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sabato 20 apr
  • Via Roma, sperimentazione del parcheggio sulla corsia preferenziale

    Il Comune ha accolto la richiesta dei commercianti e da domenica prossima, e per tutte le domeniche di novembre, nella corsia preferenziale di via Roma tra via Torino e corso Vittorio Emanuele sarà possibile posteggiare dalle 10:00 alle 20:00. La corsia era percorsa contromano dagli autobus diretti alla stazione durante la chiusura pedonale.

    Autobus, taxi e mezzi autorizzati a percorrere contromano la via, saranno obbligati a girare da corso Vittorio Emanuele per immettersi in via Maqueda.

    Si tratta di una sperimentazione.

    Palermo
  • 23 commenti a “Via Roma, sperimentazione del parcheggio sulla corsia preferenziale”

    1. Sottrarre spazio dedicato al trasporto pubblico in favore del trasporto privato è una pessima idea, è evidente che chi ha pensato questa soluzione non solo non ha mai aperto un libro di economia politica in vita sua, ma non ha neanche viaggiato in Europa, dove sono da trent’anni che si attuano politiche esattamente opposte a questa.
      Con questa soluzione si incentivano le persone a prendere l’auto a scapito dei mezzi pubblici, ed il traffico aumenta.

    2. Vergogna!!!la solita palermitanata, se non si entra con la macchina nel negozio non si è contenti!si penalizza il trasporto pubblico per dare spazio a quello privato, e i parcheggiatori ringraziano!da sottolineare anche la presenza di ben due parcheggi, quello della stazione(sempre vuoto) e quello del tribunale….che schifo che siamo noi palermitani…

    3. Non spenderò neanche un euro in Via Roma fino a quando ci sarà questa vergognosa situazione.

    4. A nessuno di questi geni viene mai in mente la parola BICI.

    5. Faccio presente a tutti i commentatori avversi a questa soluzione che danno l’idea di aspettarsi che Palermo si svegliasse Stoccolma dall’oggi al domani, senza che nel frattempo qualcuno si sia preoccupato di infrastrutturarla come Stoccolma, ne di fare il percorso che Stoccolma a fatto per essere la città civile che è. I negozi del centro sono alla chiusura perché una politica sconsiderata ha consentito l’apertura di centri commerciali sovradimensionati per la città e senza criterio nelle periferie (quando i centri commerciali nascono in america copiando il modello dei centri delle città storiche europee). Nel frattempo non si sono costruiti i parcheggi vicino al centro ne si è dotata la città di navette e di un sistema di mobilità efficiente. I commercianti (io non lo sono e non ho particolare simpatia) hanno proposto delle ipotesi per evitare la chiusura, e se attraversate il centro capirete da soli che non è uno spauracchio ma la realtà. Questa contestazioni a dei provvedimenti, certamente di emergenza e tampone, in una situazione sull’orlo della tragedia (rispetto al popolamento commerciale del centro città) sono contestazioni superficiali di chi non si pone il problema di capire quale è la dinamica della città , ma si aggrappa a banali slogan radical-chic. Gli acquisti in bici non si possono fare, se hai due figli piccoli come me (che per una vita ho camminato in bici) la bici non la puoi usare. Non esistono solo gli universitari ventenni, ma una popolazione articolata con esigenze articolate. Inclusi i settantenni che in bici non sono mai andati e non vedo perché dovrebbero iniziare adesso. Allora o proviamo a ragionare ad una riorganizzazione della città senza pregiudiziali di sorta cercando di capire le ragioni di tutti, oppure cordialmente invito i puristi delle chiusure a tutti i costi (senza progetto e criterio: vedi favorita ed isole alla come capita nel centro); i puristi delle bici cura di tutti i mali e tutte le banalità analoghe di andare cordialmente a quel paese (con rispetto, si capisce).

    6. Palermo, ultima tra le grandi città in Italia, si é dotata del primo centro commerciale nel novembre 2009: penso che, involontariamente, da parte della GDO sia stato offerto anche troppo tempo a commercianti ed amministratori pubblici per adeguarsi ai tempi e alla competizione economica come in tutti i centri storici di Europa. La pretesa di fermare il tempo perché il cambiamento richiede più mentalità imprenditoriale che da rendita di posizione, mi fa sorridere e mi ricorda i luddisti che pretendevano di distruggere le macchine per fermare la rivoluzione industriale e rimanere nella comoda (per loro) economia mercantile. In giro per l’Europa ci sono centri commerciali belli e brutti, il pubblico li preferisce perché li trova evidentemente comodi, perché offrono più scelta, perché sono luoghi di aggregazione freschi d’estate e riparati d’inverno, perché hanno prezzi più convenienti o negozi di gran richiamo, ma anche, non dimentichiamolo, negozi di vicinato riservati per legge ai commercianti locali. Ricordo un articolo di poco tempo fa su un quotidiano locale, in piena crisi, molto efficace sul tema della mentalità imprenditoriale scritto da Mario Dell’Oglio, recentemente eletto al vertice dei buyer italiani: sono i clienti, il mercato, a porre le sfide soprattutto nei momenti di cambiamento degli stili di vita e di consumi compatibili con il reddito spendibile.

