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venerdì 29 mar
  • Quel (la voglia di) lavoro che non c’è

    Sabato ho letto su Quotidiano di Sicilia un pezzo abbastanza inquietante relativo al lavoro in Sicilia: tre siciliani su quattro rifiuterebbero il lavoro. La parte saliente diceva che nel 2011 sono rimasti scoperti in tutta Italia 116950 posti di lavoro di cui 57130 per il ridotto numero di candidati e 59820 per l’inadeguatezza degli stessi e che il 76% dei disoccupati di Sud e Isole non è interessato a ricoprire i 57130 posti considerati di più difficile reperimento sul mercato.

    Mi è tornato in mente un mio vecchio post…“A Palermo non c’è il lavoro”…né la voglia di lavorare in cui già due anni fa mettevo in evidenza le problematiche con cui ci troviamo spesso a cozzare quando cerchiamo qualcuno da assumere.

    Certo, non è facile capire perché si debbano fare lavori umili o sottopagati quando si può andare da papà che “lavora” alla Gesip o alla Regione per farsi dare 50 euro per andare ai Chiavettieri!

    Ok, non tutti sono in questa condizione, molti non trovano davvero lavoro e ci sono proposte sottopagate, però spesso (scrivevo due anni fa, ma ora ho dati concreti alla mano)

    «si opta per rimanere a casa a mandare curricula, con capatina a Mondello nel pomeriggio, invece di imparare qualcosa di pratico seppure pagati “poco”. Troppo ardito pensare che una risorsa lavorativa che impara velocemente e produce possa ambire a un velocissimo aumento di stipendio e a ruoli manageriali (avendo a che fare con imprenditori onesti, s’intende)».

    Tutto ciò non è desolante e ancora di più in un contesto di crisi?

    Palermo, Sicilia
  • 74 commenti a “Quel (la voglia di) lavoro che non c’è”

    1. Dirò la mia se posso: sono un ragazzo di 23 anni, studente alla facoltà di architettura di Palermo, i miei genitori sono alla formazione professionale e non prendono stipendio ormai da tempi remoti. Ho lavoricchiato presso edicole, call center e agenzie di viaggio SEMPRE sottopagato e SEMPRE costretto ad andarmene per orari di lavoro insostenibili e paghe da fame! Ho imparato qualcosa da queste esperienze, ma rimane il fatto che per i giovani o lavori per call center, che a volte neanche ti pagano, o lavori sottopagato e super-sfruttato. Purtroppo ormai sono anche disilluso da ciò che la mia futura laurea potrà darmi e spero solo di poter trovare qualcosa all’estero. Sono mesi che cerco un lavoro, non dico serio, ma almeno fattibile. Se di questi 116950 posti di lavoro rimasti vuoti, almeno la metà sono call center, porta a porta o roba del genere non mi stupisco per niente che siano rimasti vuoti! Non si può pretendere di lavorare in determinate condizioni. Se poi i posti vuoti sono effettivamente dei veri lavori, allora per favore, ditemi dove mandare il curriculum o dove presentarmi! Questo è solo uno sfogo di un ragazzo che vorrebbe lavorare e dare una mano in casa, quindi ovviamente prendete il tutto con le dovute attenzioni.

    2. Questi mi sembrano i discorsi di un berlusconiano che cerca di dimostrare che la crisi non esiste! Vorrei proprio vederli questi “lavori”: molti di essi sono posti di venditore pagato a provvigione senza fisso. Tony, vorrei proprio vederti se accetteresti un posto in cui devi spendere soldi per andare a lavorare e poi torni a casa con due euro di guadagno perchè ti danno da vendere robaccia che non vuole nessuno. Ho lasciato un posto come rappresentate perchè con quello che si guadagnava non ci pagavo neanche la benzina e così come me tutti quelli che ci passavano. Ovviamente il titolare era troppo cretino per capire qual’era il problema. Sono tutti bravi a dire “giovani con la lagniusia” col culetto al caldo…

    3. Essere pagati poco ci può stare, dovere pagare per lavorare NON CI STA. Da queste parti gli operatori call center e i venditori hanno diritto al fisso (circa 100 pounds alla settimana), tant’è che qui questi sono lavori dignitosissimi. Cazzo, a me avevano offerto di fare supplenze in una scuola privata fuori palermo A GRATIS, firmando le buste paga ma non ricevendo un soldo. Secondo te rifiutare quell’offerta infame è stata lagnusia? Tony, capisco che in certi casi si perde il contatto con la realtà di chi vive nella disoccupazione, ma questa te la dovevi proprio risparmiare.

    4. @Tony e tutti gli altri

      La verità è più complessa di come la dipingi e le risposte lo dimostrano…
      E’ pur vero che mencano certe figure professionali, anche di basso livello, ma anche qui la causa è parecchio complessa da individuare..
      Manderesti tuo figlio di 16 anni a lavorare come picciotto dal carrozziere o dal falegname per circa 10 anni con la “simanata” oppure faresti un investimento di 20/30mila euro per una buona laurea?

    5. Il rapporto e` fatto da Unioncamere non dal ministero del Lavoro e dello sviluppo, nono sono il vangelo a cui bisogna credere per Fede e su un giornale com il Quotidiano di Sicilia che non brilla nel panorama dell`informazione.

      i dati sono diversi quando il ministero del lavoro ti dice che migliaia di ragazzi ogni anno si accontentano di andare a fare cappuccini e caffe` nelle grandi capitali europee e non solo perche` hanno voglia di viaggiare.
      che tanti di noi se dovessero tornare in Sicilia con le competenze che abbiamo acquisito all`estero faremmo la fame per mancanza anche delle piu` basilari forme di investimento e impreditoria.

      e mi fa rabbia leggere nei giornali che il governo ha nuove ricette per il Problema Sud e che alla fine sono sempre le stesse 4 cose che sentiamo da 15 anni, come incentivi all`imprenditoria giovanile e lotta alla precarieta`.
      Probabilmente e` vero che il lavoro c`e` anzi ne sono sicuro, perche` le nostre campagne muoiono (arance, vino, pesche, etc etc)il turismo culturale e` completamente allo sbando, e mancano strutture ricettive degne.
      la fuga dei cervelli si manifesta in questo disastro culturale che e` la nostra terra, dove chi resta sogna di andarsene e chi parte sogna di tornare!!

