblica (v. i referendum su divorzio, aborto e i recenti ultimi 4 – aggiungerei: fantastici).
      Perchè ritengo la tua proposta irrealizzabile? Perchè, tra i tanti motivi di ordine democratico-costituzionale (che per te evidentemente valgono poco o nulla, per me invece moltissimo, visto che per me la Costituzione è un “testamento di 100.000 morti” -Pietro Calamandrei- e la “mia Bibbia laica” -C.A.Ciampi) ve ne sarebbe uno di ordine logico-fattuale: perchè mai i siciliani, ammesso che con la forza fossero in grado di rendersi indipendenti dall’Italia e dalla mafia, dovrebbero a quel punto cedere GRATIS la libertà così faticosamente conquistata ai manager europei ai quali fai riferimento tu? Sarebbe la prima volta che avviene nella storia e sarebbe anche la negazione di qualunque efficacia del principio di autodeterminazione dei popoli.
      Poi tu mi dici che il buon Enìa verrebbe comunque annichilito dalla metastasi che lo circonda. Qui dissento fortemente perchè aderire alla tua tesi significa credere fermamente che Palermo e i palermitani tutti, nessuno escluso, siano ontologicamente persi e irredimibili. Mentre invece l’esperienza di come i palermitani si comportano fuori dalla Sicilia e da Palermo e di come, al di là dello Stretto, raggiungano posizioni di successo (tu ne sei un esempio vivente 8) ) è una smentita in diretta e clamorosa di questa teoria. Per non parlare dei palermitani che vivono a Palermo e, tra mille difficoltà e ostacoli, testimoniano con la loro onestà e pulizia che un’altra Palermo è possibile. Questi sono la maggioranza ma per vincere devono capire di essere maggioranza. Per coalizzarli e compattarli su questo ci vuole un nome forte, pulito e fuori dagli schemi, capace di catalizzare il consenso.
      A Cagliari, Milano e soprattutto Napoli lo schema è riuscito.

    61. Leone, dopo i Florio è quello che abbiamo dimostrato. Incapacità, inadeguatezza, per partecipare al “circolo” dei Paesi seri ed evoluti. L’opposto del tempo che ho citato (anche se non sappiamo, perlomeno, io ho trovato poche informazioni, sulle condizioni – dettagliate – reali del popolo nel quotidiano, nei periodi che ancora oggi si considerano fasti). Se ci fossero le menti preparate allo scopo – ingresso nel suddetto “circolo” che conta – e capaci per formazione indiscutibile, lo sapremmo e si vedrebbe tutti i giorni, invece a vedere la cartolina globale della città… perché se ci fossero non accetterebbero di vivere in una (quasi)pattumiera, tra l’incuria, l’inciviltà, la maleducazione i disservizi, il lavoro-elemosina, il lavoro merce di scambio clientelare. ETC.
      Ieri ho trascorso la giornata (in altri posti bastano un paio d’ore, per diversi uffici e diverse pratiche) tra uffici amministrativi, in un clima da manicomio, surreale, oltre il disservizio oltre la maleducazione, arretratezza, inadeguatezza, prevaricazione, oltre tutte queste forme ataviche, era MANICOMIO. Un solo candidato cambierebbe il corso storico, socio-economico, (sotto)culturale? YOU MUST BE JOKING! 😀 . Peraltro, la giornata era cominciata con la notizia delle 3500 carcasse di automobili distribuite per la città, il giardino della Zisa devastato, le discariche a cielo aperto piene di immondizia, elettrodomestici, mobili, materassi, cartoni delle confezioni per televisori e computer all’ultimo grido (ALLORA NON SONO SOLO I TASCI A DEVASTARE? HO LE FOTO CHE DOCUMENTANO e le grandi marche ringraziano per la pubblicità. Potrei postare il collage, se Siino lo consente). Se ci fosse quel numeroso gruppo di palermitani che hai evocato lo sapremmo, perché vedremmo in giro associazioni di cittadini A PRETENDERE REGOLE EVOLUTE CIVILTÀ ED EFFICACIA IN TUTTI I SERVIZI PUBBLICI. Come la nostra storia insegna, e data l’esigenza assoluta di una formattazione generalizzata, di menti e società, le regole civilizzate e le strutture adeguate possono essere solo imposte. E l’imposizione “da fuori” consentirebbe a quelle menti che descrivi capaci ed evolute sarebbero incoraggiate ad uscire dal letargo, una volta il treno partito come spesso succede. In tutti gli uffici dove vado a Palermo ne incontro potenzialmente pronte, come dici, ma sono FRENATE – da tutti gli elementi detti e ribaditi fino alla nausea -, per il momento possono e sanno solo lamentarsi; mancano gli elementi propulsori, ma quelli con scagghiuna come si deve, non tutti questi “movimentini di cittadini” che frequenta folklorista , sterili e infantili, oltre che out dai parametri che influiscono, come detto, nel mondo globalizzato basato su modernità, finanza, etc. Senza sottovalutare il fatto che la gestione del lavoro, l’interpretazione di esso antiquata, come la scarsissima competitività nel mondo globalizzato sono un freno fondamentale per lo sviluppo generale della società, e condizionano tutti quegli elementi appariscenti della vita quotidiana sopra descritti. E per rendere competitivi occorrono managers “chi scagghiuna” non gli pseudo-politici improvvisati che si susseguono da decenni.
      P.S. Ti ringrazio Leone, ma non ho avuto bisogno di andare a vivere gran parte dell’anno a Parigi e prima a Londra per pensare quello che scrivo, lo pensavo anche a 14 anni quando ho avuto la prima tessera di partito ( feder. giovani etc. 😀 ); se ci ho “levato mano” – circa dieci anni fa – con questa finta politica è perché non sono masochista e perché i primi che si prostituivano nei giochi clientelari, e che vendevano pure i voti, erano i presunti compagni di viaggio per i quali, e con i quali, si supponeva lottare.

