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sabato 20 apr
  • Il consumo critico nella GDO

    Da ragazzo, nelle campagne della Puglia, ho fatto un’estate un’esperienza di lavoro alle prese con l’“acinello”. Si trattava di liberare i grappoli ancora acerbi dell’uva da tavola dagli acini più piccoli per ottenere grappoli più belli e floridi. Pur essendo un lavoro tipicamente da mani femminili, il mio amico ed io fummo ugualmente ingaggiati, alle cinque del mattino, dal “caporale” di turno nella piazza di un paese, il quale ci avrebbe poi portato e riportato ogni mattina sul e dal luogo di lavoro con il suo furgone. Le compagne di lavoro erano allora donne di tutte le età, ma comunque del luogo.

    Il fenomeno della globalizzazione dei mercati e dei flussi migratori dal sud del mondo, ha modificato negli anni questa esperienza in peggio come denunciato ripetutamente in TV. Più di recente, rispetto a quei ricordi giovanili, ho avuto peraltro modo di fare esperienze professionali nel mondo della GDO (grande distribuzione organizzata), preferita quotidianamente dai consumatori eppure spesso criticata aspramente dai nostalgici dei bei tempi andati, la quale sta prendendo posizioni molto efficaci contro il fenomeno dello sfruttamento di lavoratori extracomunitari nei campi, avendo dalla sua il potere dei grandi numeri.

    Le imprese non vanno in paradiso: quando compiono azioni civilmente meritorie lo fanno in realtà per un vantaggio di lungo termine come la tutela della propria reputazione o il consenso dei clienti. Il rispetto di valori etici è coerente quindi con una visione lungimirante del business, se in presenza di un pubblico ben informato. E laddove una stampa più indipendente da condizionamenti politici ed economici denunci pratiche contrarie al rispetto della persona o dell’ambiente, la grande impresa non può far finta di nulla, ma è costretta a prendere posizione. Il fenomeno dello sfruttamento di lavoratori extracomunitari che, a seconda delle stagioni e delle colture, riguarda regioni meridionali come la Sicilia, la Calabria, la Campania e la Puglia sta quindi portando le catene della GDO del nord Europa a boicottare le produzioni che non rispettino decorose condizioni di lavoro. E pare che il messaggio sia molto più efficace e convincente delle tutele sinora offerte dalle Istituzioni, spesso pavide o distratte, se non compiacenti.

    Ho l’impressione che un’opinione pubblica sempre più interessata a sapere dove e come si produce ciò che si porta in tavola, possa indurre i big della distribuzione a usare argomenti molto convincenti verso i produttori al fine di ottenere il rispetto della persona e dell’ambiente in cui si produce il cibo. Il “boicottaggio” selettivo delle produzioni irrispettose dei diritti della persona o della tutela dell’ambiente, potrebbe quindi configurare un doloroso, ma necessario disincentivo economico per intere aree, finalizzato al rispetto del lavoratore o del consumatore laddove le istituzioni e le comunità che rappresentano avessero fallito per incapacità o colpevole omissione come quando si è preferito nascondere certe vergogne ambientali, per anni, sotto il tappeto.

    Le Istituzioni dovrebbero poi eliminare i disincentivi economici che quotidianamente producono attraverso leggi, regolamenti, inutile burocrazia, tasse e contributi superiori ai Paesi concorrenti che rappresentano una giustificazione comunque intollerabile di pratiche spregiudicate. Più che il riconoscimento di uno stato di crisi finanziato immancabilmente dal contribuente, dovrebbero promuovere il merito degli operatori economici nel perseguire la qualità delle produzioni e il rispetto dei lavoratori e dell’ambiente.