    6. Come sempre alterni alti e bassi. L’alto è l’analisi della poca voglia di lavorare, il basso è il poco originale tiro al bersaglio a Gesip e Regione.

    7. Beh… C’è da dire che oggi siamo molto più schizzinosi, questo è assolutamente indubbio e molti non hanno capito che in Italia c’è bisogno di PRODURRE e quindi bisogna orientarsi su mestieri tecnico-scientifici. Conosco tanta gente che cazzeggia fino a 27 anni a lettere, poi fa il master, poi fa il dottorato, arriva a 33 anni e si stupisce che un’azienda non se ne fa assolutamente NULLA di un letterato col master in storia bizantina e preferisce prendere il ragazzino di 21 anni, perito tecnico, sveglio e scattante, che magari si accontenta di poco ma nel tempo prenderà di più.

    8. Io ho amici, e molti, che rientrano perfettamente in questa analisi. Gente che invece di lavorare e prendere poco (500 euro al mese, per dire), preferisce andare in vacanza con i soldi di mamma e papà per poi tornare ed essere depressi per la “mancanza di lavoro”. Oggi molti “disoccupati” mancano totalmente di umiltà, la verità è questa, perchè sanno di avere le spalle coperte dai genitori. E’ vero, è ingiusto essere sottopagati o essere sfruttati, ma è ancora peggio stare a casa a non fare nulla o ancora peggio essere depressi per un lavoro che alla fine nemmeno di vuole.

    9. Come dicevo l’altro giorno su facebook, i bamboccioni viziati e schizzinosi sono una realtà, ma non costituiscono i tre quarti della popolazione di disoccupati, come l’articolo citato vuol maliziosamente lasciare intendere…
      Poi bisogna anche chiedersi quanti, fra quelli che rifiutano le offerte, lo fanno perché si rendono conto che “altrove” possono trovare migliori condizioni, ferma restando l’intenzione di tirarsi su le maniche e sudare.
      Comunque bisogna ammettere che, facendo un giretto per l’Italia (senza voler andare all’estero), la concentrazione di scansafatiche comodisti (ahinoi) è maggiore al sud. Purtroppo è innegabile e credo che parte dei problemi dell’economia del meridione sia riconducibile a questa condizione. Ho detto “parte” però, eh.

    10. Ma se pure per uno stage -non retribuito, of course- le aziende pretendono il master, oppure cercano “neolaureati con esperienza” (?)…. Io mi sono laureata 6 mesi fa, in regola e con il massimo, l’unico lavoro che ho trovato non c’entra assolutamente niente con tutto ciò che ho studiato, bastava la terza media, e ora l’ho pure perso perchè “non ci sono soldi”… Le uniche offerte di lavoro sono dei call-center che pagano 3 EURO L’ORA.. Preferisco a questo punto continuare a investire nella mia formazione per sperare in un futuro migliore, anche se ormai mi è chiaro che l’unica soluzione è EMIGRARE.

    11. Se si continua con la logica che bisogna accettare di tutto per “imparare” si fa solo il gioco delle aziende, che ormai da anni attuano come forma di “reclutamento” lo sfruttamento..ops! meglio definito come stage non retribuito, spesso dove nno ti insegnano nulla ma ti usano solo come facchino spicciafaccende..io sono laureata e specializzata in tempi record e ho fatto varie esperienze di stage e adesso ho detto basta! finchè ci saranno giovani disposti ad accettare di essere sfruttati, le aziende non cambieranno modo di fare..e continuerannoa vedere noi in balìa della crisi come oggetti da utilizzare a loro uso e consumo. Adesso continuo ad essere senza un lavoro..potresti dirmi di andare ad “imparare” qualcosa..io ti dico che ho imparato..ora vorrei perfezionarmi FACENDO, e vedendomi riconosciuti i miei diritti, ma dove????

    12. Quello che dice Tony è sacrosanto!E proprio di questi giorni la notizia secondo cui ci sono aziende che cercano panettieri,saldatori e non si presenta nessuno!Mi viene in mente una barzelletta in proposito.Durante una campagna elettorale un politico arringava la folla: “Se mi voterete darò una casa a tutti!” e quelli “Sii!” “Un lavoro!” e quelli ancora:”Sii!” A questo punto il politico addita uno tra il pubblico:”Tu,giovane volenteroso,tu avrai il primo posto di lavoro!” e quello: “Ma con tutta la gente che c’è, proprio a me??” E ho detto tutto.La verità è che con la presunzione di avere un titolo di studio in tasca si diventa insuperbiti e non si accettano lavori umili ma onesti come appunto il panettiere o il saldatore,anche se il pane è pane e poi ci si lamenta che quei lavori li fanno gli extracomunitari che “vengono qui a rubarci il lavoro”Umiltà ci vuole!!

    13. Io parlo per il settore che più o meno conosco e posso dire che Tony ha ragione – ripeto, per il settore nel quale lavoro che è quello della comunicazione. Niente a che vedere con tutto il resto del mercato del lavoro dove la situazione è ben diversa e, comunque, non la conosco a sufficienza per pronunciarmi.
      Bisogna togliersi dalla testa l’idea che l’università possa essere un biglietto da visita sufficiente quando va a fare un colloquio in un’agenzia di comunicazione. Chi si è appena iscritto a questa facoltà lo sappia: iniziate a farvi il mazzo da subito, piuttosto saltate lezione ma cominciate a fare stage, e se non trovate stage imparatevi l’html o l’uso di photoshop e illustrator, apritevi un blog e cominciate a scrivere, fate lavori di grafica/web design per conto vostro, così avrete qualcosa da presentare. Perchè vi posso assicurare che quando cerchi qualcuno che faccia grafica e la gente che arriva ti dice che è neolaureata ma non ha uno straccio di portfolio, neanche mezza brochure del cavolo (anche finta! puoi anche averla realizzata senza che poi sia stata mandata in stampa! basta che però dimostri che sti benedetti programmi li sai usare!), tu non la prendi. Perchè ti costa soldi, e di soldi ce ne sono pochi, e tu non hai il tempo di metterti a insegnare cose che molte altre persone hanno già imparato a fare per conto loro invece che andare a mondello al pomeriggio o giocare con la xbox nei periodi universitari.
      Datevi da fare e imparate da subito, l’università non basta ma stare a riflettere sul fatto che l’università non basta non vi porterà da nessuna parte. E’ così e per adesso non c’è segno che cambi, quindi bisogna trovare una soluzione per altre vie. E la soluzione è contare sulle proprie forze e capacità. Non sto dicendo che è un risultato garantito, ma che sicuramente dà più probabilità di riuscita piuttosto che 5 anni a studiare e prendere voti alti senza aver riempito almeno un po’ la sezione “esperienza lavorativa” del curriculum.

