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venerdì 26 apr
  • Eppure una cosa l’avete sbagliata

    …in quelle valigie, cariche di speranza di aver scelto la meta giusta, ci mettete di tutto: spazzolino e dentifricio, tachipirine e Maalox, costumi e golfini (metti che fa caldo, metti che fa freddo), mutande e reggiseni, calzini “come se piovesse”, camicia “per la sera” (lui), “vestitino più carino” (lei), K-way, cosmetici e lentine, borsette e collanine, pinzette e forbicine, in casi patologici anche caffettiera e caffè (che il metadone in vacanza nn ve la sentite), guida della città, cartina, lista di tutti i posti più di merda rigorosamente consigliata da “carissimi amici” che si devono “annacare” che già ci sono stati dodici anni prima.

    Credete di aver pensato a tutto ed a tutte le evenienze; avete le cuffiette fighe per ascoltare musica in aereo, il libro giusto, la marca regolare nel passaporto, il bagaglio un Kg sotto il consentito, le prese a 200 volt per la piastra per capelli, il telefono con le app dei musei, l’opzione Tim In viaggio attiva contro le scottature da roaming, vi sentite cittadini del mondo, viaggiatori navigati.

    Il vostro non è un viaggio, è un piano perfetto.
    L’inglese lo masticate meglio delle Vigorsol.
    E comunque c’è sempre Google traduttore.

    Eppure una cosa l’avete sbagliata.

    Ve ne accorgerete solo a terra, però, dal terzo giorno in poi.

    È lui l’errore grossolano, il vostro compagno di viaggio.
    Selezionato tra tanti, oltretutto.

    Passerete ore a sorridergli e ad accontentarlo nelle sue frequenti soste e assurde richieste.

    Sceglierà male i ristoranti, ritarderà e farete file che il vostro piano nn prevedeva.

    Volete andare a letto presto??…lui vuole fare notte!
    Volevate mangiare tipico? Lui no. Vuole il ristorante italiano. La pizza.
    Sempre che poi non perda il portafogli in metro, vabbe’ tanto c’è la tua…

    Vi rovinerà la vacanza.

    Tornando vi darà pacche sulla spalla e dirà a tutti quanto e come vi siete divertiti.

    Sarete costretti ad invitarlo a cena circa dieci giorni dopo per vedere se le foto ci sono tutte.

    Al posto del limoncello gli verserete, diabolici, cicuta nel bicchiere.

    E giunti ai saluti finali, alla porta, come Piero Pelù, Jovanotti e Ligabue gli canterete a squarciagola dal citofono «Il mio nome è MAI PIÙ, MAI PIÙ, MAI PIUUUÙ».

    Ospiti
  • 4 commenti a “Eppure una cosa l’avete sbagliata”

    1. ma chi bole rire chista u sapi sulu idda so suoru e foisse foisse so matri
      mahhhh

    2. leggo con molto piacere quello che pubblica,veramente brava.

    3. Ma la marca nel passaporto non esiste più

    4. Con una compagna di viaggio come te sono sicuro che non mi annoierei.

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