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venerdì 29 mar
  • David Lynch a Santa Flavia

    Era l’inizio estate 2013 quando, aspettando un treno per andarmi a dare l’ennesima materia inutile dell’ennesimo corso di laurea inutile, presso la stazione di Santa Flavia in provincia di Palermo, trovai quel che poteva essere un fondamentale elemento narrativo per un film di David Lynch. Si, perché in Velluto Blu c’è l’orecchio tagliato, ritrovato in un parco ameno, io invece avevo ritrovato – a terra, placido e ozioso, come una cicca di sigaretta, una cartaccia o un ordinario escremento – avevo ritrovato nientemeno che un muso di cane tagliato, reciso di netto, con il pelo liscio e il naso umido, e senza una goccia di sangue, come se fosse stato scontornato e tolto via con photoshop e incollato lì, in uno sfondo che non c’entrava niente, un’operazione che forse aveva intenti artistici, di un’arte straniante e disturbante che io comunque non capivo, come se la realtà fosse soltanto un assurdo fotomontaggio nonsense. Lo guardai, mi schifìai e me ne andai, fregandomene ovviamente, perché tanto a me che me ne frega di un muso di cane tagliato, avevo ben altre cose da fare, come incrementare la mia inutilità, sviluppare le mie competenze inutili da inserire in curriculum altrettanto inutili per mezzo dell’augusto sistema universitario italiano.
    Ma quella storia non era finita lì. Ho saputo poi, infatti, che quel muso di cane tagliato apparteneva a un cane randagio e mansueto che prima ce l’aveva attaccato al muso, il muso tagliato, e che era stato preso e legato ai binari, con tanto di corda al collo, insulti e sberleffi, da un gruppo di giovinastri annoiati. Non era la prima volta che succedevano cose del genere, presso la stazione di Santa Flavia in provincia di Palermo. Di cani randagi, tutti randagi e mansueti come possono essere soltanto i cani randagi in provincia di Palermo, ne erano stati legati un bel po’, sul ciglio delle rotaie, in quell’inizio estate 2013. Legati e inermi, i cani aspettavano che passasse il treno. Ma non per prenderlo e salirvi a bordo. Ma per prenderlo frontale, con successivo spappolamento, squarciamento, tagliamento di parti del corpo tipo il muso tramite i pezzi di metallo del treno, e contemporaneo divertimento proibito, urla e risate dei suddetti giovinastri annoiati, i quali – evidentemente – si stavano annoiando un po’ troppo.
    Poi, nella primavera 2014, sempre a Santa Flavia, stavo facendomi la passeggiatina notturna dopo una giornata di studio matto, inutile e disperatissimo (dovevo darmi un’altra materia inutile per un altro corso di studi inutile) e percorrevo dunque, placido e ozioso, le traversine del centrale corso Filangeri. Mi sgranchivo le gambe e mi fumavo una sigaretta, quando – uscendo da una stradina – sbattei il muso contro una superficie elastica, un muro invisibile. Di nuovo David Lynch a Santa Flavia, mi sono detto. Cose assurde. Nonsense. Atmosfere stranianti e disturbanti. Questa volta non ero nemmeno sotto l’effetto di hashish o marijuana, non avevo bevuto, soltanto le solite sessanta sigarette, ma insomma: ero lucido, perfettamente in sensi. Dopo l’impatto – che mi aveva schiacciato un po’ il naso e mi aveva fatto respirare un pruriginoso odore di plastica – guardai meglio quello che avevo davanti e notai che il muro invisibile non era in realtà invisibile ma soltanto trasparente. Era uno strato di pellicola trasparente, infatti, di quella che si usa per conservare le cose in frigo, che qualcuno aveva dispiegato con infinita pazienza da un palo all’altro, srotolando il rotolo di pellicola decine e decine di volte, fino a creare uno strato di plastica trasparente ed elastica piuttosto spesso, chiudendo di fatto la strada. Una cosa piuttosto pericolosa, a pensarci. Io ci ero andato a sbattere il naso, mi era caduta la sigaretta. Ma se ci passava una macchina? Rompeva il muro trasparente, probabilmente. Una gran paura, ma niente di che. Ma se ci passava un motorino?
    Ci pensai su un attimo, e poi capii chi erano gli autori di quella bravata. I soliti giovanastri annoiati. Che, con la fine della brutta stagione e l’inizio di quella bella, evidentemente, cominciavano ogni anno ad annoiarsi un po’ troppo.
    Adesso gli stessi giovinastri annoiati, nel pieno splendere di questo splendido luglio 2015, hanno ben pensato di sminchiare la statua di Nettuno, situata nella piazzetta antistante alla stazione di Santa Flavia, in provincia di Palermo. Gli hanno spezzato la fiocina. L’hanno ritrovata in fondo alla vasca ai piedi della statua, tra fango, guano e liquami. Dunque niente, i giovinastri annoiati di Santa Flavia a quanto pare sono ancora annoiati, David Lynch è ancora tra noi, e io devo lasciarvi perché devo andare a studiare perchè devo darmi l’ultima materia inutile dell’ultimo corso di laurea inutile per poi finalmente volare via da questa terra inutile alla volta di un’altra terra altrettanto inutile ma forse più ingranata dal punto di vista capitalistico per andare lì a fare un lavoro inutile intraprendendo così l’ennesima carriera inutile in questo mondo inutile.

    LINK

    http://www.lavocedibagheria.it/2015/07/santa-flavia-ritrovata-la-fiocina-della-statua-di-nettuno/

    http://www.lavocedibagheria.it/2015/07/santa-flavia-spezzata-la-fiocina-della-statua-di-nettuno-nel-giardino-della-stazione/< (a>

    http://www.lavocedibagheria.it/2014/03/santa-flavia-scoperto-uno-strato-di-pellicola-trasparente-davanti-una-strada-foto/

    http://svolgimento.blogspot.it/2013/07/tema-vota-la-performance-migliore-cane.html

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  • Un commento a “David Lynch a Santa Flavia”

    1. Per mantenere il filo conduttore dell’articolo, indubbiamente questi giovinastri sono cose altrettanto inutili.

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