    14. Teresa, è vero che non si campa di sogni perchè ce li hanno tolti tutti, ma se permetti dopo anni di studio non dico di impuntarmi per quello per cui ho studiato ma neanche andare a fare qualcosa che non c’entra nulla anche perchè appunto ho studiato per altro, perchè devo essere OBBLIGATA a fare quello che gli altri scelgono per me? se io ho scelto una strada e la società mi propone come lavoro di fare il panettiere, tanto per citare l’esempio che hai fatto tu,è come se non mi sia dia scelta..invece io la libertà di scegliere la voglio avere se ci permettete! lo so che ormai è un’utopia ma finchè non sarò sotto un ponte, combatterò per quello per cui vorrei fare!

    15. Sono un imprenditore, ho un’azienda di informatica di medie dimensioni che, nonostante la crisi, ha retto e le cose vanno abbastanza bene. All’incirca 8 anni fa, in vista di una grossa commessa, ho pubblicato un annuncio di lavoro in cui cercavo un buon programmatore Java. Si sono presentate poco meno di 10 persone in 1 mese. La maggioranza erano laureati con master e dottorati vari, appena ho chiesto loro qualche piccolo dettaglio tecnico per capire se non avevano studiato e basta sono crollati, senza contare che prima di chiedermi cosa faceva l’azienda alcuni hanno chiesto qual era lo stipendio e addirittura hanno detto robe tipo “io sono laureato e meno di tot non accetto”, chiaramente li ho gentilmente accompagnati alla porta. 2 Erano diplomati che più di qualche paginetta Frontpage per il sito della salumeria dello zio non hanno mai scritto. Poi è venuto un ragazzino di 22 anni, che aveva iniziato a programmare a 9 anni sui Commodore, poi si era preso il diploma tecnico e ha iniziato a lavorare subito e quando parlava si vedeva che aveva una comprensione profonda di tutti gli aspetti della programmazione. L’ho assunto per 1 anno, giusto per prudenza. Mi è piaciuto e l’ho confermato a TI, oggi il mio team si è un po’ ingrandito e lui è uno dei PM Junior e lo pago molto bene.

    16. Elenoire per carità nessuno obbliga nessuno però è anche vero che, in tempi di magra dove per avere un posto di lavoro adeguato alle proprie esigenze il più delle volte si deve andare all’estero, e non sono tutti che se lo possono permettere, non dico fare lavori umili per tutta la vita, ma almeno finchè non si trova quello che si sta cercando, giusto per poter tirare a campare 🙂

    17. La verità, come spesso accade, è molto più complessa di come la si dipinge e come sempre sta a metà strada tra le esigenze del mondo del lavoro e le aspettative di chi vorrebbe lavorare.

      Sono un imprenditore che ha trovato ottime opportunità di business all’estero e che circa cinque anni fa ha deciso di intraprendere anche nella propria terra, conscio delle mille difficoltà che l’Italia (e la Sicilia) infligge a chi ha la colpa di avere un po’ di soldi da investire. Si, dico la colpa, perché nella visione di molte persone avere dei quattrini (onestamente sudati) è una colpa e immediatamente per il siculo aspirante lavoratore si diventa “quel cornuto del principale” da spremere e sfruttare per ottenere un euro in più (picchi si l’avi a manciari iddu ca ‘nnavi la varcata?).

      Preciso che chi fa l’imprenditore non lo fa per fare beneficienza, ma investe i propri soldi per avere un rientro e quindi per GUADAGNARE. E aggiungo: per guadagnare qualcosa di più rispetto ai tassi che ti potrebbe garantire un investimento finanziario, altrimenti se hai un po’ di soldi li investi in banca e non fai l’imprenditore.

      Cinque anni fa ho avuto la malsana idea di fare impresa in Sicilia e ho iniziato a lavorare reclutando personale sia tra le amicizie sia con i classici annunci sui siti specializzati. Abbiamo avviato dei colloqui per cinque posizioni lavorative con contratti a milleduecento euro al mese netti per dodici mesi più la tredicesima. Insomma tutto in regola (vi faccio presente che un impiegato comunale di medio livello guadagna esattamente la stessa cifra lavorando circa sei ore e mezzo al giorno per cinque giorni).

      La figure ricercate non erano figure apicali e comunque l’azienda era piccola, appena impiantata ma con discrete prospettive di crescita sia per la proprietà sia di riflesso per i dipendenti.

      Ebbene, per cinque posizioni abbiamo ricevuto circa quaranta curricula ed effettuato altrettanti colloqui. Risultati: venti dei curricula ricevuti erano falsi e gonfiati (diciassette aspiranti lavoratori hanno dichiarato di conoscere l’inglese fluentemente tanto da poter sostenere un colloquio informale e NESSUNO è riuscito ad andare oltre ai saluti di rito e a dirmi come si chiamava e cosa aveva fatto fino al giorno prima). Quindici degli aspiranti lavoratori hanno sdegnosamente rifiutato l’offerta perché erano addirittura laureati (senza master) e aspiravano ad avere ruoli di coordinamento (infatti a venticinque anni se sei laureato tutte le aziende di fanno subito Top Manager) quindi preferivano rimanere a casa e cercare qualcosa di meglio. Tre degli aspiranti lavoratori hanno rifiutato perché già lavoravano in altri contesti e non ritenevano congrua l’offerta. I restanti due hanno lavorato nella mia azienda per tre anni, immaginando di essere impiegati regionali e cercando di fregare “quel cornuto del principale” su tutto. Dall’orario di entrata a quello di uscita, dalle note spese gonfiate, alle telefonate private dai telefoni aziendali, dal perenne collegamento ai social network duranti gli orari di lavoro, alle stampe dei libri dei figli sulle stampanti a colori aziendali.
      Adesso l’azienda siciliana, continua a lavorare, ma con meno dipendenti e molte delle attività le ho riportate all’estero, dove per un imprenditore è più facile lavorare sia per le leggi sia per la flessibilità del lavoro. E dove vi posso assicurare che pur di lavorare i giovani si fanno in quattro iniziando anche con i lavori più umili e sapendo che se lavorano bene progrediranno sia nelle competenze sia nella retribuzione.
      Un ultimo appunto: la mia segretaria a Palermo aveva la licenza superiore presa a calci nel sedere e guadagnava quanto guadagna il mio segretario qui all’estero con la differenza che quest’ultimo ha una laurea e un master e parla tre lingue.
      P.S. Non sono per nulla Berlusconiano e non devo dimostrare nulla, soprattutto che la crisi non esiste.

