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martedì 19 mar
  • Il poliziotto sindaco

    Sono un iscritto certificato al MoVimento 5 stelle. Mi sono iscritto tre o quattro anni fa. Affascinato dall’idea che il Movimento intendesse premiare il merito. Interessato al fatto che il Movimento stesse distruggendo gli apparati di partito, che oltre ai molti meriti (non dimentichiamo che nel dopoguerra i partiti hanno svolto un ruolo centrale nella riorganizzazione della democrazia italiana), hanno negli anni assunto l’imperdonabile demerito di distinguersi come una parte a se stante del paese: sette di appartenenza per rivendicare nicchie di privilegio, a discapito del bene comune e collettivo.
    La promessa di Beppe Grillo era: al potere solo gente competente ed esperta al di fuori da ogni logica di appartenenza. L’idea di lottare perché uno più competente di me potesse assumere ruoli di comando la ritengo la base stessa della democrazia.

    Sebbene il MoVimento abbia, purtroppo, brillato per la sua sostanziale assenza a Palermo, qualche mese fa mi sono iscritto al gruppo cultura. Ho la pretesa di avere idee e competenze sull’argomento, e l’arroganza di volere dare il mio contributo disinteressato su questi temi. Ho ricevuto una convocazione due ore prima della prima riunione, nella quale mi si comunicava che per motivi di spazio e di pioggia avrebbero potuto partecipare un massimo di 20 persone e che occorreva comunicare immediatamente la presenza. In pratica per essere più chiari bastava scrivessero: «Statti a casa». Qualche giorno dopo ricevo una mail, nella quale sono indicati dei sottogruppi nei quali i lavori sono stati spacchettati a causa delle numerose adesioni, con la possibilità di iscriversi entro tre giorni ad uno o più di essi (spazi, eventi, turismo, fiera del mediterraneo). Come se la questione cultura a Palermo, che per quanto mi riguarda equivale alla questione ferro per una fabbrica di acciaio, potrà mai essere affrontata parcellizzando e non allargando lo sguardo. In pratica è come se a causa di molti iscritti in prima elementare si creasse il sottogruppo matematica ed il sottogruppo italiano. Ma al di là del merito, che comunque già dà l’idea dell’approccio, mi ha irritato anche in questo caso la tempistica richiesta: due tre giorni per iscriversi ad un sottogruppo giustificato da un eccesso di iscrizioni, e l’assenza di una seppur breve relazione sul primo incontro, anche in questo caso la sensazione era che il contributo di tutti è gradito, ma senza esagerare.

    Tra qualche giorno si voterà per le comunarie, il MoVimento 5 stelle esprimerà i candidati a sindaco. Al di là di chi sarà poi il sindaco di Palermo, è indiscutibile che una presenza di opposizione concreta ha fatto il bene di molte città del centro nord. Ho letto varie polemiche di sedicenti attivisti del MoVimento verso candidati al consiglio e quindi a sindaco considerati non attivisti. In pratica le frange operative del MoVimento 5 stelle contestano il principale assunto su cui nasce il Movimento stesso. Sembrano rinnegarne le stesse basi: la sola ragione per la quale io a suo tempo mi sono certificato, ovvero il fatto che mi sembrava uno strumento adatto per consentire ai più competenti di assumere ruoli strategici, ruoli che altrimenti la partitocrazia, che ha come sua missione sopravvivere a se stessa, renderebbe inaccessibili.
    In pratica chi fa l’attivista (immagino siano quelli che mettono i banchetti per la raccolta delle firme), rivendica il diritto al comando, come qualunque militante di qualunque partito. Mi chiedo quale sia l’attivista che il militante 5 stelle auspica come sindaco, uno dei 20 che ha avuto l’ardire di affrontare di gran corsa le piogge delle tarda primavera per presenziare ad una riunione talmente insignificante da non essere stata neanche verbalizzata? O chi ha deciso di iscriversi ad un sottogruppo, perché così indicato non si capisce bene da chi per un sovrannumero di iscritti?

