19°C
giovedì 28 mar
  • “Via Castellana Bandiera”, parliamo del film

    Mi scuserete se irrompo nella querelle sul film di Emma Dante spostando la questione “prosaicamente” sul film. Ma credo che il flop di un prodotto artistico vada cercato al di là degli aspetti economici nei contenuti e nei valori di cui si fa carico.

    Il film è bello è va visto. È geniale l’idea di una riflessione che prenda spunto da un banale e pretestuoso ingorgo. Indipendentemente dal fatto che l’autrice è una mia concittadina, ragione che probabilmente mi avrebbe comunque portato a vedere il film, mi ha incuriosito subito e molto l’idea di una narrazione costruita attorno ad un evento così insignificante (e così frequente nella nostra città). Poteva venirne fuori una macchietta banale, un film noioso o semplicemente inutile; per la verità dalle presentazione e dai commenti mi aspettavo questo! Invece ho trovato bellissimo il duello tra le due donne, il ribellismo quasi autoreferenziale della giovane (interpretata dalla Dante stessa), contrapposto alla battaglia di libertà dell’anziana, un personaggio straordinario veramente e profondamente in contrasto con il suo ambiente. Il vero spirito libero del film: è sola, senza timore e contro tutti; il suo dissenso non si manifesta a parole (è muta per l’intero film) ma attraverso un gesto forte, costante, determinato. Dall’altra parte sembra esservi solo una giovane stupidamente ostinata. Determinazione ed ostinazione penso siano proprio alla base dell’antinomia dello scontro tra le due donne. Sembra stiano conducendo la stessa battaglia, ma in realtà l’anziana combatte contro il mondo che ha attorno, la giovane contro se stessa.

    Ho apprezzato molto lo sguardo sulla città, il film non è su Palermo ma a Palermo, e non avrebbe potuto essere girato altrove per una infinità di motivi facilmente chiari a chi ha visto e vedrà il film, ma l’autrice è riuscita a non cadere nei soliti cliché e di questo mi sento di ringraziarla. Il film è sopra le righe, esasperato ed inverosimile, e questo è a mio avviso uno dei suoi pregi…sarà che sono questi i film ed i personaggi che amo! il grande pregio del cinema è a mio avviso proprio quello di sapere rendere appassionanti storie impossibili, perché alla fine la storia è sopratutto il pretesto per parlare d’altro.

    In questo film l’altro di cui si parla è probabilmente il rapporto tra gli uomini, e come tendono ad usarsi per raggiungere scopi più o meno nobili. Si parla di relazioni, ma anche molto di morte, indipendentemente dagli eventi, e più oltre e forse soprattutto si parla di solitudine. Il film è certamente forte e denso, per quanto il finale sia drammatico non lascia senza speranza, tutt’altro, io ho letto un messaggio di speranza nella folla che corre a vedere cosa è successo. Dietro un paesaggio umano piuttosto ristretto soprattutto nella seconda parte del film, c’è una città che alla fine corre o accorre (decidete voi) di fronte al dramma; trovo speranza nell’anziana che lotta fino alla fine, nel nipote che è sinceramente disperato; e forse anche per un attimo nella giovane che va via e che, in uno scambio di sguardi, ci dà la sensazione di avere capito di essere stata fuori luogo e fuori posto una volta tanto lei e non la città che tanto disprezza.

    Amici con cui ho parlato hanno visto questo ma anche il contrario di questo, e se il film aiuta a riflettere e si apre a differenti punti di vista e di lettura penso sia un valore aggiunto, un sprone per fermarsi e pensare.

    Doveroso riservare una menzione al brano finale dei fratelli Mancuso, artisti molto più noti all’estero che a in Sicilia, cosa che non può sorprenderci in una terra che alios nutrit suos devorat.

    Andate a vedere il film, ne vale la pena! Per il resto penso che bisognerebbe sempre distinguere nei nostri commenti l’artista dal suo prodotto artistico, e nel giudicare frasi ed affermazioni è sempre prudente guardare il contesto nel quale sono inserite, non solo il tessuto del discorso, ma anche nella cornice che inquadra il discorso stesso.

