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martedì 19 mar
  • Tanto turismo e tanta confusione al Comune di Palermo

    Tanto turismo e tanta confusione al Comune di Palermo

    Il 2018 rappresenterà un momento pressoché unico nella, tutt’altro che gloriosa, recente storia di Palermo. Una serie di manifestazioni interessanti, e di tutto rispetto, come la grande kermesse Manifesta 12 e Palermo capitale italiana della cultura ed altro, che quest’anno coinvolgeranno la città. Città che per sua natura e per sua storia, e anche per una serie di avvenimenti internazionali che hanno reso altre mete turistiche meno sicure – e non certo grazie alla nonpolitica degli amministratori più recenti- ha un incredibile appeal a turistico e culturale. D’altro lato, tuttavia, abbiamo un’assoluta mancanza di programmazione in quella che dovrebbe diventare la politica di rilancio territoriale per eccellenza, quella turistica. Necessaria per limitare questa emorragia di posti di lavoro e di emigrazione, soprattutto giovanile.

    Per capire quanto l’amministrazione stia improvvisando, e sia totalmente priva di un’idea precisa di quella che può essere una vera politica turistica in città, basta pensare a due note dolenti: la tassa di soggiorno e la Tari per le strutture ricettive non alberghiere.

    La cosiddetta “tassa” di soggiorno è una risorsa straordinaria per la nostra città. Sono somme praticamente certe, e di tutto rispetto perché si aggirano attorno ai due milioni annui, e destinate ad aumentare con l’incremento del flusso turistico. Si tratta di una tassa di scopo il cui obiettivo è aumentare i flussi turistici nella nostra città. Tuttavia dall’analisi dell’utilizzo che ne è stata fatta negli ultimi tre anni, sembra che sia stata piuttosto utilizzata come una specie di pozzo di San Patrizio, dal quale attingere quando si è in deficit di ossigeno economico. Praticamente sempre. Soldi dati un po’ a pioggia, a volte per iniziative di valore turistico assai dubbio, e comunque senza una regia o una progettazione alla base. Io ho chiesto, da consigliere comunale, in maniera dettagliata come sono stati usati i soldi per ogni singola iniziativa finanziata tra 2014 e 2016, attraverso un accesso agli atti. Sto studiando le carte perché voglio sapere come sono stati spesi i denari che servirebbero per fare diventare Palermo più ricca. Voglio sapere, solo per fare qualche esempio, se le 600 euro (cifra irrisoria, ma comunque presente) per l’acquisto di una mostra fotografica sul Kurdistan Turco; se i 15 mila euro all’Accademia degli Offuscati per l’organizzazione dell’evento Raul Ruiz (regista cileno poco noto ai più) in Sicilia; sei i 36mila euro per la manifestazione letteraria la Rosa d’Oro (con buona pace di Borges); se i quasi 30 mila euro di fuochi di artificio e l’oltre mezzo milione di euro versato al teatro Biondo ed al teatro Massimo abbiano effettivamente inciso nell’aumentare il flusso dei turisti in città tra il 2014 e il 2016!! E di molte altre iniziative, come vi ho detto, ho chiesto approfondimenti. A partire dal primo gennaio inoltre, dopo anni di sostanziale confusione, in virtù di una legge nazionale anche le case vacanze, gli affittacamere e i cosiddetti affitti brevi, saranno soggetti al pagamento della tassa di soggiorno. Tutto questo comporterà un positivo aumento degli introiti, al quale teniamo, dato l’andazzo, che non corrisponderà un altrettanto positivo buon uso delle somme.

    Tuttavia a dare un altro colpo negativo al turismo cittadino si mette di mezzo, ancora una volta, l’amministrazione comunale, avendo di fatto triplicato l’importo Tari per tutte le strutture ricettive non alberghiere. Una interpretazione forzosa del regolamento comunale fa si che queste piccole strutture ricettive siano inquadrate come alberghi senza ristorante!!! Forzatura perché, a dire il vero, nel Regolamento di applicazione del tributo comunale sui rifiuti, del 2013, non si parla di case vacanza e affittacamere, ma vengono citati, e a mio parere in maniera comunque ingiusta, solo i bed and breakfast in merito alla maggiorazione di importi Tari. Forzature su forzature.

