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giovedì 25 apr
  • Mattarella, Cuffaro e l’elogio del cannolo

    Un amico caro, uno di quelli che non hanno resistito alla tentazione dell’arruolamento volontario nell’esercito di tifosi in ferma breve di sette anni del presidente della Repubblica venuto da Palermo, quasi alla stessa maniera di Papa Francesco dalla fine del mondo, mi chiama per avvisarmi del fatto che, altro che cannoli di Cuffaro, Mattarella è tutta un’altra cosa, un orgoglio autentico, vero e profondo.

    Austero, pacato, riflessivo e soprattutto senza eccesso di vasate.

    Con il tatto necessario per non deluderlo subito, e spegnere il suo piccolo grande sogno, lo preparo, dicendogli che il cannolo è il cannolo, un simbolo non è per sempre, come i diamanti, e che le cose vanno inquadrate nei contesti storici e nelle situazioni nelle quali si compiono.

    Poiché non desiste, sono costretto a sbattergli in faccia la dura realtà: Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, uomo assolutamente di profilo istituzionale, e di qualità morali indiscutibili, orgoglio ritrovato di una Sicilia a cui non pare vero d’avere cresciuto uno di cui potere dire, con gusto leggermente provinciale, io l’ho conosciuto, ama i cannoli, almeno quanto Cuffaro.

    Marchio distintivo, esplosione di vivacità, elegante per gli occhi, esaltante per il palato, il cannolo è un luogo dell’anima della nostra terra. Meglio di un anti depressivo, sincero e gustoso, spontaneo, un po’ come il siciliano di belle speranze che oggi con la valigia in mano deve lasciare la nostra terra dove la classe politica e dirigente pensa ai prepensionamenti dei dipendenti regionali per trovare i soldi con cui alimentare le illusioni dei Pip, degli Lsu, dei lavoratori precari a vita.

    Sognare di mangiare dolci, ad esempio, pare preannunci amarezze, e scongiuri a parte, se la strada che porta all’incoscio è lastricata di transfert, è pure vero che l’immediatezza genuina e spartana con cui dal Presidente Mattarella a scendere, prediligiamo il cannolo, accomuna il popolo dell’antistress e del rilassamento.

    Ciò che arricchisce i dietologi e stressa i nostri profili allo specchio, e qualche volta anche sui social, la compensazione cioè dei bisogni emotivi insoddisfatti, la fame emotiva, la spia di quello che circola nella nostra giornata, sia fastidio, rabbia, solitudine o senso di impotenza, insomma nel cibo, cancella e pareggia i conti.

    Diciamolo, il cannolo è un dolce vastaso anche per questo.

    Sgombra dai cattivi pensieri, depura dal nervosismo senza fare plin plin,come l’acqua minerale, e ci lascia ricchi di un benessere, rapido, ma completo.
    Insomma è un poco invadente, è più una vasata che una stretta, se pur cordiale, di mano.

    Auguri dunque al nostro presidente e buoni cannoli. A tutti!

    Ospiti
  • Un commento a “Mattarella, Cuffaro e l’elogio del cannolo”

    1. Eh..direi un’esaltazione del cannolo niente male e niente male nemmeno l’associazione d’idee!!

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