    Palermo, Sicilia
  • 13 commenti a “Il consumo critico nella GDO”

    1. Le comunità locali sono un bene prezioso e da preservare.
      I big, più di tutti, avendo gli strumenti necessari, dovrebbero intervenire per risolvere i problemi quotidiani.
      Mi trovo poi d’accordo quando si dice che: “Le Istituzioni dovrebbero poi eliminare i disincentivi economici che quotidianamente producono attraverso leggi, regolamenti, inutile burocrazia, tasse e contributi superiori ai Paesi concorrenti che rappresentano una giustificazione comunque intollerabile di pratiche spregiudicate.”
      Il rispetto verso chi lavora, chi consuma e l’ambiente stesso, rientrano nello spirito del societing divenendo la base.

    2. Grande penna, cavallo di razza

    3. anche io come Pasquale penso che le comunità locali vadano preservate; esse stanno acquistando valore strategico nelle economie dei paesi industrializzati. E’ proprio attraverso le comunità locale che il concetto di societing potrà svilupparsi

    4. Sono daccordo con Pasquale e Brigida, anche per me le comunità locali vanno assolutamente preservate. Rappresentano un valore aggiunto, e come tali vanno rispettate, attraverso comportamenti etici e proposte di sviluppo sostenibili, nel più pieno spirito del Societing.

    5. Le comunità locali vanno preservate. Come altri prenso che il concetto di societing possa aiutare nel farlo.

    6. *Il consumo critico nella GDO* è un ossimoro.
      non fosse un post di didonna sprecherei qualche parola in più, ma con il grande economista non c’è mai dialogo – ormai ci ho rininciato- al massimo ci si prende due tre insulti.
      voi comunque, bevetele tutte, le sue perle di saggezza, ci mancherebbe.

    7. Caro stalker, stiamo parlando di una delle mento più brillanti della nostra erra, mica di pizza e fichi. Taranto di cappello all’intelligenza

    8. Menti, ops

    9. Il problema del capolarato e’ stato una piaga che ci ha fatto compagnia per molto tempo e non sembra essere in declino.L’unica alternativa sembra essere quella di creare piccoli gruppi di società locali che seguano tutte le fasi della produzione agricola. Ritorniare alle comunità forse sembra utopistico ma lo e’ anche parlare di societing. Comunque, complimenti!

    10. io credo che le comunità locali vadano aiutate.. anche perchè noi da cosa deriviamo? nel senso che è dal piccolo che si arriva al grande 🙂 e poi come dice brigida è attraverso la loro espansione che si può avere un miglioramento e quindi il societing si potrà applicare 🙂

    11. Le comunità locali oltre che preservate vanno valorizzate, rendendole parte attiva del cambiamento, attraverso nuovi sistemi di relazioni e modelli economici in piena logica societing.

    12. Egregio Dott. Didonna,

      per caso mi sono imbattuto in Google sul suo sito qui e ho letto qualcuno dei suoi interessanti e provocativi articoli.

      Disprezzare dove si vive, si ha famiglia e criticare soltanto é uno dei grandi difetti degli italiani, del Sud poi in particolare e in molti dei suoi articoli ho avuto l`impressione che Lei ne sia “affetto,,. É solo un´impressione quindi magari mi sbaglio…:)

      Mettere la testa sotto la sabbia – come molti italiani fanno pensando solo ai fasti del passato- – é SENZA DUBBIO un atteggiamento sbagliato ma dall`altro lato SOLO CRITICARE E DENIGRARE la propria terra,la propria cittá é anche sbagliato, anzi sbagliatissimo.

      Criticare solo la propria terra cosí come non farlo per nulla sono facce della stessa medaglia, di una medaglia che porta alla rovina e al degrado, che accomuna un Italia da Bolzano a Ragusa che ha votato per 20 anni Berlusconi e la Lega Nord, dopo 30 anni di malaffare della DC e Andreotti e che é oggi sprofondata nella disastrosa situazione in cui si trova oggi.

      Sono nisseno, nato e cresciuto a Caltanissetta, breve parentesi universitaria a Bologna e ora vivo e studio da 3 anni in Germania, come tanti altri giovani italiani che stanno scappando all´estero.

