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mercoledì 24 apr
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    Palermo e Milano: una serie di (s)fortunati eventi

    Le differenze tra il nord e il sud dell’Italia si contraddistinguono da svariati fattori più o meno rilevanti nella vita di ogni cittadino che, casualmente, si trova a vivere da pendolare facendo su e giù e usando aerei e treni come se fossero taxi privati, che neanche la Ferragni…

    Io sono nata a Palermo, sono cresciuta a Palermo, ho iniziato a guidare a Palermo (e paradossalmente non saprei farlo in nessun altro posto, a differenza di chi sostiene il contrario) e sono stata educata alla mobilità palermitana, che ti insegna a sapertela cavare anche tra le manovre più difficili con i propri mezzi e che sviluppa la pazienza, l’arte di chi sa aspettare… i mezzi pubblici.

    Da Roma in su, in Italia tutto cambia.

    Se ti muovi a Palermo devi escogitare sempre un piano B, un piano C e un piano D per compensare ritardi o giustificare traffico e magicamente diventi un matematico pronto a calcolare i minuti di anticipo che servono per raggiungere una determinata destinazione in base ai chilometri che devi percorrere, inserendo le percentuali di traffico. Nella stragrande casistica, personalmente, ogni impegno, ogni aereo, ogni appuntamento, è andato a buon fine: perché «a Palermo si sa come funziona…», pertanto, organizzarsi è uno stile di vita.

    Ma cosa succede quando nella precisa e puntuale Milano, tardano i mezzi per raggiungere l’aereoporto?

    Al nord, dopo quarantotto ore in una città che ti permette di raggiungere, come per magia, due capolinea della metro in un quarto d’ora, inizi a vivere calcolando il tempo che ti permette di saltare da una metro all’altra, come se fossi nel libro della giungla in mezzo alle liane, spaccando il minuto al lavoro o qualsivoglia altro impegno.

    Nel 99% dei casi questo iter funziona a meraviglia, io mi ritengo parte attiva di quell’1% rimanente, dove rientra una terrona “fuori sede” che, abituatasi alla frenetica e scrupolosa vita milanese piena di cartelloni luminosi nell’underground di Milano dove vedeva comparire ogni giorno persino il “mezzo minuto” di attesa della metro in arrivo, al momento del bisogno, del rientro a casa, del pullman da beccare al volo prima che l’aereo partisse da Malpensa, ne ha dovuti aspettare parecchi in più di quelli previsto per l’arrivo della metro tanto attesa. Troppo attesa.

    Sarà che si trattava di una metro presa di domenica, sarà che per fortuna mi è sempre piaciuto correre, in ogni caso, l’aereo l’ho preso con neanche un minuto di sosta al gate, ma questa volta, nella meticolosa Milano, dove tutto è sempre sembrato inappuntabile, era impossibile “calcolare i tempi”, come se fossi stata a casa mia.

    Gli imprevisti a Palermo sono sempre dietro l’angolo, a Milano, a quanto pare pure, solo che se ne parla e se ne scrive un po’ meno.

    Palermo
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