    Probabilmente Palermo non è all’altezza di Emma Dante, e lo ha dimostrato, il teatro stabile non le ha mai prodotto uno spettacolo, è presa in considerazione in città nella misura in cui è acclamata fuori. Probabilmente non avrebbe dovuto dirlo lei stessa, e probabilmente molte sue dichiarazioni sono straordinariamente inopportune in una città di perbenisti e moralizzatori; ma Emma Dante ha un torto peggiore, un torto che nessuno in questa città potrai mai perdonarle, il torto di avere fatto e di fare senza padroni o capi, e peggio ancora di avere avuto successo. Una città decadente come la nostra non può apprezzare e riconoscere il talento ed il successo senza vedersi costretta a fare i conti con la sua straordinaria mediocrità provinciale.

    P.s.: delle ultime ore la notizia di un incarico al Teatro Biondo per Emma Dante. Non cambia di molto le mie riflessioni sul passato semmai è l’occasione per augurare a lei e Roberto Alajmo buon lavoro.

    Palermo
  • 39 commenti a ““Via Castellana Bandiera”, parliamo del film”

    1. Certe dichiarazioni sono già ordinariamente inopportune. A Palermo anche peggio. Cui prodest?

    2. A parte la pessima recensione dell’autore di questo post.
      Il finale gel post è insensato: il recensore (si fa per dire) dice che è vero che la città non merita questa artista e lo dimostra il fatto (idea cervellotica del recensore e presumibilmente dell’artista) che la città non l’ha finanziata con soldi pubblici. Come un obbligo. A questo punto il recensore dovrebbe dirci se la città è all’altezza di tutte le attività commerciali che falliscono e chiudono, di tutti i liberi professionisti che falliscono o espatriano, di tutti i disoccupati, se non è all’altezza perché non li finanzia con soldi pubblici.
      Nel caso in cui il recensore facesse finta di non capirlo lo dico più chiaro: ma chi si credono di essere tutti questi presunti artisti che considerano un diritto farsi campare da soldi pubblici? Si vergognino. Io non intendo pagare per loro, ma per quelli che scelgo; se non hanno mercato, trovino lavori, almeno part-time, per camparsi.
      Ultime notizie: E. Dante a forza di “torturare” i cervelli dei palermitani è riuscita a entrare nella mangiatoia pubblica. Bocciata dal mercato ma campata pi suvicchiaria. Come la maggior parte di questi buontemponi pseudo-artisti palermitani, a parte eccezioni come Enia, Ficarra e Picone…

    3. il finale del post

    4. Palermo non mi merita…

    5. Assolutamente d’accordo Tony!
      Insomma, o taciamo o diamo un giudizio, noi palermitani, restiamo “straordinariamente mediocri e provinciali” come scrive il mio omonimo… quindi chi pensa liberamente che il film è brutto è anche un “nazista”. Non oso pensare il giudizio della Dante riguardo i censori di Ultimo tango di Bertolucci… mi vien da ridere!

