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martedì 19 mar
  • MoVimento cinque stelle, esposto di alcuni parlamentari su un’e-mail

    Il MoVimento 5 stelle di Palermo è ancora nella bufera. È circolato il presunto contenuto di un’e-mail (girata anche a noi e di cui non è stato possibile verificare l’autenticità) che appare inviata a ottobre, dopo un servizio de Le Iene (Italia Uno) sulle presunte firme false, dall’avvocato Ugo Forello, tra i fondatori di Addiopizzo e candidato alle comunarie, a Francesco Lupo, fratello della deputata Loredana Lupo.

    Il mittente dell’e-mail scrive: «E’ certo che qualcuno abbia commesso degli illeciti ed è altrettanto certo che qualcun altro sapeva da tempo e ha taciuto». Poi parla del procuratore Dino Petralia e scrive: «Ieri ho incontrato il procuratore aggiunto che si occuperà delle indagini; è una persona che conosco molto bene, con cui ho collaboro per diverse situazioni delicate. E’ un buon magistrato che svolgerà le indagini con scrupolo e attenzione». Poi aggiunge: «Bisogna dimostrare di volere contribuire alle indagini con un atteggiamento attivo piuttosto che passivo» E conclude: «Infine ci tengo a precisarti che la mia disponibilità di fare da ponte-tramite con la Procura non ha nulla a che vedere con la mia professione di avvocato, ma è connessa solo al fatto che chi segue le indagini è persona che mi rispetta e stima».

    I deputati nazionali Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita (indagati) e Chiara Di Benedetto e Loredana Lupo (non indagati) hanno presentato un esposto ipotizzando un possibile condizionamento del magistrato e hanno sostenuto che l’onorevole regionale Claudia La Rocca, sarebbe stata “manovrata” da Forello.

    La Rocca ha postato un messaggio su facebook:

    «Delle volte il male è negli occhi di chi guarda.
    E’ questo quello che ho pensato dopo aver letto l’articolo sul Corriere.
    Cosa ci sia di sbagliato in un avvocato che consiglia a diversi soggetti tirati in ballo nei servizi sulle “firme false”, di scegliere un’eventuale collaborazione con la magistratura, specificandone lo scrupolo e attenzione nel lavoro, non è dato saperlo… Eppure viene disegnato quasi come un peccato mortale.
    In tutto questo, fra le righe, anche la mia facoltà di intendere e di volere viene messa in dubbio, visto che sono stata dipinta come una “pentita manovrata”, quando di fatto ogni mia scelta è stata fatta in autonomia (e ci tengo a precisarlo), lontana da ogni eventuale consiglio e dopo lunghe riflessioni, pensando di fare semplicemente la cosa giusta nei confronti della mia coscienza e per tutto ciò in cui credo. Solo un cieco non vedeva la degenerazione in cui si stava scivolando.
    Strano che chi sceglie di collaborare con la giustizia, parlando prima di tutto del proprio coinvolgimento, venga dipinto come “irretito” da chissà quale inverosimile complotto.
    Ancora più strano, è essere stata così ingenua al punto da mettere volontariamente in discussione anni di duro lavoro.
    Praticamente il mondo al contrario.

    Ho raccontato al PM solo ciò che effettivamente ricordavo con estrema onestà intellettuale, non una parola di più né una in meno. Le carte lo dimostreranno. Ho sempre sostenuto che alcune ricostruzioni del servizio delle Iene non corrispondessero pienamente alla realtà, come la strumentalizzazione delle mail, del record delle 13 ore in sede o la storia della riunione dove si sarebbe parlato della ricopiatura delle firme. Motivo per cui non c’è nulla che “sdride” fra le mie mail con la Mannino e la mia intenzione di dire la verità ai magistrati, cosa che non ho mai pensato omettere. Sono anche fermamente convinta che i soggetti che hanno portato alla luce questa storia, dopo quattro anni e mezzo, non l’abbiano fatto di certo per amore della verità , ma probabilmente per mal di pancia passati e per creare caos in vista prossime comunali. In qualsiasi caso nulla cambia la realtà di un fatto avvenuto. Il punto è questo.

    Ci sono tanti comportamenti in questi giorni che mi hanno lasciata perplessa, ad esempio sono convinta che chi è innocente (e non sono io a deciderlo) ha il solo interesse di collaborare per far archiviare quanto prima la propria posizione, senza chiudersi in silenzi o paventate strategie per allungare il brodo. Forse sarebbe stato più sano affrontare con responsabilità una situazione, invece di provare a “buttarla in caciara”.
    Purtroppo sembra essersi perso il senso di ragionevolezza e della realtà. In questo momento surreale per vederci chiaro basterebbe fare ragionamenti semplici, oggettivi e logici.

    Avevo pensato di indire una conferenza stampa, ma a questo punto non lo ritengo più necessario, attendo con fiducia l’esito delle indagini, voglio continuare a credere nel lavoro della magistratura».

    Daniela Tomasino, attivista LGBT e candidata alle comunarie, si è intanto ritirata parlando di un clima non più sereno.

    Palermo
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