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venerdì 29 mar

Risultati della ricerca “A Palermo c’era e non c’è più”

  • Viale delle Magnolie

    Racconti ucronici, cronache di una Palermo possibile: il viale delle Magnolie

    In un giorno, in un mese, in un anno senza tempo…

    Perché, cos’è il nostro tempo, se non una convenzione, un accordo stretto tra noi umani per non perdere la strada nella successione degli avvenimenti? Un pallottoliere delle nostre azioni che raccoglie la galassia degli eventi sulla terra in uno schema semplificato, utile ad esser compreso facilmente da una moltitudine di bambini, quali noi siamo? Il tempo, quella entità che esiste per noi ma che non esiste come misura assoluta e quindi che forse c’è, ma forse non c’è…

    E quindi, tornando al nostro racconto, in un giorno ed in un momento indefinito del nostro tempo o, se proprio vogliamo collocarci temporalmente, in un periodo intorno all’anno 1950 d.c. della civiltà occidentale (ma potrebbe esser accaduto anche mille anni prima, o potrebbe accadere tra 10, 100 o mille anni ancora del nostro futuro) in un luogo a nord nei dintorni della città di Palermo, crescevano, disposti in due filari paralleli alcuni alberi di Ficus Macrophylla Columnaris. Erano stati importati dall’Australia e piantati da oltre cinquanta anni ed erano quindi già di dimensioni ragguardevoli. Continua »

    Palermo, Racconti ucronici
  • Antichi mestieri a Palermo: il torniere

    Antichi mestieri a Palermo: il torniere

    C’era una volta…

    Non si tratta di una favola ma della vita reale, una vita antica che oggi ha acquistato il sapore della favola. La Sicilia della metà del secolo ventesimo vantava numerosi artigiani tra i più abili e preparati artisticamente. Antichi mestieri che racchiudevano metodi e saperi della tradizione culturale siciliana, tramandati spesso da padre in figlio e che oggi sono a forte rischio di estinzione. Pochissime persone oggi provano ad apprendere le arti antiche, probabilmente perché sfiduciati dalle concrete possibilità lavorative. Eppure molti oggetti, così sapientemente realizzati, avrebbero grande richiesta se solo se ne divulgasse l’esistenza.
    Tra questi artigiani lavoratori v’era chi lavorava il legno, spesso riempiendo l’aria intorno alla propria bottega di caldi profumi di essenze legnose appena intagliate e trasformate in piccole opere d’arte ed in allegri trucioli saltellanti.

    Una specialità nella lavorazione del legno è quella del tornitore, un artista della trasformazione del prezioso materiale naturale in forme rotonde, cilindriche, curve, di varia dimensione e lunghezza. Continua »

    Palermo
  • Quando si è più realisti del re

    Quando si è più realisti del re

    Essere “più realisti del re” si dice di qualcuno “che si batte per una causa più del ragionevole e più di coloro che ne sono direttamente interessati”. Questo è quello che è accaduto qualche giorno fa, a Palermo, al preside della scuola “Ragusa Moleti”. L’uomo ha diramato una circolare che impedisce agli insegnanti di fare recitare le preghiere ai bambini nell’ora della merenda e durante l’ora di religione. E, poi, in un impeto di furia iconoclasta (in senso figurato, per fortuna) ha fatto mettere in uno sgabuzzino una statuetta della Madonna e le immagini di papa Francesco, di Papa Giovanni Paolo II e di altri pontefici. Tra qualche giorno, la stessa sorte toccherà anche agli alunni delle due succursali. Continua »

    Palermo
  • Palermo sotto le bombe, 9 maggio 1943

    «Papà dobbiamo sfollare, hanno ritrovato una bomba della guerra e la devono detonare».

    «Io rimango qua, sono già scappato quel giorno, per me non vale.
    Quanto avevi nel maggio 1943?».

    «Dieci anni e me lo ricordo come se fosse ora».

    «Racconta papà».

