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martedì 16 apr
  • Arrivederci

    Ora che anche tu hai dovuto voltarti indietro e tornare, iniziano a riaffiorare a tratti i ricordi. Quelli di un’ avventura durata anni, in una città in cui non ci siamo sentiti mai estranei né ospiti. Bello è stato, e a stento tratteniamo le lacrime, a parlarne. Allontanati dalla distanza, uniti da un telefono. Si sente solo la voce, che da sola tradisce l’emozione.

    «’Un vìo l’ura chi mi nni vaiu di ccà», sentivamo ripetere spesso da altri ragazzi. E non capivamo. Noi ci trovavamo bene. E ce ne fregavamo di tutti quelli che dicevano che Palermo era lorda e accupusa. Per noi era bellissima. Ora capiamo solo quanto ci manca Lei e quanto ci manchiamo noi, lì.

    Il bello è che ricordiamo solo i momenti buoni, e sono tanti. Le cose tinte ce le siamo scordate, ne parliamo poco. Eppure ne sono successe. Persone squallide ne abbiamo incocciate assai. Ma noi che ce ne fregava. Eravamo insieme, lì. C’è tanto da ricordare, ma mettersi a farlo è come innescare una bomba a orologeria. Per chiudere gli occhi bisogna avere poi il coraggio di riaprirli.

    Mi mancheranno le cose improbabili accattate al mercato delle pulci insieme a te. Le nostre passeggiate notturne fino a piazza Marina. Le nostre avventure strampalate, le incursioni su set televisivi blindati o ai piani alti dei grandi alberghi. Mi mancherà mangiare insieme a te in un qualsiasi posto di questa città. Mi mancheranno le nostre risate complici nel prendere in giro colleghi e persone di passaggio, che credevano di fotterci. Le visite ai musei, le fistazze con gli amici, le ubriacature, le cene in compagnia. Tutto mi mancherà, o già mi manca. Mi mancheranno i cornetti in piena notte. Le giornate a Mondello in comitiva e le serate passate soli. I viaggi della speranza, come li chiamavamo, carichi di valigie e borse (troppe scarpe hai!), per andare a prendere l’autobus. Quell’autobus che non avremmo voluto prendere quasi mai. Mi mancheranno le chiacchierate spensierate, le sere accupuse a mangiare grattatella e le colazioni con le setteveli. I concerti guardati assieme, tra la folla. La serata dei mondiali del 2006 in cui ti ho ripetuto tutta la materia strata strata mentre andavamo a piazza Politeama e in cui abbiamo cominciato a scoprirci. Mi mancheranno i nostri sogni per il futuro, tu pragmatica e io utopico, sotto il cielo di Palermo. Mi mancheranno i pomeriggi passati insieme a sfogliare libri, a scegliere regali e a fare foto. Mi mancherà fare la spesa insieme a te. Felice e spensierata che corri tra gli scaffali del supermercato o tra la bancarelle di Ballarò a cercare le cose più buone e convenienti. Quasi regalate.

    Mi mancherai tu, che a Palermo brilli di una luce diversa. Ma so già che ti saprò ritrovare, guardandoti negli occhi e leggendovi la stessa luce, quella di cento vite vissute in una sola città. Torneremo presto, lo so. O forse sarà un’altra delle mie utopie. Lo scopriremo insieme.

    Ospiti
  • 21 commenti a “Arrivederci”

    1. Cavolo…mi sono commossa…forse perchè è un destino che spetta anche me.A me certe cose mancano già. Bravo, bel pezzo. In bocca al lupo x tutto!

    2. Non esistono parole per esprimere ciò che sto provando in questo momento, ma solo lacrime. ……

    3. semplicemente….vera
      semplicemente….bella

    4. Rispetto l’opinione di tutti ma a me che ormai vivo all’estero Palermo e la sicilia non mi mancano per nulla.
      Cheers

    5. A me non manca proprio, ogni volta che torno la trovo sempre piu’ imbruttita e ingnorante, o meglio ignorata da quella politica inetta cge non fa nulla per cambiarla.

