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martedì 19 mar
  • Commentatori e palermitani

    Spesso leggo commenti nel blog da parte di palermitani che sfiorano il razzismo nei confronti di alcuni loro concittadini.

    Li accusano nella migliore delle ipotesi di volgarità, nella peggiore di essere dei delinquenti matricolati. E danno anche le soluzioni per cambiare lo status quo: i più buoni invitano a disertare i luoghi frequentati da suddetta gente, i duri sognano invece uno sterminio di massa o almeno un’emigrazione forzata.

    Ora, è innegabile che alcune parti della popolazione palermitana non eccellono né in educazione e senso civico, e nemmeno in onestà. Ma quello che spesso sfugge a molti commentatori è che Palermo è anche di questi individui che loro disprezzano. Che hanno gli stessi diritti di cittadinanza degli appartenenti alla Palermo perbene, come direbbe qualcuno.

    Per esempio, talvolta leggo di commentatori che si lamentano che Mondello è frequentata da individui e famiglie dai comportamenti non sempre all’altezza: giusto. E dove dovrebbero andare a trascorrere una giornata al mare? Capri? Forse Saint Tropez? O magari Bora Bora? Ci si dimentica spesso che quelle persone, sovente, non si comportano cosi’ volutamente per farsi odiare, ma solo perché sono nate e cresciute in ambienti nei quali ciò che fanno è perfettamente normale. E se si volesse diminuire realmente la loro percentuale sul totale dei palermitani, invece di sbraitare alla luna, occorrebbe investire sull’educazione prima e sul lavoro poi. Ma questi sono cambiamenti che avvengono nell’arco di decenni, o secoli, perché mutare le abitudini o la forma mentis delle persone è qualcosa di lungo e faticoso.

    Senza dimenticare poi che tutti noi siamo circondati da persone che possono considerarci a loro volta come degli individui volgari e maleducati. Per esempio mi capita spesso, mentre sto seduto in un caffetteria a smanettare sul mio laptop, qui a Londra, di vedere intere comitive e famigliuole italiane, e tra loro alcune palermitane, che fanno in modo che la loro presenza non passi inosservata all’interno del locale, provocando sguardi tra il divertito e lo sprezzante tra gli altri avventori, indigeni o teutonici o scandinavi che siano. Eppure, a guardarli, loro si sentiranno di far parte della Palermo bene che però, evidentemente, non è sufficientemente bene per gli altri.

    Insomma, lamentarsi e impegnarsi per migliorare la civile convivenza va bene. Ma Palermo difficilmente diverrà tutta linda e composta esclusivamente da gentildonne e gentiluomini nel prossimo futuro. Questa non è una minaccia né tantomeno una promessa. È la realtà.

    Ospiti
  • 14 commenti a “Commentatori e palermitani”

    1. Rivendico il mio diritto di lamentarmi con Mr. Darwin per non averci evoluto tutti allo stesso modo e mi riferisco sia ai tasci che all’autoproclamatasi “Palermobbaane”.
      Spero che dal tuo laptop a Londra te ne farai una ragione.

    2. Sono perfettamente d’accordo: ci si lamenta spesso degli “altri”, senza riflettere che gli “altri” siamo anche noi!

      Detto questo, anziché lamentarsi, sarebbe il caso di dare l’esempio e lavorare sodo per trovare soluzioni a lungo termine.

    3. E’ tutto giusto e obiettivamente sensato, ma io non ce la faccio proprio a rassegnarmi alla presenza di certi modi di fare del tascio (che dir si voglia), o della suo esasperato opposto. Sono entrambi atteggiamenti che mal sopporto, soprattutto quando hanno conseguenze ed effetti su esistenze altrui.
      E proprio perchè mal sopporto questi atteggiamenti, mi impegno a non essere mai io oggetto di queste considerazioni “ostili”.
      Sarà che buona parte del mio “malessere” dipende da loro… forse se vivessi a Londra (o in qualsiasi altra parte del mondo) e avessi la possibilità e il tempo per guardare le cose con maggior distacco, non sarei così risoluta riguardo la questione.
      P.S: ovvio che si parla di “ostilità” in senso relativo. Ogni vita va cmq sempre rispettata.

    4. Stai tranquillo…la maledizione è equamente distribuita. Non ho mai capito la distinzione tra Palermo bene e l’altra …
      I soldi? ( molti boss mafiosi hanno capitali non indifferenti)
      i r

    5. continua…
      le amicizie influenti?
      le parentele importanti?
      la frequentazione dei circoletti?
      comunque ricorda i diritti di tutti sono sempre collegati ai doveri ….

    6. una ultima cosa e mi tolgo dagli zebedei…
      la maggior parte dei commentatori che inorridiscono di fronte a queste manifestazioni di insofferenza tra panormiti vivono fuori città…sarà una coincidenza?