    Questo è il suo racconto di quei giorni. Continua »

    Palermo
  • Piazza Politeama, Palermo, Sicilia, Italia

    Il clima pre-concerto, ogni anno, è questo.

    Per arrivare alle coordinate indicate, partirò da lontano.

    Ero innamorato.
    Lei stava con un altro: bello, spagnolo e più giovane di me.
    Per quanto mi potessi impegnare, ero arrivato dopo.
    Questa storia di arrivare “dopo” ha contraddistinto parte della mia, seppur breve, esistenza.

    Vidi anni fa a Roma una compagnia serba (o slava, non ricordo… Ero entrato in sala a spettacolo iniziato) che portava in scena uno spettacolo in cui si parlava proprio di questo, l’arrivare dopo.
    Moltissime candele in scena. Col senno di poi credo stessero a rappresentare il tempo per come lo intendiamo nella quotidianità, qualcosa che si consuma, che tende inesorabilmente a esaurirsi… In contrasto con l’essere qui ed ora tipico del teatro: dove il presente è solo occasione, possibilità continua… Insomma una pesantezza e uno sturm und drang che la metà bastava.

    Ma sto divagando. Continua »

    Palermo
  • Palermo dentro

    L’anno è il 1993. Il film Lezioni di piano. Quando Tony mi ha chiesto un contributo per festeggiare i 10 anni di vita del blog insieme agli altri componenti della nostra comunità, mi è venuta in mente quest’immagine: di me, ragazzino, insieme al mio amico Giulio, che studio la mappa degli autobus cittadini per trovare un modo di arrivare in autobus fino a Tommaso Natale. Ci sono posti in città che difficilmente entrano nella retorica cittadina, fatta di straordinari monumenti e indecorose rovine, pacchiane celebrazioni ed esclusivissime serate di gala, lutti neri come la pece e volontà di riscatto, macchine in doppia e tripla fila, munnizza a tinchité ma anche scenari da favola, bellezza e sublime. Nella retorica palermitana – dopo dieci anni di letture rosaliane, dovrebbe essere chiaro – c’è molta merda insieme a tantissimo sublime. Continua »

    Palermo, Rosalio
  • Perché sulle coste siciliane non esistono monumenti per lo sbarco alleato?

    La guerra di liberazione, della quale nei giorni scorsi si è celebrato il settantesimo anniversario, ebbe inizio nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943, con lo sbarco degli alleati sulle coste meridionali della Sicilia.
    Tanti luoghi, in tutto il territorio nazionale, sono stati sedi di importanti eventi che hanno segnato quei 21 mesi, luoghi meritevoli di essere ricordati: per le battaglie che vi furono combattute, per le orrende stragi di cui furono teatro, per altri episodi che vi si svolsero. Continua »

    Ospiti
  • Io non sono indignato, io sono orgoglioso di essere palermitano

    Caro Leoluca Orlando e caro Francesco Giambrone, le parole di Francesco Giunta, proprio su questo blog, mi hanno colpito. Mi ha colpito in particolare il fatto che abbia deciso di prendere una posizione pubblica, di demarcare una linea tra sé ed il mondo, ed il fatto che ha avuto il coraggio e l’onestà intellettuale di riconoscere che voi state dall’altra parte. È difficile sempre avere il coraggio di pensarla diversamente, ed ancora più difficile di dirlo pubblicamente. Ammiro Francesco per averlo fatto.

    Io ho imparato molto da lei, quando era sovrintendente al Teatro Massimo, in un’epoca dove entrambi eravamo molto più giovani ed entusiasti. Per me è stato un lavorio intenso e faticoso capire che rispetto ad una persona che stimo tanto, cui debbo molto della mia formazione, nel tracciare la mia linea scoprire che sono dall’altra parte. Continua »

    Palermo
  • Ma prima l’aperitivo non era solo al Berlin?