    6. Ho già commentato il film, ma visto che la discussione si è spostata sul film, magari vale la pena soffermarsi maggiormente sul perché non abbia gradito tutta la seconda parte del film, che è quella che invece per Callea pare essere l’intero fulcro del film.
      Laddove il fuoco si sposta appunto sul conflitto fra le due donne, ognuna con motivazioni più o meno comprensibili, il film perde per me quella verve “situazionista” che fino a quel momento mantiene attento lo spettatore, intrigandolo.
      Eppure, pare che tutta la prima parte del film sia solo il pretesto per mostrare lo scontro fra le due donne. Quasi che il fatto che sia ambientato a Palermo sia una coincidenza, a quel punto. Quasi, però, visto che almeno il personaggio della Dante pare avere dolorosi e antichi motivi di rancore verso la città e la strada in particolare. L’anziana donna invece è totalmente avulsa dal contesto sociale. Non è palermitana, non è integrata, non parla, non ha niente da perdere e per questo è e si dimostrerà imbattibile, nello scontro. E dimostra anche di saperlo bene, di essere destinata a vincere, dato che non le importa delle conseguenze.
      E proprio quando lo scontro vero e proprio ha inizio ed il film si concentra sulle due antagoniste, il film comincia ad annaspare, a pretendere di essere più alto, di diventare intimista ed in definitiva lascia lo spettatore in attonita attesa. Soprattutto di capire le motivazioni della Dante-personaggio, visto che le motivazioni della donna anziana sono chiare. Ne viene fuori un personaggio duro ma solo perché inacidito, che si ostina per principio, che nella sua miopia non ha ancora capito con chi ha a che fare, mentre avrebbe dovuto capirlo solo guardando in faccia la donna anziana. Un personaggio non giustificabile, agli occhi dello spettatore.
      Difficile infine non comparare il film con il recente “E’ stato il figlio” o con il ben più antico ed inarrivabile “Brutti, sporchi e cattivi”. Ma mentre per “E’ stato il figlio” è possibile cercare una cifra (chessò, mostrare l’effetto del denaro sulla povera gente, per esempio), nel film della Dante la cosa non è possibile, perché lo spunto di partenza interessante è alla fine solo un pretesto, purtroppo, per andare a parare da qualche altra parte che però non è dato conoscere. Perché non è uno scontro generazionale, questo è certo.
      Ma magari sono io che non ho capito quello che voleva mostrarmi…

    7. Intervengo nella querelle raccontando un aneddoto passato.
      Quando è uscito il libro di Emma Dante, incuriosito dal fatto che conoscessi la via che dava il nome al romanzo l’ho comprato. Il testo mi è piaciuto parecchio. Mi sono premurato di fare i complimenti alla scrittrice tramite il suo blog, ho preso la mail e le ho scritto. Manifestandogli i miei apprezzamenti e gli spunti che mi aveva suscitato. Dopo un paio di giorni mi ha risposto, dicendomi che da Palermo e dai palermitani non aveva ricevuto nè complimenti, nè recensioni positive. Nella sua mail traspariva, la stessa stanchezza che ha manifestato a voce all’uscita del film.
      Dopo qualche tempo ho avuto la fortuna di pubblicare il mio primo romanzo, ho pensato di farle cosa gradita spedendoglielo. La sua risposta non è tardata ad arrivare, oltre ad averlo letto, mi ha fatto anche degli apprezzamenti e mi ha ribadito che Palermo non ama i suoi talenti e che per me sarebbe stato difficile trovare successo nella mia città.
      Quello che mi ha detto si è puntualmente avverato. Ho ricevuto apprezzamenti da Verona, da Como, dalla Calabria, ma a Palermo davvero pochini. Probabilmente il romanzo era talmente intriso di ‘palermitanitudine’ che qui risultava abbastanza scontato, mentre fuori veniva apprezzato. Ho capito che dalla propria città ci si aspetta sempre di più e ci si avvelena perchè non ci viene dato quello che aspettiamo.
      Ma ho capito anche che Emmma Dante è una persona aperta al dialogo e pronta a comunicare con i suoi lettori e censori. Insieme a Rosario Alajmo sono stati gli unici a leggere senza interesse e per puro piacere il romanzo di esordio di uno sconosciuto. Pochi lo fanno.
      Buon film a tutti!