    Sfogliando su blog e giornali i nomi dei candidati ne ho letti alcuni che conosco. Francamente non so se sono considerati attivisti o meno. Non essendo attivista posso infischiarmene. L’idea che una persona che ho conosciuto in un contesto diverso abbia uno spazio per esprimere una candidatura mi pare la sola vera ragione d’essere del Movimento 5 stelle. Tra i candidati conosco Giulia Argiroffi, è un architetto che ha contribuito al progetto di riorganizzazione della Cala ed è sua l’ipotesi, per quanto anacronistica possa sembrare, di ricostruire Villa Deliella; un progetto che ha il merito di riaprire la questione dell’assetto urbanistico della città. Conosco Adriano Varrica, incontrato molti anni fa prima ancora che il MoVimento 5 stelle nascesse, di lui ricordo l’entusiasmo e l’aria competente, leggendo le sue note biografiche forse gli attribuisco il torto di essere fin troppo legato alla struttura di un MoVimento che in quanto tale dovrebbe essere più fluido e meno ancorato alle persone. Tra gli outsider c’è anche un poliziotto, Igor Gelarda, ci siamo incrociati negli anni, lo conoscevo come esperto di disabili accessibilità e beni culturali, organizzò nell’ambito di un mio progetto una visita della città dedicato ai disabili, sistemammo scivoletti e passerelle su un percorso monumentale della città, e consentimmo l’accesso ad un gruppo di ragazzi disabili su carrozzella. È stata una delle cose più esaltanti che ho fatto da organizzatore di eventi. Nelle vesti di esperto di storia della città e competente di accessibilità universale mi ha dato una mano qualche anno fa per la stesura di un progetto sul Festino che poi non fu realizzato dall’amministrazione. Ho l’impressione che non sia molto amato dagli attivisti 5 stelle, probabilmente non gli riconoscono l’appartenenza al branco. Già questo me lo rende un candidato simpatico. Conosco anche lui da molto tempo prima che diventasse poliziotto, ragione per la quale probabilmente non è l’immagine del poliziotto la prima che mi viene in mente pensando a lui, eppure l’idea che un poliziotto possa essere candidato a sindaco in una città senza regole, espressione di un movimento che non lo vorrebbe perché scardina le aspettative di militanza che il MoVimento sulla carta non dovrebbe avere, mi pare un paradosso talmente irrinunciabile che se non fossi iscritto al MoVimento sarei tentato di farlo se non altro per fare un dispetto agli attivisti, che come i militanti dei partiti che vorrebbero combattere hanno il problema di sopravvivere a se stessi.
    Scherzo naturalmente il dispetto sarebbe un altro, ma ve lo immaginate veramente avere a Palermo un poliziotto sindaco? Dite la verità: poliziotto sindaco di Palermo, non suona come uno splendido ossimoro?

    Palermo
  • 4 commenti a “Il poliziotto sindaco”

    1. L’idea di base del movimento, l’onesta’ al potere, e’ ottima direi, ma a mio parere l’onesta’ e’ una condizione necessaria ma non sufficiente per esser un buon politico. Perche’ se non si coniuga con competenze, senso di responsabilita’, cultura generale e visione strategica allora tutto resta incompiuto.
      All’inizio pensavo che i politici espressi dal movimento sarebbero stati delle persone colte, di ampia visione, competenti e sganciate dai partiti, ed in tal caso avrebbero sicuramente sbaragliato il campo. Poi pero’, come si vede in giro, la maggior parte degli esponenti del movimento, per non parlare pure di quelli piu’ famosi, mostra una cultura generale molto approssimativa, un background lavorativo pressocche’ inesistente ed un continuo oscillare nelle proprie decisioni, dovuto probabilmente all’intenzione di captare il malcoltento popolare, non avendo pero’ cosi’ una visione strategica del lungo periodo. Certo, fino a prova contraria son tutti onesti, ma l’onesta’ da sola basta a coprire ignoranza ed approssimazione?
      Allora mi son chiesto perche’ individui di livello culturale e lavorativo maggiore non siano emersi dal movimento, e mi son detto che probabilmente un affermato ingegnere, un luminare della scienza, un grande giornalista, un amministratore delegato in gamba non avrebbero avuto dei vantaggi personali dallo sganciarsi dalle proprie professioni e nel riversarsi in politica, specialmente in un movimento piuttosto ruspante e sotto molti aspetti imprevedibile. Cosi’ han lasciato perdere e il loro posto e’ stato preso da tanti giovani di belle speranze, che anzi han trovato nella politica il modo non solo di guadagnare bene ma anche di diventar famosi e, incredibile a dirsi, pure influenti. Cosa potrebbero volere di piu’ dalla vita? Poi, per incrementare il consenso basta dire in continuazione che gli altri sono ladri e loro sono gli onesti.
      Certo, onesta’, sempre e comunque. Per la capacita’ invece bisogna attendere.

    2. Un poliziotto sindaco?
      Speriamo non avvenga mai!
      Le città devono essere amministrate da persone oneste, aperte al dialogo, competenti, ma l’idea di un sindaco “sceriffo” mette i brividi.
      Tra l’altro, non conoscevo la persona citata nell’articolo, ma a una rapida ricerca su google sembra che la sua preoccupazione principale sia la cosidetta “invasione dei migranti”. Queste sciocchezze lasciamole a chi infesta il nord Italia con improbabili camicie verdi ed elmi da vichingo, per favore.

    3. Aggiungo anche che le idee che citavo sopra sono totalmente fuori posto nel Movimento 5 Stelle, sopratutto a Palermo, e non si capisce come si possa pensare il contrario.

    4. “Poliziotto sceriffo mette i brividi. ”

      Non metto opinione perché veramente a me non piace nemmeno l’idea di fare marketing con figure professionali così delicate.
      Così come non mi incantano le lauree, i titoli accademici, i percorsi altisonanti per forza.

      Ma .. basta con persone “antimafia” che poi son colluse e infiltrate apposta per fare la bella faccia.. doppia.

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