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martedì 19 mar
  • Un giorno qualunque di una vita, a Palermo

    Giorni fa mi trovavo per caso a passeggiare pensieroso ed annoiato, per fatti miei più o meno importanti, tra le strade di Palermo ed il mio distratto guardare nel vuoto veniva interrotto bruscamente, così di colpo, da un siparietto estemporaneo poco divertente ma tanto preoccupante.
    Due “signori” si buttavano a vicenda urla sporche addosso e ringhiavano l’un l’atro animalescamente.
    Persino un cane li guardava sconsolato dal balcone.
    Il sipario era collocato sulla strada, così montato alla meno peggio, all’altezza dell’incrocio.
    Perché quei “cari signori” si erano ritrovati, di grazia, a singolar tenzone?
    Forse per automobilistica gelosia!?
    Infatti le loro due auto sembravano così intime, penso stavano quasi per baciarsi, lì per strada davanti a tutti! E comunque le auto erano integre, nessuna offesa arrecata al loro onore e l’un l’atra erano pacificamente distanti che continuavano ad ammiccare.
    Smac, sangu miu!
    Tutto quel film era nato da un ciak dato pochi minuti prima.
    Allora SiignorieSsignori….telecronaca in diretta………
    Le due vetture A e B si ritrovavano nello stesso momento, istante, microfrazione ad impegnare lo stesso incrocio.
    A veniva da giù verso su e B veniva da su verso giù.
    Ok ok capisco, così la scena è incomprensibile.
    Chiamando un altro ciak, spiego meglio che A aveva alla sua destra B e quindi quest’ultimo aveva A alla sua sinistra.
    Anche un critico cinematografico esclamerebbe: «B ha la precedenza, perbacco!».
    Ma appunto Bacco deve aver fatto compagnia ad A qualche oretta prima e lo aveva accompagnato fin all’incrocio per poi scappare mezzo nudo gridando: «Non lo conosco!!».
    Il “signor” A era solamente molto confuso e sicuramente a digiuno da giorni, mix che lo ha reso, shakerato all’alcool, aggressivo come un Rottwailer.
    Il “signor” B è un rappresentante di tabacchi,in crisi di identità, sessualità, spiritualità e croccantini.
    Mancava solo Venere e forse sarebbero andati entrambi in cenere.
    Ma quella è un’altra storia.
    Il “signor” B si narra che prima del ciak si agitasse in auto come fosse una tigre dentro una gabbia sballottolata su di una nave.
    In una mano il cellulare, che pur non gli aveva fatto niente ma si sorbiva grida e saliva –un riscaldamento- e nell’altra mano agitava un sigaro come fosse un direttore d’orchestra.
    Sinfonia di stress per orchestra con sputi laterali accompagnati da fumogeni ad effetto.
    La vettura così bistrattata si dirigeva confusamente verso l’incrocio.
    Immaginate la scena: A viaggiava su mondi enologicamente sconosciuti, B sputacchiando il cell dirigeva l’orchestra, A singhiozzava, B si agitava, A aveva visioni mistiche, B scrollava la forfora agitandosi, A singhiozzo!, B urla!
    Ed in questo movimento tennistico della telecamera con un crescendo in acuto di inquadrature le auto piantavano i freni a pochi centimetri dall’impatto, quasi si scontravano.
    Tanto che un vecchietto lì vicino,deluso, fece in differita, il botto con la bocca «Booooomm!».
    Il regista lo cacciò via per la scarsa prestazione.
    Lo choc per un attimo fece il reset dei cervelli di ognuno dei conducenti,i quali non ricordavano più cosa facessero lì e stavano scorrendo la loro vita sul parabrezza, con i moscerini come comparse, ma si destarono subito e tornarono in sé inneggiando preghiere e canti vietati dalla Chiesa, con i santi che fischiavano e protestavano dal cielo.
    I due sfidanti,scesi dalle auto,saltellavano sul ring vicino alle corde e si guardavano minacciosi.
    A era supportato dallo zu’ Tanino che gli massaggiava il bicipite ma solo per tentar di prendere il vino sul seggiolino.
    B invece era supportato dalla prosperosa e tonda za’ Mummina,un cubo con la tetto-ia,che invaghita lo faceva rimbalzare come uno yo-yo su di lei.
    Un gong che poi era un clacson diede il via ed i due come cavalli imbizzarriti sormontati da cavalieri – I cavalieri protestarono perché dovevano essere loro i soggetti ma i cavalli si sentivano troppo discriminati- si scontrarono come due pesci fuor d’acqua che ballavano la salsa agitando le mani come il Gioca jouer.
    Io mi comprai un cono gelato soltanto per prenderne un morso e poi farlo cadere restando a bocca aperta.
    (Il regista ha preteso questa scena scontata……appunto……costava poco.)
    Guardavo e non sapevo che fare e che dire.
    Nella tv della mia mente ho tolto l’audio,ed erano così strani ed irreali.
    Poi per puro divertimento ho aggiunto una musichetta alla Stanlio ed Olio ed era tutto così miseramente buffo e ridicolo…..

    Ho pianto della miseria umana.
    Nella mente gli unici pensieri erano volti,senza retorica,alle persone che lottano con la vita quotidiana o lottano per la felicità. Lottano semplicemente per vivere.
    Piango per il tempo che buttiamo nel cesso, senza averlo vissuto realmente, tempo usato solamente e con fatica per cose inutili ed insignificanti.
    Il tempo passa e scompare qualsiasi cosa noi facciamo ed anche il suo senso non ha più valore.
    Perché sprecare anche il presente che dedichiamo a noi stessi ed agli altri?
    Di noi non resterà niente tranne i nostri figli e le buone azioni nelle menti di chi le ha ricevute e dei loro figli. Restano gli esempi ed i valori che fregano il tempo bastardo e cambiano il mondo, anche quello più piccolo.
    Il tuo mondo, proprio il tuo, magari è piccolo ma la tua vita potrebbe essere grande……….
    e poi sai che risate che si possono anche fare!

    A e B vennero licenziati dal regista, il quale nel frattempo aveva scoperto le altre lettere dell’alfabeto.

    Si narra che:

    A smise di bere ed aprì un bar sulla spiaggia di Rio de Janeiro con una socia brasiliana che gli diede due figli suoi e due……..ma chi se ne frega!

    B smise di fumare ed anche di vendere tabacchi,chiese scusa al suo cell e dopo averlo ripulito lo lascio’ libero ed abbandonò lo stress in una piazzola dell’autostrada dove conobbe Mario e con lui partì per il Tibet per vivere di meditazione e………ma chi se ne frega!

    Ospiti
  • 3 commenti a “Un giorno qualunque di una vita, a Palermo”

    1. …..
      (senza parole)
      !

    2. Ma veramente qualcuno perderà del tempo a leggere tutta sta tiritera?

    3. surreale…troppo surreale

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