    6. scappate subito, ormai il feto, non solo fisico, è insopportabile. una classe politica che si gira i pollici dalla mattina alla sera fa semplicemente schifo. alla regione la guerra della poltrone mentre la sicilia si spopola, perde i sui figli migliori.
      saranno necessari decenni per colmare questo disastro voluto.
      .. buon viaggio.

    7. Io me ne sono andato un anno fa. Ci torno quasi ogni fine settimana e ora la guardo con occhi critici. Mi manca, ma mi fa anche schifo.

    8. Fuggire senza nemmeno voltarsi.. La speranza qui NON esiste, meglio realizzarlo e andare via quanto prima!

    9. ho le lacrime..sono andato via due giorni fa per lavorare a Siviglia e sembra un’eternità

    10. vorrei specificare che la nostra esperienza è quella di due studenti fuorisede a Palermo, credo sia diverso.Per noi Palermo ha significato la semi-autonomia(dalle nostre città d’ origine, dai genitori ecc) all’ età di 19 anni.Uno stimolo alla formazione.Lasciarla dopo molti anni, cinque per me, 9 per la mia ragazza, che è rimasta anche dopo la laurea, per l’ abilitazione e un master, ha comportato una sorta di “ritorno alle origini”, quindi, se vogliamo, a una sorta di involuzione, un ritorno appunto.Ovvio che siamo apertissimi ad altre frontiere, quando si tratta di lavoro.Ma per adesso fa male.E non credo riusciremo mai a liquidarla con un semplice e lavativo “fa schifo”.Anche perchè lo schifo non è eterno.Le cose possono cambiare, se noi lo vogliamo.Tutti quelli che ne dicono male sanno che Palermo potrebbe essere meravigliosa, ma gli siddia lottare, chi glielo fa fare?Il lavoro sporco lo fanno fare a chi rimane.

    11. Io arrivederci lo dico a Rosalio.
      Per chi come me ama comunque questa Città, leggere i commenti in calce ai post comincia a diventare sempre più deprimente, se non offensivo, in una certa misura.
      Il posto dove sei nato – secondo la mia personale maniera di vedere – NON è un supermarket, un ristorante, dal quale parli malissimo se ti trovi male, dal quale puoi uscire sputando per terra (metaforicamente parlando…) che puoi ingiuriare senza alcun limite.
      Il posto dove sei nato, merita comunque rispetto, se non amore.
      Vi prego di credere che io, 53 anni, ho sempre abitato in quartieri popolari. Vivo di lavoro, come molti. Esco, giro, mi incazzo ogni giorno, mi indigno, scrivo, protesto, per quello che posso.
      Cerco di essere IO il cambiamento che vorrei in questa Città, parafrasando Gandhi, con tutto il rispetto.
      Questa Città è mia Madre, ho bevuto il Suo latte, ho giocato con i suoi capelli, morirò abbracciato a Lei.
      Questa è la mia personalissima opinione, non voglio attaccare o criticare nessuno. Vi prego di evitare sterili flames ai quali, giuro, non replicherò, Vi assicuro.
      Su Rosalio, mi spiace dirlo, non ho più alcuna voglia di tornare.

    12. @ vcm, la tua esperienza è uguale alla mia, inutile aggiungere altro. Io ho provato dopo la laurea a restare a Palermo per provare a lavorare, ma ho subito capito che purtroppo non era possibile. Ora, quando sono in un’altra città, italiana o straniera, il paragone che faccio è sempre con Palermo, perché è una città che non ti può lasciare indifferente dopo esserci vissuto anche solo pochi anni.