    8. Il film è bello è va visto???? Signor calle studi e ritorni a recensire a settembre

    9. Quella di Giovanni Callea non mi pare una recensione, piuttosto un parere personale sul film molto ben articolato. D’altronde chi ha apprezzato il film avrà anche il diritto di dirlo, no Marco?
      Anche a me il film è piaciuto tanto e aggiungo che mi è parso geniale e molto rischioso per un esordio al cinema il fatto di rivelare gradualmente che la strada sia più grande di quel che è all’inizio del film.
      Nella seconda parte del film ci si rende conto che la strada è larga abbastanza da far passare comodamente due macchine. Io credo che questa metafora rappresenti bene anche quello che sta accadendo in questi giorni con tutte queste polemiche.
      Tornando al contenuto, se nei suoi spettacoli di teatro certe soluzioni di regia mi avevano lasciato senza fiato e la scrittura talvolta meno, qui vedo il contrario: aver immaginato, scritto, modellato e pensato un personaggio come quello di Samira su Elena Cotta vale di per sè gran parte del film, chapeau davvero. A Venezia se ne sono accorti e come palermitano mi sento coinvolto e orgoglioso di questo, devo ammetterlo. Ma avrei amato questo lavoro in qualunque altro autore.
      Aver mutuato dal suo teatro quella voglia di sorprendere, per esempio modificando le scenografie in corsa (quindi l’ambiente fisico della storia), mi sembra una scommessa bella e coraggiosa per i suoi prossimi film. Ripeto, quella strada larga alla fine mi ha lasciato abbastanza sgomento, tolto il terreno comodo su cui mi ero appoggiato come spettatore. Avanti così e anche di più, Emma. Disclaimer: questa non è una recensione ma un parere del tutto personale da fruitore standard senza alcuna esperienza o cultura cinematografica particolare. Emozioni ed impressioni personali. Grazie, saluti a tutti.

    10. Finalmente il discorso si è spostato sul film.
      Bravo Callea, apprezzo il tuo intervento.

    11. Callea,che l’autrice SIA una palermitana… il congiuntivo!

    12. non ho ancora visto il film ma sono sempre più curioso di farlo.Non posso che augurarmi che il nuovo incarico di Emma Dante e di Roberto Alajmo possa essere una boccata d’ ossigeno per la città 😉

    13. Rizzo, dove ho scritto che l’autore del post non avrebbe diritto di esprimere il suo gradimento?
      Come io ho il diritto di giudicare la recensione (racconta il film anche, lo descrive, lo consiglia)
      pessima.
      Addirittura ci sono commentatori che notano gli errori grammaticali del recensore.
      Io non ho scritto del film, non mi interessa questa tipologia di “artisti”, non spendo i miei soldi per loro, ma per altri profili… e qualità. Ho scritto di una mentalità che li riguarda, la maggior parte di quelli palermitani.

    14. Se vuoi una boccata di ossigeno,in collina devi andare…

    15. Direi basta con le chiacchiere.
      Quanto è costata la realizzazione di questo film?
      A quanto ammonta l’intervento pubblico,sempre che ci sia stato?
      Se si’,
      secondo quali criteri e’ stato finanziato,in tempi di crisi
      nei quali si sospendono perfino gli aiuti agli handicappati?

    16. La solita leccata del solito Callea. Ma d’altronde anche lui ha appuzzato piu’ volte alla minna pubblica, anche per flop cinematografici. Non e’ che ce lo ritroviamo al Biondo tra qualche settimana? Attenzione!!!

    17. @ l’altra sicilia
      il modo indicativo è il modo della realtà, il modo congiuntivo quello della soggettività. È (anche qui va l’indicativo) un dato di realtà che io ed Emma Dante siamo concittadini!

      @ marco
      l’errore contestato non è di grammatica ma di sintassi.

      @slurpman
      tranquillo non sarò al Biondo, questa città non merita neanche me 😉

      per il resto siete bellissimi come sempre :)))

    18. @Giovanni Callea: Non ti arrampicare, capita di sbagliare un congiuntivo…
      “Il film è bello è va visto. È geniale l’idea di una riflessione che prenda spunto da un banale e pretestuoso ingorgo. Indipendentemente dal fatto che l’autrice SIA una mia concittadina,…”

      Ci va SIA e non è. Punto.
      Non ti preoccupare, la tua allisciatina alla Dante è venuta bene lo stesso.

    19. @Altra Sicilia: l’indicativo è correttissimo e la spiegazione data da Giovanni Callea lo è ancor di più.

      @ Giovanni Callea, condivido lo spirito del commento sul film nonché gran parte degli argomenti da te proposti all’attenzione, e potrei aggiungerne anche altri ma va bene così.