    7. Caro Donato, si… ma…
      Il centro urbano è reso vivo dalle attività commerciali che sono parte del prodotto turistico di una città. L’assenza di politica e di gestione dei beni comuni non può essere adossata come responsabilità ai commercianti e neanche a loro aggregazioni, se dall’altra parte del tavolo non c’è mai nessuno.
      Quando il centro sarà abbandonato dai commercianti (che in linea di massima faticano per ora pure nei centri commerciali) come si presenterà la città?
      Quindi quanto dici è vero se guardi il problema dal punto di vista del prodotto venduto, se guardi dal punto di vista dell’economia (in senso lato ed amplio) che sta dietro la vendita di quel prodotto il problema c’è è politico e va affrontato politicamente (nell’accezione più ampia e nobile del termine).

    8. discorsi persi ed angoli ottusi.
      Ma dove li trova i soldi il Comune di Palermo per fare parcheggi al centro?Ed in quali spazi?E poi i palermitani
      pagherebbero la sosta?
      E chi l’ha verificato che i centri commerciali sono super dimensionati?

    9. E,riflettete!
      Il parcheggio al centro commerciale (PRIVATO)
      e’ gratuito,
      comodo,e si trova sempre.
      I parcheggi pubblici finora realizzati sono stati un fallimento,
      inutilizzati,
      Solo spreco di denaro,
      I nostri soldi.

    10. Meglio questa sperimentazione che costa praticamente nulla
      E se fallisce basta revocarla.

    11. Callea, si vede che non sei mai vissuto fuori dall’Italia. Qui ci sono le bici col rimorchio per i bambini piccoli, quelle col sellino dietro per i bimbi piu’ grandicelli, ci sono i settantenni fumatori e gonfi di birra che vanno in bici, ci sono quelli che fanno la spesa in bici. Con un po’ di pianificazione urbana si puo’ rendere una citta’ grande come Londra o Birmingham fruibile dai ciclisti, anche se sono citta’ dove il clima e’ improponibile per quattro mesi l’anno. Figuriamoci a palermo dove il clima sarebbe perfetto! Per favore, non dire che ci sono “esigenze articolate”, quando il problema e’ che andare in bici a Palermo e’ troppo rischioso!

    12. Caro Giovanni, ma piuttosto che proporre questi “pannicelli caldi”, perché non si riabilitano i parcheggi attorno all’area del Centro Storico?
      Quando affermi che non ci sono parcheggi, è errato. Abbiamo speso milioni di euro per realizzare il parcheggio Basile (oltre 1000 posti disponibili), e il parcheggio di via Nina Siciliana (620 posti auto), quello del Tribunale (380 posti auto), e infine quello a tutti sconosciuto a fianco la Stazione Centrale (oltre 100 posti auto).
      Se ti lamenti di un sistema di mobilità inefficiente, la soluzione non potrà mai essere quella di ricavare appena 30 posti auto su una corsia preferenziale (a scapito dei bus che faranno 2 volte il giro).
      Era così difficile riabilitare questi parcheggi? Creare appositi bus rapidi con apposite busvie?
      Così facendo invece, si avalla la cattiva abitudine di tanti automobilisti i quali pretendono di entrare fin quasi dentro i negozi con le proprie auto