    13. A me Palermo manca di piú quando ci torno.

    14. che poi…scusate il francesismo, tutta sta gente che va fuori e se ne fotte di Palermo, che non gliè manca pè nniente,come mai legge Rosalio?Non è che sotto sotto, qualcosa gliene frega?Boh…

    15. ma cosa scrivi?
      Una persona normale,e’ normale che sia attaccata alla terra natia,agli amici d’infanzia,
      alla famiglia.
      Se la propria terra ti offre appena di sopravvivere,in cambio di sacrifici,rinunce e mortificazioni,
      e ‘ normale che chi può fugga via,
      come e’ normale seguire le vicende palermitane anche da terre lontane.
      Grazie alla rete.

    16. Alberto evidentemente per la fretta non mi sono spiegato bene.Condivido tutto ciò che hai scritto.Capisco meno, però, coloro che manifestano un compiacimento nel voler far sapere a tutti che a loro Palermo non manca per niente, che fa schifo, ecc ecc.Io non mi tengo informato su cose che non mi interessano.Su Rosalio ci devi proprio andare, non è che ci capiti per caso(a meno che non si digiti cose che abbiano a che fare con Palermo su google) 😉

    17. …mi sn emozionata!!!Vito è un articolo meraviglioso!!!bellissimo!!!stavolta viene fuori un’altra parte di te…nn spicca l’ironia e la simpatia,ma la tua sensibilità e il grande amore per “loro”!!!nelle tue parole ho rivisto anche il mio cammino,il mio percorso universitario,le mie amicizie e i miei sorrisi tra gli scenari di Palermo!!!anche stavolta scrivendo di te sei riuscito a raccogliere le esperienze di tutti, a far trasparire le tue emozioni e a gridare all’unisono quelle di tutti gli studenti che che come te hanno preso molto da questa città,sporca si,ma di certo,a tutto tondo!!visto che pensiamo davvero solo le cose belle,affrettiamoci a finire gli ultimi esami e accingiamoci a progettare un grande ritorno!!!nn lasciamoci prendere dalla tristezza,abbiamo tutta la vita per tornarci davvero;nuovi studi,nuovi itinerari e perchè no,il lvoro,possono riportarci a lei!!!per cui…in bocca al lupo!!!che sia presto il grande giorno giorno!!

    18. tutti commossi, gli stessi che poi buttano per terra le cartacce, passano col rosso ai semafori, non differenziano, accettano magari raccomandazioni, insomma fanno di tutto purché niente cambi. e tutto sembra bellissimo..

    19. @maurizio: ripensaci…c’ è bisogno, a maggior ragione, dei tuoi commenti 😉

    20. Grande Maurizio, hai sintetizzato perfettamente quello che penso, e che dovrebbe essere oggettivo,al di là di critiche personali!Ho vissuto in tutta Italia per lavoro e devo dire che voi palermitani mi fate sorridere, siete convinti di avere solo voi primati negativi? La frase che sento dire più spesso è: ”Queste cose succedono solo a Palermo” Indubbiamente qui alcuni aspetti sono più marcati che altrove, ma credetemi, forse al Sud le negatività sono ”solo” più esposte e edulcorate; le zone depresse sono dovunque, in ogni regione, in ogni città…altrove gli abitanti prendono molto spesso le difese dei loro luoghi natii, anche quando potrebbero farne a meno…cordiali saluti!

    21. che dire…..tra le lacrime e i ricordi posso solo in parte confermare quella Palermo che ho riscoperto e apprezzato grazie anche a voi…..ho avuto sempre il pensiero che Palermo fossee una città…troppo grande per il mio ideale di città/paese….troppo lontana da Giuseppe….da Polia…dalla Calabria…insomma come sai benissimo anche tu caro Vito il problema della distanza si può capire solo se la si vive…..ricordo con affetto questi giorni ormai lontani trascorsi con voi e forse posso avere la presunzione di affermare che la vostra storia d’amore è reale, quasi da favola….
      ricordati comunque che VOI CON LA VOSTRA STORIA D’AMORE AVETE RESO PALERMO ANCORA + BELLA E AFFASCINANTE!!!!!CIAO VI VOGLIO BENE

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