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martedì 19 mar
  • Casa Professa

    Le vertiginose bellezze di Casa Professa

    Lasciamo l’atmosfera rumorosa e incantatoria di Ballarò. Ci inoltriamo nel dedalo di viuzze, tra antichi palazzi, del quartiere dell’Albergheria, ed eccoci nel silenzio e nella pace della piazzetta che ospita un monumento unico al mondo. La Chiesa del Gesù, chiamata Casa Professa, inizio della costruzione per volere dei Gesuiti tra il 1564 e il 1578 su progetto di Giovanni Tristano, è un capolavoro assoluto del barocco, una meraviglia d’arte, imperdibile per un turista e per chiunque, uno dei monumenti più celebri, ricchi, splendenti d’arte, della Sicilia barocca. La facciata è quella tipica delle chiese barocche. Un cornicione orizzontale divide il prospetto in due parti, in quella inferiore tre portali, al centro una statua settecentesca della la Madonna della Grotta. Ai lati due nicchie con le statue di S. Ignazio e S. Francesco Saverio. Nella parte superiore una grande finestra centrale con timpano ad arco spezzato. Al vertice un altro grande timpano con lo stemma dei Gesuiti ”IHS”. Una facciata che, in definitiva, ti dà l’idea di una semplicità schematica.

    Entriamo. Impressionante la bellezza delle tre navate, del presbiterio, delle cappelle laterali. La vertigine delle raffinate architetture si fonde con quella delle sculture e delle pitture. C’immergiamo nelle opulenti decorazioni marmoree (dette ‘a mischio’, cioè a intarsi nel marmo, con motivi floreali e figurativi), con stucchi e sculture gaginiane, affreschi e tele. Le pareti sono completamente coperte da marmi, tarsie, statue e arabeschi senza fine. Nella tribuna dell’abside colpiscono i bassorilievi in marmo raffiguranti l’Adorazione dei Pastori, l’adorazione dei Magi, i gruppi marmorei di Abigail e David, e quello di Achimelech e David (questi ultimi ad opera di Vitagliano su disegni di Giacomo Serpotta). Di ammirevole pregio anche l’organo a 4000 canne.

    Sul lato destro si possono ammirare la Cappella delle SS. Vergini, quella dei SS. Confessori, dei SS. Martiri, la Cappella della Madonna, al transetto la Cappella di S. Francesco Saverio e quella di Luigi Gonzaga, nella piccola abside di destra la Cappella della Sacra Famiglia.

    Sul lato sinistro la Cappella di S. Rosalia, la Cappella dell’Immacolata e di S. Francesco Borgia, la Cappella del Sacro Cuore di Gesù, la Cappella del Crocifisso, al transetto di sinistra la Cappella di S. Ignazio di Loyola, al fianco del presbiterio la Cappella di S. Anna.

    Ciascuna di queste cappelle e un vero scrigno di opere d’arte: affreschi, pale d’altare, statue, quadri pittorici alle pareti, marmi mischi a rilievo, altorilievi; da ricordare in particolare la statua della Madonna di Trapani del Cinquecento, attribuita a Gagini, il dipinto della Sacra Famiglia di Antonino Grano con stucchi di Procopio Serpotta, un notevole crocifisso ligneo, la statua di S.Ignazio di Loyola.

    A questo stupefacente monumento di Casa Professa, zeppo di opere d’arte, lavorarono, oltre a quelli menzionati, nell’arco di oltre due secoli, artisti famosi come Flippo Randazzo, Ignazio Marabitti, Vito D’Anna, Pietro Novelli, Paolo Amato, Gaspare Bazano, Giacomo Pennino, Camillo Camilliani. È lecito pensare che i Gesuiti, con un’opera così grandiosa d’inarrivabile bellezza, volevano dare prova, attraverso la mobilitazione dei migliori artisti e artigiani e con l’impiego di una vasta iconografia simbolica, dell’eccellenza dottrinaria raggiunta e della potenza del loro Ordine.

    Entrambi, Giovanni ed io, ci soffermiamo sulle singole opere; il tempo passa, dobbiamo rimandare la visita alla Cripta, alla Sacrestia, al Museo e all’Oratorio del Sabato.

    Casa Professa

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    Palermo
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