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giovedì 28 mar
  • La crisi, i ristoranti pieni e l'”economia dei viziati”

    Stiamo attraversando gli anni della crisi dando fondo a piccoli stratagemmi domestici che non si sentivano dai tempi della Seconda Guerra Mondiale e anche se la cinghia è ormai parecchio stretta (i suicidi sempre più frequenti ne sono tragico indicatore) alcuni fattori sono controintuitivi.

    Frequento ristoranti per lavoro (anche il mio commercialista rimane perplesso, ma parlare d’affari a tavola spesso è una buona idea, non a caso circola una battuta che dice che il vino sia il miglior social network) e spesso li vedo pieni. Ricorderete le polemiche seguite nel 2011 a una frase simile pronunciata dall’allora premier Berlusconi e gli studi ci dicono che certamente moltissime imprese hanno calato le saracinesche. Forse quelli che frequento io non saranno statisticamente significativi, mi dico. Però ho provato a chiedere a un’amica ristoratrice il cui ristorante rimane pieno che cosa stava accadendo.

    Mi ha spiegato che la flessione per lei non c’è stata ma che ha notato un cambiamento nella clientela: dove prima i tavoli erano frequentati dai genitori adesso ci sono i “viziati” (li ha chiamati così, cioè ventenni e trentenni che vengono finanziati da quei papà e mamma che spesso rimangono a casa a mangiare la frittatina o le bruschette fatte col pane dell’altroieri ma non negano ai figli i 20 euro). È stata quasi un’illuminazione: esiste un'”economia dei viziati” che produce sussistenza per alcune categorie merceologiche!

    Per la vostra esperienza che cosa ne pensate?

    La crisi è destinata probabilmente a peggiorare: ci sono problematiche economiche (ad esempio la bomba pensionistica che non preoccupa soltanto l’Italia ma anche il resto del mondo dato che ad esempio i baby boomer sono nell’anno di picco di pensionamento negli Stati Uniti) che costringeranno in particolare i nati tra il 1970 e il 1990 a vivere in un’economia sempre più disfunzionale (ne parlano anche i libri sul futuro che tanto mi appassionano, come The next 100 years di George Friedman) e se da una prospettiva di lungo periodo si tratta di un problema transitorio il fatto che la nostra generazione passerà sull’ottovolante economico gran parte della propria carriera lavorativa non sarà soltanto doloroso ma la caratterizzerà. I baby boomer sono arrivati con un gap e andranno via con un gap. Noi della generazione X e Y e i “viziati” di cui sopra potremmo però restarci dentro, a quel fosso.

    Palermo
  • 30 commenti a “La crisi, i ristoranti pieni e l'”economia dei viziati””

    1. Dico la mia. lavoro come tecnico manutentore da circa 3 anni, ne ho 23, e vivo ancora con i miei. 2-3 volte a settimana capita di andare a cena fuori con la ragazza, visto che lavorando tutto il giorno, con orari assurdi, possiamo vederci solo di sera. non guadagno molto.. anzi decisamente poco. in ditta non va tutto bene (mi hanno appena pagato il mese di dicembre).. ma siamo una coppia di buone forchette 😉 non spendo i miei soldi in sigarette o droghe, e oltre alla benzina queste sono le mie uniche uscite di denaro! riesco nonostante tutto a mettere qualcosa da parte per il futuro e riesco a pesare il meno possibile sulla mia famiglia..
      quindi.. a cena fuori, scegliendo ovviamente il tipo adeguato di locale.. why not?

    2. Cosa pensiamo? Che hai perfettamente ragione. Ogni tanto faccio colazione al bar, sempre strapieni…e parlo di bar di un certo livello. Pranzo e cena in locali non cambia molto. Insomma, forse sappiamo rinunciare a qualcosa, ma non di certo al cibo fuori casa, come ad altre cose viziose, come la bella e costosa auto (a rate), vestiti firmati, i-phone (poi senza credito).

    3. non dimentichiamo che con alcune carte sconto, in certi giorni della settimana una cena / pizza fuori ha un costo abbordabile.

    4. Si, verissimo. Poi ci sono anche le offerte tipo groupon…però sta di fatto che la gente i vizi fa fatica a levarseli

    5. I ragazzi come noi che guadagnano una miseria per qualche lavoretto qua e la, che vanno a mangiare al ristorante ogni tanto, adesso vengono chiamati “viziati”, ahi ahi che brutta cosa i luoghi comuni!

