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martedì 19 mar
  • L’illusione delle “spiagge libere” in Sicilia

    L'illusione delle “spiagge libere” in Sicilia

    Sembra proprio che anche una giornata di sole e mare stia diventando un lusso per pochi. Da una punta all’altra della Sicilia i problemi relativi alle spiagge libere sembrano essere comuni: dall’assenza di servizi (come docce, bagni, cestini per i rifiuti, parcheggi autorizzati), alla presenza di parcheggiatori e venditori ambulanti abusivi, sino al problema dei rifiuti che rendono gli spazi insufficienti e invivibili. «Possibile che non importi a nessuno che a San Vito Lo Capo di fatto non esista più la spiaggia libera? – racconta Emma Fenice, avvocato trapanese che da anni frequenta la nota località balneare –. Una politica di abuso amministrativo, e il risultato è che per poter fare un bagno si sia obbligati a spendere un minimo di 15 euro per avere un metro quadro. Tutta la spiaggia è occupata dai concessionari affitta ombrelloni che piazzati davanti gli accessi, anziché attendere la richiesta da parte del bagnante per erogare il servizio, occupino l’intera spiaggia piantando ombrelloni e lettini sin dalle 8 del mattino! La concessione autorizza a poter esercitare un’attività, e non a occupare abusivamente la spiaggia annullando di fatto la libera fruizione della stessa da parte dei cittadini!». Le lamentele e le denunce corrono sui social network, dove si susseguono commenti indignati: «Ebbene sì, chi vuole usufruire della spiaggia “libera” deve farsi strada come meglio può per raggiungere il mare non prima di avere intercettato lo sguardo “amabile” del titolare – racconta un’utente su facebook –, e di tutta la sua famiglia che, sempre più numerosa, staziona stabilmente sotto le palme riservandosi l’unica ombra a disposizione. Ho il ricordo vivido di una spiaggia ben diversa da quella di oggi, assieme a quelle delle pecore cui il pastore faceva fare l’itinerario marino la sera per rientrare». Dopo Ferragosto la situazione è ancora più avvilente: spiagge trasformate in discariche a cielo aperto, un abbandono in cui versano, talvolta, per giorni o settimane. Ma gli arenili liberi non sono l’unico problema. Le lamentele di alcuni turisti e bagnanti segnalano criticità anche nelle spiagge di Mondello, Isola delle Femmine e Capaci, dove le lingue di arenile libero si assottigliano anno dopo anno sotto l’avanzare prepotente degli stabilimenti balneari. Per l’abusivismo da spiaggia le amministrazioni si stanno lentamente muovendo. A Palermo, sono in corso operazioni congiunte di guardia di finanza, capitaneria di porto, polizia municipale e vigili del fuoco per fronteggiare l’abusivismo imperante in alcune spiagge, come è accaduto in quella di Vergine Maria, con un blitz che ha portato al sequestro di sdraio e ombrelloni senza regolare concessione, e a una multa di mille euro. Gli agenti avevano accertato che sull’arenile venivano affittati ai bagnanti ombrelloni e sedie a sdraio, vendute bibite fresche senza che il Comune avesse dato alcuna concessione. Secondo i consiglieri di circoscrizione Natale Puma, Roberta Gambino e il consigliere comunale Andrea Mineo «l’attrezzatura da spiaggia sarebbe stata acquistata grazie al contributo di un imprenditore del quartiere per rivalutare l’intera borgata e favorire l’afflusso dei bagnanti». Un caso un po’ più complesso questo, con troppe variabili da valutare visto che a essere coinvolti sono i volontari dell’associazione Casa Arenella onlus, che avevano ricevuto in donazione sdraio e ombrelloni per rivalutare la spiaggia della borgata.
    È la triste faccia della corsa a un’economia turistica che non ha regole né regolamentazioni, spesso fai da te, con l’abusivismo che impera. Il quadro di una Sicilia svilita che mortifica le sue bellezze, come sta accadendo per la piccola perla di Marzamemi, il borgo di pescatori che ha voluto cedere alle lusinghe di un turismo di massa incorrendo nel rischio di perdere la propria identità, come denunciato dal giornalista Domenico Liggeri in un suo breve reportage dal titolo Marzamemi sta morendo, uccisa dai ristoratori, in cui scrive: «Un povero borgo di pescatori che si atteggia a lussuoso centro di turismo chic senza esserlo: sta in questa tragicomica contraddizione il declino mortale di Marzamemi».

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  • 12 commenti a “L’illusione delle “spiagge libere” in Sicilia”

    1. Odio San Vito lo Capo proprio per questa mafia degli stabilimenti. I beni naturali sono di tutti…e da tutti devono essere fruiti liberamente!!!

    2. Un litorale aperto a tutti in forma gratuita in pochi giorni diventa una DISCARICA.
      La qualità si ottiene con la manutenzione,manutenzione che ha un costo.

    3. Anche Cefalù, un tempo accessibile alle famiglie di tutti i ceti, è diventata un posto dove si paga pure l’aria. Le spiagge, fino a sette-otto anni fa, erano per il 90% libere,ed ora sono tutti lidi. È finito il tempo in cui, con i vesponi o le Fiat 127, si andava a Cefalù senza pagare il parcheggio e il lettino in spiaggia.

    4. Che me ne faccio di una spiaggia libera,in cui chi mi ha preceduto ha insozzato tutto quello che ha potuto?

    5. Eric, vedi che non sono tutti incivili e munnizzosi come i palermitani…

    6. Piazzi dei vigili in borghese a multare chi sporca!Le regole ci sono…basta semplicemente farle applicare.

    7. Sarebbe la volta che i vigili sarebbero buttati a mare …

    8. Ho denunciato questa situazione incresciosa ai carabinieri di san vito!!!ai alla guardia costiera di san vito…volevi fare denuncia alla polizia municipale ma non né ho trovato uno….neppure a pagarlo!!….le due autorità mi hanno allargato e braccia …in quanto ci sono decine di denunce ferme alla procura della repubblica.. Purtroppo ho dovuto confermare le mie opinioni sulla giustizia in Italia……l’Italia è fatta per i delinquenti.per i corrotti.per chi non rispetta la legge….quindi……italiani!!!….o ci adeguiamo o chi rispetta la legge e le regole del vivere quotidiano sarà annientato!!!!

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