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mercoledì 24 apr
  • Comunicare il rischio è anche assumersi il rischio di comunicare

    Dal 3 settembre 2014 sul sito del Comune di Palermo è disponibile un avviso che invita tutti i palermitani a prendere visione e pronunciarsi sulla nuova cartografia di protezione civile, relativa alle aree di attesa della popolazione in caso di emergenza o calamità.

    Dal lontano 2001, anno di approvazione del piano comunale di protezione civile della città di Palermo, si attendeva la pubblicazione di queste zone sconosciute ai più, e la divulgazione alla popolazione attraverso l’attivazione di una campagna informativa. La rilevanza di queste informazioni appare quanto mai evidente considerato che la città è esposta al rischio sismico e idrogeologico tanto che la consultazione, avviata online dall’amministrazione comunale, rappresenta un atto dovuto nei confronti della cittadinanza.

    Non vogliamo entrare nel merito della nuova cartografia dal punto di vista tecnico, in quanto tutti siamo chiamati a farlo utilizzando la mail dedicata protezionecivile@comune.palermo.it, ma come cittadini palermitani consideriamo irricevibile il documento di accompagnamento del provvedimento, destinato a spiegare i motivi dell’iniziativa e l’importanza della conoscenza delle aree di attesa.

    Dopo più di dieci anni trascorsi per conoscere i dettagli del piano di protezione civile era lecito aspettarsi, quanto meno a parole, un comunicato chiaro, corretto ed esaustivo delle strategie che l’amministrazione comunale intende implementare in materia.

    Il risultato, purtroppo, è a dir poco desolante e l’approssimazione di questo documento è esplicativa dello status quo delle iniziative in materia di prevenzione dei rischi e resilienza nella città di Palermo.

    Resta il fatto che risulta difficile da comprendere come l’amministrazione abbia potuto approvare con delibera sindacale e pubblicare sul sito istituzionale un atto così scadente, in riferimento ad un ambito così importante e delicato per la salvaguardia della collettività, come la protezione civile.

    Comunicare il rischio è anche assumersi il rischio di comunicare e se è vero che i fatti valgono più di mille parole, spesso è altrettanto importante utilizzare quelle giuste.

    Ospiti
  • 2 commenti a “Comunicare il rischio è anche assumersi il rischio di comunicare”

    1. Sono sconcertato. Un copia e in colla senza la minima dignità. Hanno pure copiato per intero la definizione della parola RESILIENZA dal vocabolario senza nemmeno contestualizzarla!!!

    2. A mio parere, e’ piu’ efficace in caso di calamita’ naturali munirsi di cornetto rosso XXXL piuttosto che attendere di esser protetti da questi soggetti.
      PS. Mi scusi, Entita’ Moderatrice, ma noto che sulla sinistra dello schermo e’ da giorni presente un countdown misterioso..adesso siamo a -12 e comincio ad esser preoccupato.
      Sono forse i giorni che mancano all’autodistruzione del blog o alla defenestrazione dei commentatori orchiclasti come lo scrivente? Cosi’ mi preparo.

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