    Berlin Cafè

    C’era una volta Palermo, quella della prima volta e del primo aperitivo. Quello a cui «ma davvero non vieni?». Un po’ fighetto o un po’ radical chic, attributi un tempo differenti, adesso pressoché sinonimi. Insomma, c’era una volta l’aperitivo più “per strada” di sempre, l’unico. Quello che in teoria si svolgeva il mercoledì, in pratica o ti stanziavi lì dal lunedì al venerdì oppure eri sfigato. Ma adesso, come funghi proliferi di campagna, spuntano qua e là, in disordine, confondendo la mia mappa urbana di long drink. E mi chiedo: ma prima l’aperitivo non era solo al Berlin? Continua »

    Ospiti
  • Palermo: birra artigianale, si consuma e adesso la si produce!

    Spillo 77 – IPA

    Da anni il consumo di birra artigianale, ovvero di birra non pastorizzata e tendenzialmente non filtrata, ha registrato a Palermo una crescita continua mutuando quello che accade in tutta Italia. E tutto questo grazie a locali storici, ormai, che hanno creduto in questo tipo di prodotto, prima proveniente dal nord Europa, Belgio in primis, e poi via via avvicinandosi a produzioni italiane che comunque spesso mantengono dei prezzi mediamente più alti delle produzioni estere. Nel resto d’Italia ormai ci sono oltre 400 aziende che producono birra artigianale, la Sicilia è rimasta sempre indietro rispetto a queste nuove idee imprenditoriali, a mio parere per vari motivi. Fare impresa in Sicilia è difficile di per sé, fare impresa in una terra di vini lo è ancor di più perché lo si considera, per ignoranza, un prodotto inferiore. Inoltre la gran parte degli ingredienti, eccetto che l’acqua, veniva da lontano, e questo rappresenta intrinsecamente un aggravio di costi rispetto ad un produttore più prossimo all’Europa del nord. Continua »

    Ospiti
  • Cercare casa (a Palermo!)

    Dopo il diploma di maturità generalmente allo studentello/ella che vuole intraprendere gli studi universitari, che pensava di aver già dato il massimo sui libri e di aver raggiunto vette inaudite toccate solo da Marie Curie, Leonardo o Pirandello, si aprono tre strade:

    • C’è chi continua a studiare disperatamente per entrare in un corso di laurea a numero chiuso. Vede il mare col binocolo e a settembre sembra ancora una mozzarella. Con la differenza che la mozzarella gronda acqua, nella migliore delle ipotesi latte, mentre gli studenti che studiano da aprile per i precorsi e in più per gli esami di maturità, arrivano a settembre chi ‘ettanu sangu.
    • C’è chi ancora ad agosto è attanagliato dall’atavico dubbio: meglio Giurisprudenza che mi dà lavoro (ah ah ah) o quello che mi piacerebbe davvero fare?
    • E poi c’è chi ha già deciso da tempi immemorabili, complice una sana chiarezza di idee, o una professione paterna (o materna, o ecc.) già avviata, o ancora per moda. Sì, per moda, perché qualcuno fa anche scelte simili.

    A qualunque categoria voi apparteniate, per tutti gli studenti fuori sede, presto o tardi (per la prima categoria un giorno dopo aver saputo di essere stati ammessi), arriverà il fatidico momento. Un momento importante, quasi come la scelta della facoltà da seguire, perché condizionerà non poco il vostro stile di vita, si pensa per i prossimi tre o cinque anni (seee, ottimisti!): la ricerca della casa. Continua »