      Io ne conosco tanti ragazzi della mia età che con i pochi soldi che hanno in tasca, (guadagnati onestamente) portano la ragazza al ristorante o in pizzeria, cosa c’è di male?

      E la tua amica, come sa la provenienza dei soldi dei suoi clienti “viziati”??

    6. Ma infatti non c’è niente di male! Almeno per quanto riguarda le mie parole, io intendevo dire che pur avendo pochi soldi a disposizione ci si concede la sera in pizzeria ad esempio, pur potendo riservare quei soldi ad altre cose più “importanti”, potendo restare a cena a casa spendendo di meno. Tutto qui. Con serenità.

    7. I viziati sono quelli che frequentano i ristoranti per “lavoro”.Le riunioni di lavoro si fanno in ufficio o nei luoghi di lavoro.Chiunque li fa nei ristoranti, per me, é un viziato. Esso é abituato da anni a parlare di lavoro davanti a linguine agli scampi, pesce spada al salmoriglio e sorbetto al limone quindi, per me, é un viziato.

    8. Ah vabbè io odio, ad esempio, mangiare e lavorare insieme. Però spesso lo si fa non per vizio, ma perché costretti da mancanza di tempo o per incastrare gli impegni che ognuno di noi ha.

    9. Interessante il punto di vista dell’amica di Tony, i figli viziati che mangiano fuori a scapito dei genitori che non vogliono fargli mancare nulla… Io però da tempo sostengo che non esiste una vera e propria crisi, o almeno non ancora. Sabato sono andato a mangiare ai Beati Paoli, uno dei locali più cari di Palermo (16 euro un antipasto signori!). Era pienissimo, di ragazzini e non. Parliamo dei ragazzini: orde di 15 enni con l’iPhone o l’S3, il giubbotto moncler o belstaff, le scarpe Prada. Esco e vedo un ventenne che carica gli amici su una BMW330. Ma soprattutto quello che mi fa storcere il naso sono le automobili. Tante, tantissime automobili. La mattina le strade si riempono di gente che prende l’auto ogni santo giorno per andare al lavoro, anche se lavora a 2, massimo 3 km da casa. Finché ogni mattina le strade saranno piene di auto non esisterà alcuna vera crisi.

    10. Ma di cosa state parlando??
      E’ ovvio che se la crisi fosse già arrivata a quelli che fanno i pranzi di lavoro o vanno a cena fuori saremmo alla rivoluzione civile!
      La media borghesia si è fortemente impoverita ma attualmente non è povera.
      La crisi per ora ha colpito i ceti bassi, con stipendi da 600 euro al mese e 4 bocche da sfamare!
      Questi non li vedi neppure in pizzeria. Chiedete agli operai, se non mi credete.
      Oppure, caro Siino, nel prossimo pranzo di lavoro chiedi al cameriere che ti serve quante volte va a cena fuori, se vive da solo, o semplicemente se arriva a fine mese!
      E’ come guardare un raduno di Ferrari e dire “la crisi non c’è! Vanno tutti in giro in Ferrari!”

    11. Va bene signori, ma di che stiamo parlando?Troppe macchine?Beati Paoli?La crisi c’é e si vede.Peró ognuno la vive come vuole.Se i ragazzi si prendono le macchine dei genitori e i soldi dei genitori e i genitori glieli danno e glieli continuano a dare sono fatti loro.Ma una vita non l’avranno.Una famiglia loro non la potranno mai fare.Avranno solo la macchina, l’i-phone e la sera in pizzeria.Questa é la crisi!!Il non poter vedere oltre queste cose e il dover farle con i soldi dei tuoi!Prova a farti una famiglia e a pensare e fare figli e a rinunciare a questi “lussi” e vedi come scoppi a 30 anni…avanti…

    12. Francesco e Cesc i vostri casi mi sembrano diversi da quelli di cui parla la mia amica ristoratrice.
      Pablo mah.
      Quozca stiamo parlando della stessa cosa mi sa.
      Kersal mi hai dato un’idea, grazie. Ma io dico che la crisi c’è e peggiorerà.
      Ale forse riusciranno a farsela con l’aiuto dei genitori che li viziano. Ma i loro figli?