    Eppure le piccole strutture ricettive, i b&b, le case vacanza e affittacamere, sono ormai diventate parte fondamentale dell’ossatura del sistema ricettivo cittadino. Alla luce dell’ aumento delle presenze che ci sarà quest’anno sembra che il comune voglia ancora una volta fare cassa con chi produce e con chi garantisce accoglienza in città. Piuttosto che programmare insieme agli operatori del settore le strategie per incoraggiare le micro attività ricettive, che creano posti di lavoro e comunque favoriscono un indotto economico positivo. Questa è una evidente aberrazione che è sintomo della malattia inguaribile che attanaglia l’amministrazione comunale di Palermo da tempo. Ossia l’incapacità di progettare, di programmare. Tuttavia nel frattempo aspiriamo a fare diventare Palermo meta d’elezione di matrimoni internazionali. Wedding capital, capitale dei matrimoni, una specie di sposa e fuggi! Iniziativa di per sé stessa lodevolissima, perché porterebbe soldi e lavoro. Se non fosse che date certe premesse, questo tipo di gestione che vi ho appena illustrato, mi sembrano manchino le basi perché l’iniziativa abbia ricadute complessivamente positive per la città. Il Comune di Palermo mi sembra come un palazzo con belle decorazioni ai piani alti, ma al quale mancano le fondamenta e i piani bassi sono ancora da definire. Basti pensare, e anche in questo caso ci siamo mossi in consiglio, che mancano del tutto percorsi e indicazioni Ztl in inglese, cioè per i turisti; mentre come ho indicato in un video di qualche giorno fa, il ponte Ammiraglio, per quanto ricada nel percorso Unesco, è del tutto isolato dal resto della città e versa pure in condizioni abbastanza miserevoli. Come dire che il Ponte Ammiraglio non ha ancora capito quali vantaggi ha tratto dall’essere annoverato nel patrimonio dell’Unesco!! Povero Giorgio d’Antiochia!

    Allora quale può essere la soluzione. Certamente non piangersi addosso, specialmente alla vigilia di questi importanti appuntamenti, ma neanche fare proclami politici di splendori e progressi che non corrispondono con la realtà della città. Qualcuno dovrebbe ammettere il fallimento della sua politica anche turistica- ma qui si gioca a negare l’evidenza- mentre dall’altro bisogna creare una vera cabina di regia cittadina per il rilancio turistico. Nel 2013 il sindaco di allora, che poi è anche l’attuale, aveva creato un Authority sul turismo (privo comunque di personalità giuridica, ma con un forte appeal mediatico), per lanciare il brand Palermo. Sentite come suona bene, brand Palermo. Un tavolo permanente, con tre consulenti a gratis, che non avevano nessuna voce in capitolo sulla tassa di soggiorno e che come progetto è naufragato miserevolmente, visto l’abbandono progressivo delle persone incaricate. Che evidentemente non si sentivano di operare nelle condizioni ottimali.

    Oggi quello che riteniamo assolutamente necessario è l’istituzione di un tavolo tecnico che permetta una programmazione intelligente e razionale delle strategie turistiche della città, con un utilizzo sano e proficuo anche della tassa di soggiorno. Un tavolo con operatori del settore, con esperti ed il coinvolgimento delle commissioni consiliari che si occupa di turismo e cultura, per dare anche un segnale di contatto e continuità politica.

    Temo prevalentemente due cose da questa spettacolarizzazione del fenomeno del turismo-senza-progetto a Palermo. Da un lato mi preoccupo che il 2018 piuttosto che essere un faro, un volano turistico e quindi economico per gli anni a seguire, possa essere una semplice effimera luce per illuminare chi vive di autoreferenza e palcoscenico. I prodromi non sono dei migliori con il bando di Natale espletato in grande ritardo quasi a carnevale, e il bando relativo alla comunicazione di Palermo Capitale della Cultura 2018 andato deserto. Mentre dall’altro penso, cosa che mi sembra ancora più brutta, che ci sia un progetto per fare diventare Palermo una città per turisti. Solo per turisti. Con un centro storico sempre più interessante ed una periferia sempre più abbandonata. D i m e n t i c a t a !! Senza un vero piano di sviluppo integrato tra programmazione, città e cittadini. Dimenticando piano piano che ci sono anche i palermitani che questa città la devono vivere ogni giorno. E non subire…

    Palermo
  • 2 commenti a “Tanto turismo e tanta confusione al Comune di Palermo”

    1. Condivido pienamente il pensiero qui esposto anche perché lo viviamo noi piccoli gestori in prima persona. Per i motivi esposti venerdì 23 febbraio alle ore 16.00 a Palazzo Ziino ci sarà un evento organizzato dalla nostra Associazione Sicilia Social Rooms per discutere proprio delle problematiche, dei rapporti e dei comportamenti da adottare nei confronti delle istituzioni con una piena e libera collaborazione di tutti i gestori categorie e cittadini che vorranno partecipare ed intervenire all’evento.

    2. La categoria dei Gestori rappresenta uno dei pochi – a dire di alcuni, l’unico – settori che trainano l’economia siciliana ed – in quanto tale – sarebbe meritevole di tutte le attenzioni e riguardi, da parte della Pubblica Amministrazione. Direi che non è proprio questa la realtà. Il clima che si respira da un po’ a Palermo – propaganda politica a parte – è teso alla massima finalizzazione impositiva (TARI ed accordo con Airbnb ma anche ZTL) senza alcuna considerazione di chi garantisce l’ ossatura dell’ ospitalità turistica.

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