    13. Antony, ben vengano le tue soluzioni e le tue proposte, la mia difesa della posizione dei commercianti non è una azione contro le isole pedonali (chi scrive è stato il progettista e l’autore delle prime chiusure domenicali di via roma al traffico https://www.rosalio.it/2010/12/13/buona-la-prima/) il mio intervento è solo il tentativo di aprire una dialettica che tenga conto di tutti gli elementi in campo. Perché le cose si fanno trovando tutti insieme le soluzioni che funzionino per tutti. La dialettica io ho ragione e tu torto e viceversa non porta da nessuna parte in questa come in altre questioni cruciali che riguardano la vita comune nella città. Se poi dipendesse da me, dalle mie personali esigenze e sensibilità, le auto potrebbero sparire domattina (io neanche ho l’automobile per intenderci), ma la questione posta in questi termini mi pare del tutto inutile, esattamente come l’intervento di link, che a parte farci sapere che ha vissuto fuori da Palermo non mi pare aggiunga nulla alla solita valanga di luoghi comuni. Con rispetto per tutti io non parlo genericamente di chiudere il centro mi sono preoccupato di sperimentare su come fare e facendolo ho una idea chiara dei problemi reali e delle vere motivazioni dei commercianti. Poi se volete discutiamo alla link, concludendo ben sapendo che potremmo vivere di turismo ed agricoltura, che abbiamo il sole 365 giorni l’anno, e che occorre fare sistema. mi pare tutto… a no manca una frasetta di circostanza sulla Mafia. Tipo noi siciliani non siamo tutti mafiosi…. Io preferisco provare a cambiare le cose con i piccoli passi concreti, se preferite limitarvi a raccontare il mondo come dovrebbe essere, lasciando tutto esattamente come è, siete sulla strada giusta e tanti auguri.

    14. Eh no!non mi pare proprio che Link abbia scritto luoghi comuni.Ha portato una testimonianza di come si possa attrezzare una bici per usarla a fare la spesa.E scritto nero su bianco,in Italiano.

    15. @ Giovanni Callea, mi sembra che lei stia travisando il tema del post, il quale informa che “nella corsia preferenziale di via Roma tra via Torino e corso Vittorio Emanuele sarà possibile posteggiare dalle 10:00 alle 20:00”, e dell’obbligo di svolta di taxi ed autobus su C/so Vittorio e Via Maqueda.
      Quindi, lasciando perdere il fatto che lei scrive “Nel frattempo non si sono costruiti i parcheggi vicino al centro” (cosa non vera come ricordato dai post di Massimo ed Antony77 ), e lasciando perdere le ovvie considerazioni sulla mancanza di infrastrutture ed organizzazione sulla mobilità in città, la domanda è questa:
      “Lei, sig. Callea, approva o no l’istituzione di questi 40 posti auto sulla corsia di emergenza di via Roma, e se si, pensa che possano risolvere qualche problema ai commercianti o risolvere qualche problema alla mobilità della città?”.
      Perchè mi sembra che ancora non si sia espresso su questo punto.

    16. Il solito giuliano didonna, anche ora in evidente conflitto di interessi.
      – occulta i danni della GDO: strozzamento dei produttori, varie imposizioni ai fornitori, imposizione merci importate (almeno il 90%), affossamento della produzione locale, svuotamento delle città e sue conseguenze (non mi dilungo), ripopolamento della città con suk e merce di pessimo valore e altrettanto bruttissimi negozi che respingono i turisti (e molti indigeni) invece di attrarli ed essere esempi identitari, suk che vuol dire anche scarse tasse forte trasferimento di denaro (personale e verso i produttori e fornitori esteri)
      – si serve di una citazione, stavolta, per l’ennesima sua mistificazione: in una società dove si toglie potere d’acquisto con sistemi ben organizzati, la GDO pratica il suddetto strozzamento per applicare prezzi che rendono la concorrenza fuori competizione, e come dall’altra parte c’è il consumatore al quale è stato limitato il potere d’acquisto esso è inevitabilmente il cliente della GDO, ma non determina niente, e solo una pedina inconsapevole che cerca solo di risparmiare perché gli hanno sottratto gran parte dei mezzi economici. En passant, per recarsi verso i centri commerciali arricchiscono i produttori di benzina e lo stato, che non c’entrano niente, anch’essi, con l’economia locale

    17. Ho la fortuna di vivere a Firenze da più di 30 anni.
      Qui c’è il centro storico pedonale più grande d’europa. La città è circondata da centri commerciali che portano addirittura i visitatori con un servizio di pulman gratuiti. (!!!). In centro ci sono i negozi più prestigiosi del mondo e gli acquirenti possono frequentarli solamente recandosi a piedi. Il servizio pubblico di trasporto funziona perché buona parte dei bus ha un percorso esclusivo. (i fiorentini si lamentano perché non conoscono L’Amat).
      Attualmente c’è qualche disagio nel traffico perché ci sono i lavori delle linee 2 e 3 del tram. La prima è finita da tempo e malgrado previsioni catastrofistiche dei soliti lamentosi funzione in maniera eccellente. Quando Renzi è diventato sindaco ha subito realizzato la promessa fatta di pedonalizzare anche piazza del Duomo, che sarebbe come se a Palermo si chiudesse la piazza del Politeama in tutti i sensi. Anche allora non mancarono coloro che prevedevano il blocco della città e la fine del commercio.Niente affatto, la piazza è piena di fiorentini e turisti che anche chi vende paccottiglia fa affari. I tecnici hanno studiato nuovi percorsi per i mezzi pubblici e tutto va alla grande. Corollario finale: Ecco perché l’idea di ritornare a vivere a Palermo mi terrorizzerebbe.