    13. Le generalizzazioni come al solito sono poco sensate. Palermo è una città (come tutte del resto) dai mille volti: aprono Prada, Gucci ed Hermes, ma chiudono tantissimi altri negozi che servivano la fascia media, quella che una volta era denominata media borghesia. Di contro aumentano i discount e tutti i negozi low cost. Stessa cosa vale per i ristoranti: stanno scomparendo quelli che servivano la fascia media mentre vanno bene le pizzerie, le osterie e quelli di fascia molto alta.
      All’interno di questa tendenza poi va considerata l’alta percentuale di dipendenti pubblici che vive a Palermo, poco intaccati dalla crisi, così come l’alto numero di attività di derivazione mafiosa.

    14. Ivan grazie per il tuo commento. Mi chiedo appunto quanto si possa generalizzare e trarre conclusioni.

    15. Non generalizzerei infatti. E’ come quando vedi qualcuno che rovista nei bidoni della spazzatura (e ne vedo tanti ultimamente) e pensi che tutti siano ridotti a cercare sostentamento dai rifiuti.
      Il fatto è che i baby boomers a cui hai fatto riferimento (avrai certamente letto l’ultimo libro di Federico Rampini a tal proposito) – e di cui faccio parte anche io avendo 50 anni – sono riusciti a crescere in tranquillità grazie agli investimenti che hanno potuto fare i loro padri. I padri infatti hanno trovato un’economia in crescita e, con notevoli sacrifici, hanno acquistato immobili (in Italia il 70% delle famiglie vive in casa di proprietà) e li hanno lasciati ai propri figli.
      Ma adesso i nodi vengono al pettine, perchè il potere di acquisto è diminuito enormemente e le famiglie si sono indebitate, investendo un quinto delle proprie retribuzioni, vendendo gli immobili dei padri o ponendoli a garanzia di prestiti. Inoltre, lavora sempre meno gente e con contratti precari, quindi con vuoti economici e sociali rilevanti.
      E’ vero che i primi baby boomers stanno andando massicciamente in pensione, drenando notevoli risorse dal sistema previdenziale, ed è anche vero che gli altri, che arrivano dopo, andranno in pensione con metà dell’ultima retribuzione, e saranno quindi destinati a diventare i nuovi poveri. I loro figli invece la pensione non la vedranno neanche, probabilmente. Ed è proprio per sostenere il futuro dei propri figli che la classe media spesso si indebita: per farli studiare, magari all’estero, e per assicurare loro un futuro che la stessa nostra generazione ha contribuito a distruggere.
      E’ una sorta di responsabilità sociale/familiare (o senso di colpa) che si concretizza, erroneamente, anche nel sostenere i figli in una vita agiata, che forse non ci si può neanche più permettere.

    16. dal giornale.it

      Sono ben 9mila i ristoranti scomparsi nel corso del 2011, secondo quanto emerge da un rapporto stilato dalla Confcommercio in relazione alla economie territoriali e al terziario di mercato

    17. Dai ragazzi, forse per i ventenni si, ma per gli over 30 non lo puoi fare sto ragionamento a Palermo. Se conosci la città, risparmi praticamente mangiando ogni giorno fuori tra buone osterie o trattorie piuttosto che a casa. Se poi la sera vuoi fare il salto di classe sono nate una serie di nuove pizzerie di culto come Mudù, Frida, 13 7,Pizza e contorni, dove andarci è un segnale di appartenenza a una classe sociale medio alta, mangiarci è buono perchè fa figo parlare con i proprietari di metodo “naturale” di lievitazione, e con 20 euro ti vai a coricare felice quella sera convinto che mangiando fuori hai contribuito a fare ripartire l’economia cittadina. E parliamo di classi, indebitamento, prospettive generazionali o problematiche economiche? Macchè….Palermo deve cancellare la mafia e tutto quello che gli gravita intorno, e poi è pronta per sopravvivere a qualsiasi crisi generazionale.

    18. Per chi non riesce ad arrivare a fine mese il problema non si pone. Come dice Kersal questo interessa chi si è impoverito, ma non è certo povero. per queste persone la cosa più difficile è rinunciare alle abitudini consolidate, soprattutto quelle sociali. Uscire a cena è un antidoto psicologico alla crisi e rinunceranno a tante cose in segreto, ma non ai piccoli status, almeno finché riusciranno.