    18. Laydo mai stato berlusconiano ma l’ho votato. Se oggi l’ho al caldo è perché me lo sono fatto e me lo faccio tanto… 😉 Di crisi parlo pure io nel post: esiste. Ma bisogna affrontarla. Il tuo caso rientra tra quelli che ho escluso ma ne rimangono tanti di lagnùsi, troppi.
      The.byfolk qual è una buona laurea? A me è servita poco e niente la laurea.
      Orazio se mi spieghi dove ho sbagliato su Gesip e Regione…
      ZuPé secondo me sono proprio maggioranza tra i disoccupati.
      Silvia hai mai pensato a un’impresa tua?
      Elenoire anche le aziende vengono sfruttate dai lagnùsi…io due/tre li ho pagati a vuoto…prima di cacciarli.
      Per gli altri devo dire che mi sento confortato nell’analisi…e più sconsolato di prima perché non sono da solo! 😀

    19. Stai zitto Tony Siino per favore! ci fai piu figura! Per favore nn continuate ad offendere i giovani in continua cerca di lavoro…. Abbiamo problemi di natura depressiva leggere questi articoli… mmmaah vulissi abbiriri a tia

    20. Salvino ti posso chiedere che tipo di formazione hai e che lavoro cerchi?

    21. I rapporti excelsior union camere contengono analisi curiose e tutte da verificare. Qualche mese fa denunciarono una grave carenza di panificatori che, a loro dire, avrebbero potuto guadagnare cifre enormi, visto il divario tra domanda e offerta. Poco dopo, uno dei principali quotidiani nazionali pubblico’ la lettera di un disoccupato del nord che aveva frequentato un corso di formazione professionale in panificazione (organizzato dalla stessa associazione di categoria) e non riusciva a trovare un lavoro. La risposta dell’associazione fu che il corso era finalizzato a sviluppare la cultura personale dei partecipanti. Uno degli altri lavori citati era il falegname. Solo che i disoccupati in quel settore sostenevano di trovare solo offerte in nero o con contratti di apprendistato a salari ridicoli. Quanto agli stage, solo in Italia e nei paesi in via di sviluppo, con scuse ignobili, si chiede ai ragazzi di lavorare gratis o per salari che non consentono di sopravvivere. Ho conosciuto bizzeffe di studenti universitari tedeschi, inglesi, etc. che all’ultimo anno fanno stage all’estero pagati almeno quello che serve a coprire i costi di vitto e alloggio. Date retta, espatriate e smettete di farvi prendere in giro.

    22. Andiamoci così:
      Laureando in scienze della comunicazione con indirizzo comunicazione istituzionale e d’impresa, esperienza pluriennale come instore promoter, merchandiser e tanta voglia di fare cerca qualcuno che non cestini il suo curriculum vitae e che gli dia una possibilità di fare esperienza nell’ambito in cui ha studiato non necessariamente nella vendita.

    23. Massimo concordo sulla tua analisi, però se posso vorrei farti una domanda: io oltre che essere cittadino italiano, sono anche un soggetto inglese in quanto uno dei miei genitori è cittadino inglese. Mi sono sempre rifiutato di fare trinity college o corsi simili, in quanto l’inglese è la mia seconda lingua e senza tanti giri di parole, forse la conosco meglio dell’italiano. Spesso però, richiedono candidati che conoscono questa lingua meravigliosa con tanto di attestato che lo prova, pena… non ti credono! Sono sicuro che non sia il tuo caso, in quanto da quello che ho letto, avete fatto dei colloqui conoscitivi anche in lingua straniera, ma secondo te, è normale essere scartati solo perchè non hai un attestato che provi la tua conoscenza linguistica, quando parlando con gli altri candidati ti accorgi che non ne sanno un cippa?? Questo purtroppo è il modo di riconoscere talenti qui in Italia… attestati e calci nel sedere da chi è sopra di te per avere un minimo di indipendenza economica.

    24. come creare un flaming…

      i comunicatori lo hanno notato?

      🙂

      meglio l’audi o l’alfa romeo, android o ios, valentino rossi o casey stoner?

    25. Per allentare la tensione… ma con 50 euro ai chiavettieri?? Già con 10 euro rischi di non tenerti più in piedi!! =P

    26. @Robert: ti posso assicurare che per la maggior parte delle posizioni della mia azienda, preferisco persone che sappiano fare piuttosto che persone con le “medagliette”. Comunque nel caso specifico non abbiamo richiesto nessun attestato ma soltanto la capacità di interloquire “sui massimi sistemi” in quanto era un ruolo di semplice p.r.
      @gasparino: sarà “flaming” ma è un argomento da me molto sentito, perchè dopo questa esperienza ho rivalutato tantissimo le persone che affermano “non c’è lavoro”. La realtà è che il lavoro scarseggia, ma quel poco lavoro che c’è se non è come lo vogliamo noi allora non lo consideriamo nemmeno tanto c’è sempre la famiglia che ti campa. In altri paesi, la famiglia a 18 anni ti “butta fuori” di casa, ma non per male ma per farti crescere e farti capire che la vita è dura e per campare devi lavorare, anche a lavare i cessi.

    27. hai scritto un pezzo francamente orribile, pieno di livore “i ragazzi che si fanno dare 50 da papà euro per andare ai chiavettieri” che prima di spedire un curriculum vanno a mondello… mah

    28. @Anna: è così… è, nella maggiranza dei casi e senza generalizzare, proprio così. Ne conosco tanti, troppi (anche miei parenti), che fanno così, perchè la realtà vera è che siamo abituati a guadagnare senza sudare. Dal “posto di lavoro” pretendiamo ma non diamo e poi tutto diventa un sistema di “protezione reciproca”: il datore di lavoro ti tratta male perchè tu dipendente non lavori come dovresti e tu dipendente fai la ritorsione perchè ti senti sfruttato dal datore di lavoro, innescando una spirale perversa dalla quale tutti ne escono con le ossa rotte.