      I tedeschi, che NON sono perfetti, hanno saputo risollevare un paese distrutto da Hitler e dal Muro. Qui si é riuscito a cominciare un cammino per appianare le enormi carenze strutturali, infrastrutturali, economiche e culturali dell`Est del paese che prima del 1990 era ben piú arretrato del Suditalia- incredibile ma vero- é storia!
      Una caratteristica forte del tedesco tipico che mi é venuta all`occhio é senza dubbio l`orgoglio. Molto difficilmente i tedeschi denigrano cittá da cui vengono, criticano molto ma NON denigrano e questo li aiuta a fare! Invece di criticare, lamentarsi e poi denigrare; loro CRITICANO e poi FANNO.Chiamasi CRITICA COSTRUTTIVA!!!

      Quello che gli italiani dovrebbero imparare a fare.
      L`Italia potrebbe essere un Paese meraviglioso e lo sanno bene all`estero- il Suditalia é un pezzo importante e strategico per il futuro d`Europa, dato che si affaccia al Mediterraneo e che piaccia o no la Sicilia rivestirá un ruolo sempre piú importante e centrale nello scacchiere internazionale grazie anche ai nuovi cambiamenti in Africa e Medioriente. Palermo poi, che mi pare non ami tanto diventerá da capitale dell`isola una cittá sempre piú significativa ne futuro!
      Palermo come Napoli sono state capitali e cittá gloriose -é storia!- che ci invidiano all`estero nonstante la spazzatura-quella ovviamente non ce la invidiano!Non ci si deve naturalmente cullare sugli allori del passato ma neanche dimenticarsene o cancellare la storia.Nella graduatoria delle cittá piú visitate d`Italia-2013- dagli stranieri dopo Roma,VE,MI,PI vengono NA,PA e CT.
      http://viaggi.virgilio.it/notizie/citta-italiane-piu-visitate-turisti-stranieri.html
      Bari é per me anche una bella cittá anche se molto piú piccola di PA o NA e con una storia un pó diversa:)
      Certamente é vergognoso vedere lo spettacolo della munnezza ovunque sia- da qualche settimana ce l`hanno anche a MADRID questo problema. Ma non per questo queste cittá sono da buttare o doventano tali dott. Didonna!

      Io non sono certo delle sue intenzioni nello scrivere questi articoli qui, ma se é quello positivo, provocativo di spronare concittadini a una riscossa civile – e non quello negativo di lamentarsi e basta senza fare nulla per cambiare poi le cose,sputando solo sul piatto dove si mangia ma non indignandosi poi se un Berlusconi sia premier o dica quello che dica – Le consiglio vivamente di prendere esempio dai nostri cugini tedeschi e NON CRITICARE E DENIGRARE SOLO bensí CRITICARE COSTRUTTIVAMENTE, e questo vuol dire criticare ma NON denigrare per cortesia!

      Inoltre : sugli USA , mi creda ho tanti amici americani e di certo gli USA non sono perfetti nessuna cittá lo é.
      Nessuno delle persone che ha commentato ha per esempio ciatato IL PROBLEMA DELLE ARMI negli USA. Questo é un rischio per qualunque turista vista la diffusione!!
      Miami puó essere piú efficiente sotto tanti profili di Palermo ma amici AMERICANI mi hanno raccontato di una cittá con anche un tasso delinquenziale altissimo, non molto economica e con problemi di lavoro. Anche il clima non é probabilmente l`ideale.I trasporti pubblici?Se non hai un auto in moltissime cittá degli USA non puoi fare niente viste le grandi distanze.Es.Los Angeles
      New York? Unica nel suo genere ma carissima e probabilmente troppo grande e costosa per poterci vivere bene.
      Ogni cittá e terra del mondo ha i suoi difetti e pregi, suoi momenti brutti e gloriosi. Anche Roma, Milano,Palermo, Napoli, l`Italia avranno un giorno un momento migliore e di rinascita che a Lei piaccia o no. Con personalitá come Crocetta, Orlando, Bianco, Pisapia,Marino qualche speranza concreta c`é, ancor piú da dopo la cacciata del nano malefico dal Senato!Il tempo ci vuole anche.

      Alles gute!

      Un nisseno a Berlino!

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