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mercoledì 24 apr
  • Al Diavolo il lavoro

    Il 13 agosto 2011, alle ore 03:13 AM, presso il binario 11 della stazione centrale di Palermo, un regionale proveniente da Sant’Agata si fermò, portando un ritardo di tre giorni diciassette ore e ventinove minuti.
    La stazione era deserta, il treno quasi vuoto, e una volta che si fu fermato dall’ultimo scompartimento uscirono tre individui.
    Il primo era basso basso e vestito in modo molto molto estivo, il secondo era alto alto e vestito in modo molto anzi troppo invernale, il terzo era alto il giusto e vestito con una eleganza da rappresentante.
    L’individuo basso basso portava lunghi capelli scuri, camminava con passi brevi e veloci, e si chiamava Uno.
    L’individuo alto alto non aveva tracce tricologiche, aveva un’andatura lenta e falcate lunghe, e si chiamava Due.
    Il tipo nella norma era brizzolato, ordinato, aveva una camminata regolare, vagamente nobile, ed era il Diavolo.
    Ora potremmo stare qui a discutere se si trattasse di una persona che in passato era stata cattiva, o che lo sarà in futuro ed è per questo che vi vengo a raccontare che si tratta del Diavolo, ma la verità è che quel tipo elegante, brizzolato, dalla camminata regolare inesorabile, era proprio il Diavolo, Satana, l’Oscuro Signore degli Inferi che il 13 agosto del 2011 alle ore 03:13 AM arrivò al binario 11 della stazione centrale di Palermo.

    Uno: «Capo, siamo sicuri che il posto sia questo?».
    Due: «Certo che il posto è questo!».
    Uno: «Non l’ho chiesto a te, l’ho chiesto al Capo!».
    Due: «Ma perché lo devi disturbare ti ho det…».
    Diavolo: «SILENZIO!».
    Uno e Due: «Perdono nostro Signore».

    Il Diavolo aveva un atteggiamento duro ma vagamente paterno con i suoi valletti, scelti con cura durante i viaggi degli ultimi 1400 anni. In realtà ne aveva già cambiati una settantina, ma i due prescelti risultavano utili in casi come questo – vi starete chiedendo: Ma casi come questo, come? abbiate pazienza, tra poco lo spiegheranno loro stessi. Avevano poteri oscuri come tutti i servitori delle tenebre, ma rispetto agli altri erano più mimetizzabili e sapevano prenotare una stanza in hotel senza dar fuoco a niente.

    Ma ritorniamo al caso come questo:

    Due: «Io penso che questa sia un’ottima idea».
    Uno: «Non lo so, una filiale proprio qui, ma fa più caldo che da noi».
    Due: «Non discutere, siamo sovraffollati, non abbiamo più dove mettere anime, il Signore oscuro ha avuto un’ ottima idea».
    Uno: «Sì, ma a me non è chiara».
    Diavolo: «SILENZIO!».
    Uno e Due: «Perdono nostro Signore».
    Diavolo: «L’idea è semplice: si tratta di una dannazione a chilometro zero, in pratica acquistiamo l’anima e la consumazione avviene direttamente in loco, conveniente, economico, veloce. Questa città si presta, senza considerare che alcune idee per l’arredamento del girone Sette e dei corridoi della stanza delle torture le ho prese da qui».
    (Uno e Due: applausi)
    Diavolo: «Dobbiamo trovare un buon punto per aprire il nostro ufficio».
    Uno: «Ufficio?».
    Diavolo: «Certo, dove acquistare le anime, dobbiamo dare qualcosa in cambio ai nostri clienti, siamo gente seria noi».
    Due: «E cosa gli vendiamo? Abbonamenti per lo stadio?».
    Uno: «Una fornitura mensile di Gratta e Vinci?».
    Due: «Condizionatori?».
    Uno: «Posteggi in centro?».
    Due: «Mondello?».
    Uno: «Gli vuoi vendere Mondello?».
    Due: «Perché non si può?».
    Uno: «Ma non ti ricordi l’ha già venduta Azazelo, un centinaio di anni fa, quando fece l’interrail in Belgio».
    Diavolo: «SILENZIO!».
    Uno e Due: «Perdono, nostro Signore».

    Usciti dalla stazione, la città appariva vuota, silenziosa, un’impalcatura nascondeva un monumento equestre, panchine condannavano al caldo i loro avventori sonnolenti, l’Oscuro capì di essere nel posto giusto.
    In passato il Diavolo si era occupato di guerre, cataclismi, epidemie, ma cosa avrebbe potuto sconvolgere questa città che aveva già sopportato tutto questo? Cosa avrebbe potuto smuovere l’oziosa Palermo? Per cosa questi mortali avrebbero consegnato senza discutere la propria Anima?

    La folgorazione arrivò.

    Diavolo: «Gli venderemo un lavoro».
    Uno: «Un lavoro? Qui a Palermo? Ma non so se siamo in grado».
    Due: «Zitto, l’Oscuro è capace di tutto. Ma che lavoro gli troviamo Capo?».
    Diavolo: «È questa l’idea innovativa: loro ci vendono l’anima e in cambio lavoreranno per la loro dannazione».
    (Uno e Due: facce perplesse)
    Diavolo: «Insomma, diciamo che dobbiamo aprire che so io un ufficio legale, un call-center, un centro commerciale,ecco un centro commerciale è perfetto, e iniziamo a fare i colloqui. Faranno tutte le solite prove: parli inglese? Sai utilizzare Excel? Hai mai saltato in un cerchio di fuoco? Sai come si scrive ambulanza? Chi ti manda?Saresti disposto a venderti l’Anima?».
    Uno: «Che Diavolo il nostro Signore ad avere inventato i colloqui di lavoro nel 1969!».
    Diavolo: «E infine li incastriamo in un incubo, fatto di turni impossibili, supervisori incompetenti, malattie non pagate».
    Uno: «Ferie inesistenti».
    Due: «Pillole anticoncezionali obbligatorie».
    Uno: «Niente contributi».
    Due: «Contratti a giornata e pagamento a dodici mesi».
    Diavolo: “Pagheranno per il loro desiderio malato e avido di un lavoro, e manderemo anche un paio dei nostri a organizzare i sindacati».

    Un tuono ad un tratto squarciò il cielo, un fulmine rese pallida la notte, un Rospo cadde dall’alto proprio al centro di un mai così silenzioso corso Tukory e fissò negli occhi l’Oscuro Signore.

    Diavolo: «Ok, ok i sindacati forse sono un po’ troppo»

    Il Rospo diede le spalle con indifferenza e svanì.

    Palermo
  • 7 commenti a “Al Diavolo il lavoro”

    1. Atmosfera surreale, ma tutto così dannatamente vero. Complimenti, scrivi in modo splendido.

    2. Il Maestro e Margherita a Palermo…

    3. solo complimenti!!!!!!!

    4. splendido, complimenti. la tua mano ha raccontato la pura verità

    5. ma è una storia inventata o è una storia vera?
      è difficile stabilire il confine tra la fantasia e la realtà.
      cmq, complimenti !!!

    6. L’atmosfera di qeusta storia mi ha colpito così tanto che ora passando dalla stazione centrale non posso fare a meno di cercare quel tizio vestito da perfetto rappresentante.. ma credo che ormai si sia messo all’opera per incastrarci nel suo incubo. Che in realtà è già attivo da parecchio tempo..

    7. complimenti!molto intrigante…

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