    29. massimo ogni risponde delle cose che fa o che non fa, che te ne importa. se tu hai capito l’importanza della fatica per raggiungere un obiettivo che ti importa prestare attenzione a chi invece non vuole sudare. è un loro problema e se ci pensi più del dovuto a quel punto diventa un problema personale di livore e di invidia sociale nei confronti di quelli che si vogliono fare campare perché evidentemente lo possono fare perché il loro contesto socioeconomico glielo permette. dico: perché prestare attenzione più di tanto? mi pare l’atteggiamento del ragazzo fuori sede che va all’università, che si fa un mazzo tanto perchè appunto fuori sede e quindi se lo deve fare il doppio e poi fa lo stronzo perchè non da gli appunti. ecco, mi pare un comportamento da “raggia individuale”, tutto qui

    30. primo:il lavoro è un diritto…non vedo perchè dovremmo accettare lavori sottopagati. secondo: chi dice che dovremmo accettare lavori “umili”? forse perchè i lavori di “prima scelta” vanno a perenti, amici e conoscenti di quelli che “COMANDANO”?!! a palermo te lo sogni di fare la gavetta e poi sperare di avere un ruolo manageriale, perchè c’è quello più furbo di te che salta qualche gradino e ti soffia il posto. questa è la realtà…sconcertante direi

    31. @Tony Siino Sono diplomato tecnico della gestione aziendale, un corso di operatore della gestione, piu attestato di operatore agroalimentare e un altro di tecnico fotovoltaico. faccio trasporti in tutta Italia con una ditta per 40 euro al giorno. gli orari sono dalle 6 di mattina fino a tarda sera e la notte si viaggia col camion perchè la mattina successiva si ricomincia, si dorme poco e male.Naturalmente non esistono feste o domeniche, Si sà quando si parte e non si sà quando si torna! naturalmente NON sono messo in regola e non ho diritto a niente. a dire che la mia ditta di trasporti prende appalti da una Pubblica Amministrazione, Caro Tony per rendere l idea sto giorni e giorni senza avere la possibilità di farmi una doccia! dimmi tu…………

    32. Massimo, l’imprenditore ha le stesse smanie e manie dell’esploratore, se ha un po’ di soldi e li investi in banca e non fa l’imprenditore vuol dire che non è un’imprenditore. Per farla breve sul resto, penso che manca il di senso della realtà, ma non me la sento di addossare la colpa ai “giovani” che sono stati nutriti da un incantevole incantante sistema massmediale. Dall’incantamento ci si sveglia solo a causa di grandi dolori, purtroppo.

    33. Tony, forse la situazione è così nel tuo campo, ti assicuro che nel mio (lavoro tecnico) è del tutto diversa. Se un ragazzino neolaureato si permette di fare lo strafottente è solo perchè sa di avere la casa di proprietà e una qualche fonte di reddito, quindi anche se non lavora non ci sono problemi. Chi ha bisogno di lavorare per mangiare si comporta in modo diverso…

      L’unica cosa che posso dire è che tale atteggiamento stupido e strafottente non è solo tipico degli “imprenditori” siciliani. Ricordo ancora quando mi è stato offerto un posto a Milano per 800 euro nette, full time. Per chi non lo sapesse, a Milano l’affitto di una stanza in una zona fetente è circa 600 euro. Quando ho fatto rispettosamente notare al titolare che con quella cifra non ci avrei neanche pagato affitto e benzina quello si è alterato dicendo che “i giovani di oggi non sanno cosa significa fare sacrifici e darsi da fare, vogliono la pappa pronta”. Forse sperava che accettasi il suo lavoro e poi andassi a mangiare alla carithas e mendicassi alla chiesa per avere i vestiti usati?

    34. Sempicemente disgustoso.

    35. @Anna: non capisco cosa intendi dire, perdonami.

      @Licia: il lavoro è un diritto, siamo d’accordo, ma questo non cresce sugli alberi: ci devono essere le condizioni economiche e culturali affinchè esso prosperi (specie le aziende private non mungono dalla munifica tetta dei contributi pubblici). Poi nel campo privato è interesse dell’imprenditore fare andare avanti il merito e non premiare l’amico o il parente, in quanto come intuibile ne va della produttività e della sopravvivenza dell’azienda stessa. Nelle mie aziende va avanti chi vale, non chi è figlio o amante di qualcuno.

      @Ortophon: sono ovviamente d’accordo con te e il senso del mio commento non è quello di addossare tutta la colpa ai giovani, sono il primo a sapere che non è così visto che sulla mia pelle pago ogni giorno le colpe di un sistema politico ed economico da quarto mondo (ho appena saputo che circa 700mila euro di pagamenti di lavori già fatti per la P.A. mi saranno pagati tra sei mesi e io con cosa pagherò gli stipendi dei miei dipendenti?). Purtoppo i mass media ci propinano un immagine sempre vincente e sempre perfetta della realtà, cosa che ovviamente non è.

    36. Lavoro nel campo delle politiche attive per il lavoro in un ambito territoriale tra i più depressi in Sicilia, tra le varie attività ci occupiamo di mettere online le candidature dei disoccupati e molto spesso alla domanda “lei è disposto a spostarsi per lavoro?” premesso che le opzioni sono a) comune b)provincia c)regione d)Italia e) paesi europei …mi sento rispondere “comune”. Vorrei dire loro: Comune???? ma scherziamo??? Ma quando mai lo trovi un lavoro???

    37. Ho conosciuto un Polacco che da quattro mesi cerca lavoro a Palermo come fornaio o pizzaiolo. Strano che con tutti questi posti di lavoro non ne riesca a trovare. Chi ne ha bisogno lo può comunicare alla redazione di Rosalio che ha la mia mail.

