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giovedì 28 mar
  • Lettera aperta sul caso Agostino

    Caro cittadino, può bastare una tua firma. Hai la possibilità di dare il tuo contributo perché venga fatta luce su un omicidio commesso 22 anni fa, ancora irrisolto.
    Molti sono i dubbi, pochi i punti fermi, nessuna verità, né giudiziaria né storica. L’uccisione dell’agente di polizia, Nino Agostino, il 5 agosto 1989, resta un mistero. A distanza di ventidue anni non si è ancora giunti a una verità su questa storia.
    Nino Agostino e Ida Castelluccio, al quinto mese di gravidanza, vennero uccisi, giovanissimi, mentre si stavano recando presso l’abitazione estiva della famiglia Agostino, a Villagrazia di Carini, per festeggiare il compleanno della sorella di Nino. Proprio davanti l’abitazione vennero raggiunti da colpi di arma da fuoco per mano mafiosa.
    Sull’omicidio si conoscono solo alcuni indizi. Elenchiamoli.
    Un ex poliziotto, oggi in pensione, svolse le indagini immediatamente dopo il duplice delitto. Il suo nome è Guido Paolilli. Un’intercettazione lo incastra: Paolilli confessa al figlio di aver distrutto una mole ingente di carte contenute nell’abitazione privata di Nino Agostino. Il padre dell’agente ucciso, Vincenzo Agostino, in pubblico aveva citato più volte le parole scritte su un biglietto trovato nel portafogli di Nino: «Se mi succede qualcosa, andate a cercare nell’armadio di casa». L’armadio fu trovato vuoto.
    All’interno di Cosa nostra un solo pentito ha raccontato qualcosa. È Oreste Pagano, che ha affermato: «Ero al matrimonio di Nicola Rizzuto, in Canada. C’era un rappresentante dei clan palermitani, Gaetano Scotto. Alfonso Caruana mi disse che aveva ucciso un poliziotto perché aveva scoperto i collegamenti fra le cosche ed alcuni componenti della questura. Anche la moglie sapeva, per questo morì».
    C’è un altro punto oscuro: Nino Agostino svolgeva o meno attività antimafia all’interno del Sismi (Servizio per l’informazione e la sicurezza militare)? I servizi segreti italiani hanno sempre negato questa ipotesi, riaccesa però dal ritrovamento di nuovi documenti nell’archivio della Squadra Mobile che attesterebbero l’attività di antimafia del poliziotto tra le fila dei servizi segreti. Si è inoltre parlato di un coinvolgimento di Nino Agostino nell’episodio del fallito attentato del 1989 ai danni del giudice Falcone, presso la sua residenza estiva all’Addaura. Nino ed un altro agente, Emanuele Piazza, avrebbero contribuito attivamente a sventare quell’attentato. Entrambi furono uccisi, fra il 1989 e il 1990. Quali sono i motivi? Le loro morti sono collegate a quell’episodio?
    Vincenzo Agostino ha promesso di non tagliare più la propria barba finché non otterrà quello che gli spetta: giustizia per il figlio, per la nuora Ida e per la nipote mai nata. Augusta Schiera, madre di Nino Agostino, condivide la lotta ed il dolore del marito, portando avanti con lui la lotta per il raggiungimento della verità. Lo fa in maniera silenziosa e dignitosa, ma con una forza inimmaginabile. Chi la conosce o l’ha incontrata personalmente, lo sa bene.
    Per sostenerli, alcune associazioni e gruppi spontanei di cittadini palermitani portano avanti con loro questa battaglia. Il Comitato Addiopizzo, l’associazione Libera, il movimento Agende rosse ed il comitato Cittadinanza per la magistratura, hanno deciso di dare il proprio contributo, collaborando alla raccolta firme portata avanti affinché lo Stato faccia chiarezza su questo caso. È possibile, inoltre, sottoscrivere la petizione on-line, sul sito di Salvatore Borsellino www.19luglio1992.com.
    Sia raccontato cosa è successo in Italia per decenni, quali sono stati i legami con poteri occulti antidemocratici. È giunta l’ora che si conosca la reale storia del nostro Paese, qualunque essa sia. La menzogna, qualunque verità essa tenti di celare, non può costituire la giusta via per la costruzione di un Paese democratico, forte e legittimato agli occhi dei suoi appartenenti. Verità, responsabilità e partecipazione sono indispensabili affinché la nostra democrazia possa definirsi realmente tale.

    Ospiti
  • 4 commenti a “Lettera aperta sul caso Agostino”

    1. Senza voler fare la morale a nessuno: dispiace che non ci siano molti commenti e altrettanti “mi piace”.

    2. sottoscrivo subito la petizione!

    3. Giacomo: hai ragione. Personalmente il “mi piace” è uno strumento che uso poco, in compenso avevo linkato la petizione sulla mia bacheca di fb.

    4. Sottoscrivo la petizione nella speranza che si scuotino le coscienze.

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