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martedì 19 mar
  • Balestrate: potremmo vivere di Turismo balneare, ma senza mare!

    Balestrate: potremmo vivere di Turismo balneare, ma senza mare!

    La storia recente della Sicilia può essere raccontata da due immagini di due territori limitrofi geograficamente, e molto distanti economicamente.

    Negli anni sessanta e settanta, Termini Imerese vinse la battaglia dell’industrializzazione, in quella che mia madre mi raccontava essere la costa più bella della Sicilia occidentale. Nacque il polo industriale che tutti noi conosciamo e sulle cui sorti non c’è nulla da aggiungere o commentare. Nel breve sembrò una grande fortuna rispetto alla vicina Cefalù, costretta ad inventarsi il futuro investendo sul Duomo e sulla spiaggia. Chi ha vinto e chi ha perso quella sfida? Comunque la pensiate il Golfo di Termini resterà segnato per sempre da quella scelta.

    La lezione di Cefalù ha convinto gran parte dei comuni costieri siciliani, hanno capito che la Sicilia non è posto per produrre macchine, ma più adatto a produrre felicità. Che peraltro è una attività più remunerativa. Eppure, nonostante sia ormai chiaro tutto questo, siamo all’alba di un altro momento drammatico per il nostro territorio e la nostra costa, a rischio adesso è un altro splendido golfo anch’esso in provincia di Palermo: il Golfo di Castellammare.

    Il comune di Partinico ha approvato lo spostamento della Bertolino, che sta quest’area, come la Fiat stava al Golfo di Termini Imerese. L’apertura di un nuovo stabilimento è prevista in contrada Falconara, a ridosso di Balestrate, vicino al fiume per consentire lo scarico a mare.

    Questi territori vivono di agricoltura, gran parte biologica, hanno avviato nuove colture sperimentali come il mango, che peraltro ha enorme successo commerciale, hanno ridisegnato il territorio e la fruizione del territorio attraverso agriturismi ed attraverso un approccio dolce. Cefalù è distante, ma non così tanto.

    Verrà allontanata dai fumi e dall’inquinamento della fabbrica, che avrà effetti disastrosi anche sulla costa, le acque dell’intero golfo saranno inquinate dagli scarichi della Bertolino.

    Personalmente credo che realtà industriali esistenti dovrebbero essere garantite nel rispetto dei posti di lavoro, contestualmente adeguandosi ai massimi standard di rispetto dell’ambiente e della salute, o meglio ancora convertite. Ma ogni altro insediamento industriale, che contamina il territorio e ci promette tra 50 anni di dovere affrontare un altro dramma come quello di Termini, deve essere impedito. Se non altro è una questione di buon senso.

    Per questo credo che dobbiamo ascoltare la richiesta di aiuto che proviene da chi abita e vive quei luoghi, che appartengono anche a ciascuno di noi in quanto siciliani e potenziali fruitori.

    Domenica 24 settembre dei siciliani si riuniscono a Balestrate per dimostrare a favore di un uso diverso del territorio e di un rispetto diverso dei suoi abitanti. Forse potete dire che sono dei sognatori, ma dimostriamo loro che non sono i soli, che non sono soli.

    Palermo, Sicilia
  • 2 commenti a “Balestrate: potremmo vivere di Turismo balneare, ma senza mare!”

    1. Una puntualizzazione: Castellammare del Golfo fa parte della provincia di Trapani, non di Palermo

    2. @Paolo, rispetto all’esigenza di sostenere la battaglia in questione la provincia sarebbe ininfluente, però per precisione geografica il Golfo di Castellammare, in parte è provincia di Palermo, fino a Balestrate, e poi diventa provincia di Trapani da Alcamo. Diciamo circa 50% e 50%.

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