    62. E l’imposizione “da fuori” consentirebbe a quelle menti che descrivi capaci ed evolute di uscire dal letargo – sentendosi incoraggiate – una volta il treno partito come spesso succede.
      Pardon, per la forma scorretta nel post.

    63. @Gigi

      Ti ho inviato un messaggio su Facebook. Ciao.

    64. Vi invito a rimanere in tema e a essere rispettosi nei vostri commenti e vi ricordo che questa non è una chat. Grazie.

    65. Salve, ho letto quà e là i vs. commenti io sono Palermitana e per lavoro mi sposto spesso, la ns. città non è meglio e ne peggio di altre che frequento per lavoro, il problema di NOI Palermitani e che ci sappiamo solo LAMENTARE e no AGIRE, ci lamentiamo di un sindaco che abbiamo da 10 anni e che pensa solo ai suoi c….come ogni politico che sale in carica, (e che comunque nessuno di noi è stato in grado di buttarlo fuori)….anche VOI che vi lamentate, una volta in carica come Sindaco o come politico non sareste da meno…ne sono certa!!!
      Il problema è cambiare la mentalità di noi palermitani cosa molto difficile ma si potrebbe modificarla….non si può cambiare ma modificare si, si può e non dovrebbe essere un SINDACO ma noi stessi a fare qualcosa per la ns. BELLA CITTA’.
      Ho letto che in qualsiasi settore amministrativo vi è un manicomio che le persone che lavorano al comune, in ospedale e come ci facessero un favore…non è un problema del SINDACO, ho letto sopra: ***Ieri ho trascorso la giornata (in altri posti bastano un paio d’ore, per diversi uffici e diverse pratiche) tra uffici amministrativi, in un clima da manicomio, surreale, oltre il disservizio oltre la maleducazione, arretratezza,inadeguatezza, prevaricazione, oltre tutte queste forme ataviche, era MANICOMIO. Un solo candidato cambierebbe il corso storico, socio-economico, (sotto)culturale? *** rispondo di NO perchè è un ns problema siamo noi a dover RIPRENDERE le persone dal disservizio e dalla maleducazione, vi ricordo che un SINDACO è un ns. PREPOSTO e quindi è il Cittadino Palermitano ad dover alzare la voce quando accadono certe cose, facciamo parte tutti di una comunità e non dobbiamo girare la testa se succedono certe cose…****ritroviamo la parola greca syndikos, composta da syn “insieme” e dike “giustizia”. La giustizia della comunità, la giustizia “insieme”*** quindi dovremmo essere insieme a modificare il ns. modo di vivere e di pensare e di non girare la testa, siamo TUTTI NOI sincaci della ns. PALERMO.