    38. @massimo: intendo dire che quelli che vogliono la vita facile ci sono sempre stati e ci saranno sempre e quindi perché occuparsi di loro? uno deve occuparsi di se stesso se però si incaponisce troppo a guardare “nell’orticello altrui” forse è perché sposta le proprie frustrazioni negli altri e allora tutto diventa: “i ragazzi di oggi non vogliono fare niente, non si vogliono sforzare, si fanno campare dai genitori fino a 40 anni etc…” volevo dire questo

    39. QdS ha pubblicato una notizia stringata con un titolo inqualificabile, vadano a fare i moralisti a casa loro! Non sono né giovane né disoccupato, mi sono spanato il c*** si da ragazzo, ho cominciato con diecimila lire ogni tanto ho cambiato tanti lavori, privato, pubblico, dipendente, autonomo… a Milano per riuscire a farmi assumere in un’azienda che intuivo mi avrebbe aiutato a crescere ho chiesto una paga inferiore alla media di mercato e mi hanno risposto che la loro prospettiva era diversa, mi avrebbero pagato quanto era necessario per vivere dignitosamente e se dopo il periodo di prova non andava bene mi avrebbero licenziato. Il punto è che in Italia ci sono pochi umani-normali rispetto agli umani-cessi, in Sicilia la proporzione è ancora più sfavorevole. Non che nel resto dell’Europa occidentale l’uomo sia migliore, è il controllo sociale che è migliore, il persistere di un’etica laica ma severa, ciò rallenta la deriva.

    40. Atra cosa in merito alla notizia (mi sta venendo l’orticaria) Il 76% dei disoccupati di Sud e Isole non è interessato a ricoprire i 57130 posti considerati di più difficile reperimento sul mercato italiano. Si intende forse dire che le aziende hanno proposto al 76% dei disoccupati dei corsi di formazione finalizzati alla copertura di tali 57130 posti? E perché sono di difficile reperibilità? Indago e scopro che si tratta dei settori della macelleria, panificazione, degli ottici, degli odontotecnici, degli operai specializzati, in particolare elettricisti e esperti termici, dei cuochi e degli steward in grado di lavorare a bordo dei grandi yacht di lusso. Insomma attività che non si improvvisano e che comunque richiedono attitudini, io per esempio non potrei mai fare il macellaio, al massimo il chirurgo 🙂

    41. dinenticavo, l’articolo http://goo.gl/I1tHQ

    42. Ortophon, quei posti di lavoro li ho visti: chiedono 21 anni, diploma adatto ed esperienza. Peccato che sono pochissimi ad avere questi requisiti! Mi domando da dove ti sei inventato la faccenda dei corsi di formazione, non esiste da nessuna parte.

    43. LayDo, è una domanda retorica, certo che non esiste da nessuna parte! Sono tante le imprese che pretendono la formazione specifica di personale per scopri privati da parte di enti pubblici (la scuola) mentre da parte loro destinano solo una esigua parte delle proprie risorse alla formazione del personale e alla R&S. L’apprendistato è usato spesso per coprire esigenze temporanee non per formare il personale etc etc. Una categoria è specchio dell’altra, da una parte imprese sottocapitalizzate e condotte da persone che sanno a stento badare a se stesse, e dall’altra parte disoccupati che aspettano Godot…

    44. Tony hai sbagliato ad usare stereotipi, i soliti peraltro, su regionali e gesip. E’ una “simpatica” usanza da cui nemmeno tu ti astieni vedo…

    45. oh! Finalmente tutto mi è più chiaro! Il gestore di questo blog ha fatto outing!!!

    46. Si, questo è uno dei tanti malanni dell’imprenditoria italiana. Il titolare vuole il ventenne esperto, qualificato, responsabile e disposto a lavorare a gratis. Ovviamente non lo trova e finisce per spremere come limoni i dipendenti che ha già. In tempi di crisi nessuno vuole spendere tempo e soldi per addestrare qualcuno, col rischio che quello se ne vada a lavorare per i concorrenti o si metta in proprio e faccia la concorrenza all’azienda!

    47. Hidalgo, era chiaro da tempo che il gestore di rosalio fosse un mezzo berlusconiano non dichiarato. Già il fatto che abbia ospitato l’articolo della pidiellina giovanile la dice tutta!

    48. Laydo scrivi una cosa molto stupida che ti qualifica. Non sono berlusconiano…l’ho scritto qualche commento fa (mentre sono dichiaratamente di destra)…e questo blog ha persino un autore che è stato candidato sindaco del Partito Comunista dei Lavoratori. L’articolo della giovane pidiellina ci deve stare, così come i tuoi. Se non ti sta bene aria, sei tu che sbagli.

    49. Vi invito a rimanere in tema. Grazie.

    50. Pensa se il sangue circolasse solo a destra, o solo a sinistra! Destra o sinistra, sono convinzioni, idee, convenzioni. I guai sono causati dall’avidità e dalla corruzione. Ciascuno cerca di tirare acqua al suo mulino: alla classe rappresentata dal QdS l’acqua la razionerei perché eroga meno potenza di quanta ne assorbe, idem per i berlusconiani. Deve esserci una perdita da qualche parte 🙂

    51. Tony, capisco che sia più facile credere che siano i ragazzi di oggi a non avere voglia di lavorare piuttosto che rendersi conto del fatto che lavoro proprio non c’è n’è più o se c’è, ha requisiti assurdi e/o condizioni al di sotto del limite di sopravvivenza (tipo le offerte di cui parlavo io, ad esempio le supplenze a gratis o il posto full time con cui non paghi neanche l’affitto). Un articolo del genere è estremamente offensivo verso quelli che si sono adattati a fare lavori umili oppure che sono stati costretti ad emigrare. A dire il vero penso che tu lo abbia scritto perchè non ti sono bastati gli insulti ricevuti con l’articolo precedente sullo stesso tono. Seriamente, vorrei vedere te rimanere disoccupato dopo una situazione come quella che è capitata a me e sentirti dire “Voi giovani non ci avete voglia di lavorare”

    52. sbaglio o non mi ha calcolato nessuno?

