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venerdì 29 mar
  • Il Biondo delle Beffe

    Uno spettacolo teatrale, quando funziona, è per un bambino, molto più che per un adulto, una incredibile occasione di rielaborazione e crescita. D’altro canto non esiste spettatore più impietoso di un bambino e niente può salvare uno spettacolo dal disastro se attori e registi non sanno catturarne curiosità ed interesse. Credo che il Teatro delle Beffe e Ludovico Caldarera siano una vera eccellenza nella nostra città proprio per la grande capacità di coinvolgere dall’inizio e per tutto il racconto il loro giovane pubblico. Dello spettacolo dedicato a Cappuccetto Rosso ho già parlato su questo blog, offre un geniale cambio di punto di vista che merita la visione, se dovessero rimetterlo in scena, anche senza figli al seguito.

    Giufà

    Nelle scorse settimane e fino al 10 maggio Ludovico e la sua compagnia sono in scena al Biondo con uno spettacolo dedicato a Giufà, mentre giorno 11 saluteranno il pubblico con una sola replica de La Legenda di Colapesce. Avevo già visto al Teatro delle Beffe ed ho rivisto al Biondo con piacere lo spettacolo di Giufà, a proposito: suggerisco di portare i vostri piccoli a vederlo finché siete in tempo. Lo spettacolo è divertente e brillante, amo il modo in cui bimbi sono accompagnati dentro la storia passo per passo, ed il modo nel quale nel corso dello spettacolo si gioca con la finzione scenica. La godibilità di questo spettacolo continua anche dopo, almeno per me è stato cosi, nella misura in cui offre una grande quantità di stimoli che consentono di discutere, raccontare, parlare. Capita che mia figlia mentre facciamo altro mi chieda perché Giufà ne prende tante o se sua moglie gli vuole bene, domande che dimostrano quanto il legame tra attore, personaggio, pubblico, storia, teatro vada oltre il tempo dello spettacolo se questo è ben fatto. Se fosse esistito un libro illustrato lo avremmo comprato certamente (suggerimento per i produttori).

    Coltivare l’immaginario significa costruire uomini e donne che domani sapranno dare vita a forme e mondi diversi. Significa aiutare la riflessione e l’emozione. Significa stimolare la capacità di raccontare, vivere, creare storie. È un lavoro prezioso ed importante e maledettamente sottovalutato in quest’era nella quale sempre più si tende ad alienare i piccoli, sempre da più piccoli, con tablet, computer e televisione, fornendo loro solo storie preconfezionate. Se non sai creare una storia come potrai mai un giorno cambiare la tua? Io mi occupo dell’immaginario di mia figlia, è una mia priorità, ma so di avere bisogno in questo anche dell’aiuto del teatro e di quanti vi operano, come per l’istruzione avrò bisogno della scuola e degli insegnanti. A mio avviso il lavoro di Ludovico, del Teatro delle Beffe, e di altri suoi colleghi è stato troppo poco valorizzato in questi anni. Si dimentica che è proprio questo il modo in cui si pensa e nasce il futuro. Da cittadino e padre ringrazio pertanto di cuore Roberto Alajmo, per avere offerto a lui ed a noi spettatori questa opportunità. Credo che il Teatro Biondo, visibilmente risorto sotto la sua direzione, sia forse una delle poche realtà cittadine che sfuggono al grigiore ed alla mediocrità di una città sempre più sola e persa, una città che ha smesso di sognare e che forse proprio dai bambini e dalle sue istituzioni culturali può provare a ripartire.

    Giorno 11 andrò con mia figlia a vedere lo spettacolo di Colapesce, d’altro canto Ludovico è ormai uno di famiglia, mia figlia ne ha raccontato le gesta al fratello minore ed adesso anche lui lo riconosce dal manifesto dello spettacolo. Spero che il Teatro Biondo usi il successo di questa esperienza per mettervi mano e riscriverla in maniera ancora più incisiva il prossimo anno. Penso che potrebbe essere un degno prosieguo provare ad organizzare una piccola stagione pensata per i più piccoli in una dimensione che si apra ancora di più, oltre che alle scuole, anche alle famiglie. Un’idea potrebbe essere un festival della narrazione che aiuti questi straordinari artisti a produrre nuovi spettacoli, oltre al Teatro delle Beffe mi viene ad esempio in mente una delicatissima messa in scena di qualche anno fa di Giuseppe La Licata del Racconto dell’isola sconosciuta di Saramago, mia figlia, ai tempi neanche concepita, la amerebbe molto. Ma anche come occasione per accogliere a Palermo quanto fatto fuori ospitando al Biondo produzioni di altri artisti, e magari favorendo momenti di incontro e confronto sui temi della narrazione e del racconto con i vari riferimenti del settore, Tognolini o Piumini per fare qualche esempio, ma anche disegnatori di cartoni e fumetti per i ragazzi più grandi. Ricordo che all’Opera House di Sidney, dove ho avuto la fortuna di studiare per un paio di mesi, vi era la domenica mattina un programma di spettacoli ed attività rivolto ai bimbi ed alle famiglie. Era un appuntamento ormai istituzionalizzato da anni, c’era lo spettacolo ma prima e poi era una bella occasione di incontro tra i genitori, i bambini, il teatro, e quel mondo dei sogni che forse è il momento di tornare a scoprire e coltivare.

    Cari Roberto e Ludovico, mi rendo perfettamente conto che a parlare e scrivere si fa presto, non voglio sommarmi al coro dei buoni consiglieri, qualunque cosa riterrete di fare per il prossimo anno avete comunque, per quello che vale, la mia massima stima ed apprezzamento.

    Ospiti
  • 5 commenti a “Il Biondo delle Beffe”

    1. Confermo, coinvolgente e stimolante!

    2. Mamma mia che sviolinata… mi aspetto a breve un bel contrattino per il Sig. Callea…

    3. Ciccio, ciccio bello, sei uso fare contratti a chi ti fa un complimento?
      Allora proviamo:)

      Ciccio, chiunque tu sia, per quanto tu abbia vergogna del tuo nome e cognome (perchè altrimenti non usarlo?), penso tu rappresenti il cuore vero della nostra città, che talvolta può apparire ignorante, acida, invidiosa, cattiva, ma che dietro tutto questo nasconde sempre qualcosa di buono: la cassata, il cannolo, il panino con la milza, la crocchè, tutto questo va capito ed esplorato, e non lo puoi apprezzare se non dopo averne sperimentato le asperità esterne. Ciccio! penso che anche dietro queste tue parole, che ad altri possono fare pensare male, che possono sembrare aspre e dure, credo si nasconda una persona con del buono, da esplorare e conoscere meglio, per rimanere in metafora: una crocché non compresa…

      Dal Biondo non si è ancora fatto avanti nessuno, e devo dire neanche dal Teatro delle Beffe, spero che sig. ciccio, le sia piaciuto il mio sforzo di dare dignità alle sue parole, e si faccia invece vivo lei per un contrattino, come è costume dalle sue parti.

    4. Ciccio ti stimo! Contrattino?

    5. Ciccio ha ragione! Me lo auguro per giovanni…. Almeno non ha fatto sforzi invano…

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