      Ps ehi Tony ma le virgole? Avevo il fiatone a fine post 😀

    19. Enrico lo so ma scrivo così. Ti posso offrire una boccata d’ossigeno. 😉

    20. Ivan parli dei dipendenti pubblici ma sei poco informato, è da un decennio almeno che il loro stipendio è sempre lo stesso. E si tratta di paghe da sussistenza, altro che pranzo e cena in ristoranti e pizzerie.

    21. @Orazio, intendevo il fatto che i dipendenti pubblici sono soggetti più “forti” in seno a una crisi in quanto hanno comunque una prospettiva di lungo periodo. A causa delle crisi le aziende chiudono e i dipendenti diventano disoccupati. Non mi risulta succeda la stessa cosa per il pubblico.
      Purtroppo il potere di spesa anche dei dipendenti pubblici (in in particolare dei dipendenti degli enti locali) è in evidente calo, come giustamente hai fatto notare.

    22. @ Orazio…lo stipendio dei dipendenti pubblici cosa?!Quello dei privati allora?Vi lamentate quando siete gli unici ad essere illicenziabili anche per reati gravissimi,avete lo stipendio a vita,praticamente siete già in pensione se avete contratto a tempo indeterminato e vi lamentate sempre.Non scrivo tanto per sentito dire,ma per esperienza personale.Dovreste lavorare in qualche cantiere all’aperto così vi passerebbe la voglia di lamentarvi.

    23. Hai ragione Nury. Questi si lamentano e stanno bene.

    24. Il problema in italia che la gente vuole guadagnare soldi senza saper fare niente.
      Prima si studiava o bisognava imparare un mestiere come si deve.
      Oggi i giovani sopratutto ritengono che le cose sono semplici basta applicarsi al momento e tutto è possibile per esempio scrivere di cose di cui non si sa niente, fare l’ingegnere senza conoscere nemmeno le tabelline, fare il professore di geografia magari perché hanno viaggiato, per la nuova generazione l’importante è somigliare a qualcuno famoso visto in tv atteggirsi farsi passare per uno di loro ed il gioco è fatto. Per questo le cose che produciamo non sono competitive sono di scarso valore ci assomigliano.

    25. Tony ha completamente ragione. Ha detto le cose come stanno.
      La domanda che vi faccio è… cosa sta alimentando la crisi?
      In questo ultimo decennio (ma anche ventennio) in europa e negli usa è stato raggiunto un tenore di vita elevatissimo. Una famiglia in media ha 2 macchine, tutti hanno il cellulare, tutti hanno internet, tutti vanno ai pub, discoteche ecc ecc ogni fine settimana, e molti fanno le vacanze estive e poi anche quelle di Natale (potrei continuare la lista). I nostri nonni avevano e facevano tutte queste vacanze? NO! Eppure “cavalcavano” gli anni del “miracolo italiano”. I vostri nonni andavano al riatorante cosi speaso come andate voi? NO! Loro sapevano cosa era la fame, sapevano che bisognava accontentarci del cibo che faceva la propria mamma o moglie per risparmiare soldi e costruirsi un futuro. Ora invece noi in un periodo di “crisi” (dove si tiene acceso il televisore o il pc tutto il pomeriggio anche quando non si usa) siamo troppo abituati ad un tenore di vita elevatissimo.
      Si va a spendere 20 euro a testa in media in un ristornte… volete sapere carissime testine perche sono soldi buttati via? Perchè la metá sono tasse, quindi rimangono 10 euro, poi hanno da pagare chef, camerieri, affitto e luce… metti prendano 4 euro… e infine c e il guadagno del titolare… mettiamo 2 euro a persona ad essere buoni… se fate i conti sono a dir bene solo 4 euro di cibo!!! Capito cosa intendo? Insomma al ristorante si va per pagarci le tasse XD. Siate più umili che l inflazione quella bella deve ancora arrivare… perché quando l Africa si sveglierá e ingranerá la 1a… NEI DENTI che andrete a prendere il caffè… oppure il cappuccino… carissimi viziati. Il prezzo del caffè se non mi sbalio è di 1$ al kg in africa e qui la torrefazione lo rivende a 25$ al kg… quando l africa sarà in crescita lo venderà al triplo, quadruplo ecc ecc e le torrefazioni lo rivenderanno al triplo, quadruplo ecc ecc. Ci vuole umiltá e non ipocrisia (lamentandosi della crisi ed andando al ristorante. (Scusate eventuali errori di battitura).