    Ospiti
  • “Record Store Day”: vinile e negozi di dischi (che furono) a Palermo

    Quando mia moglie mi vide entrare in casa con due Technics sl 1210 “comprati ad un prezzo affare” da un dj ventenne passato dalla puntina al digitale, pensai “questa volta mi lascia”. Invece è riuscita a superare anche questa. E in fondo, c’è poco da fare, compro dischi da quando avevo meno di dieci anni. Uno dei miei ricordi dell’asilo sono le festicciole dove io portavo il disco con le sigle dei cartoni animati. Anno nascita 1977, fino a ieri ascoltavo True Blue di Madonna che porta la data del 1986. Comprato in vinile in un negozio di via Marchese di Villabianca. Così come Big Thing dei Duran Duran nel 1989; una raccolta di Rod “The Mod” Stewart nello stesso anno. Tutti in un negozio che non c’è più e dove adesso ci sono i cinesi. Afrika Bambaataa and the family, 1989, dal Musichiere. Divenuto nel frattempo venditore di videocassette e poi salumiere. Ancora Acthung Baby degli U2 nell’annus horribilis 1992, stesso anno di Human Touch di Bruce Springsteen, e di Nevermind dei Nirvana. Tutti comprati in cd da Ellepì, dalla signora Alba, in via Libertà. Con la scheda a punti poi potevi avere un omaggio. Adesso ci sono gli americani che vendono magliette. E non credo facciano regali. Continua »

    Ospiti
  • New York e Palermo

    Reduce da una decina di giorni dagli Usa e riflettendo su quello che ho visto mi è venuto naturale pensare a Palermo, ecco così un decalogo semiserio delle differenze tra gli Usa e Palermo (con tutte le premesse del caso, ovviamente).

    – 1 –

    • A New York si vedono per le strade delle colonne di fumo, proprio come nei film, che in realtà è vapore acqueo usato dagli impianti di riscaldamento.
    • A Palermo si vedono colonne di fumo per le strade, chiaro segnale odoroso di presenza di uno stigghiolaro.

    – 2 –

    • A New York hanno il Central Park che è una specie di luogo sacro. Nonostante il prezzo altissimo del terreno a Manhattan nessuno si sognerebbe di rosicchiare neanche un metro quadrato di parco per costruirci qualcosa. Central Park è chiuso al traffico, si corre, si organizzano corsi di yoga, concerti, ci si va a leggere, a rilassarsi, a passeggiare. Gli abitanti dei palazzi che si affacciano sul parco si autotassano ogni anno per mantenere e curare il parco.
    • A Palermo abbiamo la Favorita, che è un percepito come un po’ di verde lungo la strada che va a Mondello. Alla Favorita qualcuno corre a proprio rischio e pericolo di essere arrotato dalle macchina, ci sono le prostitute a qualsiasi ora, la munnizza ovunque, un campo rom e vive il suo massimo splendore durante la pasquetta e l’1 maggio quando qualcuno si riunisce lì per arrostire carne e giocare col SuperSantos, lasciando poi in giro la qualunque senza preoccuparsi di ripulire.

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    Ospiti
  • Quaderno di Palermo 21

    Uno dà uno sguardo a qualsiasi angolo del nostro scombussolato pianeta, e non può non considerare l’influenza che da sempre hanno avuto gli idoli nei pensieri e negli atteggiamenti delle persone di ogni cultura e razza. Dalla preistoria all’universo classico, dal medioevo al mondo contemporaneo, dagli antipodi al nostro bacino mediterraneo, l’essere umano ha sempre avuto bisogno di essi e non ha mai potuto farne a meno. Si tratti di durature immagini religiose o pagane o, come succede adesso, di mediatiche e scolorite figure “lampo” (perché si eclissano lo stesso giorno che sono nate), queste immagini saranno sempre presenti nello svolgersi della nostra vita quotidiana. Prendiamo per esempio la ciclica polemica che suscita la presenza del crocifisso nelle scuole italiane, scuole che dipendono, tra l’altro, da una Repubblica apparentemente laica ed europea. Il putiferio che si crea è sempre garantito dai due schieramenti opposti e inconciliabili, dove per i credenti il crocifisso è ovviamente carico di senso, mentre per i veri laici soltanto un idolo in più. Ebbene, questo simbolo cattolico per eccellenza si può chiaramente affiancare agli altri simboli religiosi, come le solite nicchie delle madonne cristiane, le quali hanno soppiantato quelle figure pagane che nel nostro inconscio ancora fanno parte del substrato greco e anche romano che ci regge. E se, come dicevamo prima, ci riferiamo alle odierne figure televisive della musica, della moda o del calcio… vediamo pure come sono idolatrate anche esse da certi ceti perché per loro hanno la stessa valenza divina, nonostante l’ambito tremendamente irreligioso, consumistico e fuggevole da cui provengono. Sì, in un certo senso sono le loro guide. Continua »