      Le polemiche pretestuose sulla forma lasciano intravedere la scarsa sostanza di certi interventi. Questo vale per la tua recensione, ma ancora di più per il film di Emma Dante, che pure io consiglio di andare a vedere.

      P.S. Io non lavoro nel mondo dello spettacolo e Emma Dante non è mia cugina, per quanto SIA palermitana come me. Non ho niente da allisciare, né da sperare in contraccambio, eppure il film mi è piaciuto, guarda un po’!

    20. Capita di sbagliare un predicato con una congiunzione. Vada a studiare signor callea

    21. Caterina, anche lei a ripetizione. Torni a settembre

    22. 21 post,.
      Uno dell’autore quindi 20.
      16 fuori tema, ne restano 4.
      4 post in tema su 20,
      20 interventi di utenti incapaci di seguire il tema del discorso.
      Ci colperà la famiglia, la tv, la scuola, la solitudine, la tastiera che rende lions, la depressione, certo è che il quadro sociale che emerge è devastante.
      Siino, prendine atto, tu che sei uno studioso delle Comunicazioni, secondo te è sul web che si rifugiano i problematici (chiamiamoli così), oppure è proprio così che va il mondo? Dai Comunicami ti prego!
      P.S.: il primo post fuori tema è il tuo ma vabbè… strategia per fare risalire il range del sito, perché i numeri sono numeri anche se sotto ci sta il nulla e tu lo sai benissimo, però anche voi Comunicatori un po’ di sana autocritica potreste farla.

      Callea, che ci vuoi fare… 🙂 non ti curar di loro…

    23. Orazio se non ti dispiace non spetta a te la moderazione del blog. Vi invito a rimanere in tema. Grazie.

    24. @ El buitre: ci vada lei a ripetizione e non torni più.

    25. Rosalio, non ho moderato proprio un bel nulla.

    26. Il tenore e il contenuto degli ultimi post si commentano da soli. Per il resto oggi da Modus Vivendi nessuno di questo fantomatico popolo di detrattori di Emma Dante si è palesato, ha preso parola o chiesto scuse di presenza, in una sala piena come un uovo. La solita fuffa da tastiera insomma. La querelle è già archiviata e chi deve lavorare invece di chiacchierare è già al lavoro. Buon lavoro.

    27. Fabio non è che ci fosse tutta ‘sta impostazione da dibattito oltre il panel degli assittati (infatti non è intervenuto nessuno dal pubblico, chissà che non ci fossero anche detrattori) ed era lei a doversi scusare. La vera notizia è che non sente l’esigenza di farlo. In effetti ho visto che la sala era piena, erano una buona parte degli spettatori del film a Palermo! 🙂

    28. Volere è potere. Ma comunque, è andata.

    29. Non volevo svegliare gli ospiti. 😉

    30. eccerto! ad intervenire dai blogghini basta un clic, e di presenza si sta tutti assittati dicendo che gli altri stanno assittati.
      che doveva fare, alzarsi in piedi e chiedere: “scusate, per caso in platea c’è tony siino, che devo fargli le mie scuse”
      ma non siamo ridicoli!!!

    31. Ci sarebbe una certa fila prima di me per le scuse…

    32. i puffi?

    33. Non mi va di scherzarci, scusami.

    34. l’autore del post forse non legge con attenzione i commenti, ma gli errori notati dai commentatori nel suo post sono diversi, e anche quelli non notati dai commentatori.

    35. Rimuoverò ulteriori commenti fuori tema. Saluti.

    36. Bellissimo film e soprattutto interessante come mito moderno. la mia interpretazione si trova su http://www.midi-miti-mici.it/racconti/via_castellana_bandiera_page.asp

    37. Se la regista fosse nata in via Libertà
      cosa avrebbe raccontato?

    38. Emma Dante Sindaco

  • Lascia un commento (policy dei commenti)

    Ricevi un'e-mail se ci sono nuovi commenti o iscriviti.

x
Segui Rosalio su facebook, Twitter e Instagram