    26. Ma dove sono questi ingegneri che non conoscono le tabelline?
      .
      Gli esodati,i disoccupati,i precari,i licenziati,cosa sono,
      Un’invenzione?
      Ed i suicidi?
      Ma dove prendete certe informazioni?
      Dall’etere?

    27. Stephen
      Ti ho riletto e credo che sei riuscito a scrivere uno dei peggiori commenti
      che sia mai comparso in questo blog.

    28. @ Stephen…quanti anni hai? Tu che parli di “nonni” sappi che prima del 1990 in Italia esistevano settori in cui potevi veramente avere un lavoro per tutta la vita,lasciando perdere lo Stato che ha praticamente assunto di tutto e dove le raccomandazioni erano e sono regolari.I “nonni” come scrivi tu,forse sono bisnonni per qualcuno…Le generazioni precedenti hanno goduto del massimo possibile,mentre dai primi anni 90′,hanno cominciato a togliere praticamente tutto.
      Hanno goduto di tutto ciò che si poteva avere compreso il miracolo economico dei primi anni 60′.
      Ho conosciuto un imprenditore ultra settantenne del nord dove abito che mi ha riferito della differenza tra oggi e quando lui era giovane,praticamente non chiedevano titoli del tutto inutili e si lavorava.

    29. Io lavoro e ho sempre lavorato ho 32 anni e comunque per brevi periodi sono stato senza lavoro ma è normale come tutti. Secondo me la crisi non esiste assolutamente almeno in Italia dove io vivo. Esco la mattina a volte vado al bar a fare colazione prima di recarmi al lavoro (non sono un dipendente pubblico)e i bar sono pieni tanto è vero che quando non lavoro che ho il giorno libero a volte magari vado in un bar alle 9.30 di mattina e per farvi un esempio già i cornetti classici che si trovano in un qualsiasi bar non ci sono più!! Faccio i turni e vi dico che a qualsiasi ora esco di casa anche quando non lavoro le strade sono strapiene di macchine… se parecchi sono disoccupati come si dice la mattina alle 7:00 in strada non vedi centinaia di auto in ogni via del paese o città così come i pullman strapieni! I ristoranti sono pieni e ce ne sono tanti come i bar e lavorano tutti e il sabato sera fai fatica a trovare un tavolo disponibile; chi chiude e perchè non sa gestire un attività o ha scelto il punto sbagliato per aprirla. Molte persone hanno l’ultimo cellulare da 700 800 euro… macchine di grossa cilindrata e nuove ne vedo molte… Una cosa che in Italia c’è è solo la RACCOMANDAZIONE per poter lavorare ma il lavoro c’è e la crisi secondo me non esiste!

    30. Sono pienamente d’accordo con Kersal, in più aggiungo che in un’Italia poco meritocratica come la nostra, ci sono persone molto in gamba, con lauree prese lavorando full time coi lavori più umili e pesanti, e gentaglia che guadagna molto bene nonostante non abbia neanche una triennale. Ragazze laureate che puliscono il ristorante dopo la chiusura, stesso ristorante dove le ricche signore ignoranti e viziate si sono recate spendere soldi per non annoiarsi. Anche questa è Italia, c’è chi non arriva neanche a pagare i mutuo di un monolocale, e chi a 20 anni ha macchina, telefonino, uni pagata, vacanze, e cena con gli amici. Consiglierei all’amico di andare anche a intervistare anche chi fa la fila alla Caritas, chi frequenta gli uffici per l’impiego o le agenzie interinali, chi vive per strada. Scoprirebbe che non sono alcolisti, gente con la terza media, ex lavapiatti. Ma gente talvolta molto preparata perché in Italia paga molto più la prostituzione che la cultura (indipendentemente se ci si prostituisce a 50 euro a prestazione a vari clienti, o a uno solo per tutta la vita…)

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