    Ospiti
  • Quaderno di Palermo 20

    Se noi umani dessimo un’occhiata sia al lungo passato che abbiamo dietro, sia alla breve vita presente che appena appena si colloca davanti, dall’alba delle nostre origini possiamo vedere che tutto è sedimentazione e ovunque il proprio sguardo si rivolga. Così è per la terra, per esempio, sulla cui superficie, i popoli strato dopo strato, in ogni epoca e in ogni spazio con la loro volontà e il loro atteggiamento e la loro cultura hanno creato un suolo diverso dove poter camminare e reggersi e anche cadere quando alla fine non c’era più sostegno perché altri tempi incalzavano. Così è per l’aria che si respira e quella ormai spirata dagli stessi popoli, che nonostante l’invisibile apparenza non è mai la stessa poiché rinnovata e ricambiata e ancora una volta riassorbita, mentre si aspetta un nuovo soffio che ancora non si sa da che parte potrebbe venire. Così per i fiumi con la loro fluida corrente che non smetterà mai di percorrere il suo variabile tragitto trasportando, accumulando, infine depositando sul fondo e sulle sponde il materiale in sospensione strappato in silenzio da quelle civilizzazioni che si sono stabilite sulle loro rive. Continua »

    Ospiti
  • La Palazzina cinese di Palermo

    Nell’ultimo post in cui avevo parlato delle architetture panormite vi ho lasciato mentre ci aggiravamo per la Piana dei Colli tra i vialetti del Teatro di Verdura. Beh, visto che ci troviamo lì oggi ci facciamo anche un bel giretto alla Palazzina cinese.

    Palazzina cinese

    Giusto per chiarirci subito, la Palazzina, di cinesi, probabilmente non ne ha visti mai; il suo nome come molti di voi sapranno, è dovuto allo stile architettonico in cui è stata costruita.

    La sua storia inizia ad opera del barone Benedetto Lombardo della Scala, che all’interno dei suoi terreni nella Piana dei Colli, aveva costruito, nel 1790, una casina di legno in stile cinese. Ci si potrebbe domandare da cosa nascesse questa passione per la Cina (è vero che ve lo state domandando??? :)). Continua »

    Ospiti
  • Palermo Miami andata e ritorno

    Mi metto in coda ai due post divertenti e perfettamente condivisibili di Maria, per raccontarvi la parte successiva al momento del «Sì, lo voglio»: il viaggio di nozze. Ebbene sì, anche io sono stata coinvolta nel vortice delle nozze, nel caos dei confetti, nel delirio della lista. Ma, per fortuna, e oggi sono qui a testimoniarlo, se ne esce vivi. Anche perché, sia chiaro, uno fa tutto sto casino di organizzazione con lo scopo finale di rispondere con un minimo di soddisfazione e un piccolo ghigno di sfregio a tutti coloro che chiedono «e il viaggio di nozze, dove lo fate?» e tu, rispondendo come se fosse l’unico scopo della tua vita ma al tempo stesso una normale routine quasi con annoiata ed aristocratica insufficienza…..: «America!» uhhhhhhhhh! Bene, non ho intenzione di raccontarvi la mia vita in luna di miele ma ho osservato con attenzione i posti che ho visitato e vorrei focalizzare l’attenzione sulle differenze che ho notato tra due città di mare: Miami e Palermo. Per carità uno si affaccia su un mare-quasi-lago l’altro ha di fronte l’oceano ma credetemi per molte cose si assomigliano, l’odore dell’olio solare mescolato alla sabbia è preciso preciso a quello che si annusa con il primo caldo a Mondello, quando ancora non hanno messo le cabine (poi l’odore della pasta “col” forno prevale su tutto). Continua »