    53. @laydo: ho iniziato con il mio primo commento scrivendo: “La verità, come spesso accade, è molto più complessa di come la si dipinge e come sempre sta a metà strada tra le esigenze del mondo del lavoro e le aspettative di chi vorrebbe lavorare.”
      La verità è che in Sicilia c’è poco lavoro a causa delle condizioni di contesto davvero proibitive e la maggior parte dei giovani (che non vuol dire tutti) non si vogliono adeguare alla situazione depressa (questo non vuol dire accettare di essere schiavizzati).
      La cosa che mi lascia perplesso – ma è costume diffuso nel mondo – è che molti ragazzi non accettano lavori transitori e umili nella propria città ma si adeguano a fare di tutto altrove. Classico esempio: puliziere da McDonald alle stesse condizioni economiche a Palermo non lo si accetta a Milano si.

    54. @Massimiliano Conigliaro: ma come non hai sentito cosa ha detto l’ex ministro alla pubblica istruzione Gelmini di quelli come te? Che avete una laurea inutile… 😀 (ovviamente scherzo e non lo penso minimamente ma così almeno ti ho considerato).

    55. Massimo, a Palermo che figura ci fai se un conoscente ti veda pulire il McDonald? Il punto è che a Milano lo fai per un periodo insieme ad altre due o tre lavori e raccatti il minimo sindacale per sopravvivere in attesa di trovare di meglio, a Palermo rischi di farlo a vita.

    56. @Massimo Conigliaro: forse il tuo profilo professionale è troppo alto rispetto al mercato del lavoro siciliano, siete in tanti con lo stesso tipo di laurea, hai considerato la possibilità di tentare all’estero? Ovviamente per la posizione a cui aspiri o per analoghe posizioni è necessario conoscere tre lingue comunitarie a livello B2, meglio ancora se conosci il cinese o l’arabo…

    57. @ortophon: dal mio punto di vista è più umiliante non fare niente e farmi campare dalla mia famiglia: piuttosto vado a lavare le scale dei condomini. Si sopravvive anche qui e comunque nulla è per sempre, la vita è fatta a fasi.
      Comunque, ritengo che il mio punto di vista sia chiaro, aggiungere altro non serve a nulla. Posso solo dire che ho affrontato più volte discorsi simili con alcuni miei ex dipendenti che la pensavano come me: alcuni di loro hanno lavorato nella mia azienda palermitana (spero bene) finché ci sono state le condizioni, poi serenamente mi hanno detto che altrove avrebbero avuto condizioni economiche molto migliori o opportunità più stimolanti e adesso hanno successo altrove. Se l’approccio è voglio il posto per la vita, voglio prendere tanto e non dare nulla allora bisogna “bussare” ad altre porte.

    58. Massimo Cornigliaro, ti aspettavi che Siino ti offrisse di lavorare da lui?

    59. Francamente per noi giovani il senso di sacrificio e’ poco conosciuto. Ero 15 enne quando per mia volonta’ sacrificavo l’estate per lavorare come stagionale negli alberghi mentre i miei coetanei erano spaparanzati al sole a mondello. Non mi veniva detto dai miei genitori di lavorare ma partiva da me. Dicevo meglio inziare subito ad arricchire il proprio cv che dopo.
      Cosa che ho fatto e che continuo ancora a fare pur avendo 27 anni. Non vedendo offerte di lavoro che mi soddisfavano ho fatto la valigia e sono emigrato.
      Purtroppo la voglia di sacrificarsi per noi giovani e’ una rarita’. La colpa e’ anche dei nostri genitori che ci spingono nel studiare anche oltre le superiori con lauree che spesso ci servono poco o niente. Conosco casi di alcuni miei colleghi universitari ( lasciai la facolta’ di scienze poliotiche tempo fa ) ho ancora colleghi che ha 25 anni e oltre ancora devono discutere la laurea della triennale. Poveri loro campati dai genitori, molti di loro non lavora ma bivacca su i socail network h24 o con le belle giornate a mare a mondello.
      Li trovi li supini al sole a discutere della crisi economica e che cosa significa per loro il temine neet e cosa potrebbero fare dopo il conseguimento della laurea, semmai un giorno intorno ai 34 anni.
      Continuo a sperare di tornare un giorno a Palermo, per Massimo conosco l’inglese fluentemente diploma turistico e anche esperienza con imprese. Cercavo lavoro a Palermo ma oltre i call center a progetto e i porta a porta e alberghi dove ti dicono di fare lo stage a gratis per sei mesi non c’e’ altro.
      Continuo a restare all’estero qui almeno mangio e soprattutto nessuno e’ discriminato per razza, cultura o religione.

    60. Massimo se ti va fammi un fischio e fai un salto in ufficio. 🙂

    61. @Massimo: anche dal mio punto di vista è più umiliante non fare niente e farmi campare dalla mia famiglia, 35 anni fa’ però eravamo in apertura di un ciclo ora siamo in chiusura, i ragazzi saranno pure malabituati ma percepiscono che è iniziata la lotta per la sopravvivenza e che fuori dalla Sicilia anzi dall’Italia c’è speranza solo per chi sa fare o sa imparare a fare e sa farsi largo da solo o meglio accreditandosi presso comunità professionali, gruppi informali etc, in Sicilia è necessario accreditarsi in altro modo.

    62. @Tony Siino: passo dal tuo ufficio per lavare le scale? 😀
      @ortophon: sulla chiusra di un ciclo sono d’accordo, ma perdonami sono convintissimo di quello che dico: i ragazzi di oggi sono malabituati, grazie anche ad un pervasivo benessere delle famiglie.

    63. @massimo è il pezzo di carta che fa la differenza, hai ragione!

    64. @tutti
      Sabato prossimo, fate un salto al sanpaolo palace a via messine marine, vi renderete conto di come il mondo è cambiando, anche in Sicilia…

    65. state dicendo un mucchio di fandonie, il solito populismo per ingannare la gente.. ricordiamoci che i mass media sono in grado di farci amare gli oppressori e odiare gli oppressi.. innanzitutto il paragone tra impiegato alla regione e impiegato alla gesip è assolutamente scandaloso.. ed è giusto che la gnete sappia che in gesip è applicato il contratto ausitra delle pulizie, sono impiegato privati di una S.p.A., e si guadagna in media meno di mille euro al mese ( e anche di meno).. vorrei vederci campare voi, altro che dare 50 euro al figlio …!!! poi sappiamo BENISSIMO tutti che A Palermo, IL 99% DI COLORO che ti “offrono” un lavoro, ti offrono uno sfruttamento che non ti premette di fare nulla.. allora è più che legittimo impiegare il proprio tempo alla ricerca di qualcosa che possa garantirti un minimo di sopravvivenza, invece che ” investire” il tuo tempo 10 ore al giorno peer 250-300 euro in nero… è questo il mondo del lavoro a cui inneggiate?? ma non vi vergognate di scrivere di queste cose?