    66. si fa presto a scrivere siamo tutti noi Sindaci.
      Noi non siamo nessuno,siamo le vittime di un sistema strutturalmente precario,
      incontrollato ed incontrollabile
      .
      Voglio raccontare una esperienza di questi giorni,a dir poco rappresentativa.
      .
      Ho bisogno di comunicare con un
      Centro di Assistenza di cui non faccio il nome,ma che dipende dal Comune.
      Alle 9,00 faccio un numero,
      che da’ il segnale di libero ma non risponde nessuno.Alle 9,45 sto ancora ad insistere,e finalmente ho la risposta,ma chi risponde dichiara
      subito tutta la propria incompetenza e mi da un altro numero da chiamare.Richiamo e c’e’ il segnale di libero,sento alzare la cornetta e la comunicazione va in occupato.Chiamo il centralone del Comune,che risulta libero ma nessuno risponde per almeno trenta quaranta secondi.Finalmente risponde una voce di giovane donna,che non sa indirizzarmi senza prima consultarsi con un’altra persona.Mi danno un numero che faccio pazientemente,ma chi risponde mi dice che quello non e’ l’Ufficio che sto cercando.Riprovo con il numero iniziale ed a rotazione con tutti i numeri disponibili,ma tutti danno il segnale di occupato o se liberi dopo due o tre tu tu swicthano sul segnale fax.Sono passate almeno 2 ore e finalmente riesco a parlare con una persona,cui accenno il mio problema.Subito pero’ mi dice che sta lavorando assediata da un folto pubblico e non mi puo’ prestare attenzione,e mi invita a recarmi personalmente in quell’Ufficio.
      Scopro che quell’Ufficio ha un indirizzo e-mail
      e scrivo una e-mail.Ad oggi nessuna risposta.
      Intanto passa 1 giorno e vado in quell’Ufficio.
      Accesso polveroso e parcheggi inesistenti.
      Due o tre persone che mi fanno un terzo grado,dove devo andare e perche’.
      Sparo un nome,e quello mi fa:e’ un suo amico?
      Ovvia la risposta e garantito l’accesso.
      Cerco della persona che mi ha parlato per telefono il giorno prima,e mi dicono che e’ andata in ferie.
      Effettivamente in quelle anguste stanzette,chiamiamole uffici,la gente che ci sta dentro e che dovrebbe svolgere una mansione
      delicata,e’ continuamente disturbata da persone che irrompono,ora per salutare,ora per esporre dei casi urgenti,mentre squillano i telefonini cui tutti rispondono.Ecco,e’ il telefonino che ha soppiantato il telefono.Tanto e’ vero che pure
      nell’elenco telefonico Telecom,alla pagina Comune o Municipio,i numeri sono ridotti al minimo.
      C’era una volta una doppia pagina con i numeri
      di tutti i servizi.Ora non piu’.
      .
      Dopo questa esperienza,
      cu mori mori e cu campa campa…

    67. Certo che vivere e lavorare quotidianamente in una città problematica come Palermo è da eroi. Se poi uno deve farci pure il sindaco è meglio che si allei agli X-Men.

    68. non sono in grado di capire se il Sindaco puo’ farci qualcosa in condizioni simili.
      Servirebbe una montagna di soldi solo per rendere decenti i luoghi di Lavoro,dotarli di Tecnologie,
      selezionare il Personale,addestrarlo al corretto utilizzo dei Mezzi a disposizione,riorganizzare i Servizi.
      Il Comune soldi non ne ha ed i Palermitani soldi non ne vogliono uscire.Questo e’ poco ma sicuro.

    69. Occorre fare nascere un movimento al di fuori dei partiti capace di proporre alle prossime elezioni un suo candidato con un programma esplicito per riformare la Ammne Comunale verso efficienza ed economicità . Solo con questa investitura popolare il sindaco potrà avere la forza per smantellare l’attuale intreccio di clientele politiche che blocca ogni possibilità di cambiamento per Palermo

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