    Palermo
  • Teresa non s’arrende

    Incontro Teresa nella sua casa dei “Piani”. È una donna di settant’anni. Indossa un vestito blu a fiori, fermato da una cintura bianca, un velo di rossetto sulle labbra, la pelle fresca e chiara. Il suo aspetto è quello di una donna distinta; i colori appropriati, il sorriso le dona dieci anni di meno. Mi accoglie, insieme al marito Tonino, 82 anni ben portati, corpulento, una bella pancia, in camicia celeste e pantaloni lunghi. L’appartamento, al primo piano, è luminoso, ha tre porte che danno sul terrazzo. Al pianterreno una famiglia di palermitani, riunita a mangiare attorno ad un tavolo zeppo di piatti, fa un gran baccano con le posate, il chiacchiericcio e le risate. Prima di entrare in casa mi soffermo sul terrazzo per uno sguardo al panorama. La casa sorge oltre la strada statale, a cinquanta metri dal mare. La striscia dei giardini ai margini della spiaggia è una serie ininterrotta di ville. Quest’anno il mare è stato generoso: ha depositato sulla spiaggia una grande quantità di sabbia per la felicità dei bagnanti. Anche tra gli antichi frutteti, a sud della casa, sorgono ville e villini; ciononostante il verde prevale ancora e la vista di questa grande piana rimane gradevole. Ad est lo sguardo arriva allo stabilimento balneare della Vetrana ed, in fondo, alla punta della Rocca di Cefalù. Sulla striscia di sabbia, lunga un paio di chilometri, dalla Vetrana ai Pilieri, si affollano i bagnanti che bivaccano, giocano a tamburello, si rincorrono, si tuffano, i giovani, e nuotano con vigorose bracciate, a beneficio delle ragazze che a gruppetti chiacchierano in acqua o sulla spiaggia, apparentemente noncuranti.

    Teresa è l’unica componente, rimasta in Sicilia, di una famiglia emigrata in America. Continua »

    Ospiti
  • Piazza Indipendenza e la Palermo che passa

    Vedere il tempo che passa è uno dei miei hobby preferiti. Adoro scrutare i minimi cambiamenti che un giorno ha lasciato in eredità all’altro, in una catena a cui non so dare un inizio, ma che certamente per me avrà fine. Credo sia questa la cosa più bella di continuare a vivere nella città in cui sei nato: ti accorgi, come fai con un figlio, quanto cresca di più ogni giorno. Ma io, che devo cercare sempre il pelo nell’uovo, guardo Palermo come guardo mia nonna: cerco di coglierne le crepe, le rughe, i cedimenti. Per questo cammino sempre a piedi. Uno dei miei osservatori preferiti è Piazza Indipendenza, l’antica Piana di Santa Teresa, il cui nome è mutato dopo la costruzione dell’obelisco ai caduti che adesso domina il centro della piazza. I bambini, se potessero, certamente abolirebbero il monumento o quantomeno le grate che lo attorniano, vero e proprio cimitero dei Super Santos.

    Da qui posso vedere le mie tre età che cambiano. C’è l’età della mia città, con la Piazza che si evolve, l’assetto viario che cambia, le fermate del bus lì dove prima c’erano le carrozze, molti alberi e negozi che spuntano come funghi e poi scompaiono, illuminati dall’insegna a intermittenza del Bar Santoro. Ci sono lo Stradone dei Porrazzi (ora Corso Pisani) e lo Stradone di Mezzomonreale (Corso Calatafimi) che quasi non si riconoscono più affollati come sono di automobili e motorini; c’è il Palazzo dei Normanni (che forse dovrebbero rinominarlo degli Inganni o degli Affanni, a seconda del punto di vista da cui vedi la cosa) che mi saluta mentre attraverso la strada; ci sono le lunette lignee delle edicole davanti il Papireto che hanno perso la loro battaglia contro lo smog e c’è l’aquila, lassù, sulla Porta Nuova che ogni giorno mi rammenta la fierezza di essere palermitana. Continua »

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