    66. Ma basta con questa STRONZATA della VOGLIA di LAVORARE. Uno non lavora perchè ne ha VOGLIA ma per INCASSARE SOLDI che gli permettono di CAMPARE una VITA DECENTE ( non lo dico io ma la Costituzione ). Se i lavori esistenti o sono scarsi o sono PAGATI talmente POCO da NON PERMETTERMI una VITA DECENTE, mi spiegate per quale motivo uno dovrebbe ACCETTARE un lAVORO del genere? Una persona NON LAVORA perchè ne ha VOGLIA ma per NECESSITA’ DI SOPRAVVIVENZA. E’ semplicemente una CONVENIENZA di INTERESSI: io CERCO di fare un’ATTIVITA’ PAGATA perchè ho NECESSITA’ di PAGARMI da VIVERE e l’azienda OFFRE di svolgere un’ATTIVITA’ PAGATE perchè ha la NECESSITA’ di fare PROFITTI ( VENDERE beni o servizi ). Se la PAGA che mi OFFRE l’azienda IN CAMBIO di quella determinata ATTIVITA’ da lei OFFERTA non mi è SUFFICIENTE per PAGARMI da VIVERE, mi spiegate per quale motivo dovrei accettare di SVOLGERE quella ATTIVITA’ a quelle CONDIZIONI? Perchè NON HO VOGLIA di LAVORARE? Ma per piacere!
      E non tiratemi fuori gli IMMIGRATI e compagnia cantando perchè loro vengono PAGATI IN NERO e LAVORANO in condizioni di SICUREZZA assolutamente ASSENTI e quella MISERIA che prendono la spediscono alle loro famiglie nel loro paese dove il cOSTO DELLA VITA è INFERIORE rispetto a qui.

    67. Voi CONFONDETE la VOGLIA di LAVORARE con la DISPONIBILITA’ a FARSI SFRUTTARE. Sono 2 COSE ASSOLUTAMENTE DISTINTE. Evidentemente non riuscite a cogliere la DIFFERENZA. Ed è proprio lì la FONTE del PROBLEMA.

    68. D’accordo con IO.
      Il lavoro è lavoro, un hobby è un hobby

    69. Avere qualche esperienza lavorativa è importante e i giovani farebbero bene all’inizio ad accontentarsi.
      La perenne o diffusa condizione di lavoro nero provoca invece sottosviluppo e distrugge lo stato sociale.
      Per cui andrebbero adottate delle misure, studiando le condizioni territoriali, per favorire la legale occupazione.

    70. Io ho 27 anni sono laureato in ingegneria e lavoro da 2 anni.
      Appena laureato dopo 3 giorni già lavoravo a Milano, sono partito senza casa e lavoro ma con tanta voglia di imparare.
      Non mi sono orientato alla ricerca del TEMPO INDETERMINATO come quasi tutti in Italia fanno, ma ad imparare, ho seguito corsi post lavoro studiato notte e giorno. Attualmente vengo venduto come uno che ha cinque anni di esperienza, ho girato già molte aziende perché mi preoccupavo più della figura professionale che della posizione contrattuale.
      Attualmente sono io a rifiutare tutte le proposte a tempo indeterminato perché le reputo la morte della professionalità, mi muovo per commesse guadagno abbastanza bene e faccio un lavoro sotto casa(a Napoli). Posso dire che se sai fare qualcosa di valido e lo fai bene non puoi rimanere senza lavoro per più di una settimana.
      Se però ci si aspetta che vi vengano ad offrire il posto da amministratore delegato, magari con colloquio al bar del paese state freschi.
      Il problema dell’Italia è una mentalità cariata che ancora resiste:” voglio il lavoro sicuro, possibilmente dove non si fa un c@@@o”.
      Chiamatemi Berlusconiano/fascista etc, fossi in voi però inizierei ad alzarmi le maniche perché tanto state certi il mercato non vi viene a cercare e non cerca le finte lauree/master che avete fatto per far contenti i vostri familiari, quello che siete e che guadagnerete dipende da quanto vi siete sforzati e siete disposti a sforzarvi.

    71. Eppure una volta arrivavano i telegrammi a casa che ti invitavano ai colloqui.
      Avveniva tramite le segreterie di facoltà’.
      Non capisco cosa c’entrano le finte lauree o i master fasulli.Non escludo che ci siano,ma dovrebbero essere percentualmente irrilevanti.
      Non basta dire sono laureato in ingegneria.
      Hai fatto la triennale o la quinquennale?
      Sei civile o industriale?
      Gestionale o informatico?
      Cosa vuol dire guadagno bene?
      60.000 netti l’anno?
      Voglio un lavoro sicuro dove si lavora sodo e sopratutto ci si trova impegnati in progetti importanti,non in lavoretti che non ti danno alcun valore aggiunto.
      Un lavoro che ti porta in giro per il mondo,per farti conoscere il mondo.
      Sotto casa ci sta il pizzaiolo o il panettiere.

    72. Sono Laureato in Ingegneria informatica, sono certificato Oracle di secondo livello, 60000 netti l’anno no(dubito che qualcuno in Italia con 2 anni scarsi di esperienze prenda questi soldi, paparino a parte).
      Attualmente sono su una commessa di Telecom ed una di Wind.
      Io voglio un lavoro dove possa acquisire delle conoscenze che posso rivendere(la sicurezza migliore).
      Il posto sicuro è nella bara, tutti gli altri posti non sono sicuri.

    73. Bene.Adesso la cosa e’ più’ chiara.
      Ingegneria Informatica.
      .
      La certificazione Oracle e’ una base solida.
      .
      Attento ad altre tipologie di skill.
      L’obsolescenza e’ sempre dietro l’angolo ed arriva il momento che ti ritrovi in mano un pugno di mosche.

    74. Spero che Tony non se la prenda, ma approfitto di questo post per dire che sto cercando da mesi sviluppatori mobile iOS e Android a Palermo per un inserimento in organico immediato. Per chiunque fosse interessato mi può contattare su info@lucapanzarella.it o http://linkedin.com/in/lucapanzarella

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