    18. Tutto bello e giusto quello che Zelig scrive di Firenze. Io a Firenze ci andavo ogni anno durante le vacanze scolastiche quand’ero adolescente, ci andavo anche negli anni successivi ogni tanto, non ci vado da 4 anni. mi ricordo di una florida attività lavorativa, , commerciale, fabbriche, e tantissimi turisti. Non so se in questi ultimi anni è avvenuta la desertificazione che è in corso in Sicilia. Tutto vero quello che scrive Zelig… ma il confronto è improponibile, tra Firenze e Palermo, per gli aspetti commerciali, produttivi, per il turismo.
      Il PIL di Firenze (quindi potere d’acquisto, dato che si parla di commercio in città) è il doppio di quello di Palermo, a Firenze 10/11 milioni di presenze turistiche, a Palermo 600/700 mila turisti, 1.3 milioni di presenze turistiche. Superfluo dire che è notevole la differenza di circolazione di denaro (in proporzione), che determina a Firenze la florida situazione descritta da Zelig dove avviene una distribuzione equilibrata, tra negozi del centro e centri commerciali (potere d’acquisto che determina la facoltà di potere scegliere tra i prezzi “strozzati” della GDO a danno dei produttori, e la qualità nei negozi del centro, a Palermo quella fatta nel CC è una spesa principale, obbligata), e persino per i venditori di paccotiglia (come dice lui). A Palermo molti negozi del centro chiudono, in alcuni quartieri i suk (che sono poco utili se non dannosi alla città) sono l’attività economica principale, le bancarelle di cianfrusaglie, orrende, in alcuni posti (la via Maqueda pedonalizzata la sera o il litorale di Mondello) sono l’attività principale, oltre i posteggiatori abusivi e mendicanti ogni 10 metri in tutte le strade cittadine. Ovvero, una città florida Firenze, un’altra, Palermo, popolata da troppi elementi che rappresentano miseria e bassissimo rating; confronto improponibile. Nei contesti accennati la distribuzione della spesa dei cittadini avviene in termini non paragonabili; e la configurazione delle due vie principali di Palermo è molto diversa dal centro cittadino fiorentino. Per esempio: passeggiare e fare shopping in Via de’ Tornabuoni non è come farlo nel grigiore polveroso e desolante e caotico di via Roma a Palermo, trovarsi a piazza della Signoria pedonalizzata non è come essere in via Maqueda pedonalizzata per farla invadere – ciriviaddi muntati arriviaissa – da orrende bancarelle che vendono cianfrusaglie e occultano e deturpano monumenti palazzi decoro.

    19. Infine le due ovvietà, assolute:
      1) il PIL determina anche la qualità dei servizi compreso il trasporto pubblico
      2) l’arretratezza di troppi palermitani “inadatti”, addirittura forse “inadattabili”, alla vita ecologica perché sono ancora nella fase di mutamento da viddani a motorizzati che credendosi moderni perché motorizzati non capiscono che inquinano, spendono soldi che fanno danno e arricchiscono petrolieri esterni, si ammalano per assenza di esercizio. Arretrati in tutti i sensi, e in questo un po’ tarati.
      P.S. sarebbe interessante che Zelig ci dicesse qual’è e quant’è la presenza di produzione locale nel commercio fiorentino del quale si parla… a Palermo il 95% dei consumi sono importati, o meglio imposti (con meccanismi abili, e a volte subdoli) da tutti i colonizzatori della Sicilia.

    20. completo il punto 1:
      ovviamente se l’amministrazione pubblica è affidata a persone competenti, “normali”, non agli improvvisati pseudo-politici siciliani, individui incapaci di gestire persino un condominio di tre appartamenti, gente in cerca di sistemazione che si spacciano per politici… questi farebbero danni pure se il PIL della Sicilia fosse uguale a quello della Norvegia

    21. Concordo con l’analisi di Gigi .

    22. @pablo.
      penso che si dobrebbe sperimentare e capire se funziona o meno per i commecianti in attesa di affrontare a 360° la questione mobilità nel centro.

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