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venerdì 29 mar
  • Rapine nel 2012, Palermo (+25%) seconda dopo Napoli

    Secondo i dati pubblicati da Il Sole 24 ORE Palermo è seconda in Italia per numero di rapine compiute nel 2012.

    Siamo ottavi per furti di autovetture per 100 mila abitanti (389, +10%) e ottavi per gli scippi (+12%).

    Le rapine sono cresciute del 25% contro un +5% nazionale e prima di noi c’è soltanto Napoli.

    Nella graduatoria generale dei reati Palermo è 32esima con 4,5 crimini ogni 100 abitati e un incremento del 5%.

    Palermo
  • 3 commenti a “Rapine nel 2012, Palermo (+25%) seconda dopo Napoli”

    1. No, no e poi ancora no! Queste sono notizie false e tendenziose ordite dai membri di un complotto giudo-pluto-massonico e fatte circolare per offuscare il valore del nostro Caro Leader comunale, sotto la cui egida niente puo’ peggiorare, ma solo migliorare verso il radioso Sol dell’Avvenire!
      E allora, mrs. Colorina, ho detto bene?

    2. Purtroppo la crisi economica sta causando anche questi effetti negativi sulla nostra città. E le istituzioni comunali possono fare ben poco, se non creare le condizioni locali per lo sviluppo socio-economico delle realtà cittadine, ma se dei provvedimenti di più ampio respiro non vengono presi a livello nazionale purtroppo la vedo dura.

    3. Sono d’accordo, è una minc.hiàta.
      E POI, che minc.hia ce ne fot.te a noi, che siamo tochi, parliamo il tischi toschi, abbiamo la movida (anche se è scopiazzata) dove ci ubriachiamo e non sappiamo perché.
      Ve lo faccio vedere io il tischi toschi appena i disperati supereranno in numero i tochi…
      Allora lo crederete per forza quello che affermo da sempre: i siciliani siamo incapaci di auto-gestirci (anche se semu i megghiu, nta m…) è l’unica salvezza è il commissariamento (per scelta referendaria, a maggioranza dei votanti senza quorum) da parte dell’Europa che invia nell’isola alcune centinaia di managers internazionali (svedesi, australiani, tedeschi, etc.), dislocati, a gestire, per 30 anni, il tempo di resettare società e cervelli, e insegnare alle nuove generazioni a divenire i futuri managers (tra 30 anni) capaci di gestire secondo canoni evoluti, e non i metodi antiquati, retrogradi, disinformati, da incompetenti, incapaci, inadeguati, dilettantistici (senza arte né parte), da fuori dal mondo evoluto, in uso attualmente.

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