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sabato 20 apr
  • “Festino” 2015 tra finzione e realtà

    Durante il musical dedicato alla Santuzza, andato in scena sul palco montato nel giardino della Cattedrale, una scena tra tutte mi ha colpito profondamente.
    Palermo è ormai in ginocchio a causa della peste, c’è un padrehe cammina per le strade della città portando tra le braccia il cadavere della propria piccola figlia (Luigi Burruano interpreta il ruolo di questo padre disperato).
    Un carro viene trascinato da due uomini che raccolgono i morti, li mettono sul carro e vanno via.
    Le urla di dolore del padre attirano i due becchini che si fermano e uno dei due si avvicina a quell’uomo distrutto dal più grande dei dolori: la morte del proprio figlio.

    «Ramm’a picciridda» gli ordina l’anziano che traina il carretto.
    Il padre non vuole saperne anzi stringe la bimba ancora di più forte a sé.

    «Ramm’a picciridda» gli ripeté dopo un po’. I toni si fanno sempre più duri, quasi minacciosi; il vecchio sa bene che l’uomo che ha di fronte preferirebbe morire che consegnare la propria figlia e alla fine gli strappa quel corpicino dalle braccia con violenza.
    Il povero padre cade a terra urlando, piangendo e contorcendosi mentre il carretto, un po’ più carico riprende a muoversi.

    Questa era la finzione, una scena dello spettacolo del Festino di martedì.
    Mentre la guardavo pensavo a Lollo Franco – che come ho letto su Facebook per qualcuno è il nome di un’emoticon riuscita male – e pensavo a quanto quella scena sia stata voluta e sofferta.
    Pensavo al senso che quella precisa scena ha avuto per lui che ne è stato il regista di questo spettacolo.

    Nella vita reale infatti – e piu precisamente nel 2009 – Lollo Franco perse la figlia Malvina a causa di uno shock anafilattico.

    Ieri sera, sul palco, Luigi Burruano gridava il dolore più grande del mondo, quello delle persone più vulnerabili: i genitori e in quel momento finzione e realtà si sono intrecciate, moltiplicando le emozioni di chi conosceva la tragica storia di Malvina e di papà Lollo.
    Nonostante ciò molti sono quelli che si sono lamentati del Festino «Era più bello quello di tot anni fa», «Il recitato era troppo lungo», «Questi soldi potevamo spenderli così o colì»…

    Ho ascoltato per l’ennesima volta le stesse precise lamentele sul Festino che sentivo dire quando ero piccolo.

    «Forse le lamentele sono le stesse perché abbiamo gli stessi problemi», ho detto a me stesso, ma poi ci ho ripensato meglio e ho capito perché a Palermo ci lamentiamo, sempre e comunque, di tutto e di tutti, criticando e piangendoci addosso.
    Perché a Palermo la vera peste siamo noi palermitani: cani impazziti che si mordono la coda.

    Ospiti
  • 4 commenti a ““Festino” 2015 tra finzione e realtà”

    1. Bellissimo bellissimo post.
      Complimenti.

    2. “Perché a Palermo la vera peste siamo noi palermitani: cani impazziti che si mordono la coda.”

      proporrei di mettere questa scritta al posto di
      “L’ARTE RINNOVA I POPOLI E NE RIVELA LA VITA. VANO DELLE SCENE IL DILETTO OVE NON MIRI A PREPARAR L’AVVENIRE“.

    3. Al di là della grande professionalità di Lollo Franco, che è riuscito ad allestire un “festino” in poco tempo e con pochi soldi, da un po’ ci stiamo ponendo questa domanda… ma ancora ha un senso una festa( o meglio un festino) come questa? Francamente di religioso ha ben poco, infatti l’aspetto spirituale è quasi nullo e in genere è rimandato al 4 settembre. Santa Rosalia e ormai stata ridotta a un semplice pupazzo di cartapesta, che il sindaco si portava appresso per farsi in po’ di propaganda. Che L’attuale festino si svolge nell’ottica di un consumismo becero e di un materialismo dilagante e purtroppo un dato di fatto. Martedì , i marciapiedi del Foro Italico, erano occupati da bancarelle abusive, che vendevano di tutto, parcheggiatori abusivi che “dirigevano” il traffico e da un Luna Park chiassoso.. Tra gente ubriaca e litigiosa e la totale assenza di controlli sembrava di trovarci in un classico SuK mediorientale, tanto caro a qualche nostro assessore. Francamente non abbiamo compreso la differenza tra il “festino” e una normale festa di quartiere o di paese. Mancavano solo i cantanti neomelodici, ma questo limite è stato colmato da alcuni panormosauri con le loro auto ( alla faccia dei divieti) dotate di stereo a tutto volume, scorazzavano per la strada distruggendo i timpani alla gente. E guai a protestare.
      Se questo è il festino , forse è meglio abolirlo.

    4. I pconcordo con l’articolo, anche se non ho visto il festino di quest’anno.
      alermitani – amministrazione compresa – non hanno ancora cpito la risonanza internazionale che una festa simile potrebbe avere.
      http://www.lefigaro.fr/international/2015/04/03/01003-20150403ARTFIG00145-sicile-cette-foi-qui-chavire-les-foules.php

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