    7. maledizione leggi maleducazione chiedo venia

    8. Vede, sig.ra Midori, anch’io quando vivevo ancora stabilmente a Palermo ero molto piu’ insofferente verso certi atteggiamenti. Poi, vivendo all’estero per cosi’ tanti anni, ho imparato a guardar le cose con un certo distacco, ad aver piu’ tolleranza nei confronti delle persone a me fastidiose e a vedere il lato comico o pittoresco delle cose che non vanno.
      Certo, ci sono espatriati che si limitano a fare confronti impietosi tra due realta’, confronti da cui Palermo esce sempre e comunque sconfitta, ma questo non e’ il mio modo di pensare. Quando vengo a Palermo vedo tutto cio’ che non funziona, naturalmente. Ma vedo anche tante altre cose che mi riempiono il cuore: vedo i luoghi della mia infanzia, gusto dell’ottimo cibo, vedo panorami mozzafiato. Tutto cio’ e’ sempre piu’ forte dell’indignazione per cio’ che non va. E, come detto, considero i “tascioni” come li definisce lei, come un lato pittoresco della citta’.
      D’altronde, molte volte, quando si parla dell’estero, e in particolare delle grandi citta’, si tende a glorificarle oltre misura, perche’ generalmente si va a Parigi o Londra per qualche giorno, si sta soprattutto in centro ed ovviamente l’impressione e’ ottima. Io, per esempio, ho vissuto sempre nel centro di Londra (per chi conosce la citta’, prima 2 anni in Marylebone, 3 in Mayfair e negli ultimi 5 anni lungo il Tamigi, a pochi metri dal Parlamento) e chiaramente tutto ha sempre funzionato alla perfezione e di “tascioni” in giro sempre molto pochi. Ma il centro e’ solo una piccola parte della citta’. Ci sono i suburbs, le periferie, che forse saranno generalmente piu’ puliti degli omologhi palermitani, ma dove occorre essere un Clint Eastwood in piena forma per andarci, dato il numero di “gentiluomini” che puoi trovare. Molti anche girando con l’autoradio a palla, esattamente come i loro omologhi palermitani, con la differenza che invece delle canzoni napoletane qui si ascoltano canti indiani, arabi o dei rap. E vomiti e urina agli angoli delle strade, con anessi resti di panini smozzicati, siringhe usate e graffiti sui muri completano il quadro. Certo, nelle citta’ piccole o nei villaggi cio’ generalmente non accade, ma nelle citta’ medio/grandi i fenomeni di sottocultura sono sempre presenti, si fidi dell’esperienza. Forse a Palermo, essendo la citta’ piu’ piccola di Londra, e’ piu’ facile vedere i “tascioni” al centro, ma non mi stupiscono ormai piu dei loro colleghi d’oltremanica.

    9. Io a volte sopporto meno i tizi della PALARMO BANE, che i cosi detti tasci!

    10. David, come hai ben detto tu (mi permetto di darti del tu, se posso), quando torni a Palermo oltre a ciò che non funziona, vedi cose che ti riempiono il cuore. Perdonami se faccio una precisazione: quelle cose che ti riempiono il cuore le vedo e le vivo anche io quotidianamente, ed è proprio per questo motivo che non riesco a tollerare che vengano devastate da quelli che considero (me ne prendo la responsabilità) tasci. Il mio appellattivo non è una discriminazione di tipo sociale. Il tascio, per quanto mi riguarda, è colui che non ha rispetto dell’ambiente in cui vive (fosse anche scorazzare in auto per la città con lo stereo a tutto volume), e so bene che Palermo non è la sola ad “ospitare” questi individui.
      Ho vissuto a Monaco di Baviera per 6 mesi. Forse non sono tanti, ma ho potuto constatare che la differenza principale tra il tascio straniero (preciso: al 97% non il tedesco tipo) e il tascio nostrano è che quello straniero quasi sempre non la fa franca. Ciò che inoltre mi dà fastidio del tascio nostrano è che vive la città come una sua personale proprietà e si sente in diritto di comportarsi come più gli aggradda senza rispettare ciò e chi lo circonda.
      Fatta questa precisazione forse poco carina, quello che voglio dire è che probabilmente se fossi nata in un altro posto, il legame con il luogo in cui sono nata, mi avrebbe spinto a pensarla allo stesso modo riguardo queste persone. Soprattutto se fossi nata in una città pressocchè equiparabile a Palermo, dove spesso la causa dei problemi (non tutti, naturalmente) dipende proprio da loro.
      Se vivi in un posto, soprattutto un posto a cui sei particolarmente legato, difficilmente riesci a guardare le cose con distacco.

    11. I tasci sono spesso prepotenti, arroganti e violenti. Non li reputo palermitani, pur essendo nati qua…per me sono apolidi.

    12. Sig.ra Midori, i veri tasci per me sono quelli che usano il suv posteggiando in doppia fila per prendere l’aperitivo fregandosene dell’intasamento che provocano, quelli che fanno i fighetti con i soldi di papà dando del tascio a chi non si può permettere certi lussi, quelli che tengono lontana una persona solo perché non è della loro classe sociale.
      E mi danno fastidio solo perché, essendo presumibilmente più istruiti dei cosiddetti tasci, dovrebbero avere dei comportamenti più civili e invece sono la specie più arrogante e che disprezza maggiormente la città.

    13. Sig. Pablo, evidentemente non ha letto bene i miei commenti perchè stiamo esattamente dicendo la stessa cosa. Nel commento precedente ho detto che per me tascio è “colui che non ha rispetto dell’ambiente in cui vive”, quindi niente a che vedere con la classe sociale&co. (discorsi che non hanno neanche motivo di esistere). Però preciso una cosa: l’istruzione è una cosa, l’educazione è un’altra.
      Si può essere poco istruiti eppure molto educati, così come molto istruiti e poco educati. Quindi smettiamola di giustificare l’inciviltà e la maleducazione, con la mancanza di istruzione.

    14. C’è un qualcosa di fondo che l’articolo non mette in luce. I comportamenti che chiama tasci sono in realtà in buona parte “vastasi”. E coloro che hanno comportamenti che vengono considerati vastasi anche da loro stessi (ad esempio il buttare la carta a terra) è bene che vengano educati o altrimenti repressi con sanzioni adeguate.
      Infatti molto di quel che fanno non è considerato normale neppure nei loro quartieri. Loro stessi si rendono conto che è sbagliato buttare il sacchetto di immondizia ma lo fanno solo perchè sono vastasi, non perchè sono tasci…

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